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Rancore


Gamebred

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9 minuti fa, Gamebred ha scritto:

In ogni situazione in cui vengo insultato, vengo trattato diversamente da come penso di meritare, mi viene mancato di rispetto

Bella Game

Ti dò 2 cents.

Premetto che di mio sono (o forse ero) abbastanza vendicativo, ma poi mi spiego meglio.

Nella mia vita non ricordo di essere mai stato insultato, non nel senso di qualcuno che mi sbraita in faccia in mezzo ad un gruppo di persone, intendo. Piuttosto può essere stato un insulto più velato, o comunque qualcosa che io posso aver percepito come insulto, magari lo era, magari no.

Poi, se vuoi parlare di mancanze di rispetto, anche questo è relativo. Per me può essere una mancanza di rispetto quando una coppia fidanzata è al tavolo, lui sta parlando, lei lo zittisce. Per lui invece può non esserlo, magari nemmeno se ne accorge. E dipende sempre se stiamo parlando di rapporto maschio-femmina oppure maschio-maschio.

Se è M-M, mi viene in mente una situazione in cui uno sminuisce l'altro davanti ad un gruppo di persone o ad una figa perché si sente inferiore, ad esempio.

Sono tutte cose che vanno in base alla percezione di ognuno. Se capitasse a me lo guarderei con sufficienza e magari gli riderei in faccia. Perché è evidente che il problema non sarei io, ma le sue insicurezze, e reagirebbe così di fronte alla minaccia percepita (o reale) del sottoscritto. E visto che io non sono il padre di nessuno, i suoi problemi se li può pure tenere.

Nel caso della F che zittisce M, sarebbe un problema di educazione. Se ho fatto in modo che lei percepisse di potermi zittire e parlare sopra, più che incazzarmi e portarle rancore cercherei una possibile soluzione che potrebbe essere a) provare a rieducarla (ergo falle capire come ci si deve comportare con me), se ne vale la pena o b) darle un biglietto di sola andata per Fanculandia, se persiste.

Insomma, non so se dai miei esempi si capisce il succo del discorso, che è: non posso controllare gli altri, posso controllare me stesso. E perché dovrei rovinarmi l'anima e incazzarmi se qualcuno mi manca di rispetto o non percepisce il mio valore? Magari il mio valore è basso, quindi ci posso lavorare. Magari quella "persona" non ha gli strumenti per capire il mio valore, e va bene allora ciao, non sono costretto ad averci a che fare e inoltre non ci può essere match con chiunque.

A volte anche una verbalizzazione funziona. "Tizia/o, non fare X". Capisce? Bene. Non capisce? Ignore. Lo rifà? 👋

Per il discorso vendetta: più che fare danno a qualcuno, preferisco migliorare su un determinato punto per poi sbatterlo in faccia.

Tipo hai presente la prof che ti dice che sei una sega in matematica (alle superiori) e poi vai all'uni e prendi 28 in Analisi Matematica, torni lì, ti chiede come va all'uni, e casualmente hai il libretto nello zaino, e casualmente glielo sfogli davanti, e casualmente "oh! cosa veggono le mie pupille? Un 28 in Analisi".

Se cambi prospettiva questa gente è pure da ringraziare. Magari senza quello/a che ti ha fatto sentire una merda non avresti avuto lo sprono per raggiungere l'obiettivo X.

Per inciso, non è che devi migliorare per loro. È semplicemente un side-effect parecchio simpatico, quello di vedere le loro facce quando si rendono conto che loro in X anni non hanno concluso un beneamato e tu invece sì.

E in ogni caso, a prescindere da chi o cosa, le persone che per un motivo o per un altro danno brutte sensazioni stanno bene fuori dai coglioni.

E ho fatto pure la rima. Yo.

 

 

 

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Maldoner
1 ora fa, Gamebred ha scritto:

No, non il rapper romano. Epica la sua sfida con Ensi a Spit, tra l'altro. 

Battute a parte, il titolo è esplicativo. Perché serbo così tanto rancore? Perché mi intossico così tanto? Vorrei davvero lasciar stare a volte, ma non ce la faccio. Qualcuno ha combattuto contro questo demone e lo ha vinto? 

L'unico consiglio che mi sentirei di darti è di provare a fare qualche colloquio con lo psicologo del clan.

So che hai diffidenza e sfiducia nei confronti degli psicoterapeuti, tra l'altro pure motivata e razionale. però magari qualche chiacchiera con qualcuno che possa capirti un pelo di più può servire.

Anche perché sei indubbiamente molto intelligente, per cui ogni spiegazione rischia di rimanere nell'ambito della logica.

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Wyatt99
50 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Sì, esatto. In ogni situazione in cui vengo insultato, vengo trattato diversamente da come penso di meritare, mi viene mancato di rispetto....

Hai scritto frasi complesse, nel senso che hanno un significato profondo.

È interessante la frase: “In ogni situazione in cui vengo insultato, vengo trattato diversamente da come penso di meritare”.

L’insulto è già una mancanza di rispetto, però mi piacerebbe che tu approfondissi la frase che ho messo tra virgolette.

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Gamebred
33 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

Però ho dovuto lavorarci parecchio, non potevo scontrarmi ogni giorno con qualcuno per le ragioni più disparate.

Questo è uno dei punti fondamentali. Sono davvero stufo di litigare con le persone. Davvero, davvero stufo. Non ce la faccio più. Fisicamente proprio, non ne sono più in grado. Sembra che non ci siano alternative: O sei il permaloso che se la prende troppo, oppure devi subirti di tutto e stare zitto. For real?

35 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

mi hanno insegnato a scartare il futile dall'importante, senza perdere tuttavia la natura analitica (e spesso polemica, ma costruttiva).  

Mi piacerebbe molto poter imparare a farlo. Non ci riesco assolutamente. Non riesco a discernere. Per me è tutto importante.

36 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

Non so se ho azzeccato l'esempio, probabilmente no, ma mi capitava pure con mia madre. Ovviamente in questo caso ero più incline al "perdono". In linea di massima tutto questo comunque può trasformarsi in un ottimo criterio di selezione. A patto che tu sia disposto anche ad accettare che, socialmente, ci saranno ripercussioni. Ho tagliato molti ponti.

L'esempio in sé forse non è calzante ma penso hai capito perfettamente come mi sento e il tipo di problema. Eh, tagliare i ponti...l'ho fatto tantissime volte. Forse troppe. Per questo sono così interessato a capire come distinguere i "salvabili" e i non. Perché se ogni volta che mi sento non rispettato/insultato/sminuito devo tagliare i ponti, sono solo prima di oggi.

39 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

Mi auguro di non aver scritto troppe vaccate

Assolutamente nessuna, anzi. Ho apprezzato tantissimo.

41 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

il tuo monologo interiore potrà solo trarne giovamento.

Questa forse è la questione più dolorosa. Non riesco a smettere di rimuginare, di ripensare ogni giorno alle volte in cui sono stato insultato, mi hanno mancato di rispetto. E' incredibile. Persino in occasioni dove le persone mi hanno chiesto scusa, si sono spiegate. Non smettono di farmi incazzare quegli episodi. Non riesco a perdonare.

  • Cuore Nero 1
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Gamebred

@RAWolf il "puoi controllare solo te stesso, concentrati su te stesso" è un sempreverde e corretto consiglio, però a mettersi in quest'ottica sorgono 2 problemi:

-ti precludi la possibilità che siano anche gli altri ad aver sbagliato, addossandoti ogni responsabilità. Questo è tanto disfunzionale quanto dare solo colpe agli altri.

-Rischi di peggiorare la situazione. Mi spiego: Ti impegni moltissimo per migliorare, spendi soldi, tempo, energie, costanza per farlo. Eppure i problemi rimangono. Cosa può significare? Che semplicemente non varrai mai abbastanza? Che bisogna ricontrollare tra 15 anni? Se non arrivano risultati, per me è opportuno fermarsi e vedere se il problema può essere altrove.

Sorry se non mi dilungo ulteriormente ma penso che la mia situazione la abbia sviscerata bene nel post di risposta a Sensei e sarei ripetitivo.

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16 minuti fa, Gamebred ha scritto:

ti precludi la possibilità che siano anche gli altri ad aver sbagliato, addossandoti ogni responsabilità. Questo è tanto disfunzionale quanto dare solo colpe agli altri

Non proprio, il succo è che se gli altri sbagliano è un problema loro, tu puoi avere controllo sui tuoi sbagli ed evitare di rifarli, ad esempio. 

16 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Rischi di peggiorare la situazione. Mi spiego: Ti impegni moltissimo per migliorare, spendi soldi, tempo, energie, costanza per farlo. Eppure i problemi rimangono. Cosa può significare? Che semplicemente non varrai mai abbastanza?

Ancora, no. 

Non ci può essere match con chiunque, se su 100 persone 2 riescono a capire quanto vali, ci si concentra su quelle 2 e le altre 98 fuori. 

18 minuti fa, Gamebred ha scritto:

 Se non arrivano risultati, per me è opportuno fermarsi e vedere se il problema può essere altrove.

Sicuramente, anche se ripeto, tu puoi aver lavorato su te stesso e aver fatto x cose, ma non tutti sono disposti a riconoscerlo, o non hanno gli strumenti per vedere. Ancora, non si può andare bene a tutti. 

Se percepisci che c'è da fermarsi allora fermati un attimo. E tieni lontano chi prova a tirarti giù al loro livello. 

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Wyatt99
30 minuti fa, Gamebred ha scritto:

ti precludi la possibilità che siano anche gli altri ad aver sbagliato, addossandoti ogni responsabilità. Questo è tanto disfunzionale quanto dare solo colpe agli altri.

Ovviamente tutti sbagliano, ma devi essere bravo a evitare che gli errori fatti dagli altri possano influenzarti. È una brutta cosa.

Raw dice che puoi controllare i tuoi sbagli, e da lì ripartire. Ma gli errori degli altri? Difficile, anche se puoi evitargli  il frontale, ma è molto raro.

Dare la colpa agli altri sempre è disfunzionale, ma se sai usare il raziocinio e comprendere chi ha sbagliato, senza farlo in maniera generica sugli altri, comprenderai veramente cosa significherà fare auto critica.

30 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Ti impegni moltissimo per migliorare, spendi soldi, tempo, energie, costanza per farlo. Eppure i problemi rimangono. Cosa può significare? Che semplicemente non varrai mai abbastanza?

No, forse ci sono troppi fattori in gioco. 
Mai tutto ciò che pianifichiamo è perfetto, e a volte sono più le delusioni. Tuttavia serve per comprendere come non sbagliare dopo.

Se i problemi persistono, forse c’è bisogno di cambiare piano d’azione.

Ma è una mia opinione, che puoi prendere benissimo con le pinze.

Modificato da Wyatt99
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Sono state dette molte cose, perciò vorrei aggiungere solo un piccolo spunto:

“I sat with my anger long enough until she told me her real name was grief.”

Ci sono parecchi articoli in giro sul web che spiegano che, spesso, le emozioni/sensazioni che proviamo mascherano in realtà qualcosa di più profondo con cui non vogliamo fare i conti perché ne abbiamo paura, e da soli non riusciamo ad accorgercene. Magari non è il tuo caso, ma capita con molta più frequenza di quel che si potrebbe pensare.

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Sensei10
Il 6/5/2022 at 13:04, Gamebred ha scritto:

O sei il permaloso che se la prende troppo, oppure devi subirti di tutto e stare zitto. For real?

No. Sai che non è così. 

Però ti dico la verità: o ti pieghi, o ti spezzi. Mi piacerebbe dire che è meglio spezzarsi, idealmente lo penso davvero. Piuttosto che darla vinta a chi non capisce un cazzo o va avanti per preconcetti. Ma la realtà ci porta a piegarci, laddove diventa necessario impermeabilizzare se stessi per salvarsi la pelle. Non intendo dire che devi metterti in ginocchio, ma prendere atto che la gente non puoi cambiarla. O che devi trovare la chiave giusta; ma per fare questo devi sapere bene chi hai davanti e quello che comporta. Un consiglio che posso darti è di non sovrapporre l'orgoglio alla dignità. Molta gente confonde le due cose, finendo per dare retta al primo. In verità si può benissimo perdere l'orgoglio e mantenere intatta la dignità. Come? Eh. Ad esempio facendo buon viso a cattivo gioco ma rimanendo fermo sulle tue posizioni. Fare presente che non ti sta affatto bene ciò che ricevi. E tuttavia adattare il tuo registro a quello altrui. Non saprei farti un esempio reale, ma mi capita, per dire, sul lavoro. Quando cominci a parlare la loro lingua, gli altri comprendono. Ma non li stai manipolando o comprando, stai semplicemente facendo capire loro che sei un essere ricettivo e stai compiendo uno sforzo per metterti al loro livello. Da qui a perdere il punto, però, ce ne passa. E questo deve essere chiaro.

Ti dirò che, talvolta, comunque, anche semplicemente tagliare corto con un vaffanculo o un non mi rompere i coglioni, se si può, aiuta. Nulla di meglio che vedere le facce di chi vuole intossicarti deluse per non aver potuto terminare il giudizio confezionato. 

Il 6/5/2022 at 13:04, Gamebred ha scritto:

Per questo sono così interessato a capire come distinguere i "salvabili" e i non. Perché se ogni volta che mi sento non rispettato/insultato/sminuito devo tagliare i ponti, sono solo prima di oggi.

Sì, certo, va bene non avere particolari slanci, ma neanche essere eremiti. 

Come distinguerli è complicato. Ci sono tanti fattori personali ed esterni a concorrere: quanto ti sta a cuore una persona, quanto ti fa incazzare ma riflettere, che posto e spazio occupano nella tua vita, quanto soprattutto prendono in esame le tue parole, anche dopo uno scambio acceso senza accordi. E non so, altri legami che puoi avere e che contano più degli scontri che avete. Fondamentalmente direi che se c'è rispetto, anche e soprattutto nel disaccordo, allora c'è futuro. Altrimenti... è dura. Come dicevo sopra, subentra la dignità.

Il 6/5/2022 at 13:04, Gamebred ha scritto:

Persino in occasioni dove le persone mi hanno chiesto scusa, si sono spiegate. Non smettono di farmi incazzare quegli episodi. Non riesco a perdonare.

Devi trovare uno sfogo. Non so cosa fai, però, magari lo hai o lo stai cercando. Okay, la ruminazione non è un bene, ma neanche un male, se passi da un pensiero all'altro. Se stai fermo, allora devi cercare una via d'uscita. 

Sia chiaro che il veleno addosso un po' ti resterà, ma in meno occasioni e per meno tempo.

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