Questo è un messaggio popolare. Crescendo63 [Partecipante] 3422 Inviato 26 Gennaio 2021 Questo è un messaggio popolare. Condividi Inviato 26 Gennaio 2021 (modificato) 10 hours ago, giannicarlo said: Molto spesso si sente dire che il perdono sia una parte portante delle relazioni. Di quanto sia importante perdonare chi ti ha fatto del male per stare meglio con se stessi. Come se potessi decidere quando smettere di covare risentimento per qualcuno. Ti dico la mia... anche se probabilmente non sarà qualcosa che accogli. :-) 1. Il perdono non si dà per "nobiltà d'animo" o generosità di cuore (magari a volte, ma non in genere), quanto per sanità mentale, per stare meglio noi stessi, per uscire da una spirale negativa. Un po' come quando ti medichi una ferita: è difficile perché al momento fa più male, ma sai che poi la ferita andrà meglio. 2. Non puoi decidere che emozioni senti, ma puoi decidere come gestirle. Dipende dal tuo stato mentale: bambino o adulto. Il bambino reagisce, l'adulto decide. Se a te va bene che siano le tue emozioni a comandare la tua vita (o non sai fare altrimenti), IMHO sei ancora in uno stato "psicologico" bambino, in cui non sei padrone di te stesso. Tradotto in pratica: mi hanno fatto un'ingiustizia, mi rode, ho cercato se c'è un modo per risolvere, ho capito che non ne esistono... Ok, amen ("Così sia"), non mi piace ma mi metto il cuore in pace. Tanto se non ci posso fare nulla, che me la meno a fare? Mi lascio alle spalle la cosa, e guardo avanti; ho di meglio da fare che rodermi il fegato :-) 3. L'elemento chiave è l'accettazione. Accetto che la cosa mi fa rabbia, accetto che ce l'ho con quella persona, accetto che non ci posso fare nulla, accetto che il passato non si cambia, accetto che a volte la vita fa schifo... ed avendolo accettato, non combatto più contro i "mulini a vento" (contro cose che non posso cambiare), ma trovo un relativo senso di pace. Perché non sto più a fare la guerra all'impossibile. Quando smetto di combattere ("Dovrebbe essere diverso! Lei dovrebbe amarmi! Lui non doveva trattarmi così! Il mondo fa schifo...!"), esco da uno "stato di guerra" mentale e trovo una - relativa - pace. "Relativa" perché non è che improvvisamente sono sereno al 100% (quello è roba da Buddha e Gesù), ma sono molto più sereno di quando sono in conflitto con l'inevitabile. Lascio cadere la pesante zavorra del rancore (il passato), e mi sento più leggero, vitale e positivo (nel presente). Non è che me ne dimentico, ma guardo avanti, non all'indietro. 4. Spesso, quando non sappiamo perdonare è perché restiamo tenacemente attaccati ad un "senso di giustizia". Perdonare, o lasciar andare il passato, ci appare come un legittimare quello che ci hanno fatto, come giustificare l'ingiustizia. Invece vorremmo tanto che il mondo fosse giusto, e che i "cattivi" venissero puniti. Quindi reiterare il rancore è come continuare a fare appello, nella speranza che giustizia sia fatta (ma ovviamente non funziona: la vita va avanti e il passato è passato). Un principio spirituale chiede: "Vuoi avere ragione, o vuoi essere felice?". Ci sono situazioni in cui non puoi avere entrambi, specie nelle relazioni. Se ti attacchi all'avere ragione (senso di giustizia), continuerai ad alimentare il tuo risentimento ("Sono arrabbiato ed ho ottime ragioni!"). Se invece vuoi essere felice (stare meglio, più sereno e positivo), è necessario che accetti l'ingiustizia e te la lasci alle spalle. L'errore di molti è vedere il perdono, o il lasciar andare il passato, come un "dono" immeritato che facciamo a chi ci ha ferito, e quindi come un'ingiustizia: "Perché dovrei perdonarti? Sarebbe come assolverti, ma tu sei colpevole!". Invece - e ritorno al primo punto - il perdono lo si sceglie prima di tutto per se stessi, per amor proprio, per vivere meglio. L'altra persona è secondaria. Quindi il perdono ha poco a che fare con la giustizia - appunto - ma ha molto a che fare col volere essere felici (o stare meglio). 5. Un altro motivo per cui fatichiamo a perdore gli altri, a volte, è perché non perdoniamo noi stessi. Quando veniamo feriti o subiamo ingiustizie, spesso siamo noi stessi a permetterlo (parlo di età adulta, non da bambini): per debolezza, per pigrizia, per paura, per bisogno di approvazione, per bassa autostima... non ci difendiamo, non ci facciamo rispettare, non diamo dei chiari limiti agli altri. Così a volte veniamo abusati, e lo lasciamo accadere. Questo genera in noi una rabbia enorme: "Come ho potuto lasciarlo accadere! Perché non ho fatto nulla? Ma che razza di idiota smidollato sono?!?", che però è difficile riconoscere. E' molto più facile riversare tutta la colpa - e la responsabilità - sull'altro. In questi casi alimentiamo la rabbia verso l'altro come "copertura" della rabbia verso noi stessi: se perdonassimo l'altro, o se riconoscessimo che non ha tutta la responsabilità, dovremmo anche riconoscere quanto abbiamo mancato verso noi stessi, e quanto siamo furiosi per questo. In questi casi, quello che ci serve è prima di tutto accettare che non ci siamo rispettati, che abbiamo lasciato che altri ci facessero del male senza difenderci (anche se avremmo potuto). Poi perdonare la nostra debolezza o paura, che ci ha frenato dal farlo. Infine, possiamo usare l'esperienza per imparare dai nostri errori, in modo da non ripeterli. Se invece non riconosciamo il risentimento che proviamo per noi stessi, non potremo nemmeno vedere la cor-responsabilità che abbiamo negli eventi che ci sono accaduti, quanto vi abbiamo contribuito. E, quindi, non riconoscendo il nostro errore, ci cascheremo ancora e ancora. Quando perdoniamo (o accettiamo che le cose sono come sono e non possiamo farci niente), è come dire "Smetto di concentrarmi sul mio 'nemico': gli ho già dedicato troppo tempo ed energia. Torno a dedicarmi a me stesso, e alla mia vita". Coltivare il risentimento è come vivere in una prigione (fatta dei nostri stessi pensieri); perdonare è uscirne, per andare nel vasto mondo :-) Modificato 26 Gennaio 2021 da Crescendo63 nbone, Entropia, sasa4 e 9 altri ha reagito a questo 7 5 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
leavingmyheart [Partecipante] 10166 Inviato 26 Gennaio 2021 Condividi Inviato 26 Gennaio 2021 13 ore fa, giannicarlo ha scritto: Molto spesso si sente dire che il perdono sia una parte portante delle relazioni. Di quanto sia importante perdonare chi ti ha fatto del male per stare meglio con se stessi. Come se potessi decidere quando smettere di covare risentimento per qualcuno. Per dire ancora oggi a volte provo risentimento per la mia prima morosa la quale mi ha ferito profondamente all'epoca, e per quanto razionalmente capisca l'insensatezza del mio sentire dopo tanto tempo non riesco a non provare quella rabbia nei confronti di una persona che non è stata sincera come avrebbe dovuto o come ci eravamo promessi. Mi sorge spontaneo chiedere dunque, il perdono è una scelta? Se così fosse, personalmente la trovo molto difficile. Piuttosto la definirei come una fase, dove il perdono è la diretta conseguenza di questa evoluzione interiore. Voi cosa ne pensate? In cosa consiste il perdono per voi? Come si può perdonare qualcuno che non si è mai risentito delle proprie azioni o che non ha mai preso le sue responsabilità? Io non ho mai avuto la cultura del perdono, ma proprio quella della vendetta. A molti piace recitare la parte dei buoni cristiani, li aiuta a sentirsi più elevati, ma chi ha capito cosa si doveva capire lo sa benissimo che farla passare liscia a chi sgarra in malafede comporta costi disastrosi, un incentivo a sgarrare ancora. Solo gli errori fatti in buonafede meritano il perdono. Oltretutto farla passare liscia a chi volutamente fa danni significa dare dei coglioni a chi in malafede non è. Chi ha una grande sensibilità non può perdonare perché percepisce la parte "furbastra" di chi ha sgarrato, quella che spera di cavarsela per l'ennesima volta, la sente la puzza di frode. Il conflitto, la guerra, esistono, fingere di starne fuori significa mentire. In linea di massima io cerco di prevenirli i danni, tenendo lontane le persone che non mi convincono a pelle. In passato mi sono vendicato molte volte per torti subiti. È servito a farmi star meglio? assolutamente sì 🤭, fargliela pagare con gli interessi è la via maestra per dimenticare e andare avanti. Il problema è l'attuazione più che altro. Back Door Man, IWILL, fffff98 e 5 altri ha reagito a questo 5 2 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Kaihō-sha [Élite] 2832 Inviato 26 Gennaio 2021 Condividi Inviato 26 Gennaio 2021 13 ore fa, giannicarlo ha scritto: Molto spesso si sente dire che il perdono sia una parte portante delle relazioni. Di quanto sia importante perdonare chi ti ha fatto del male per stare meglio con se stessi. Come se potessi decidere quando smettere di covare risentimento per qualcuno. Per dire ancora oggi a volte provo risentimento per la mia prima morosa la quale mi ha ferito profondamente all'epoca, e per quanto razionalmente capisca l'insensatezza del mio sentire dopo tanto tempo non riesco a non provare quella rabbia nei confronti di una persona che non è stata sincera come avrebbe dovuto o come ci eravamo promessi. Mi sorge spontaneo chiedere dunque, il perdono è una scelta? Se così fosse, personalmente la trovo molto difficile. Piuttosto la definirei come una fase, dove il perdono è la diretta conseguenza di questa evoluzione interiore. Voi cosa ne pensate? In cosa consiste il perdono per voi? Come si può perdonare qualcuno che non si è mai risentito delle proprie azioni o che non ha mai preso le sue responsabilità? Forse non faccio testo...nel senso che non sono mai stato una persona che ha avuto modo di provare risentimento per un tempo prolungato, anche in occasioni in cui ne avrei avuto titolo... Tuttavia, penso che il perdono sia anzitutto un atto di AMORE verso NOI STESSI Si lo so sembra una frase mielosa da libro Cuore...e forse non è così nuova a chi ha i social da un po'... Il fatto è che quando riesci a lasciarti alle spalle vissuti di una certa portata...ti senti molto più energico e libero Chiaramente si tratta di un percorso nel caso le ragioni del risentimento sono fondate sul piano personale ma anche oggettivo..mi viene difficile pensare a una soluzione con uno schiocco di dita... giannicarlo e Crescendo63 ha reagito a questo 2 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
R4id3n [Partecipante] 83 Inviato 27 Gennaio 2021 Condividi Inviato 27 Gennaio 2021 @Crescendo63ha colto perfettamente il punto. Personalmente quando sono arrivato a perdonare l'ho sempre fatto per me stesso, non per l'altra persona. Arrivando al punto di accettare tutto ció che fosse successo e metterci finalmente una pietra sopra al 100%. Spesso sono stato portato a farlo perchè ero contemporaneamente immerso in un'altra "lotta", quindi fare pace coi "demoni del passato" mi aiutava a concentrarmi solo sui "demoni presenti". Ovviamente non è qualcosa che puoi fare solo a comando ma che devi profondamente interiorizzare. Crescendo63 ha reagito a questo 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Back Door Man [Élite] 11589 Inviato 27 Gennaio 2021 Condividi Inviato 27 Gennaio 2021 17 hours ago, Crescendo63 said: 4. Spesso, quando non sappiamo perdonare è perché restiamo tenacemente attaccati ad un "senso di giustizia". Perdonare, o lasciar andare il passato, ci appare come un legittimare quello che ci hanno fatto, come giustificare l'ingiustizia. Invece vorremmo tanto che il mondo fosse giusto, e che i "cattivi" venissero puniti. Quindi reiterare il rancore è come continuare a fare appello, nella speranza che giustizia sia fatta (ma ovviamente non funziona: la vita va avanti e il passato è passato). Secondo me la fregatura sta nell'educazione. Durante l'infanzia molti di noi introiettano il concetto di giustizia, credenza nel mondo giusto etc. Il mondo non è giusto. C'è una voce su wikipedia dedicata alla credenza nel mondo giusto. Si tratta di un bias cognitivo. Spoiler Siamo stati inculati. "The just-world fallacy or just-world hypothesis is the cognitive bias that a person's actions are inherently inclined to bring morally fair and fitting consequences to that person; thus, it is the assumption that all noble actions are eventually rewarded and all evil actions eventually punished. In other words, the just-world hypothesis is the tendency to attribute consequences to—or expect consequences as the result of—a universal force that restores moral balance. This belief generally implies the existence of cosmic justice, destiny, divine providence, desert, stability, and/or order, and is often associated with a variety of fundamental fallacies, especially in regard to rationalizing people's suffering on the grounds that they "deserve" it. [...]" ENG: https://en.wikipedia.org/wiki/Just-world_hypothesis ITA: https://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_del_mondo_giusto giannicarlo e Crescendo63 ha reagito a questo 1 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
giannicarlo [Banned] 2393 Inviato 27 Gennaio 2021 Autore Condividi Inviato 27 Gennaio 2021 (modificato) O letto con molto interesse i diversi punti di vista e vi ringrazio per le risposte. Ieri sera stavo riflettendo tra me e me, chiedendomi cosa effettivamente mi cambiasse nel concreto perdonando questa persona. Allora ho iniziato a rivivere quei momenti di rabbia e frustrazione passati, per vedere quale sensazione sarebbe nata dentro di me. Pensavo mi avrebbe reso malinconico, tradito ecc... invece mi sono reso conto che non provavo più nulla. Sento indifferenza per ciò che è successo con lei. Ciò che mi infastidisce è la persona che sono diventata dopo essermi lasciato con lei. E questa responsabilità fa probabilmente troppo male per essere accettata e vista per quello che è, quindi preferisco darla a lei così da non doverla affrontare. Nel concreto penso che se io la perdoni o meno faccia poca differenza, sarebbe più rilevante perdonare se stessi. Modificato 27 Gennaio 2021 da giannicarlo Amon, Crescendo63 e Temperantia ha reagito a questo 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Crescendo63 [Partecipante] 3422 Inviato 27 Gennaio 2021 Condividi Inviato 27 Gennaio 2021 6 hours ago, Back Door Man said: Secondo me la fregatura sta nell'educazione. Durante l'infanzia molti di noi introiettano il concetto di giustizia, credenza nel mondo giusto etc. Il mondo non è giusto. C'è una voce su wikipedia dedicata alla credenza nel mondo giusto. Ottima osservazione - e citazione. Secondo me è importante distinguere tra "giustizia sociale" e "giustizia naturale". - La prima è un costrutto artificiale, ma necessario per far prosperare la società e le relazioni (se non ci fidiamo gli uni degli altri, non possiamo collaborare). - La seconda è un'illusione, alimentata da ingenuità personale o istituzioni manipolatrici (come le religioni, o certi governi). Quindi è positivo che ci venga insegnata la prima, ma la seconda ci espone a cocenti delusioni - e conseguenti risentimenti. sasa4 e Back Door Man ha reagito a questo 1 1 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
velvetacid [Partecipante] 332 Inviato 29 Gennaio 2021 Condividi Inviato 29 Gennaio 2021 (modificato) L'impossibilità di perdonare non è necessariamente un fallimento perché anche l'impossibilità di perdonare può essere una manifestazione profonda dell'amore. Può essere impossibile perdonare perché non si vuole distruggere la promessa iniziale. Il perdono è sempre visto come un trionfo. Ma io qua voglio fare un elogio al "non perdono" Penso: Non ti perdono perché perdonandoti ammetterei che ciò che eravamo in fin dei conti era sacrificabile. Il perdono è sopravvalutato, ma non è altro che un adattamento a una situazione che si è verificata. Bisogna perdonare per buttarsi tutto alle spalle, dice lo psicologo o il prete. Io dico : non ti perdono, non accetto più la tua presenza e ti trasformo in totale assenza! io non ti perdono, perché ti ho trasformato in un morto. E il superamento non passa dal cosiddetto perdono, ma da un' elaborazione di un lutto amoroso. Ciao. VelvetA Modificato 29 Gennaio 2021 da velvetacid IWILL, ArmandoBis, giannicarlo e 2 altri ha reagito a questo 2 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Igor123 [Partecipante] 1234 Inviato 31 Gennaio 2021 Condividi Inviato 31 Gennaio 2021 Il 27/1/2021 at 15:08, giannicarlo ha scritto: Nel concreto penso che se io la perdoni o meno faccia poca differenza, sarebbe più rilevante perdonare se stessi. La chiave è esattamente questa, a mio avviso. Ad ogni modo la domanda che mi farei è: "Ha senso porsi il problema se la persona è lontana dalla propria vita? " Lucidamente e razionalmente la risposta è scontata, tuttavia spesso, indotti da una visione che trascendente la realtà, ci convinciamo che il concedere o meno perdono possa in qualche molto avere influenza sulla vita degli altri. Probabilmente in questi casi ci si illude esista una qualche giustizia compensatrice, una legge universale che bilancia le sorti di chiunque abiti questo universo. L'uso della ragione aiuta invece a capire che le situazioni che non ci appartengono evolvono indipendentemente da noi stessi. In questa ottica il perdono serve, ma a sé stessi. Serve a liberarsi di un fardello, di un pensiero che occupa spazio inutile nella propria testa. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Yuber [Partecipante] 890 Inviato 31 Gennaio 2021 Condividi Inviato 31 Gennaio 2021 Il 26/1/2021 at 10:27, giannicarlo ha scritto: Molto spesso si sente dire che il perdono sia una parte portante delle relazioni. Di quanto sia importante perdonare chi ti ha fatto del male per stare meglio con se stessi. Come se potessi decidere quando smettere di covare risentimento per qualcuno. Per dire ancora oggi a volte provo risentimento per la mia prima morosa la quale mi ha ferito profondamente all'epoca, e per quanto razionalmente capisca l'insensatezza del mio sentire dopo tanto tempo non riesco a non provare quella rabbia nei confronti di una persona che non è stata sincera come avrebbe dovuto o come ci eravamo promessi. Mi sorge spontaneo chiedere dunque, il perdono è una scelta? Se così fosse, personalmente la trovo molto difficile. Piuttosto la definirei come una fase, dove il perdono è la diretta conseguenza di questa evoluzione interiore. Voi cosa ne pensate? In cosa consiste il perdono per voi? Come si può perdonare qualcuno che non si è mai risentito delle proprie azioni o che non ha mai preso le sue responsabilità? So che può sembrare assurdo ma il perdono nel tuo caso può avere luogo solo se dici alla tua prima morosa le cose che non le hai detto . Tipo ' ti odio per questo ,quello ecc.' ovviamente non devi ricontattarla per dirglielo ma basta dire ad alta voce quello che non le hai mai detto come se fosse di fronte a te in questo momento. giannicarlo, Crescendo63 e Bolt ha reagito a questo 3 Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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