ArmandoBis [Partecipante] 5012 Inviato 20 Novembre 2021 Condividi Inviato 20 Novembre 2021 Copincollo un articolo di Marco Palombi del Fatto Quotidiano. Governo, orgia di decreti e fiducie: il bicameralismo è morto Si lamentano anche i partiti: “Così è troppo” di Marco Palombi, 18 Novembre 2021 Dice un vecchio adagio da Transatlantico che niente è più segreto di quel si pubblica negli atti parlamentari. Ad esempio l’11 novembre il Comitato per la legislazione della Camera ha pubblicato questo: “Abbiano cura il Legislatore e il Governo di avviare una riflessione al fine di evitare in futuro la concentrazione dell’esame dei ddl di conversione dei decreti-legge nel primo ramo di esame, nell’ottica di garantire il rispetto di un ragionevole equilibrio nelle procedure parlamentari”. L’invito a evitare, anche in previsione dell’attuazione del Pnrr, “eccessive compressioni dei tempi di esame dei provvedimenti” in Parlamento è stato reiterato giusto ieri in un ordine del giorno presentato da deputati di quasi tutti i gruppi: il governo, sapendo quanto valgono gli odg, ha dato “parere favorevole”, cioè ha accettato l’invito, previo inserimento nel testo dell’espressione “compatibilmente con lo stato di emergenza in corso”. Il fatto che la discussione si svolgesse a margine del decreto Green pass, approvato con doppia fiducia (l’ultima ieri), lascia intendere come andrà a finire. La faccenda, peraltro, non è così secondaria come potrebbe sembrare e realizza – “de facto” direbbe il ministro Giorgetti – lo spostamento quasi definitivo del potere legislativo dalle Camere al governo: un viaggio iniziato molti anni fa che pare accelerato col governo Draghi, esecutivo “tecnico”, emergenziale e praticamente senza opposizione. Bastano i numeri a capirci. Nel corso della legislatura i quattro governi che l’hanno attraversata (Gentiloni, Conte-1, Conte-2, Draghi) hanno emanato a oggi 120 decreti legge: questo esecutivo, in carica per nove dei 44 mesi di vita del nuovo Parlamento, ne ha prodotti 35 in tutto (l’ultimo giovedì scorso), circa il 30% del totale o, se preferite, 4 al mese. Perché si lamentano il Comitato per la legislazione e i gruppi parlamentari? Facile. La decretazione d’urgenza già di suo comprime i tempi (il testo va approvato entro 60 giorni), le abitudini del governo ancora di più. Aggiornando a ieri sera i dati del Comitato, i decreti convertiti in questa legislatura sono stati 83, oltre la metà con almeno un voto di fiducia: se ci limitiamo all’era Draghi, abbiamo 23 decreti convertiti, 13 dei quali con almeno una fiducia (un altro sarà approvato oggi, altri quattro sono all’esame delle Camere, un sesto è in arrivo e gli altri sono stati lasciati decadere). E i tempi di approvazione? Una presa in giro. Degli 83 decreti convertiti dal marzo del 2018 solo quattro (4!) sono stati modificati in seconda lettura e nessuno quest’anno: legifera – e di fretta, in 30 giorni di media – solo il ramo del Parlamento in cui il decreto giunge prima, l’altro si limita ad approvarlo come gli arriva (in 9 giorni di media), in una sorta di monocameralismo alternato e casuale. “Non capisco perché il Parlamento tolleri questo abuso del parlamentarismo” e “si limiti a ratificare” decisioni altrui, si preparava alla pugna – e in ottima compagnia accademica e politica – il professor Cassese a gennaio. Ora avranno tutti altro da fare. Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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