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HEALTHY MINDSET - suggerimenti in pillole per affrontare la vita


Dott.Mauro Grillini

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Wyatt99

E se posso aggiungere, il menefreghismo ormai sta prendendo il sopravvento.

Vado a fare gli esami in maniera fancazzista, sapendo che la preparazione non è il massimo ma senza avere la paura della bocciatura.

Se mi piace una ci provo, con l’assumermi  il rischio dell’azione, che prima evitavo.

Sto dando spazio al corpo, ed infatti ho perso kili. Evito anche mangiare per noia, che prima capitava spesso.

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Dott.Mauro Grillini

CONVINZIONI DISFUNZIONALI - RUOLO E MODIFICA

 

 

Rispondo con questo post all'utente @Maldoner

 

Anzitutto partiamo dal concetto di convinzione.

 

 

Una convinzione, o schema cognitivo, può essere definita come un'insieme di modalità relativamente stabili attraverso cui la mente tende ad organizzare la nostra esperienza nel mondo e attribuirvi un significato generale.

 

 

Si tratta di una sorta di "Photoshop interiore", attraverso i cui filtri leggiamo quello che ci capita e lo interpretiamo in modo attivo e personalizzato, al punto che eventi sostanzialmente simili possono essere inquadrati in modi assolutamente diversi da una persona all'altra.

 

 

Perchè tutto ciò?

 

 

Come esseri umani siamo animati da costanti bisogni: uno dei più basilari consiste nel comprendere in modo più rapido possibile il mondo che ci circonda, per essere pronti a reagirvi. Inoltre, in un mondo caotico e imprevedibile quale il nostro, risulta fondamentale mantenere un senso di stabilità interna, minimizzando percezioni ansiogene di ambiguità.

 

 

Sviluppiamo di conseguenza queste "bussole interne" e siamo spesso portati a percepirle come una realtà fatta, finita e indiscutibile che tende ad autoalimentarsi nel tempo.

 

 

Vi sono momenti, purtroppo, nei quali questi meccanismi, nati per agevolarci, si ritorcono contro di noi.

 

 

Queste convinzioni, infatti, possono diventare problematiche ne momento in cui si sviluppano in modo eccessivamente rigido, pervasivo e generalizzato: un conto è dirsi "ho sbagliato in questa situazione, con questa persona, a fare questa cosa ecc.", diverso è invece dirsi "sono una frana".

 

 

La seconda frase implica il fatto di possedere un tratto (negativo) (sempre) (costantemente) (senza eccezioni): la sensazione che accompagna può essere quella di trovarsi in una stanza stretta, buia e senza spiragli, che oltre a una comprensibile sofferenza personale rende difficile un utilizzo produttivo delle nostre risorse.

 

 

Come si cambiano le convinzioni disfunzionali?

 

 

Una possibilità è quella di andare a mettere i cosiddetti "puntini sulle I": una volta riconosciuta una convinzione come disfunzionale, è utile chiedersi se per caso non stiamo pensando a noi stessi in modo eccessivamente rigido e unidirezionale, imparando a riconoscere tutti quegli elementi che estremizzano le modalità con cui ci rivolgiamo a noi stessi.

 

 

Espressioni come "Sono SEMPRE triste" , "Non sono MAI all'altezza", "CHIUNQUE è MIGLIORE di me", ci possono segnalare ideazioni distorte.

 

 

Scrivete nei commenti se ogni tanto vi passano alcune di queste brevi frasi nella mente: riconoscere un meccanismo disfunzionale diventa un primo e importante passo per una sua corretta manutenzione.

 

 

Grazie! :)

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

 

Ellis, A. (1989). Ragione ed emozione in psicoterpaia. Roma: Astrolabio

 

 

Semerari, A. (2000). Storia, teorie e tecniche della psicoterapia cognitiva. Roma-Bari: Editori Laterza

 

 

 

 

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Maldoner
1 ora fa, Dott.Mauro Grillini ha scritto:

Una possibilità è quella di andare a mettere i cosiddetti "puntini sulle I": una volta riconosciuta una convinzione come disfunzionale, è utile chiedersi se per caso non stiamo pensando a noi stessi in modo eccessivamente rigido e unidirezionale, imparando a riconoscere tutti quegli elementi che estremizzano le modalità con cui ci rivolgiamo a noi stessi.

 

 

Espressioni come "Sono SEMPRE triste" , "Non sono MAI all'altezza", "CHIUNQUE è MIGLIORE di me", ci possono segnalare ideazioni distorte.

Ci vuole un livello di consapevolezza veramente sviluppato per accorgersi di queste cose.

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Dott.Mauro Grillini
1 ora fa, Maldoner ha scritto:

Ci vuole un livello di consapevolezza veramente sviluppato per accorgersi di queste cose.

Si..quella però la si può allenare in modo sistematico

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Maldoner
5 ore fa, Dott.Mauro Grillini ha scritto:

Si..quella però la si può allenare in modo sistematico

Come si lavora in ambito terapeutico su questa cosa?

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Dott.Mauro Grillini
14 ore fa, Maldoner ha scritto:

Come si lavora in ambito terapeutico su questa cosa?

Creando, attraverso un lavoro mirato e sartoriale sulla specifica persona, l’abitudine a distanziarsi in modo critico dai propri pensieri..ne parlerò a proposito di de-identificazione

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  • 2 settimane dopo...
Dott.Mauro Grillini

BIAS COGNITIVI - CAPITOLO 1

 

 

Con questo post cerco di rispondere all'utentessa @Verbena

 

 

Premetto che, essendo un argomento estremamente vasto e che abbraccia molte situazioni differenti, preferisco focalizzarmi inizialmente su tutti quei bias più facilmente visibili e sperimentabili a livello di forum e di situazioni sociali connesse.

 

 

Anzitutto...cosa si intende per "bias"?

 

 

Un bias può essere definito come un errore nella valutazione di un fatto, di un argomento o di una situazione che ci è capitata o ci sta capitando.

 

 

Questi errori, nella vita quotidiana, tendono ad essere più numerosi di quanto non ci si possa aspettare: molto spesso, infatti, ci troviamo in situazioni che difficilmente interpretiamo attraverso un ragionamento puramente logico-scientifico.

 

 

Pensiamo, ad esempio, a quando ci rechiamo al supermercato: staremo un' intera giornata a valutare OGNI ingrediente di OGNI singolo elemento che intendiamo acquistare, comparandolo poi a TUTTI i prodotti simili, al fine di fare un confronto rigoroso e matematico su quale possa essere l'alimento migliore?

 

 

Nella maggior parte dei casi è più probabile che ce la caveremo osservando una manciata di elementi quali la marca, il costo, la presenza o assenza dell'etichetta "bio" ecc.

 

 

Questo accade principalmente perchè, in situazioni quotidiane, il tempo a nostra disposizione è limitato e abbiamo l'esigenza di prendere decisioni rapide che ci portino verso una meta desiderata, a discapito di una più lenta ed elaborata analisi logico-formale.

 

 

Perché ciò avvenga, la mente ci fa spesso utilizzare "scorciatoie mentali", rapide e più economiche sul piano dell'energia e della concentrazione, note come euristiche.

 

 

L'utilizzo massiccio di queste euristiche, se da un lato ci agevola nel risolvere problemi in tempi accettabili, dall'altro ci espone frequentemente a deformare le informazioni attorno a noi, producendo le distorsioni cognitive note come bias.

 

 

Quali sono i bias più diffusi nelle situazioni sociali di nostro interesse? (di seguito riporto quelli che mi sembra di aver colto leggendo le discussioni sul forum, liberissimi e invitatissimi a commentare se non vi torna o se ne trovate altri):

 

 

- Confirmation bias: tendiamo a ricercare selettivamente elementi a favore di alcune nostre convinzioni rispetto a elementi che possano invece metterle in discussione. Tutto ciò è alla base della polarizzazione dei nostri giudizi, in quanto, evitando di esaminare o scartando a priori informazioni contrarie al nostro sentire/credere, manteniamo intatte le nostre convinzioni di partenza (si può notare molto nelle discussioni sul Covid-19, ma anche nei topic che rievocano le discussioni in stile "Belli vs Brutti").

-Effetto alone: tendiamo a dedurre determinati elementi a partire da un elemento di partenza. Ad esempio, una persona di bell'aspetto potrebbe essere giudicata a priori anche intelligente e carismatica, oppure è il caso di persone giudicate competenti in un determinato settore che vengono automaticamente percepite come competenti anche in settori diversi (nel Forum può capitare quando un utente riconosciuto di valore su un argomento Y riceve messaggi del tipo: "Cosa ne pensi di X?")

-Self serving bias: tendiamo ad attribuire a noi stessi il merito dei nostri successi, mentre attribuiamo ad altri o a cause esterne i nostri insuccessi: "Ho concluso con il/la ragazzo/a" vs "Il/la ragazzo/a mi ha dato il due di picche".

-Bias di ancoraggio: tendiamo a formulare giudizi basandoci principalmente sulle prime informazioni ricevute in un determinato campo. I primi manuali di seduzione o di crescita personale a cui si è avuto accesso possono diventare una sorta di ancora e condizionare il nostro giudizio sulle informazioni successive, agevolandone o meno l'assimilazione.

 

 

Questi bias possono diventare critici e influire negativamente sul nostro benessere nel momento in cui si presentano in modo prevalentemente rigido, acritico e pervasivo, portandoci ad azioni ripetitive che, in situazioni diverse l'una dall'altra, possono favorire insuccessi e frustrazione: la conoscenza di questi meccanismi e il loro riconoscimento in tempo reale possono costituire importanti punti di partenza per comprendere le situazioni che stiamo vivendo in modo meno "inquinato" e per arrivare a un miglior bilanciamento tra rapidità di azione e valutazione accurata della situazione specifica.

 

 

 

BIBLIOGRAFIA:

 

 

https://www.stateofmind.it/bias/#bias-di-ancoraggio

 

https://www.stateofmind.it/2018/06/uomo-attraente/

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Grazie @Dott.Mauro Grillini

I bias mi ricordano un po' le emozioni, nel senso che esistono per renderci rapidi nelle decisioni, per le emozioni la gestione avviene a livello del sistema limbico, la corteccia, quindi l'elaborazione entra in gioco poi, ad altri livelli es sentimenti. Ora la mia domanda è, anche per i bias la "gestione" è a livello limbico? E se sì, com'è possibile quindi modificare queste euristiche?

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Dott.Mauro Grillini
1 ora fa, Verbena ha scritto:

Grazie @Dott.Mauro Grillini

I bias mi ricordano un po' le emozioni, nel senso che esistono per renderci rapidi nelle decisioni, per le emozioni la gestione avviene a livello del sistema limbico, la corteccia, quindi l'elaborazione entra in gioco poi, ad altri livelli es sentimenti. Ora la mia domanda è, anche per i bias la "gestione" è a livello limbico? E se sì, com'è possibile quindi modificare queste euristiche?

Onestamente non saprei localizzarli con precisione a livello cerebrale (nel caso mi documento se in neuroscienze ci sono riusciti) tenendo conto del fatto che in ogni caso localizzare una funzione in un’area cerebrale e’ impresa ostica: la mente funziona più come un’orchestra interconnessa che non come un solista (nel caso, ripeto, provo a documentarmi meglio).

 

Modificare le euristiche lo trovo abbastanza improbabile, soprattutto perché a loro modo un valore adattivo ce l’hanno: nel tempo ci hanno aiutato a prendere decisioni in tempi rapidi e se a volte abbiamo preso grosse cantonate dall’altro ci abbiamo guadagnato tempo e anche probabilmente dei risultati che hanno remato a favore.

 

Più che una loro modifica insisto sull’essere consci di quando operiamo con queste euristiche..proprio in quel momento puoi prenderti un attimo per riflettere e scegliere se assecondarle o meno..quando serve..non diventandone automa ma usandole a tuo benessere e vantaggio 

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Maldoner
Il 1/7/2022 at 10:07, Dott.Mauro Grillini ha scritto:

Anzitutto partiamo dal concetto di convinzione.

 

 

Una convinzione, o schema cognitivo, può essere definita come un'insieme di modalità relativamente stabili attraverso cui la mente tende ad organizzare la nostra esperienza nel mondo e attribuirvi un significato generale

Questi schemi cognitivi, possono essere meramente fisiologici?

O vengono necessariamente tradotti in modalità astratta/linguistica?

Forse sono i termini convinzione e cognitivo che mi danno l'idea di qualcosa di esclusivamente mentale/intellettuale/linguistico.

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