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Maledetta non chiarezza


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Sensei10
23 ore fa, DDy ha scritto:

Non riesco a darti le attenzioni che meriti e che vorrei darti".

Tralascio il reale contenuto del post per concentrarmi un pochino su questo passaggio.

Se potessimo fare un campionario delle frasi trite e ritrite, comuni, banali e senza significato che riceviamo (o, chissà, diciamo), questa citata avrebbe un posto di rilievo.

La vera motivazione della ragazza non la sapremo mai, su questo croce sopra e passi avanti. Azzardo un'ipotesi, che è piuttosto generica. Le persone vivono nella fantasia. E, mio sempiterno/vecchio cavallo di battaglia, hanno una paura fottuta di vivere. Vivacchiano. Fanno cose alla loro portata: relazioni vicine, porti sicuri, minimo sforzo. 

Le attenzioni "che meriti" è una contraddizione in termini che suscita più di una risata, se si riesce ad essere distaccati. Perché se le meriti, le attenzioni, le hai. Non implicano nulla, se non il piacere di darle. Non è un lavoro, in cui il tuo datore, sapendo che sei sottopagato, viene a dirti che meriteresti di più ma al momento è impossibilitato da costrizioni fiscali ad aumentarti lo stipendio. Non è un esame universitario, in cui il professore, dopo che ti sei inceppato, ti dice che meriteresti il trenta e lode ma per correttezza deve darti un odioso ventinove. 

Le attenzioni che meriti presumono una reciprocità senza sforzo. Le meriti, te le do. Non le meriti, guarda, mi spiace, non mi interessa granché. Stare a dire ad una/o che comunque è una bellissima persona, rara da trovare ecc. accresce solo la confusione e fa nascere incredulità. Perché poi si dirà: che cazzo, ho mille qualità, me lo dice e poi non mi vuole? Se ti regalassero cinque milioni di euro così, da usare come vuoi, diresti: grande fortuna, ma no, grazie, i miei milleequalcosa al mese sono meglio? Dai, su.

Abbiamo un problema. 

Il punto è che le attenzioni che meriti è una frase sminuente. Come se dall'altra parte ci fosse chissà chi, gente iperimpegnata che non riesce proprio a trovare uno spazietto per noi, che si pone in una posizione elevata in cui elargisce qualcosa e decide se sia giusto oppure no. È un luogo comune killer, che denota anche stupidità in chi lo pronuncia, convinto di fare un bellissimo apprezzamento anziché scaricarci come un giocattolo rotto e noioso.

Perché le attenzioni che meriti, in realtà, vuol dire che l'altra persona non pensa che tu debba averle.

Testa alta. Non ne valeva la pena. 

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Bolt
23 ore fa, DDy ha scritto:

Che senso ha parlare tutti i giorni per 2 mesi, eccitarti e farmi eccitare tramite vocali se non hai intenzione di fare quello che mi hai detto a voce nella pratica?

Le spiegazioni a questo comportamento possono essere: la noia, la voglia di fare le rizzacazzi a distanza e infinite altre che non vale neanche la pena tirare fuori.

Detto ciò, tu stesso hai percepito che qualcosa non andava eppure hai continuato a parlarci per 2 mesi, questo dimostra che avevi bisogno o voglia di fare quel che hai fatto.
Dubito infatti che tu sia stato così ingenuo da credere che prima o poi vi sareste visti.
O meglio, la possibilità di vedersi in questi casi c'è ma, non è concreta. Difatti sono più unici che rari, i casi in cui 2 persone hanno chattato per lungo tempo e poi si sono visti.

Dopo una settimana/10 giorni di chat se si accampano scuse o non ci si vede, chiudere è d'obbligo.

 

23 ore fa, DDy ha scritto:

Cosa ne pensate?

Che sei solo inesperto e che la situazione che hai descritto è capitata un po' a tutti.

Si impara e si va avanti.

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Il 20/4/2022 at 10:33, gelsomino ha scritto:

Situazione assurda, nel senso che , le motivazioni le conosce solo la sua testa malata,

già è tanto che parlavate al telefono, questo vuol dire che ha fica che ancora si bagna, 

se vuoi provarci ultima volta , vai di voce , e con una telefonata molto sessuale, per vedere se riesci 

a fissare un incontro, a km 0 però, che questa è capace che non si presenta,

e le fai sentire la lingua che la lecca in maniera prugnosa in mezzo a quelle game squisce!

Naaaa, credo di essermi già spinto oltre il mio orgoglio. Anche se ancora ci penso un po’, avanti un’altra.

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