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Effetti avversi dei vaccini anti-Covid


ArmandoBis

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ArmandoBis

Il tema degli effetti avversi* dei vaccini anti-Covid è, come si può immaginare, piuttosto "caldo".

I mezzi di informazione se la sono cavata con il dire che:

- i vaccini sono totalmente sicuri

- ma la certezza assoluta a questo mondo non esiste

- comunque i vantaggi dei vaccini sono ben più che largamente superiori agli svantaggi.

* un eufemismo per dire che ci rimani secco.

A questo punto, ogni persona dotata di intelletto e minimamente curiosa potrebbe avanzare una semplice richiesta: visto che i benefici compensano largamente gli effetti avversi, potere quantificare l'impatto di tali effetti sfavorevoli?

Purtroppo questo dato non è per nulla disponibile. O meglio, viene rilasciato un altro dato, ovvero i casi di morte attribuibili con certezza ai vaccini, che è una cosa completamente diversa e che implica tutta una serie di casualità "fortunate" (circostanze insolite della morte, volontà di andare a fondo alla questione, autopsia, presenza di indicatori patologici sicuramente ascrivibili al vaccino, ecc.).

Nonostante le difficoltà, c'è chi ha provato a dare una risposta a questa domanda facendo ricorso al Saers, il sistema di farmacovigilanza passivo degli Stati Uniti.

Mario Menichella, fisico e collaboratore della Fondazione Hume, ha effettuato una ricerca basata essenzialmente sui dati del Saers e ha pubblicato della sua indagine in un lungo articolo di 67 pagine (80 con la bibliografia).

Ecco la presentazione del lavoro con il link per poterlo scaricare:

https://www.fondazionehume.it/societa/una-stima-realistica-degli-effetti-avversi-dei-vaccini-anti-covid-e-del-rapporto-rischi-benefici/

Pur rivendicando l'utilità dei vaccini per combattere la pandemia, l'autore rileva che gli effetti mortali, alla luce dei dati del Vaers e confermati dall'analogo sistema di farmacovigilanza inglese, sono diversi da quanto la faciloneria dei media italiani, ma non solo, ci ha indotto a pensare.

Per fare il caso dell'Italia, a fronte di una platea di 50 milioni di vaccinati, dobbiamo aspettarci 1.150 morti dovuti ai vaccini a mRna.

Questo dato, decisamente drammatico comunque lo si voglia vedere, ha rilevanti conseguenze pratiche.

L'autore colloca infatti come spartiacque la fascia di 40-45 anni di età. Al di sopra di essa i vantaggi della vaccinazione sono superiori agli svantaggi. Ma al di sotto gli effetti avversi gravi hanno un'incidenza maggiore rispetto a quelli che può causare la malattia.

C'è chi, ad esempio, ha contestato l'utilizzo dei dati del Saers (che sono ricavati da segnalazioni di eventi e non da fatti accertati) come fonte per stimare la reale incidenza degli effetti avversi dei vaccini:

https://www.queryonline.it/2021/10/04/vaers-come-un-database-del-governo-degli-stati-uniti-alimenta-una-pericolosa-disinformazione-sui-vaccini/

Il ragionamento ha una sua validità, ma l'autore non dimostra affatto, come spiego più avanti, che il ricorso a dati ricavabili dal Saers equivale ad "alimentare una pericolosa disinformazione sui vaccini".

È infatti assolutamente condivisibile che i dati ricavabili dal Saers non costituiscono un proxy affidabile per stimare la reale incidenza degli effetti avversi di un vaccino.

Desta però una certa preoccupazione il dato da cui è partito Menichella per la sua ricerca: ovvero che gli effetti avversi gravi relativi alle vaccinazioni anti-Covid hanno avuto un'incidenza cento volte maggiore per unità di popolazione vaccinata rispetto a quelli rilevati l'anno prima con i vaccini anti influenzali.

Cento volte tanto significa due ordini di grandezza. Ovvero, la probabilità che NON vi sia una correlazione statisticamente significativa equivale a zero.

La questione si riduce quindi a domandarsi se i dati riversati nel Saers possono essere stati viziati dal particolare contesto, ovvero dall'attenzione elevata al fenomeno.

Ma a ben guardare questo potrebbe indicare una sottovalutazione degli effetti avversi dei vaccini anti influenzali e non intaccare il dato relativo ai vaccini a mRna.

Si tratta quindi di accertare la qualità dei dati, attraverso uno studio su chi li ha forniti (affidabilità della fonte), eliminare eventuali duplicazioni, triplicazioni, ecc., tenendo sempre presente che le morti sono eventi comunque rari ed è facile pervenire a conclusioni errate se i dati non sono raccolti convenientemente.

Concludendo, a fronte di una maggiore incidenza di casi avversi pari a due ordini di grandezza ricavabili dai dati del Saers (e dell'analogo sistema britannico) è chiaro ed evidente a chi, tra sostenitori del vaccino e voci critiche, spetti l'onere della prova.

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"I vaccini anti-Covid provocano rari effetti collaterali. Uno studio"

Gli effetti collaterali gravi associati ai vaccini anti-Covid sono rari e poco frequenti, e possono dipendere dalla tipologia di farmaco utilizzato, e dalle caratteristiche dell'individuo, come età, genere e condizioni cliniche

https://www.agi.it/scienza/news/2021-12-22/vaccino-studio-rari-effetti-gravi-14998237/

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Garrosh

Il basso tasso di incidenza di eventi avversi gravi - scrivono gli autori - è coerente con quanto emerge da altri studi clinici randomizzati e dalla sorveglianza sulla sicurezza dei vaccini del governo degli Stati Uniti, che riporta un'incidenza di anafilassi da 4,5 a 5,1 casi per milione di dosi somministrate. Il nostro lavoro mostra che il tasso di incidenza di anafilassi varia dallo 0,2 allo 0,3 per cento".

 

 

non ho capito. il tasso di reazione allergica è un caso su 3-500 o un caso su 200'000?

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ArmandoBis
30 minuti fa, Kobol ha scritto:

"I vaccini anti-Covid provocano rari effetti collaterali. Uno studio"

Gli effetti collaterali gravi associati ai vaccini anti-Covid sono rari e poco frequenti, e possono dipendere dalla tipologia di farmaco utilizzato, e dalle caratteristiche dell'individuo, come età, genere e condizioni cliniche

https://www.agi.it/scienza/news/2021-12-22/vaccino-studio-rari-effetti-gravi-14998237/

Non è che uno è obbligato a intervenire se non ha nulla da dire.

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ArmandoBis
27 minuti fa, Garrosh ha scritto:

Il basso tasso di incidenza di eventi avversi gravi - scrivono gli autori - è coerente con quanto emerge da altri studi clinici randomizzati e dalla sorveglianza sulla sicurezza dei vaccini del governo degli Stati Uniti, che riporta un'incidenza di anafilassi da 4,5 a 5,1 casi per milione di dosi somministrate. Il nostro lavoro mostra che il tasso di incidenza di anafilassi varia dallo 0,2 allo 0,3 per cento".

 

 

non ho capito. il tasso di reazione allergica è un caso su 3-500 o un caso su 200'000?

Infatti si dicono due cose diverse.

Diverse per ben 3 ordini di grandezza.

Tutto tornerebbe se i 4,5-5,1 casi non sono su un milione, ma su mille. Cioè 0,4-0,5%.

La cosa è possibile perché, a occhio e croce, il campione dello studio non è molto ampio.

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