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MIO PADRE


giannicarlo

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Back Door Man

Io ti dico la mia. Vedi tu se ti piace o no. Però io ragiono diversamente dalla maggioranza per quanto riguarda le famiglie. Tante persone pensano che convenga "recuperare", invece secondo me non conviene recuperare una sega, tranne qualche oggetto che ti è caro, se rimasto, e metterlo in valigia.

 

16 hours ago, giannicarlo said:

Ciao ragazzi, come da titolo oggi vorrei parlare di mio padre e chiedere a voi esterni di darmi dei giudizi obbiettivi rispetto a quanto sto per riportare.

Non ho mai avuto un buon rapporto con lui, sin da bambino sentivo che qualcosa non andava e negli anni mi sono sempre più distaccato dalla sua figura poiché capivo che il suo giudizio mi faceva male e non era positivo per la mia persona. 

Ha sempre usato il silenzio come arma di ricatto, finendo per generare molta tensione in me e nella nostra famiglia. Era come vivere assieme ad uno sconosciuto, ed io soffrivo molto di questo. Il ricordo più vivo che rammento era la sera all'ora di cena dove tutta la famiglia cenava assieme, finivo per non dire una parola e filare diretto in camera tanto era il disagio che lui riusciva a creare in me grazie a questo atteggiamento. Io di contro rispondevo con altrettanto silenzio e disinteresse.

Un manipolatore, persona tossica, col silenzio ti induceva angoscia.

 

16 hours ago, giannicarlo said:

Questo per tutta la mia adolescenza,  eccetto qualche giornata dove era preso bene e tornava a casa pimpante, allora tutto era perfetto ed io ero sempre pronto ad accoglierlo anche dopo mesi di silenzio. 

Negli anni ho iniziato a prestare sempre meno attenzione a questi comportamenti sino al punto di diventarne quasi immune (non si è mai immuni veramente) e fregarmene altamente, capendo che il problema era più suo che mio. 

Ok, però il bambino che ha sofferto angoscia è sempre dentro di te, ferito.

Te ne accorgerai nel tempo. Certe cose prima si ignorano, poi ci si accorge che non si può fare a meno di affrontarle.

Ed è lunga rimettere le cose a posto. La tua vita attuale risente di quel passato. È peggiore di quello che potrebbe essere.

Per vivere bene ti devi "liberare".

16 hours ago, giannicarlo said:

Sta di fatto che ad oggi continuiamo ad avere un rapporto molto oscillante, dove io non sento nessuna spinta nel voler recuperare questo rapporto mentre lui sembra voler rimediare.

È ovvio. Gli conviene, sta invecchiando. La convenienza tua è tutto il contrario. A te ti conviene mandarlo a fanculo. Easy, senza sensi di colpa.

Ma i sensi di colpa ce l'hai, ci scommetto.

Il padre è sempre il padre.

Non vorrai mica lasciarlo alla sua vita di merda e cominciare a pensare a te stesso?

 

16 hours ago, giannicarlo said:

Ci sentiamo a volte, attraverso chiamate sporadiche, condite dal vuoto più assoluto, infatti non abbiamo nulla da condividere se non le cose che si direbbero due conoscenti.

Quei colloqui dove si parla del nulla 😂 A fine colloquio sei solo più vecchio di prima.

Hai perso un'ora di vita al telefono.

 

16 hours ago, giannicarlo said:

E anche nelle poche chiamate che gli faccio non posso non sentire quel fastidio, quando mi ripete "chiamami più spesso" come qualcosa che gli fosse dovuto, piuttosto che prendere l'iniziativa e chiamarmi lui (infatti oggi gli ho risposto, "se vuoi sentirmi puoi chiamarmi anche tu"). Capisco anche che possa non farlo per paura di infastidirmi, infatti ormai credo abbia preso consapevolezza di quelli che sono i miei sentimenti nei suoi confronti (forte repulsione). Infatti qualsiasi cosa mi proponga parto prevenuto, con lui non voglio fare nulla.

Se chiama lui si mette nella condizione di chiedere. Sei tu che devi chiamare, in quel modo lui sta sul piedistallo.

 

16 hours ago, giannicarlo said:

Io di mio è quasi come se non lo riconoscessi neanche più come un padre. E non è qualcosa che scrivo per cercare di istillarvi un sentimento di pena nei miei confronti o quelli di mio padre ma è effettivamente ciò che sento e ciò di cui abbiamo bisogno per vedere la realtà in modo chiaro.

Fra 10 anni lo capirai meglio.

 

16 hours ago, giannicarlo said:

Mi dispiace di questo, capisco che sia una perdita per entrambi ma è più forte di me. Mia madre mi dice che lui capisce che "non riesce a far breccia nel mio cuore", che vorrebbe ma non ci riesce.

Quello che dice lei non conta un cazzo. Lei parla per lui. È come se fosse lui a parlare per bocca di lei.

Ti induce sensi di colpa.

 

16 hours ago, giannicarlo said:

Io dico che nel mio cuore spazio ce ne sempre stato ma che se sono arrivato a questo punto forse è perché a furia di aprire brecce nel portone, uno si scava il fossato attorno al castello e il ponte levatoio lo attiva solo con persone delle quali si fida. 

E la mia fiducia nei suoi confronti deve essere molto poca se mi comporto come mi comporto.

Non so bene cosa cerco, forse era più uno sfogo.

Consigli, spunti riflessione e critiche sono ben accette. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Allontanati da tua madre e tuo padre.

Poi vedrai come cominci a ragionare meglio.

Una parte del tuo cervello è lì con loro. È in ostaggio.

Se te ne vai si libera l'ostaggio. Non subito, ci vogliono anni. Il processo comincia solo quando ti allontani, finché non lo fai è bloccato.

Decidi tu se perdere tempo.

La vita è (la) tua.

 

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giannicarlo
1 ora fa, Back Door Man ha scritto:

Io ti dico la mia. Vedi tu se ti piace o no. Però io ragiono diversamente dalla maggioranza per quanto riguarda le famiglie. Tante persone pensano che convenga "recuperare", invece secondo me non conviene recuperare una sega, tranne qualche oggetto che ti è caro, se rimasto, e metterlo in valigia.

 

Un manipolatore, persona tossica, col silenzio ti induceva angoscia.

 

Ok, però il bambino che ha sofferto angoscia è sempre dentro di te, ferito.

Te ne accorgerai nel tempo. Certe cose prima si ignorano, poi ci si accorge che non si può fare a meno di affrontarle.

Ed è lunga rimettere le cose a posto. La tua vita attuale risente di quel passato. È peggiore di quello che potrebbe essere.

Per vivere bene ti devi "liberare".

È ovvio. Gli conviene, sta invecchiando. La convenienza tua è tutto il contrario. A te ti conviene mandarlo a fanculo. Easy, senza sensi di colpa.

Ma i sensi di colpa ce l'hai, ci scommetto.

Il padre è sempre il padre.

Non vorrai mica lasciarlo alla sua vita di merda e cominciare a pensare a te stesso?

 

Quei colloqui dove si parla del nulla 😂 A fine colloquio sei solo più vecchio di prima.

Hai perso un'ora di vita al telefono.

 

Se chiama lui si mette nella condizione di chiedere. Sei tu che devi chiamare, in quel modo lui sta sul piedistallo.

 

Fra 10 anni lo capirai meglio.

 

Quello che dice lei non conta un cazzo. Lei parla per lui. È come se fosse lui a parlare per bocca di lei.

Ti induce sensi di colpa.

 

Allontanati da tua madre e tuo padre.

Poi vedrai come cominci a ragionare meglio.

Una parte del tuo cervello è lì con loro. È in ostaggio.

Se te ne vai si libera l'ostaggio. Non subito, ci vogliono anni. Il processo comincia solo quando ti allontani, finché non lo fai è bloccato.

Decidi tu se perdere tempo.

La vita è (la) tua.

 

Mi hai fatto riflettere molto con queste parole Back.

Anche quando parli di mia Madre non posso non ammettere che quello che dici è vero.

Di come quell'angoscia possa ripresentarsi davanti a figure autoritarie o per la quale nutro un interesse. 

Sicuramente allontanarsi aiuterà. Intanto mio padre che è la figura più negativa non lo vedo quasi mai e i risultati di miglioramento si vedono.

Piano piano, intanto già averne preso coscienza è un passo in più.

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Back Door Man
1 minute ago, giannicarlo said:

Mi hai fatto riflettere molto con queste parole Back.

Anche quando parli di mia Madre non posso non ammettere che quello che dici è vero.

Di come quell'angoscia possa ripresentarsi davanti a figure autoritarie o per la quale nutro un interesse. 

Sicuramente allontanarsi aiuterà. Intanto mio padre che è la figura più negativa non lo vedo quasi mai e i risultati di miglioramento si vedono.

Un tempo avevo stabilito un certo equilibrio vivendo con mia nonna anziana (una madre per me); vedevo i mostri solo quando venivano in casa di mia nonna.

Poi mia nonna invecchiava e cominciarono a farsi vedere più spesso, fino a che non mi toccava pranzare con loro tutti i giorni.

Mezz'ora con mio padre (chiamiamolo così...) a tavola.

Mi dicevo va bene, la rottura di palle è solo quella mezz'ora.

Non capivo, e non avevo le basi di studio di psicologia per capire quanto mi danneggiasse il solo vederli.

Il mio è un caso estremo però certe cose le ho studiate per cui ti parlo per esperienza e anche per competenza.

Anche se il tuo caso rientra nella media standard delle devianze familiari italiane, fidati che ti fa male vederlo, parlarci al telefono etc.

Tua madre è sua moglie pertanto sarà sempre partigiana del marito.

Reciterà sempre la parte.

Concludendo per raggiungere piena libertà mentale, che è solo una base di crescita, dovresti sentirli due volte all'anno per gli auguri di Natale e di Pasqua, ed è anche troppo.

 

1 minute ago, giannicarlo said:

Piano piano, intanto già averne preso coscienza è un passo in più.

 

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8 ore fa, giannicarlo ha scritto:

Grazie per le belle parole ale, le prenderò in considerazione 🔥

Esempio pratico. 

Vorrei che mio padre si facesse sentire di più 

Allora lo chiamo io, gli faccio domande, mi faccio sentire, gli mostro come mi piace relazionarmi e come lo vorrei 

Se c'è terreno fertile anche da parte sua.. Qualcosa succede

Altro esempio. Mi piace il contatto fisico. Sono il primo/la prima a ricercarlo. Anche qui potrebbe scattare qualcosa dall'altra parte 

Nella mia esperienza per certe cose é successo così 

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23 hours ago, giannicarlo said:

Non ho mai avuto un buon rapporto con lui, sin da bambino sentivo che qualcosa non andava e negli anni mi sono sempre più distaccato dalla sua figura poiché capivo che il suo giudizio mi faceva male e non era positivo per la mia persona. 

E anche nelle poche chiamate che gli faccio non posso non sentire quel fastidio, quando mi ripete "chiamami più spesso" come qualcosa che gli fosse dovuto, piuttosto che prendere l'iniziativa e chiamarmi lui (infatti oggi gli ho risposto, "se vuoi sentirmi puoi chiamarmi anche tu"). Capisco anche che possa non farlo per paura di infastidirmi, infatti ormai credo abbia preso consapevolezza di quelli che sono i miei sentimenti nei suoi confronti (forte repulsione). Infatti qualsiasi cosa mi proponga parto prevenuto, con lui non voglio fare nulla.

Mi dispiace di questo, capisco che sia una perdita per entrambi ma è più forte di me. Mia madre mi dice che lui capisce che "non riesce a far breccia nel mio cuore", che vorrebbe ma non ci riesce. Io dico che nel mio cuore spazio ce ne sempre stato ma che se sono arrivato a questo punto forse è perché a furia di aprire brecce nel portone, uno si scava il fossato attorno al castello e il ponte levatoio lo attiva solo con persone delle quali si fida. 

Prima di tutto mi preme dirti che non è colpa tua se non ti viene spontanea un'apertura nei suoi confronti, quando uno ci prova per tanti anni e viene deluso è fisiologico che deponga le armi e non ci creda più che le cose possano cambiare anche perché le persone cambiano solo con un grande lavoro che parte da dentro e quindi no, tuo padre non è cambiato, probabilmente è solo più vecchio, stanco e non ha più le responsabilità di prima->questo in effetti può far cambiare molti atteggiamenti. Quindi a lui viene spontaneo questo "giochetto" della manipolazione perché è l'unica dinamica che probabilmente conosce ma tu non sei un debole e un figlio degenere perché non te la senti di farlo entrare :) 

Non sei più solo quel bambino che per forza di cose aveva solo il giudizio dei suoi genitori per capire se valeva o meno

Diventando grandi bene o male impariamo a consolare quel bambino che andava in camera sua triste e in un ambiente che non sentiva accogliente per lui, lo nascondiamo, lo spingiamo giù giù finché non abbiamo l'impressione che non ci sia più, così il noi adulto può fingere che sia tutto a posto, tutto passato e farsi forte. Purtroppo quel bambino rimane sempre lì finché non gli diamo gli strumenti per capire che non era colpa sua e che non è più in balia di chi avrebbe dovuto proteggerlo. 

"Chiamami più spesso" un po'è anche il bambino di tuo padre che parla, un essere umano di una generazione lontana a cui hanno insegnato che avere bisogno di avere altri esseri umani e affetti accanto non andasse bene, quindi imparare a mostrare i propri sentimenti è sbagliato, il rispetto ai genitori è dovuto. Ormai tuo padre è fatto così e non cambierà il tipo di persona che è, tu puoi solo accettarlo per come è affatto, compatirlo se vuoi e avere la consapevolezza che pure lui è un altro essere umano che hanno buttato in questo mondo e a cui non hanno insegnato la maniera più funzionale di comportarsi. Credo che da qui si possa partire per lasciarsi tutto alle spalle, altrimenti sarà un loop infinito: perché i due adulti la smettano di urlarsi contro (anche con un silenzio ostile...) i due bambini si devono capire. 

Non devi diventare il suo migliore amico, non si può fare questo lavoro da soli e probabilmente ormai è troppo tardi ma lui morirà prima o poi e tu continuerai a vivere con quello che ti sei lasciato dietro, che in questo caso sarà solo desolazione.

Nota: Dopo tante batoste può essere che tu non ce la faccia fisicamente a riprovarci. Valuta se per te è assolutamente funzionale e sano tagliare tutti i posti (e potrebbe anche essere) o se un 10-20% lo puoi ancora provare ad investire anche solo per seppellire l'ascia di guerra dentro di te. Tu metti quello che puoi, lui metterà quello che può e prova anche a vedere se gli puoi insegnare qualcosa su come vuoi che si comporti 

Non è il padre di cui avevi bisogno ma è quello che ti è toccato, la scommessa un po' di tutti i genitori. Se mai avrai dei figli potrai imparare da questa esperienza a come essere un genitore migliore :) 

Modificato da bruni
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14 minuti fa, bruni ha scritto:

Prima di tutto mi preme dirti che non è colpa tua se non ti viene spontanea un'apertura nei suoi confronti, quando uno ci prova per tanti anni e viene deluso è fisiologico che deponga le armi e non ci creda più che le cose possano cambiare anche perché le persone cambiano solo con un grande lavoro che parte da dentro e quindi no, tuo padre non è cambiato, probabilmente è solo più vecchio, stanco e non ha più le responsabilità di prima->questo in effetti può far cambiare molti atteggiamenti. Quindi a lui viene spontaneo questo "giochetto" della manipolazione perché è l'unica dinamica che probabilmente conosce ma tu non sei un debole e un figlio degenere perché non te la senti di farlo entrare :) 

Non sei più solo quel bambino che per forza di cose aveva solo il giudizio dei suoi genitori per capire se valeva o meno

Diventando grandi bene o male impariamo a consolare quel bambino che andava in camera sua triste e in un ambiente che non sentiva accogliente per lui, lo nascondiamo, lo spingiamo giù giù finché non abbiamo l'impressione che non ci sia più, così il noi adulto può fingere che sia tutto a posto, tutto passato e farsi forte. Purtroppo quel bambino rimane sempre lì finché non gli diamo gli strumenti per capire che non era colpa sua e che non è più in balia di chi avrebbe dovuto proteggerlo. 

"Chiamami più spesso" un po'è anche il bambino di tuo padre che parla, un essere umano di una generazione lontana a cui hanno insegnato che avere bisogno di avere altri esseri umani e affetti accanto non andasse bene, quindi imparare a mostrare i propri sentimenti è sbagliato, il rispetto ai genitori è dovuto. Ormai tuo padre è fatto così e non cambierà il tipo di persona che è, tu puoi solo accettarlo per come è affatto, compatirlo se vuoi e avere la consapevolezza che pure lui è un altro essere umano che hanno buttato in questo mondo e a cui non hanno insegnato la maniera più funzionale di comportarsi. Credo che da qui si possa partire per lasciarsi tutto alle spalle, altrimenti sarà un loop infinito: perché i due adulti la smettano di urlarsi contro (anche con un silenzio ostile...) i due bambini si devono capire. 

Non devi diventare il suo migliore amico, non si può fare questo lavoro da soli e probabilmente ormai è troppo tardi ma lui morirà prima o poi e tu continuerai a vivere con quello che ti sei lasciato dietro, che in questo caso sarà solo desolazione.

Nota: Dopo tante batoste può essere che tu non ce la faccia fisicamente a riprovarci. Valuta se per te è assolutamente funzionale e sano tagliare tutti i posti (e potrebbe anche essere) o se un 10-20% lo puoi ancora provare ad investire anche solo per seppellire l'ascia di guerra dentro di te. Tu metti quello che puoi, lui metterà quello che può e prova anche a vedere se gli puoi insegnare qualcosa su come vuoi che si comporti 

Non è il padre di cui avevi bisogno ma è quello che ti è toccato, la scommessa un po' di tutti i genitori. Se mai avrai dei figli potrai imparare da questa esperienza a come essere un genitore migliore :) 

Grazie di cuore, davvero @bruni.

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kkk4

Il rapporto con mio padre è praticamente inesistente...e sto benissimo così.

A volte si fa vivo, manco gli ho detto che mi sono trasferito al nord italia, ovviamente si lamenta del fatto che non lo cerco mai, ma sticazzi.

Se non va, non va, inutile cercare di recuperare, tempo perso.

Non penso neanche che andrò al suo funerale o che conoscerà i miei figli.

 

 

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Varos

Tutto giusto ciò che ti hanno detto. Tutto verosimile e degno di nota.

Però.

Tu sei venuto qui a scrivere... a chiedere opinioni, certo, però le hai chieste.

Secondo me, la cosa ti interessa. Magari aspettiamo sempre che sia l'altro che debba fare il passo.

Se te la senti, fallo tu. Vivila bene. Se ti ammorba l'animo anche il solo pensiero, lascia perdere.

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thehappyunicorn
Il 15/12/2021 at 13:56, giannicarlo ha scritto:

Consigli, spunti riflessione e critiche sono ben accette. 

Hai presente quando chiedi alla gente 'come stai?' e loro ti rispondono sempre 'bene' e finisce lì. E che anche se stai male, la conversazione parte sempre con un 'bene' per poi arrivare a scoprire che non lo era, ma questo solo con persone di estrema fiducia? Hai presente?

Con tuo padre puoi scordarti di lui, se così ti fa stare bene. Proprio fare in modo che non esista. Non hai nessun dovere verso di lui, se non senti doveri verso di lui. Il concetto di famiglia è una trappola, quando la famiglia stessa è una trappola. 

Hai una soluzione una sctantinea (sono veneto) più soft, se ti andasse di provarla. Ed è per questo che ho iniziato il mio post così

Lo chiami 2 o poche più volte per anno. Lo chiami tu. Pazienza che non se lo meriti. Tu sei superiore. La conversazione inizia con te: 

'ciao, come stai?'

'bene/male (cambia nulla per il resto del dialogo), e tu?'

'bene. Com'è lì, c'è il sole?'

'no, piove, è freddo. E lì?'

'qui c'è il sole, fa fresco ma si sta bene'   -   pausa   -   ' beh, ora devo andare, ciao, stammi bene'

Ripeti il tutto fino a che non sopraggiunge la morte per uno di voi. Fa impressione la tale cosa? Non dovrebbe. È la vita. Fatta di 'come stai' seguiti da 'bene' a prescindere. Bisogna fare estrema attenzione a chi si dona il resto del dialogo. E se non hai nessuno a cui donare il resto, lo doni a te stesso. Tu ti basti del resto. E se tu ti basti, avrai sempre qualcuno a cui donare il resto. Che può benissimo non essere tuo padre.

Ciao 

Modificato da thehappyunicorn
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johnson
Il 15/12/2021 at 14:56, giannicarlo ha scritto:

Ciao ragazzi, come da titolo oggi vorrei parlare di mio padre e chiedere a voi esterni di darmi dei giudizi obbiettivi rispetto a quanto sto per riportare.

Non ho mai avuto un buon rapporto con lui, sin da bambino sentivo che qualcosa non andava e negli anni mi sono sempre più distaccato dalla sua figura poiché capivo che il suo giudizio mi faceva male e non era positivo per la mia persona. 

Ha sempre usato il silenzio come arma di ricatto, finendo per generare molta tensione in me e nella nostra famiglia. Era come vivere assieme ad uno sconosciuto, ed io soffrivo molto di questo. Il ricordo più vivo che rammento era la sera all'ora di cena dove tutta la famiglia cenava assieme, finivo per non dire una parola e filare diretto in camera tanto era il disagio che lui riusciva a creare in me grazie a questo atteggiamento. Io di contro rispondevo con altrettanto silenzio e disinteresse.

Questo per tutta la mia adolescenza,  eccetto qualche giornata dove era preso bene e tornava a casa pimpante, allora tutto era perfetto ed io ero sempre pronto ad accoglierlo anche dopo mesi di silenzio. 

Negli anni ho iniziato a prestare sempre meno attenzione a questi comportamenti sino al punto di diventarne quasi immune (non si è mai immuni veramente) e fregarmene altamente, capendo che il problema era più suo che mio. 

Sta di fatto che ad oggi continuiamo ad avere un rapporto molto oscillante, dove io non sento nessuna spinta nel voler recuperare questo rapporto mentre lui sembra voler rimediare.

Ci sentiamo a volte, attraverso chiamate sporadiche, condite dal vuoto più assoluto, infatti non abbiamo nulla da condividere se non le cose che si direbbero due conoscenti.

E anche nelle poche chiamate che gli faccio non posso non sentire quel fastidio, quando mi ripete "chiamami più spesso" come qualcosa che gli fosse dovuto, piuttosto che prendere l'iniziativa e chiamarmi lui (infatti oggi gli ho risposto, "se vuoi sentirmi puoi chiamarmi anche tu"). Capisco anche che possa non farlo per paura di infastidirmi, infatti ormai credo abbia preso consapevolezza di quelli che sono i miei sentimenti nei suoi confronti (forte repulsione). Infatti qualsiasi cosa mi proponga parto prevenuto, con lui non voglio fare nulla.

Io di mio è quasi come se non lo riconoscessi neanche più come un padre. E non è qualcosa che scrivo per cercare di istillarvi un sentimento di pena nei miei confronti o quelli di mio padre ma è effettivamente ciò che sento e ciò di cui abbiamo bisogno per vedere la realtà in modo chiaro.

Mi dispiace di questo, capisco che sia una perdita per entrambi ma è più forte di me. Mia madre mi dice che lui capisce che "non riesce a far breccia nel mio cuore", che vorrebbe ma non ci riesce. Io dico che nel mio cuore spazio ce ne sempre stato ma che se sono arrivato a questo punto forse è perché a furia di aprire brecce nel portone, uno si scava il fossato attorno al castello e il ponte levatoio lo attiva solo con persone delle quali si fida. 

E la mia fiducia nei suoi confronti deve essere molto poca se mi comporto come mi comporto.

Non so bene cosa cerco, forse era più uno sfogo.

Consigli, spunti riflessione e critiche sono ben accette. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao, mi permetto di dire la mia in questa situazione delicata e molto spiacevole, posso dirti solo una cosa.. e te la dico a ragion veduta credimi..

Se una persona è tossica, cancellala dalla tua esistenza.. se è narcisista, fai come se non fosse mai esistita.. se è un vampiro energetico ti distruggerà..

Tutti possono cambiare ma fai davvero tanta attenzione, potrebbe essere uno dei tanti sotterfugi che queste personalità mettono in atto..

Pensa alla tua serenità.

 

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