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Global warming e dintorni. Considerazioni. Prospettive


TEMPORARILY

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FreshNash
9 minuti fa, Kobol ha scritto:

Giornalettismo.com

vs

Il miglior Podcast culturale al mondo che ospita gente del calibro di Elon Musk, Mike Tyson, Edward Snowden, Neil Tyson, Sam Harris, Jordan Peterson, etc.

 

E SBAM, vai di etichetta completamente senza contesto (stiamo parlando di climate change, non di vaccini) e senza approfondire, come vi hanno insegnato i vostri adorati media. Quelli che vi dicono che la pizza margherita fa venire la miocardite.

 

Diocaro che disagio 😂😂😂 Ce lo meritiamo proprio questo periodo. Ne abbiamo fortemente bisogno.

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17 minuti fa, FreshNash ha scritto:

Giornalettismo.com

vs

Il miglior Podcast culturale al mondo che ospita gente del calibro di Elon Musk, Mike Tyson, Edward Snowden, Neil Tyson, Sam Harris, Jordan Peterson, etc.

 

E SBAM, vai di etichetta completamente senza contesto (stiamo parlando di climate change, non di vaccini) e senza approfondire, come vi hanno insegnato i vostri adorati media. Quelli che vi dicono che la pizza margherita fa venire la miocardite.

 

Diocaro che disagio 😂😂😂 Ce lo meritiamo proprio questo periodo. Ne abbiamo fortemente bisogno.

Quali media? Quale pizza?

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Tony Montana
2 ore fa, FreshNash ha scritto:

Però capisco, fa più comodo dare la colpa di una vita miserabile e piena di paura a un fattore esterno, piuttosto che a sé stessi

Precisamente.

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TEMPORARILY
Il 11/4/2022 at 10:56, FreshNash ha scritto:

Il grafico a torta non risponde alla mia domanda. Non mi dimostra in che % la popolazione inquina, rispetto alle multinazionali. E voglio saperlo perché le "restrizioni" atte a risolvere il Climate Change impattano sulla popolazione, non sul top della piramide. 

E non evidenzia neanche quante di quelle emissioni sono spontanee e quante sono dovute a una "dittatura energetica" che priva la popolazione di tecnologie a impatto zero o quasi, per interessi economici. Tipo il nucleare.

 

L'emissione di Co2 è molto più complessa di così. Ci sono infinite variabili da prendere in considerazione. Idem quando si creano modelli. Con quale supponenza pensiamo di inserire tutte le variabili, se non abbiamo capito una sega di come funziona il mondo? Tutt'ora non sappiamo nulla della gravità. Nulla delle correnti oceaniche. Nulla dell'interazione tra i pianeti. 

 

E poi, cosa sono 8 reattori entro il 2050? Il contentino al popolo? Stanno inviando miliardi in supporto a una guerra fasulla in Ucraina e non hanno soldi per tappezzare di centrali?

E sappi che una tecnologia è costosa finché non c'è domanda. Quando la domanda cresce, i costi si abbassano drasticamente.

 

Non mi esprimo a "la classe dirigente si è venduta alle tasche degli oligarchi russi" 😁

 

Invece per quanto concerne l'articolo che mi hai mandato, riguardo gli alberi, non capisco se tu l'abbia letto o meno, perché non dice nient'altro che "Se piantiamo alberi, POTREBBE succedere questo, questo e quest'altro". Potrebbe, eh? E in che % potrebbe succedere? Perché per quanto mi riguarda, non essendoci scritto, può essere 1% come 99%.

A suon di "potrebbe", non si fa un cazzo. Bisogna basarsi sui fatti.

La realtà è che ancor prima che ci fosse l'uomo sulla terra, c'erano miliardi di alberi. E senza di essi non viviamo. Quindi male non fanno. È logica. Nuda e cruda. Quella che ci manca da qualche anno a questa parte.

Secondo, è IMPOSSIBILE prevedere l'impatto di una determinata scelta sul clima, ci sono troppe variabili da inserire nei modelli, molte delle quali non le conosciamo o le interpretiamo in maniera sbagliata e/o sporca, per favorire interessi economici.

L'unica cosa che possiamo fare è replicare quello che funziona ADESSO. Senza ipotesi fantascientifiche.

 

E terzo, tutti gli articoli che mi hai inviato sono propagandistici perché fanno parte di associazioni mediatiche che prendono le loro fonti dalla stessa identica sorgente (statale). La BBC è entrata a far parte nel 2021 della "Trusted News Initiative", controllata da Meta (che non ha assolutamente nessun interesse, eh, il buon Zuckerberg è un bravo ragazzo 😁)

1) Non capisco l'analogia del fumo.

Ti sto chiedendo di parlarmi in modo approfondito di uno dei problemi che secondo te è grave e di mostrarmi delle evidenze scientifiche. A tua scelta (uragani, innalzamento del livello del mare, Co2, etc.). Altrimenti continuiamo la discussione senza un minimo di fondamento, sul tono delle chiacchiere da bar. E non mi piacciono i bar 😁

 

2) Non è che l'uomo sfrutta la natura perché è brutto e cattivo. Succede per due motivi:

A) Non la sa usare. Deve imparare. Qualsiasi processo nella natura funziona tramite Trial & Errors. Si chiama evoluzione.

B) Ci sono grossi interessi economici nel continuare l'inquinamento e nel tarpare le ali alle energie a impatto zero e riciclabili. Perché? Semplice, nessun intermediario ci guadagna.

 

Ciao @FreshNash

Ma qual’è la tua tesi esattamente?

Hai esordito contestando la mia affermazione secondo la quale impatto dell’uomo su pianeta Terra è una emergenza.

La tua osservazione secondo la quale:

“La Terra esiste da 3B di anni sai quante ne ha passate prima di noi!”

Non è utile in questo caso perché qui stiamo parlando dell’Uomo sul pianeta Terra non del pianeta Terra soltanto.

L’assunto di partenza dovrebbe essere:

L’uomo è l’unica specie che definisce il proprio habitat contrastando la Natura ossia mediante l’impiego di risorse a bassa entropia e la conseguente produzione di rifiuti ad alta entropia.

Non dico ciò perché penso che l’uomo sia “brutto e cattivo” come hai evidenziato in maniera semplicistica. Lo dico perché mi pare un fatto oggettivo.

Il fulcro del nostro discorso è l’habitat. Non la Natura.

La Natura in questo discorso c’entra relativamente e più precisamente nella misura in cui è funzionale alla definizione di habitat sempre migliori.

In che modo l’uomo costruisce il proprio habitat a partire dalla Natura?

Tramite la tecnologia.

La tecnologia ovviamente è una gran cosa. Grazie ad essa oggi siamo dove siamo.

Come dicevo però ogni cosa ha il suo rovescio di medaglia.

Tecnologia risolve innumerevoli problemi e contestualmente ne crea di nuovi

(I quali saranno risolti dalla tecnologia successiva e così via)

Riscaldamento globale è uno di questi.

In che misura secondo il mio punto di vista è una emergenza?

Nella misura in cui ciò dovesse incrinare il meccanismo suddetto che guida la nostra evoluzione.

In altre parole:

Nella misura in cui Tecnologia non dovesse dimostrarsi abbastanza rapida.

L’assunto di base del mio discorso è che assistiamo ad avvisaglie sempre più concrete di un probabile verificarsi di questa situazione.

In altre parole:

Difficoltà della tecnologia nel gestire side effects dell’evoluzione.

Come hai giustamente osservato tu stesso disponiamo di zero informazioni oggettive perciò non è possibile fare affermazioni perentorie ma piuttosto sarebbe interessante un confronto costruttivo.

In questo caso sembra che partiamo da punti di partenza molto distanti

Tue affermazioni quali:

“buco nell'ozono a parte vedo un pianeta sanissimo”

“AD OGGI non vedo nessun problema causato dalla popolazione”

Le trovo così poco condivisibili che mi sarebbe impossibile un confronto costruttivo!

Invece ti chiedo se ti va di argomentare queste tue affermazioni:

“I poveri emettono molta più Co2” <> Non mi risulta alla stato attuale della tecnologia

“Non mi dimostra in che % la popolazione inquina rispetto alle multinazionali” <> Perché distingui le due cose? Le multinazionali producono beni / servizi utilizzati dalla popolazione..

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FreshNash
Il 15/4/2022 at 12:06, TEMPORARILY ha scritto:

Ciao @FreshNash

Ma qual’è la tua tesi esattamente?

Hai esordito contestando la mia affermazione secondo la quale impatto dell’uomo su pianeta Terra è una emergenza.

La tua osservazione secondo la quale:

“La Terra esiste da 3B di anni sai quante ne ha passate prima di noi!”

Non è utile in questo caso perché qui stiamo parlando dell’Uomo sul pianeta Terra non del pianeta Terra soltanto.

L’assunto di partenza dovrebbe essere:

L’uomo è l’unica specie che definisce il proprio habitat contrastando la Natura ossia mediante l’impiego di risorse a bassa entropia e la conseguente produzione di rifiuti ad alta entropia.

Non dico ciò perché penso che l’uomo sia “brutto e cattivo” come hai evidenziato in maniera semplicistica. Lo dico perché mi pare un fatto oggettivo.

Il fulcro del nostro discorso è l’habitat. Non la Natura.

La Natura in questo discorso c’entra relativamente e più precisamente nella misura in cui è funzionale alla definizione di habitat sempre migliori.

In che modo l’uomo costruisce il proprio habitat a partire dalla Natura?

Tramite la tecnologia.

La tecnologia ovviamente è una gran cosa. Grazie ad essa oggi siamo dove siamo.

Come dicevo però ogni cosa ha il suo rovescio di medaglia.

Tecnologia risolve innumerevoli problemi e contestualmente ne crea di nuovi

(I quali saranno risolti dalla tecnologia successiva e così via)

Riscaldamento globale è uno di questi.

In che misura secondo il mio punto di vista è una emergenza?

Nella misura in cui ciò dovesse incrinare il meccanismo suddetto che guida la nostra evoluzione.

In altre parole:

Nella misura in cui Tecnologia non dovesse dimostrarsi abbastanza rapida.

L’assunto di base del mio discorso è che assistiamo ad avvisaglie sempre più concrete di un probabile verificarsi di questa situazione.

In altre parole:

Difficoltà della tecnologia nel gestire side effects dell’evoluzione.

Come hai giustamente osservato tu stesso disponiamo di zero informazioni oggettive perciò non è possibile fare affermazioni perentorie ma piuttosto sarebbe interessante un confronto costruttivo.

In questo caso sembra che partiamo da punti di partenza molto distanti

Tue affermazioni quali:

“buco nell'ozono a parte vedo un pianeta sanissimo”

“AD OGGI non vedo nessun problema causato dalla popolazione”

Le trovo così poco condivisibili che mi sarebbe impossibile un confronto costruttivo!

Invece ti chiedo se ti va di argomentare queste tue affermazioni:

“I poveri emettono molta più Co2” <> Non mi risulta alla stato attuale della tecnologia

“Non mi dimostra in che % la popolazione inquina rispetto alle multinazionali” <> Perché distingui le due cose? Le multinazionali producono beni / servizi utilizzati dalla popolazione..

La mia tesi è che l'ambiente è TUTTO.

E noi esseri umani non abbiamo nemmeno lontanamente le skills e le tecnologie per basare i nostri modelli su TUTTO. 

Basta dimenticare una sola variabile e cambia tutto il risultato.

 

 

Come si può essere sicuri di non dimenticare variabili, se l'ambiente è TUTTO?

Ciò implicherebbe:

1) Sapere qualsiasi cosa dell'ambiente. Il che è assolutamente falso. A naso direi che conosciamo si e no il 10%.

2) Sapere che variabili inserire e quali no e che peso dare a ciascuna. Il che non è possibile, dato che le variabili sono potenzialmente infinite e una sola di essere cambierebbe l'intera equazione.

3) Saper prevedere il futuro: ogni qualvolta si valuta se una scelta compiuta nel presente possa avere benefici nel futuro, più si inseriscono variabili nel modello e più si guarda al lungo termine, più la standard deviation del modello aumenta. Più la Std dev aumenta, più il risultato è inaccurato.

 

In definitiva, sì, io ci credo che POTREMMO morire tutti tra 10 anni. Come credo che sia possibile che domani mi sveglio e il cielo è verde. Una piccola possibilità c'è sempre. Per tutto.

 

Però chi dice di avere le chiavi della verità in mano è semplicemente un ciarlatano e ha degli interessi più grandi.

 

Tipo tenere costantemente le persone in uno stato emotivo alterato. Costringere la popolazione a passare all'elettrico, così se il Green Pass (ora chiamato Digital ID) è scaduto o irregolare, ci spengono la macchina da remoto. 

 

Chi controlla la storia, controlla la narrativa.

Chi controlla la narrativa, controlla la realtà.

E la realtà sta andando dritta dritta verso una schiavitù 2.0.

 

È un piano che va avanti da almeno 15 anni. E ora siamo arrivati al punto in cui si sentono pronti a metterci il collare, dopo averci martellato di propagande tipo questa, per anni.

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ArmandoBis
Il 18/4/2022 at 12:47, FreshNash ha scritto:

La mia tesi è che l'ambiente è TUTTO.

E noi esseri umani non abbiamo nemmeno lontanamente le skills e le tecnologie per basare i nostri modelli su TUTTO. 

Basta dimenticare una sola variabile e cambia tutto il risultato.

 

 

Come si può essere sicuri di non dimenticare variabili, se l'ambiente è TUTTO?

Ciò implicherebbe:

1) Sapere qualsiasi cosa dell'ambiente. Il che è assolutamente falso. A naso direi che conosciamo si e no il 10%.

2) Sapere che variabili inserire e quali no e che peso dare a ciascuna. Il che non è possibile, dato che le variabili sono potenzialmente infinite e una sola di essere cambierebbe l'intera equazione.

3) Saper prevedere il futuro: ogni qualvolta si valuta se una scelta compiuta nel presente possa avere benefici nel futuro, più si inseriscono variabili nel modello e più si guarda al lungo termine, più la standard deviation del modello aumenta. Più la Std dev aumenta, più il risultato è inaccurato.

 

In definitiva, sì, io ci credo che POTREMMO morire tutti tra 10 anni. Come credo che sia possibile che domani mi sveglio e il cielo è verde. Una piccola possibilità c'è sempre. Per tutto.

 

Però chi dice di avere le chiavi della verità in mano è semplicemente un ciarlatano e ha degli interessi più grandi.

 

Tipo tenere costantemente le persone in uno stato emotivo alterato. Costringere la popolazione a passare all'elettrico, così se il Green Pass (ora chiamato Digital ID) è scaduto o irregolare, ci spengono la macchina da remoto. 

 

Chi controlla la storia, controlla la narrativa.

Chi controlla la narrativa, controlla la realtà.

E la realtà sta andando dritta dritta verso una schiavitù 2.0.

 

È un piano che va avanti da almeno 15 anni. E ora siamo arrivati al punto in cui si sentono pronti a metterci il collare, dopo averci martellato di propagande tipo questa, per anni.

Questo è quello che si scrive tutti i giorni nella sezione economia di tutti i quotidiani.

C'è A, che provoca X. Brutto affare, dobbiamo preoccuparci? No, perché c'è anche B, che provoca l'effetto opposto.

Peccato però che una delle due variabili di solito ha un peso di almeno un ordine di grandezza maggiore rispetto all'altra.

Sei molto più mainstream di quello che pensi. Il giornalisti ovviamente non lo fanno solo per ignoranza, ma anche e soprattutto perché possono rivoltare la frittata come desiderano.

La climatologia si fonda su fenomeni verificati e quantificati. Il discorso del battito d'ali della farfalla che crea un uragano a migliaia di chilometri di distanza è una cazzata per come viene spesso inteso.

I modelli climatici si basano su nozioni di fisica dell'atmosfera e cercano di incorporare tutti i processi, fisici e biologici, che regolano i cicli del clima. Alcuni di questi processi pesano di più, altri di meno. Alcuni spingono in una direzione, altri in un'altra.

Quello che affermi tu è che non ci sono modelli perché tutto è inconoscibile, e qualsiasi cosa può verificarsi come può non verificarsi, indipendentemente da ciò che è successo prima.

 

 

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  • 6 mesi dopo...
TEMPORARILY
Il 29/3/2022 at 13:32, TEMPORARILY ha scritto:

Buongiorno a tutti.

Scrivo questo post dal Nord Italia dove si è conclusa una delle stagioni invernali più miti e siccitose della storia recente.

Sono oltre 100 giorni che non si vede acqua qui.

Le montagne sono senza neve. Fiumi e laghi sono prosciugati. La stagione estiva è alle porte e siamo già a questo punto.

Simili episodi sono già accaduti in passato. Il problema è che ultimamente sono sempre più frequenti. Praticamente ogni anno risulta essere mediamente più caldo di quello precedente ed ovunque si infrangono nuovi record.

Il riscaldamento globale è solo una delle conseguenze delle attività dell’uomo.

In linea generale possiamo affermare che ad oggi qualsiasi attività umana ha contrastato l’ambiente naturale entro il quale ha avuto luogo. In altre parole il benessere degli uomini è stato direttamente proporzionale al consumo/degrado delle risorse disponibili.

Questo aspetto è stato enfatizzato dal modello della crescita economica affermatosi grossomodo a partire dalla prima rivoluzione industriale e dalla affermazione della società capitalista.

Con l’avvento della società dei consumi ogni uomo è stato investito dal miraggio di potere consumare in maniera illimitata ed anzi tale progetto è stato presentato come la massima aspirazione.

Presto o tardi si è riscontrata però una grande contraddizione insita in questo discorso.

Una siffatta economia prevede infatti da un lato risorse ed energia illimitate dall’altro la produzione di altrettanti illimitati rifiuti.

L’evidenza della impossibilità di potere soddisfare tali requisiti ha generato nuove e variegate teorie economiche che sostengono forme di sviluppo sostenibile e decrescita comunque non immuni da contraddizioni e problemi pratici di vario tipo.

Mi interesserebbe conoscere la vostre opinione rispetto a questi temi.

A livello macro:

Da sostenitori della teoria della crescita quali siamo non possiamo fare altro che riporre le nostre speranze nella tecnologia sperando che anche questa volta ci salvi la pelle.

La domanda è: saremo abbastanza rapidi?

A livello micro:

Siete preoccupati dei risvolti anche quotidiani di questa situazione o non ci pensate?

Mi sono riletto questo mio intervento risalente a fine marzo.. 

Insomma dopo l'autunno/inverno più siccitoso di sempre è seguita l'estate più calda e siccitosa di sempre.. 

Ormai il trend è noto e va confermandosi di anno in anno.

Il tema è sempre quello. 

Si parla sempre di crescita.. 

Ma è corretto affermare che solo l'impulso tecnologico potrebbe essere in grado di realizzarla in un mondo caratterizzato da risorse limitate? *

*Anche qui poi: fino a che punto? Da perfetto ignorante in materia mi domando in che modo la teoria economica intende risolvere la contraddizione insita nel modello di crescita (illimitata?) in un ambiente chiuso (limitato x definizione). 

Indirizzare investimenti in questo senso sarebbe condizione necessaria ma non sufficiente affinché tale progetto sia perseguito..

In altre parole: occorrerebbe investire tanto e subitissimo in questa direzione se vogliamo arginare i danni. La comunità scientifica sembra essere concorde nel riconoscere una finestra temporale molto ridotta. Si parla di una manciata di anni ormai.  Oltrepassata questa sembrano probabili scenari assolutamente ostili a livello globale..

Nonostante ciò investimenti decisivi continuano a non essere intrapresi. Al contrario si parla di incrementare investimenti in nuove tecnologie di estrazione e nuovi armamenti.. 

Esattamente il contrario di ciò che andrebbe fatto. 

In teoria ovviamente. In pratica è evidente che vi sono problemi ancor più urgenti da affrontare. Putin.. la guerra.. eccetera. 

Personalmente mi sono quasi convinto del fatto che arriveremo troppo tardi.

 

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Il 29/3/2022 at 13:32, TEMPORARILY ha scritto:

La domanda è: saremo abbastanza rapidi?

Bisognerebbe:

1) Depopolare il pianeta

2) Arginare con ogni forza possibile qualsiasi potere abbiano le corporation in ogni palazzo per impedire che continuino ad inquinare questo mondo

3) Investire in ricerca per rendere ogni cosa biosostenibile, anche a discapito dell'efficienza e del profitto

Cioè è impossibile che ciò accada.

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ArmandoBis
Il 26/10/2022 at 18:45, TEMPORARILY ha scritto:

Mi sono riletto questo mio intervento risalente a fine marzo.. 

Insomma dopo l'autunno/inverno più siccitoso di sempre è seguita l'estate più calda e siccitosa di sempre.. 

Ormai il trend è noto e va confermandosi di anno in anno.

Il tema è sempre quello. 

Si parla sempre di crescita.. 

Ma è corretto affermare che solo l'impulso tecnologico potrebbe essere in grado di realizzarla in un mondo caratterizzato da risorse limitate? *

*Anche qui poi: fino a che punto? Da perfetto ignorante in materia mi domando in che modo la teoria economica intende risolvere la contraddizione insita nel modello di crescita (illimitata?) in un ambiente chiuso (limitato x definizione). 

Indirizzare investimenti in questo senso sarebbe condizione necessaria ma non sufficiente affinché tale progetto sia perseguito..

In altre parole: occorrerebbe investire tanto e subitissimo in questa direzione se vogliamo arginare i danni. La comunità scientifica sembra essere concorde nel riconoscere una finestra temporale molto ridotta. Si parla di una manciata di anni ormai.  Oltrepassata questa sembrano probabili scenari assolutamente ostili a livello globale..

Nonostante ciò investimenti decisivi continuano a non essere intrapresi. Al contrario si parla di incrementare investimenti in nuove tecnologie di estrazione e nuovi armamenti.. 

Esattamente il contrario di ciò che andrebbe fatto. 

In teoria ovviamente. In pratica è evidente che vi sono problemi ancor più urgenti da affrontare. Putin.. la guerra.. eccetera. 

Personalmente mi sono quasi convinto del fatto che arriveremo troppo tardi.

 

Gli economisti non si sono mai posti il problema.

Sì, ci sono delle branche dell'economia che affrontano la questione ambientale ma sono molto limitate. Hai mai sentito un'intervista a un economista ambientale? Io mai. 

Leggendo i lavori di alcuni economisti ambientali, ad esempio Hermann Daly, vedi come questa area di studio di fatto è bandita dall'economia.

Nordhaus ha avuto il Nobel per i suoi lavori sull'effetto serra; si presenta come sensibile al tema, in realtà è un negazionista sotto mentite spoglie. È come mettere il lupo a guardia dell'ovile. Eppure il fatto che si sia travestito da montone a molti è bastato...

Riguardo alla crescita, ti gabellano che con l'avanzamento tecnologico possiamo ottenere di più con meno.

Il che è vero. Ma se vogliamo estendere questo più a sempre più persone il pianeta non ce l'ha può fare.

Anch'io sono convinto che è troppo tardi. Però i modelli dicono che ci sono diversi livelli di gravità. Quindi si può ancora evitare gli effetti più estremi. Già quelli "medi" sono devastanti, sia chiaro. Però in teoria se si andasse avanti con gli interventi di contenimento della CO2, una volta raggiunte le emissioni zero si può andare in territorio negativo e rendere il riscaldamento globale reversibile.

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TEMPORARILY
Il 30/10/2022 at 20:48, ArmandoBis ha scritto:

Gli economisti non si sono mai posti il problema.

Sì, ci sono delle branche dell'economia che affrontano la questione ambientale ma sono molto limitate. Hai mai sentito un'intervista a un economista ambientale? Io mai. 

Interessante. 

Essendo io ignorante in economia seguo ormai da un paio di anni i canali YT di Boldrin e Forchielli/Scacciavillani.. 

Incredibile come personaggi tanto preparati sembrano volere proprio NON CONSIDERARE questa contraddizione. 

Intendo dire: fanno proprio finta di nulla.

E questa cosa proprio non la capisco. 

Perché mi sembrano persone intelligenti. 

Mi riferisco in particolare agli ultimi due ai quali ho recentemente commentato un loro intervento sul loro canale YT..

Nessuna risposta da parte loro.. come immaginavo. 

Mentre ad altri commenti solitamente rispondono.. soprattutto se bene argomentati come nel mio caso. 

Il 30/10/2022 at 20:48, ArmandoBis ha scritto:

Riguardo alla crescita, ti gabellano che con l'avanzamento tecnologico possiamo ottenere di più con meno.

Il che è vero. Ma se vogliamo estendere questo più a sempre più persone il pianeta non ce l'ha può fare.

Anche questo è interessante.. 

Se non vado errato comunque la previsione è quella di un decremento della popolazione a partire dal XXII secolo o anche prima.. a seconda dei modelli.

Cosa succederà a quel punto? Voglio dire: si continuerà a perseguire il modello della crescita economica in un contesto di crescita demografica negativa o sarà necessario un modello diverso? 

Il 30/10/2022 at 20:48, ArmandoBis ha scritto:

in teoria se si andasse avanti con gli interventi di contenimento della CO2, una volta raggiunte le emissioni zero si può andare in territorio negativo e rendere il riscaldamento globale reversibile.

Vero però a sentire chi ne parla (ad esempio Luca Mercalli) siamo ancora troppo lenti. Qualcosa si muove.. ma gli interventi sono insufficienti. 

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