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KeanB
Il 13/5/2021 at 18:13, F-Knight ha scritto:

superare il fallimento del rapporto con un padre che aveva mollato la madre quando lei era una bimba e poi aveva fatto aventi e indietro nelle loro vite fino a quando non si era fatto una nuova famiglia.... lei non gli parlava da più di un anno; altro huge huge red flag... cazzo

Ciao, posso chiederti - ingenuamente - perché consideri questo un grosso campanello d'allarme? Ho avuto una relazione con una ragazza che ha i genitori separati, il padre andò via quando lei era piccola e concepì dopo poco una nuova figlia con un'altra donna, come a sostituirla. Lei non rivolse la parola al padre per tipo un anno, o anche di più. Ultimamente, prima di lasciarci, arrivava a dire che io le ricordavo tantissimo suo padre e cose di questo tipo. Grazie! 

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Descent

@F-Knight

Leggere di queste storie ricche di dettagli mi dà sempre un colpo.

Proprio il trascrivere i ricordi in questo modo denota la tua propensione al vivere profondamente gli avvenimenti con la costante aspettativa di un bello che non arriva.

Calcoli, fai pronostici, scommetti, il tutto pervaso dall'ansia, dalla possibilità improvvisa che qualcosa di brutto possa accadere.

Come se volessi dimostrare l'esistenza concreta del male, e per farlo devi prima escludere ogni possibile via verso il bene, che con perizia imbocchi incontrando una conferma dietro l'altra, fino alla batosta finale, la dimostrazione compiuta.

È estremamente doloroso, e non c'entra con l'avere il prosciutto davanti agli occhi, perché non è la circostanza che ti poggia le fette sulle palpebre, ma sei tu a testare la consistenza di svariati affettati allo scopo di avere più dati possibili per il tuo studio.

È qualcosa di radicato nella tua natura, nella tua impostazione di rappresentazione.

Per caso te la cavi con la matematica?

Comunque, a distanza di anni dalla prima relazione similare che mi ha portato su questo forum, non riesco ancora a comprendere appieno cosa sia una relazione sana.

È come se la psicologia contemporanea agisse a tutela dell'individuazione, del riuscire a tollerare un qualche nuovo sistema di leggi per te funzionali, ma a cosa?

Parli di voler mettere su famiglia: quali sono gli scenari possibili della vita familiare che ti attraggono?

Chiedo perché ho meno anni di te, e dato che rivedo certi miei meccanismi in quello che scrivi, potresti darmi qualche spunto per ulteriori interpretazioni.

Non vorrei comunque risultare un cinico fatalista, tutt'altro.

Mi è capitato di esortare altri utenti ad una scelta consapevole delle fette di prosciutto, perché si sa che togliendole la natura primaria brucerebbe istantaneamente gli occhi.

C'è questa fissazione dimostrativa che porta con sé del doloroso piacere, e a mio avviso la si può sorprendere creando degli intoppi.

Non prendendole il cellulare per esempio, provando a destabilizzare la tua pista d'indagine inquinandola di prove false.

O vere, che importa.

Quanti qui parlano di amore vero in queste relazioni, per poi tacciarlo di malato, tossico?

Allora il sesso con l'altro tipo forse non è stato poi così interessante.

Forse a lei serviva quella scopata per poi godersi meglio il paragone con te.

O chissà cosa sarebbe accaduto stuzzicandola sulla cosa, senza avere avuto alcuna conferma dai messaggi.

Dico questo: nuove dimostrazioni, nuovi dolori, più gioco e meno rigore, in sintonia con quello scenario di base che per te mi è sembrato di capire essere la famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

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Back Door Man

 

 

30 minutes ago, Descent said:

@F-Knight

Leggere di queste storie ricche di dettagli mi dà sempre un colpo.

Proprio il trascrivere i ricordi in questo modo denota la tua propensione al vivere profondamente gli avvenimenti con la costante aspettativa di un bello che non arriva.

Calcoli, fai pronostici, scommetti, il tutto pervaso dall'ansia, dalla possibilità improvvisa che qualcosa di brutto possa accadere.

Come se volessi dimostrare l'esistenza concreta del male, e per farlo devi prima escludere ogni possibile via verso il bene, che con perizia imbocchi incontrando una conferma dietro l'altra, fino alla batosta finale, la dimostrazione compiuta.

È estremamente doloroso, e non c'entra con l'avere il prosciutto davanti agli occhi, perché non è la circostanza che ti poggia le fette sulle palpebre, ma sei tu a testare la consistenza di svariati affettati allo scopo di avere più dati possibili per il tuo studio.

È qualcosa di radicato nella tua natura, nella tua impostazione di rappresentazione.

Per caso te la cavi con la matematica?

Comunque, a distanza di anni dalla prima relazione similare che mi ha portato su questo forum, non riesco ancora a comprendere appieno cosa sia una relazione sana.

È come se la psicologia contemporanea agisse a tutela dell'individuazione, del riuscire a tollerare un qualche nuovo sistema di leggi per te funzionali, ma a cosa?

Parli di voler mettere su famiglia: quali sono gli scenari possibili della vita familiare che ti attraggono?

Chiedo perché ho meno anni di te, e dato che rivedo certi miei meccanismi in quello che scrivi, potresti darmi qualche spunto per ulteriori interpretazioni.

Non vorrei comunque risultare un cinico fatalista, tutt'altro.

Mi è capitato di esortare altri utenti ad una scelta consapevole delle fette di prosciutto, perché si sa che togliendole la natura primaria brucerebbe istantaneamente gli occhi.

C'è questa fissazione dimostrativa che porta con sé del doloroso piacere, e a mio avviso la si può sorprendere creando degli intoppi.

Non prendendole il cellulare per esempio, provando a destabilizzare la tua pista d'indagine inquinandola di prove false.

O vere, che importa.

Quanti qui parlano di amore vero in queste relazioni, per poi tacciarlo di malato, tossico?

Allora il sesso con l'altro tipo forse non è stato poi così interessante.

Forse a lei serviva quella scopata per poi godersi meglio il paragone con te.

O chissà cosa sarebbe accaduto stuzzicandola sulla cosa, senza avere avuto alcuna conferma dai messaggi.

Dico questo: nuove dimostrazioni, nuovi dolori, più gioco e meno rigore, in sintonia con quello scenario di base che per te mi è sembrato di capire essere la famiglia.

 

 

 

 

 

 

 

Caro Descent, il tuo post è molto strano.

Ci sono delle considerazioni affascinanti.


Lui prende la strada del male con perizia? E chiude le vie di fuga verso il bene? 😄

Strano e affascinante modus operandi.

 

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Descent
2 ore fa, Back Door Man ha scritto:

Lui prende la strada del male con perizia? E chiude le vie di fuga verso il bene? 😄

Ehi Back,

mi sono un po' rifatto a delle considerazioni sul lavoro letterario di Sade.

A mio parere @F-Knightcome chiunque si muova con il suo stile, vuole dimostrare inconsciamente l'esistenza concreta del male assoluto, e per farlo deve confutare la presenza del bene. 

O comunque, in termini meno ideali, dimostrare che il negativo vince sempre su quest'ultimo.

Dunque percorre diverse piste, la più iconica "le guarderò il cellulare perché temo un tradimento" ---> "come volevasi dimostrare" 

Immerso nello stato di tensione ansiosa tenta di confutare la tesi del male in un gioco ambiguo, spinto da questa energia che cerca uno sfogo impellente. Ogni suo tentativo di indagine - come prevedibile - finisce con la constatazione della vittoria del male, o comunque nell'inconsistenza del bene.

Ogni scommessa sulle reazioni e sui comportamenti di lei conferma il dolore.

Quello su cui voglio porre l'accento è lo stato di semi-consapevolezza nel quale ad un certo punto, in queste storie, tutti giungiamo.

Una volta sfiorata l'idea che la partner non corrisponde a quello che ci raccontavamo volere, rimaniamo comunque nel gioco alla ricerca della dimostrazione di cattiveria più totale.

Nel famoso topic "ecco la guida..." è pieno zeppo di storie del genere, dove affiorano piccole disattenzioni che portano la tipa di turno a compiere delitti di vario tipo, e ognuno sembra quasi porne volontariamente le basi. 

Una continua dimostrazione matematica, per amore dell'idea, o per l'idea dell'amore. 

 

 

 

Modificato da Descent
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vol-à-voile

Ho letto questo topic con avidità, con sete di sapere ogni minimo dettaglio. Succede questo quando chi scrive qui sopra è qualcuno del forum dotato di raziocinio IS (lasciatemi passare il termine) e gioco-forza capisci che la one-itis è come il covid (o come il Natale): quando arriva, arriva.

È “sconcertante” (lasciatemi passare nuovamente il termine) leggere le tue parole perché ti accorgi di come il nostro cervello, nonostante sia cosciente di ciò che accade o accadrà, non riesce mai ad avere la meglio sull’istinto.
Eri e sei consapevole non solo degli errori fatti ma anche e soprattutto di come sarebbe finito tutto, eppure eri sempre lì bramando la tua dose di endorfina: lei ti dava felicità e te la toglieva, poi di nuovo te la dava e te la toglieva. Ma tu eri lì perché la tua dose la volevi, quasi la pretendevi.

Cosa vuoi che ti dica amico mio?
Sei un pollo? Affatto, sei un essere fatto di carne come me. Da un lato ti direi che hai anche avuto le palle di riprovarci tante volte (io al posto tuo mi sarei defilato alla seconda volta), dall’altro però analizzando tutto in maniera fredda (facilissimo dall’esterno, lo so) direi che ti sei fregato con le tue stesse mani. Ma appunto, l’istinto è complicato da gestire.

Non mi preoccupa tanto leggere ciò che hai fatto, quanto più che nella tua consapevolezza leggo comunque che un altro giro eventualmente lo rifaresti con lei. E se ho letto bene, questo dato allora è più preoccupante.

Per il resto, non posso far altro che darti una pacca sulla spalla e sperare che arrivi presto un altro soggetto che ti faccia palpitare il cuore come lei. Perché alla fine sappiamo tutti che il chiodo schiaccia chiodo non funziona.. ma quando funziona, non c’è raziocinio che tenga.

Un abbraccio sincero 

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Back Door Man

La lettura dei fatti di Descent è estremamente interessante.
Io ci metto quella canonica, così ne abbiamo due.
La canonica è semplicemente la prima parte del testo scritto da F-Knight.
Il triangolo di lei e i due lui.
Situazione che non doveva essere accettata. Lei che piange e scarica dramma. Chi glielo fa fare a lui?
La spiegazione più semplice è che è inficato. Ci pensa lei a farlo inficare.
A quel punto è solo questione di tempo. Si va ad esaurimento energie. Mollerà quando non ce la fa più (nel frattempo dimostrando che il male vince).

Tante volte mi sono impegnato in qualcosa ed ho fallito. A leggere questa storia mi è chiaro che l'impegno non è un merito, piuttosto un demerito.

Bisognerebbe cercare, o ancora meglio trovare, situazioni che stiano in piedi da sole.

Infine una precisazione: questa è la lettura dei fatti. Il post di F-Knight però, ha un'altra collocazione temporale. Questi fatti sono il passato. Lui ora ha voltato pagina.

 

 

 

 

 

 

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Dexter78
Il 13/5/2021 at 18:13, F-Knight ha scritto:

Ciao a tutti,

non aprivo da tempo - anni - un mio topic ma sento che è arrivato il momento di farlo.

Lo faccio per fare journaling terapeutico, ma anche per mettere a fattor comune alcune cose che ho imparato nel corso di una relazione tossica durata poco meno di 10 mesi.

Ero uscito da poco più di sei mesi da una storia importante, finita per il venir meno di un progetto comune, un pò per la marcata differenza di età, un pò per una certa differenza caratteriale e di valori.

Mi ero fatto il lockdown da solo (salvo che per una storiella di un mese e mezzo non degna di nota) e, a giugno, ritornavo nel mondo esterno con la voglia di novità, spensieratezza e.... amore. Sì, voglia di amare ed essere amato e - possibilmente - trovare una compagna con cui costruire - finalmente - una famiglia.

Ero, quindi, ora lo riconosco, una preda facile perchè guidato dal bisogno viscerale di qualcosa piuttosto che dal piacere della scoperta.

Conosco lei ad un pranzo, carina, interessante e... convivente con un uomo che si era separato dalla moglie (con un figlio) per lei. Li vedo insieme, lei così più bella ed interessante di lui, fermi in un rapporto palesemente arrivato al capolinea, e provo una sincera ed innocua invidia per lui (come cazzo ha fatto?). Qualche settimana dopo, il destino ci fa re-incontrare da soli. Parliamo parliamo e vengono fuori tante affinità, interessi comuni e una reciproca attrazione fisica molto forte. Iniziamo a scriverci, ognuno palesa il proprio interesse senza che succeda nulla.

Ad un certo punto mi comunica di aver mollato il ragazzo, ci vediamo poco dopo, primo bacio e, a seguire, un sesso fantastico. 

Lei lanciatissima, e presissima, ben presto inizia a dirmi frasi forti come "vorrei che fossi il padre dei miei figli" o "sei mio marito". Big... huge red flag che scelgo di ignorare perchè troppo era il mio bisogno di dare e ricevere amore.

L'ex - inizialmente sparito - torna ben presto alla carica pronto a darle tutto ciò che prima non si era sognato di volerla dare (matrimonio e figli). Lei mi racconta delle sue avance ma si dice decisa a non dar seguito perchè vuole me e non crede più a lui. Ne sono felice, ma inizia a serpeggiare in me un pò di ansia, specie perchè lui spesso compare sotto casa di lei o al lavoro e lui ha, alle spalle, il peso specifico di 5 anni di relazione fra amanti e fidanzati.... io solo qualche settimana di conoscenza.

Parto per le vacanze estive con gli amici e l'ex la va a trovare al mare e ... le chiede di sposarsi con tanto di anello. Tra un pianto e l'altro (io ero informato semi-live) lei lo rifiuta... dice che mentre lui si inginocchiava, lei pensava a me e voleva me...

Passano un paio di mesi. Loro si sentono spesso, da amici, dice lei. Io sono insofferente, divento geloso, controllore, in una parola: pesante. E pesante mi sento... poco lucido, troppo proiettato su di lei, troppo impaurito dal pensiero di perderla, troppo disponibile a darle tutto per contrastare la spinta centrifuga generata dall'ex. Perdo appeal, lo so che sta succedendo ma non mi controllo più perchè io DEVO vincere la lotta contro di lui. Lei mi piace troppo, la voglio troppo. DEVE essere solo mia.

Per il nostro terzo mese la porto per un week end fuori Milano. Da un paio di giorni la sento diversa, un pò sfuggente e temo il peggio. Diverse volte avevamo litigato per causa dell'ex, o meglio per mie pressioni affinchè lei chiudesse in modo tombale ogni rapporto con lui... cosa che lei non era in grado e non voleva fare.

Quella notte, in albergo, mi sveglio in preda all'ansia. ho paura e faccio ciò che mai avevo fatto in vita mia: le guardo il cellulare e scopro che la sera prima si erano visti e c'era stato qualcosa di "splendido" che classifico come sesso. Leggo chat con le sue amiche in cui non parla mai di me ma solo di lui e di quanto lui sia famiglia anche se non si fida più di lui (il loro rapporto era stato molto molto tormentato e fallimentare con vari tira e mola, corna reciproche ecc.).

La sveglio, le dico tutto e la lascio. lei piange e pure io. Sono deluso ma in fondo sapevo che la botta sarebbe arrivata perchè loro due, in fondo, non si erano mai del tutto lasciati. Tornati a casa lei mi chiede perdono, prova a spiegare e io in qualche modo - ahimè - lascio una porta aperta. Lei si sbatte qualche giorno; io cedo, perchè, in fondo, capivo ciò che aveva fatto, avendolo fatto pure io in un'altra relazione.

Da lì a poco mi dice che vuole stare sola: capisco subito che ha deciso di dare a lei e a lui una nuova chance. Ci perdiamo. Torna dopo due settimane. Avrei potuto fermare lì il mio calvario, ridurlo di due terzi... ma no. Avevo troppo bisogno di amare ed essere amato (se vabè).

Tra loro OVVIAMENTE non ha funzionato. Troppo logoro e compromesso era ormai il loro rapporto da poter pensare di recuperarlo. Ripartiamo. Lei di nuovo lanciatissima, di nuovo a lanciarmi love bombs.... e io lì a godermi il suo ritorno anche se ormai avevo iniziato a perdere la spontaneità iniziale. I miei campanelli d'allarme interno suonavano ormai all'unisono e, non avendo più molta fiducia, vivevo nell'ansia che mi potesse tradire di nuovo. Mindset totalmente sbagliato, costantemente in allarme, sempre più controllore, frame sotto i piedi... ma avevo quel fottuto bisogno...

Dopo un mesetto lei inizia a sgonfiarsi come un sufflè. Lui torna alla carica, lei lo rimbalza ma ha chiaramente una forma di sudditanza psicologica nei suoi confronti che cerca di superare con l'aiuto di un terapeuta che vede da mesi (anche per superare il fallimento del rapporto con un padre che aveva mollato la madre quando lei era una bimba e poi aveva fatto aventi e indietro nelle loro vite fino a quando non si era fatto una nuova famiglia.... lei non gli parlava da più di un anno; altro huge huge red flag... cazzo). Lui, l'ex, le ricorda molto il padre nel suo modo di fare e lei risuona a quella musica disfunzionale; c'è poco da fare.

Ad un certo punto le parlo. Mi dice che è innamorata di me ma ancora legata a lui (l'ex). Che io per lei sono una medicina e che la faccio star bene (grazie al cazzo, faccio di tutto per lei, antepongo i suoi bisogni ai miei, do enormemente di più di quanto ricevo).

Ma resto.... la vedo come una povera vittima di un manipolatore narcisista che va salvata. che IO devo salvare. Lei mi è grata della mia presenza e della mia forza... ma io dentro sto appassendo. Non capisco, non mi capacito: perchè un uomo dl mio valore, un uomo oggettivamente migliore di lui, non riesce a farglielo dimenticare? Perchè per lei non sono abbastanza? Perchè con lui risuona e con me no?

Mi sento una seconda scelta e inizio a pensare di non essere abbastanza. Perdo autostima, sto male... ma resto. Ho bisogno; bisogno di salvarla e bisogno di vincere... di incassare il jackpot per cui così tante monetine ho finora investito (sunk cost fallacy... un mostro a sei teste che ti divora).

Inizi di febbraio ci risiamo; le parlo e capisco che lei è troppo invischiata con lui da poter davvero amare qualcun altro. il suo cervello mi vuole ma la sua pancia no... La lascio di nuovo, tra mille sue lacrime. Io sto di merda. Mi dico: Perchè? perchè non mi vuoi maledetta? ti piaccio fisicamente di più di lui (detto da lei, ma sono oggettivamente più attraente), ti scopo meglio di qualunque altro uomo tu abbia avuto (detto sempre da lei, ma devo dire che le mie doti sono sempre state apprezzate da tutte), con me puoi parlare di tutto, c'è feeling, io ti voglio davvero, io ci sono. CHE CAZZO VUOI ANCORA!!??.

Sto malissimo. Malissimo. Il mio lato competitivo è alle stelle e la mia voglia di rivalsa tocca la luna. Lei orbita intorno a me, dice che deve lavorare su se stessa per noi. che tornerà appena sarà pronta. 

Ci sentiamo ogni tanto finchè, un bel giorno, a fine febbraio, torna.

Mi chiede di vederci, pare vivere in un sogno quando mi ha davanti. Ripartono le love bombs. Ma io ormai sono più chiuso. Mi sono ricentrato su me stesso e non sono più disposto a vivere in funzione sua. Rimetto sul piatto i miei bisogni, dicendo che è ora che lei dimostri qualcosa ed in modo continuativo. Lei vola, per tre settimane vola e io ed il mio fottutissimo bisogno di essere amato, voliamo sul suo dorso. Forse ce l'ho fatta, forse arriva il jackpot. Mi sento più sereno, chiedo sempre meno dell'ex. La sento connessa. Ad un compleanno a cui non vado lei lo vede e mi racconta di non aver provato nulla, non solo a livello sentimentale ma anche come senso di colpa (suo grande tallone d'Achille con lui, mentre con me, zero: una delle persone meno empatiche - con me - che io abbia mai conosciuto). Una sera a casa mia mi dice che se le cose vanno bene vorrebbe andare a convivere dopo l'estate (avevamo già prenotato gli aerei...) e poi metter in cantiere un figlio con l'anno nuovo (io basito e felicissimo.... coglione)

Ancora un paio di settimane positive - ma con un pò meno slancio da parte sua - e siamo a Pasqua. Stiamo tre giorni insieme e lei riceve una marea di messaggi e chiamate. Io sento riaffiorare la paura, la fiducia comunque non è ripristinata al 100%. Temo che lei lo risenta o che parli di lui - ancora - con le amiche. Mi rabbuio. Tornati a Milano lei mi dice che mi sente strano, che alle volte sembro super preso, altre sono distante come se il rapporto in verità non lo volessi davvero. Io le dico la verità: alle volte ho paura che tu mi possa fare ancora del male alle mie spalle. So che non dovrei ma è più forte di me... aiutami a superarlo... aiutami.

Ma lei non è empatica, si incazza. Non le importa che il suo rapporto con l'ex mi abbia snaturato.... me la devo cavare da solo (detto in soldoni) e poi aggiunge una frase che riecheggia ancora ora nella mia testa: "anche io ho le mie paure; ho paura del mio mutato sentimento, sono abituata ad un amore tormentato mentre con te è un sentimento più tranquillo, più sano"... una cosa che, nel modo in cui la dice e conoscendo lei, vuol dire: "non ti sento dentro come vorrei, manca qualcosa".

Da lì investo ancora di meno, inizio a proteggermi anche perchè sento di essere stanco, stanco di lottare senza che lei sia mai del tutto nel rapporto. Senza che il suo sentimento e il nostro rapporto prenda finalmente il volo.

Lei si spegne piano piano di nuovo. Ci sono liti inutili e pesanti e io sento di non avere più benzina. Ma sento anche (grazie al consiglio di alcuni amici) di aver contribuito ad affossare il rapporto smettendo di dare e aspettando che lo facesse lei. Questo non va bene, non posso un domani vivere col rimpianto di non aver fatto di tutto per salvare il rapporto. No.

Le parlo una sera dopo averle detto - pochi giorni prima - di essere profondamente infelice. Mi scuso per averla fatta sentire inadeguata, alle volte, ma è stato perchè da lei volevo di più. Le dico che ho disinvestito per proteggermi ma ora voglio rimettermi in gioco. Lei mi dice che pensa che io non sia innamorato di lei, che mi sia spento e lei si è quindi spenta di conseguenza. Sono incredulo: ma come, con tutto ciò che ho fatto per te ora sono io che non ti amo? Indago e lei aggiunge che ora che l'ex è un tema superato si sente più indipendente; più autonoma, che dentro di lei sente che nel suo sentimento per me "manca qualcosa".

Mi rendo conto, dentro di me, che non le servo più ma devo - ho bisogno - di fare un ultimo sacrificio. Le dico di provare entrambi a investire nel rapporto senza paura di cosa farà l'altro. Di buttare il cuore oltre l'ostacolo. Lei concorda. 

La settimana passa in modo più o meno tranuquillo. Nel week end dobbiamo partire e star fuori una notte. Mi sembra un'ottima occasione per riannaffiare il nostro vaso. Sono propositivo, affettuoso, ho slancio ma...

iL venerdì sera mi dice che è stata poco bene. La mattina dopo ha la febbre, fa il test del COVID, negativo. le scrivo, le sto vicino; ormai il cuore è oltre l'ostacolo e va bene così. Sento che siamo alla resa dei conti, lei è fredda. 

La domenica sta meglio, le dico che vorrei passare a trovarla (lei non vive da sola). Mi dice di passare nel pomeriggio. Arrivo, ho comprato il gelato (mi vien da ridere, ora). Lei gelida, distaccata e nessun segno di febbre alta sul viso, tanto che, a mo di complimento, glielo dico pure.

Non capisco. Mi sento una presenza non gradita, sto per esplodere. vaffanculo al cuore e all'ostacolo.

Le parlo. Non vuole parlare perchè non è sola. Mi impunto, "che diavolo ti ho fatto??" Lei lamenta che nel week end ero stato poco presente, cosa non vera. Che il maggior affetto nelle mie parole non le sembrava autentico... addirittura dice che non credo sia stata davvero male visto il complimento inziale (excusatio non petita...).

Come Neo in Matrix vedo chiaro il codice binario davanti a me: mi sta manipolando, vuole farsi lasciare e, chiaramente, la storia della febbre è stata una balla. 

Mi è tutto estremamente chiaro. Le dico che chiaramente ciò che faccio o non faccio non va bene. Che ha dei pregiudizi nei miei confronti per i quali non posso fare nulla. Sono affari suoi. Le dico che ci ho provato, sono stato coerente con la mia scelta di provarci ma lei no. Che non importa ma che non ha più senso andare avanti ed inquinare anche ciò che di buono c'è stato fra noi. E' ora di chiudere. Lei annuisce, "non funziona" mi dice; ed è vero. Non ha mai funzionato, penso io. Le chiedo, preso da un ultimo afflato di affetto per quella che ho creduto vittima mentre era la mia carnefice, se la posso abbracciare e lei con le lacrime agli occhi si fa abbracciare... per un ultima - davvero ultima - volta. Le auguro il meglio e me ne vado. 

Esco in strada e mi sento leggero come una mongolfiera. Triste, ma per me stesso. Stanco e provato da una storia che mi ha devastato dentro, ma un sorriso si dischiude sulle mie labbra. Sono libero. Libero e, finalmente, con la massima serenità come Leonida di fronte a Serse nel film 300.... mi arrendo; non ho rivalsa nè rabbia ma vuoto e senso di liberazione. Non mi domando più come sarebbe stato se io e lei ci fossimo conosciuti in un momento più propizio (chessò, lei single da un pò). Non mi interessa più perchè la realtà è stata un'altra.

Sono passati 4 giorni da quel giorno.

Non l'ho più sentita.

C'è già chiaramente un altro, chissà forse addirittura l'ex (pensa te)..

E sorrido, sorrido a ripensare a quante pedate nel culo mi sono fatto dare per soddisfare quel maledetto bisogno. Quanto sono stato patetico e debole nel restare da una donna che non mi dava nulla ma prendeva tutto. Quanto sono stato uno schifoso lombrico ad accettare di essere utilizzato come stampella emotiva... a quarant'anni, una persona del mio valore, a cui non manca davvero nulla.

Eppure l'ho fatto e ho tratto la più grande delle lezioni: non si può farsi andare bene una donna ed una situazione solo per il bisogno di amare ed essere amato. Non si può.

PRIMA si prova e si vede come va e POI, se la donna e la situazione meritano (se meritano DAVVERO), ci si apre per (provare ad) amare ed essere amati. 

E' stata una maestra severa e spietata questa esperienza, ma la ringrazio perchè mi ha reso una persona, un uomo, migliore, più consapevole e più centrato. 

E' tempo di voltar pagina, perchè è meglio, molto meglio, star bene da soli che infelici in coppia

Cheers

 

Ciao @F-Knight, ho letto con interesse la tua storia, che, al netto delle differenze, ricorda una mia vecchia relazione.

vado per punti senza ordine rigoroso: brava persona che accetta di subire una valanga di spazzatura emotiva. ecco ciò a cui idealmente ti associo. 

Metti in moto ciò che in psicanalisi viene definito come l'azione prorompente della pulsione di morte. Fai qualcosa che sai ti porta all'autodistruzione ma lo fai comunque. per fortuna c'è un punto di uscita.

Al di là delle interpretazioni, ti sei trovato nella situazione del potenziale martire per salvare chi? una persona idealizzata che sarebbe diventata a medio lungo termine un carnefice (già in parte lo è stata, ma pensa se la relazione fosse continuata).

Cosa è emerso: sfiducia, disistima, mancanza di empatia, tradimento, montagne russe -up e down affettivi, bombardamento emotivo, dipendenza.

se queste sono le parole emerse da una relazione che aveva uno scopo nobile,forse andare alla ricerca dei perchè di queste fondamenti possibili potrebbe aiutare.

consiglio personale: cerca di dimenticare soggetti del genere; io della mia storia simile alla tua, ricordo ormai solo le scopate. e mi sento decisamente meglio

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F-Knight
16 ore fa, Sesar ha scritto:

Posso sapere quanto tempo e' durata in tutto dall inizio alla fine? Settimane?mesi? Ed in che momento, tempisticamente parlando , ti sei reso conto che le cose erano al declino ? Grazie

Ciao sesar,

e’ durata nove mesi e mezzo per essere esatti. 
tendenzialmente la sua “tenuta” nel rapporto, ossia il suo essere presa, progettuale e, direi, innamorata, durava un mese e mezzo dopo ogni “inizio” con uno schema sempre molto simile

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F-Knight
16 ore fa, KeanB ha scritto:

Ciao, posso chiederti - ingenuamente - perché consideri questo un grosso campanello d'allarme? Ho avuto una relazione con una ragazza che ha i genitori separati, il padre andò via quando lei era piccola e concepì dopo poco una nuova figlia con un'altra donna, come a sostituirla. Lei non rivolse la parola al padre per tipo un anno, o anche di più. Ultimamente, prima di lasciarci, arrivava a dire che io le ricordavo tantissimo suo padre e cose di questo tipo. Grazie! 

Ciao,

perché ho notato che i miei tre rapporti tossici sono stati tutti con donne che avevano problemi con il padre. Un padre che, in qualche modo, non le aveva amate e le aveva abbandonate.

tutte, in qualche modo, non riuscivano a stare in un rapporto sereno e vivevano molto in conflitto con l’uomo di riferimento (ossia io)

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F-Knight
12 ore fa, Descent ha scritto:

Una volta sfiorata l'idea che la partner non corrisponde a quello che ci raccontavamo volere, rimaniamo comunque nel gioco alla ricerca della dimostrazione di cattiveria più totale.

Ciao descent,

in realtà io ero mosso dalla speranza di sbagliarmi e di poter riconoscere che ero io in errore che lei era buona e io solo un malpensante. 
In parte sono certo di essere caduto nella più classica delle profezie autorealizzanti perché se non avessi fatto troppa pressione e non fossi stato pesante in generale probabilmente lei si sarebbe legata di più a me.

in parte è proprio lei che è problematica quindi più che parlare di cercare il “male” parlerei di voler provare a trasformare il “male” in bene. Impresa impossibile, almeno per me 

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