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In cosa investire (in Italia)


unadonna

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IO.SI.TU.NO
2 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Una volta ho conosciuto il proprietario di un negozio di vestiti mentre facevo compere.

Io e mio fratello ci parliamo un po', ci racconta un po' di lui, e ci racconta di come avesse provato ad aprire un negozio di vestiti in Austria perché come te, andando lì ha pensato "ma guarda come si vestono questi! Gli porto i vestiti di qualità, made in Italy, sicuramente sfondo"

E com'è andata?

"Vendevo solo agli italiani in vacanza/che passavano di lì"


Dipende cosa vendi...

Bisogna conoscere un minimo i gusti della popolazione.

Qui i prodotti culinari italiani piacciono, ma i local sono abituati molto male.

La grande distribuzione ha poca varietà e poca qualità nei prodotti, però vedo che i pochi negozi con prodotti più di nicchia vendono.

Stesso discorso per le scarpe, a patto di vendere solo lusso, vende bene la scarpa elegante (uomo o donna) con il made in italy e in pelle.

Ciò che non venderebbe sono appunto jeans, e i vestiti urban che vanno di moda ora in Italia...

Qua non piacciono.

La gente si veste, forse, come a Milano si vestivano nel 2005-2010 per capirci....

In alcuni casi vedi ancora gente vestita come negli anni 90.

Ancora troppo indietro per apprezzare.

 

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fffff98_secondo
20 ore fa, Gamebred ha scritto:

Fratello, ho sempre avuto stima di te ma così stai davvero esagerando ❤️

la cosa interessante è che non sono ironico, se avessi per dire 1 milione, il 10% lo investirei li perche comunque è la carta più famosa al mondo tra tutti i TCG e ci sono musei in america tipo il "museo dei giochi" o roba cosi dove ne è esposta una copia. Quindi non penso il valore sia legato alla popolarità del gioco in se, rimarrà comunque nella storia

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Il 16/9/2022 at 10:03, fffff98_secondo ha scritto:

la cosa interessante è che non sono ironico, se avessi per dire 1 milione, il 10% lo investirei li perche comunque è la carta più famosa al mondo tra tutti i TCG e ci sono musei in america tipo il "museo dei giochi" o roba cosi dove ne è esposta una copia. Quindi non penso il valore sia legato alla popolarità del gioco in se, rimarrà comunque nella storia

 

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Riple
@vanhalenle tue considerazioni non sono sbagliate ma sono estremizzate, descrivono la realtà dei super ricchi che sono meno del 1 % 
 
@unadonna ha 80-90k e vorrebbe rientrare in italia, paese che nonostante ciò che si scrive, talvolta più per rabbia per le potenzialità inespresse che per obiettività, fa ancora parte del top 20% dei posti dove vivere nel mondo. Perchè i posti vanno valutati nell'insieme, non bisogna considerare solo la ral annua media, o la qualità delle strade asfaltate o l'educazione civica delle persone e via dicendo. Ognuno valuta per se stesso ciò che lo rende felice di stare in un posto
 
Vado controcorrente, l'Italia è uno dei paese migliori per piccole imprese, non a caso siamo il regno delle pmi e delle p.iva, a patto di capire bene le regole del gioco che per i più intransigenti (o pratici, sbrigativi) sembrerebbero (e lo sono) perverse. 
Lo stato è la puttana a cui devi dare 1 dei 2 euro che fai, ogni giorno. Ma se sfrutti alcune regole di questa puttanona difficilmente finirai col culo per terra, o a morire davanti al fuoco acceso sotto i ponti o lasciato senza cure in ospedale o in carcere. 
Solo io vedo barche ormeggiate in qualsiasi grande o piccola città di mare della penisola? centinaia di migliaia, chi le possiede? sono tutti ricconi? chiaramente no. E' gente che riesce a far girare il proprio business, che non deve per forza essere la start-up on-line, delivery, crypto o tecno-cazzo, ci sono ancora le ditte che si occupano di lavori in muratura, idraulici, manutenzioni, pulizie, installazione tende, cura del verde, lavorazione del legno, e centinaia di altre cosi. Queste cose nascono da bisogni che non spariranno mai.
Con quel capitale, null'altro che una piccola attività in proprio può aprire, oppure tenerseli come cuscinetto e andare a fare la dipendente. 
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senza nome
4 ore fa, Riple ha scritto:
@vanhalenle tue considerazioni non sono sbagliate ma sono estremizzate, descrivono la realtà dei super ricchi che sono meno del 1 % 
 
@unadonna ha 80-90k e vorrebbe rientrare in italia, paese che nonostante ciò che si scrive, talvolta più per rabbia per le potenzialità inespresse che per obiettività, fa ancora parte del top 20% dei posti dove vivere nel mondo. Perchè i posti vanno valutati nell'insieme, non bisogna considerare solo la ral annua media, o la qualità delle strade asfaltate o l'educazione civica delle persone e via dicendo. Ognuno valuta per se stesso ciò che lo rende felice di stare in un posto
 
Vado controcorrente, l'Italia è uno dei paese migliori per piccole imprese, non a caso siamo il regno delle pmi e delle p.iva, a patto di capire bene le regole del gioco che per i più intransigenti (o pratici, sbrigativi) sembrerebbero (e lo sono) perverse. 
Lo stato è la puttana a cui devi dare 1 dei 2 euro che fai, ogni giorno. Ma se sfrutti alcune regole di questa puttanona difficilmente finirai col culo per terra, o a morire davanti al fuoco acceso sotto i ponti o lasciato senza cure in ospedale o in carcere. 
Solo io vedo barche ormeggiate in qualsiasi grande o piccola città di mare della penisola? centinaia di migliaia, chi le possiede? sono tutti ricconi? chiaramente no. E' gente che riesce a far girare il proprio business, che non deve per forza essere la start-up on-line, delivery, crypto o tecno-cazzo, ci sono ancora le ditte che si occupano di lavori in muratura, idraulici, manutenzioni, pulizie, installazione tende, cura del verde, lavorazione del legno, e centinaia di altre cosi. Queste cose nascono da bisogni che non spariranno mai.
Con quel capitale, null'altro che una piccola attività in proprio può aprire, oppure tenerseli come cuscinetto e andare a fare la dipendente. 

 

Business non scalabili.

Nulla di male, ma bisogna saperlo.

Così come sono labour intensive.

Nulla di male, ma bisogna dirlo.

Semplicemente dovrai continuare tutta la vita a fare quel lavoro, te in prima persona*, senza riuscire mai a guadagnare tanto di più del primo mese in cui avevi ottimizzato gli impegni e i clienti.

*Te in prima persona perché se hai qualche dipendente bravino, minimamente sveglio ed a modo, apre la sua ditta cento metri più giù della tua e si porta via pure parecchi clienti, perché il lavoro lo ha fatto lui e conoscono le sue qualità, frega cazzi che era della tua azienda.

E devi anche sapere che per sopravvivere (vivere decentemente?) devi fare un botto di nero, classici esempi di gente che "sta bene"  ma dichiara si e no un terzo del reale introito e lavora tutto il giorno, spesso facendo reale fatica fisica, trovandosi "distrutti" a 60 anni.

Tutto ciò è molto lontano dal senso di "investire". Imho.

 

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Riple
7 ore fa, senza nome ha scritto:

 

Business non scalabili.

Nulla di male, ma bisogna saperlo.

Così come sono labour intensive.

Nulla di male, ma bisogna dirlo.

Semplicemente dovrai continuare tutta la vita a fare quel lavoro, te in prima persona*, senza riuscire mai a guadagnare tanto di più del primo mese in cui avevi ottimizzato gli impegni e i clienti.

*Te in prima persona perché se hai qualche dipendente bravino, minimamente sveglio ed a modo, apre la sua ditta cento metri più giù della tua e si porta via pure parecchi clienti, perché il lavoro lo ha fatto lui e conoscono le sue qualità, frega cazzi che era della tua azienda.

E devi anche sapere che per sopravvivere (vivere decentemente?) devi fare un botto di nero, classici esempi di gente che "sta bene"  ma dichiara si e no un terzo del reale introito e lavora tutto il giorno, spesso facendo reale fatica fisica, trovandosi "distrutti" a 60 anni.

Tutto ciò è molto lontano dal senso di "investire". Imho.

 

Osservazione giustissima e hai fatto bene a ricordarlo, sicuramente non smetterai di lavorare, se non fai crescere l'attività. Poi sta sempre alle capacità individuali, crescere senza strafare per non fallire dopo 2 anni, riuscire a farsi strada etc. Non guarderei solo gli esempi estremi, tipo il trovarsi distrutti fisicamente a 60 anni, a parte che siamo tutti distrutti a 60 anni... Fai crescere l'attività e a 60 (ma già a 40-50) al massimo ti occuperai di seguire i lavori, i clienti, l'amministrazione, la pubblicità, e il mestiere più fisico lo lasci ai giovani. Conosco tantissimi casi di questo tipo.

Quanto al nero, hai ragione e ripeto il concetto espresso prima, ci si deve adeguare alle regole che questa "puttana" (lo Stato) richiede. Basta non esagerare, e se non si sanno le cose, affidarsi a chi le sa (commercialisti, avvocati) e si riesce a fare business restando nelle regole. 

Quanto detto ovviamente non è per tutti, se si ha un certo livello di intransigenza, o insofferenza per questo tipo di sistema, ed è una cosa giustissima ripeto, ci sta, allora è chiaro che questo paese non è adatto e meglio cercare altri lidi.

E in tutta onestà devo anche dire, che se l'obbiettivo arrivati a una età specifica è quello di ritirarsi e far lavorare i soldi accumulati, partendo da 80-90k, che sono noccioline per un obiettivo di tal tipo, le probabilità rasentano lo 0 in Italia, e meglio seguire quanto già detto dagli altri. Quindi il passo n.1 è avere chiaro l'obiettivo e cosa si punta a raggiungere sia nel medio che nel lungo termine.

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10 ore fa, senza nome ha scritto:

qualche dipendente bravino, minimamente sveglio ed a modo, apre la sua ditta cento metri più giù della tua e si porta via pure parecchi clienti, perché il lavoro lo ha fatto lui e conoscono le sue qualità, frega cazzi che era della tua azienda.

L'operaio in gamba che apre la sua ditta è proprio il primo esempio che mi viene in mente se mi dici "business fallimentare". 

Essere bravo a fare il tuo lavoro =/= essere un bravo imprenditore. 

Tanti fanno l'errore di fare questa associazione di dipendente=povero e imprenditore=ricco. Niente di più lontano dalla verità. 

Ci ho lavorato, per una ditta aperta da un ex dipendente bravo nel suo lavoro e che si faceva un culo pazzesco. E ne ho viste tante altre, con i miei occhi. Nel 90% dei casi (sono molto generoso) chiudono entro pochi anni, sommerse di debiti. 

 

Pensate davvero che essere bravi a fare l'idraulico o essere bravi a lavorare il legno vi renda dei buoni imprenditori? 

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  • 1 mese dopo...
ArmandoBis
Il 13/9/2022 at 13:01, unadonna ha scritto:

Haha.. Sai che ci avevo pensato?! A tempo perso nel tempo libero però. E non in italiano.

Sono andata a vedere su youtube e ci sono due tre tizie che lo fanno ma oltre a consigliare male sono pure mosce. 

Mmmh, non vedo di buon occhio le aste. Mio zio è ufficiale giudiziario e tratta anche immobili. Mi ha raccontato delle storie assurde, lui stesso si è visto puntare addosso una pistola una volta (e non è uscito piu di casa per una settimana 🤣) o ha visto debitori impazziti perseguitare acquirenti. Nono.. questo tipo di rogne non le voglio. 

Credo che ci sia stato un equivoco sulla parola "investire" riportata nel titolo.

Se non ho capito male, per investire tu intendi "aprire una nuova attività" mettendoci all'occorrenza parte dei tuoi risparmi.

Ho letto che hai esperienza nel settore turistico.

Una ventina d'anni fa conobbi a un corso una tedesca che viveva in Italia.

Si era inventata come attività organizzare dei viaggi qui da noi per i suoi conterranei.

Per questioni credo fiscali si era organizzata come "centro culturale".

Non so quanto guadagnasse, anche perché viveva con un medico italiano, per cui può darsi benissimo che si trattasse di cifre modeste.

Sentendo il suo racconto gli buttai lì aggratis un'idea: organizzare dei viaggi nei luoghi dove si svolgevano le inchieste del commissario Montalbano (erano i primi anni dello sceneggiato televisivo).

Non apprezzò il suggerimento.

Passò qualche anno e un giorno mi venne la curiosità, così chiamai a caso un'agenzia di viaggi siciliana e gli chiesi se esistevano dei tour nei luoghi descritti da Camilleri.

Mi risposero che, ovviamente, sì, c'erano. Li aveva chiesti spontaneamente la gente già nel primo anno in cui era uscito lo sceneggiato (tra l'altro rimasi colpito dalla gentilezza dell'interlocutore, che perdeva tempo con uno che non aveva intenzione di comprare nulla; per me che vivo nel profondo nord è qualcosa di impensabile).

Anni dopo si inventò il filone dei matrimoni in Italia per i ricchi dell'Est. Chi ha avuto quell'idea è semplicemente un genio.

Potresti pensare a qualcosa in questa direzione, creare degli itinerari particolari.

O "vendere" delle esperienze.

Del resto il marketing funziona così. Un giorno uno si sveglia e inventa un nuovo mercato. Tutti ci si buttano e lo saturano, ma comunque, all'interno di quel filone, si possono ricavare delle nicchie interessanti, in cui si può lavorare bene e con profitto. (Poi la nicchia si può consolidare o esaurire, in questo caso è sempre meglio avere dei progetti alternativi già pronti).

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