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Se lei torna dall'ex


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Balthier44

Il punto è che l'ex l'aveva mollata quando ha saputo che ci frequantamavamo durante la loro relazione. Noi di nostro eravamo in un periodo con qualche incomprensione caratteriale ma non ci fosse stato questo ripensamento dovuto all'ex probabilmente avremmo già risolto.

La cosa che mi fa rabbia è che si vede palesemente che ci tiene, ogni suo gesto ogni cosa che tuttora fa per me.

Invece preferisce andarsi a schiantare con il suo ex che la sfanculerà sicuramente e alla fine avrà perso entrambi. 

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Pete Bondurant
2 minuti fa, Balthier44 ha scritto:

Il punto è che l'ex l'aveva mollata quando ha saputo che ci frequantamavamo durante la loro relazione. Noi di nostro eravamo in un periodo con qualche incomprensione caratteriale ma non ci fosse stato questo ripensamento dovuto all'ex probabilmente avremmo già risolto.

La cosa che mi fa rabbia è che si vede palesemente che ci tiene, ogni suo gesto ogni cosa che tuttora fa per me.

Invece preferisce andarsi a schiantare con il suo ex che la sfanculerà sicuramente e alla fine avrà perso entrambi. 

La nostra situazione è molto simile… purtroppo lei non è libera mentalmente… ti ripeto… lei ha lasciato lui per me, poi è tornata dopo quasi un anno da lui, e motivi di crisi tra noi zero… tutto andava bene, sesso compreso… il suo ex è un inetto senza dignità eppure ci è tornata… tutto sta nel senso di incompiuto che sente, la loro storia non durerà, intanto però questo senso di incompiuto la tiene ancorata a lui… sei pronto ad aspettare un anno o forse più ? E se poi lei non tornerà ? La loro storia non durerà, ma tu devi preservare la tua dignità! E non ti parlo così a caso, so esattamente cosa stai provando… la frustrazione e la delusione… il problema non sei tu, il problema è che una ragazza in quelle condizioni non è mentalmente stabile.

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IO.SI.TU.NO
7 minuti fa, Balthier44 ha scritto:

Il punto è che l'ex l'aveva mollata quando ha saputo che ci frequantamavamo durante la loro relazione. Noi di nostro eravamo in un periodo con qualche incomprensione caratteriale ma non ci fosse stato questo ripensamento dovuto all'ex probabilmente avremmo già risolto.

La cosa che mi fa rabbia è che si vede palesemente che ci tiene, ogni suo gesto ogni cosa che tuttora fa per me.

Invece preferisce andarsi a schiantare con il suo ex che la sfanculerà sicuramente e alla fine avrà perso entrambi. 


Fregatene di cosa le succederà.

Non porti troppe domande, è una instabile e basta.

Ha lasciato lui per te...

Ora vuole troncare con te per rimettersi con lui...

Che lui accetti o meno, in futuro credo tornerà di nuovo a farsi viva con te...

Ripeto, è instabile.

Donna così creano solo casini....

Meglio capirlo più o meno subito, piuttosto che ritrovarsi cornuto e lasciato per esempio mentre convivevate o dopo qualche anno di relazione.

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ArmandoBis
2 ore fa, Scannachiappolo ha scritto:

Cosa intendi nello specifico? Tipo una carenza di hobbies, robe stimolanti etc?

Per arrivare diritti al punto, è la questione della differenza tra innamoramento e amore.

Alberoni la descrive bene nel suo libro.

L'innamoramento è una rottura con le tue abitudini, la tua posizione sociale, familiare, ecc. Quello che fino a ieri era l'ambiente in cui ti muovevi e su cui fondavi la tua identità non conta più nulla.

Nell'innamoramento bastate a voi stessi, il distacco con quello che eravate prima (o credevate di essere) è praticamente totale.

Il problema è che tutto questo non dura. Dall'innamoramento si passa all'amore. E qui Alberoni riprende la sua intuizione sociologica, il concetto di movimenti intesi in senso politico, lo statu nascenti in cui valori, credenze prassi, vengono messe in discussione verso qualcosa di non ancora definito. Dall'innamoramento (statu nascenti, rottura con il vecchio verso il nuovo) si passa all'amore (cioè all'istituzione; in pratica, a un nuovo ordine, magari migliore del precedente, ma stabile e prevedibile, quanto lo statu nascenti era incerto, coinvolgente, esilarante).

Nel racconto di Alberoni questo passaggio avviene in modo indolore. Lui descrive l'uomo - e la donna - standard: in sostanza l'innamoramento coincide con la rottura della relazione con le famiglie di origine, condizione indispensabile per formare una nuova, propria famiglia.

Però per molti questo passaggio è problematico: se l'innamoramento era il compimento della felicità, ciò che viene dopo, qualunque cosa sia, viene vissuto come una penosa routine da cui fuggire al più presto.

Tra l'amore inteso come fine del coinvolgimento emotivo e la rottura del legame dovuto al soffocante senso di noia che molti provano nelle relazioni stabili c'è, ci dovrebbe essere una terza via, quella proposta dalle filosofie orientali, ovvero la via della consapevolezza, del riuscire a vivere nel tempo presente (non a caso, Alberoni nel suo libro propone come antidoto alla noia di un rapporto d'amore ripetitivo e standardizzato l'evasione verso lo straordinario, ad esempio un viaggio verso terre lontane, con lo scopo di rinvigorire un rapporto ormai quasi esangue).

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Scannachiappolo
3 minuti fa, ArmandoBis ha scritto:

Per arrivare diritti al punto, è la questione della differenza tra innamoramento e amore.

Alberoni la descrive bene nel suo libro.

L'innamoramento è una rottura con le tue abitudini, la tua posizione sociale, familiare, ecc. Quello che fino a ieri era l'ambiente in cui ti muovevi e su cui fondavi la tua identità non conta più nulla.

Nell'innamoramento bastate a voi stessi, il distacco con quello che eravate prima (o credevate di essere) è praticamente totale.

Il problema è che tutto questo non dura. Dall'innamoramento si passa all'amore. E qui Alberoni riprende la sua intuizione sociologica, il concetto di movimenti intesi in senso politico, lo statu nascenti in cui valori, credenze prassi, vengono messe in discussione verso qualcosa di non ancora definito. Dall'innamoramento (statu nascenti, rottura con il vecchio verso il nuovo) si passa all'amore (cioè all'istituzione; in pratica, a un nuovo ordine, magari migliore del precedente, ma stabile e prevedibile, quanto lo statu nascenti era incerto, coinvolgente, esilarante).

Nel racconto di Alberoni questo passaggio avviene in modo indolore. Lui descrive l'uomo - e la donna - standard: in sostanza l'innamoramento coincide con la rottura della relazione con le famiglie di origine, condizione indispensabile per formare una nuova, propria famiglia.

Però per molti questo passaggio è problematico: se l'innamoramento era il compimento della felicità, ciò che viene dopo, qualunque cosa sia, viene vissuto come una penosa routine da cui fuggire al più presto.

Tra l'amore inteso come fine del coinvolgimento emotivo e la rottura del legame dovuto al soffocante senso di noia che molti provano nelle relazioni stabili c'è, ci dovrebbe essere una terza via, quella proposta dalle filosofie orientali, ovvero la via della consapevolezza, del riuscire a vivere nel tempo presente (non a caso, Alberoni nel suo libro propone come antidoto alla noia di un rapporto d'amore ripetitivo e standardizzato l'evasione verso lo straordinario, ad esempio un viaggio verso terre lontane, con lo scopo di rinvigorire un rapporto ormai quasi esangue).

Io avevo semplicemente inteso nel tuo commento di prima che, sostanzialmente, "certe persone non riescono a trovare stimoli nel quotidiano perché prive di personalità o passioni, Indi per cui si fanno trasportare da emozioni anche negative e maltrattamenti perché son sempre meglio del nulla cosmico delle loro vite"

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bass_97

Io sono dell'idea che quando una persona costruisce delle dipendenze (perché tutti le costruiamo che siano sane o malsane) con oggetti su cui non si può esercitare controllo, lì deriva l'instabilità della persona. Lo dico perché ci sto lavorando personalmente, ma quando si è dipendenti per la propria felicità dalle relazioni, dalle persone con cui ci circondiamo, si finisce per essere delle trottole impazzite in balia degli altri e degli eventi. Questa ragazza molto probabilmente non è capace di sentirsi felice nella sua solitudine, come moltissime persone in realtà. A dire il vero forse sono poche le persone che sono davvero stabili da questo punto di vista. 

Modificato da bass_97
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ArmandoBis
5 minuti fa, bass_97 ha scritto:

(...) ma quando si è dipendenti per la propria felicità dalle relazioni, dalle persone con cui ci circondiamo, si finisce per essere delle trottole impazzite in balia degli altri e degli eventi.

(...)

Beh, direi che non sempre è così.

Se ci relazioniamo con persone stabilì, le nostre interazioni saranno soddisfacenti.

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bass_97

Relazionarsi non vuol dire instaurare una dipendenza. Altrimenti l'ideale è diventare monaci e astenersi il più possibile da tutto. Un po' come aveva formulato Schopenhauer. Dico semplicemente che molte persone danno così tanto peso alle relazioni che indirizzano la propria vita su quello come punto centrale e non c'è da stupirsi quando si vedono esempi come quello citato: una ragazza che ora non prova più il brivido della novità con la relazione appena formata e desidera ritornare a quella vecchia perché si è tolta gli sfizi che aveva l'urgenza di saziare. Una persona più focalizzata su se stessa, sui propri obiettivi di vita non va a complicarsi le cose fino a questo punto, salvo sia l'effettivo motore che la faccia sentire viva. 

Se ci pensate non è un caso se, specialmente tra gli uomini, esiste la Oneitis. 

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ArmandoBis
20 minuti fa, Scannachiappolo ha scritto:

Io avevo semplicemente inteso nel tuo commento di prima che, sostanzialmente, "certe persone non riescono a trovare stimoli nel quotidiano perché prive di personalità o passioni, Indi per cui si fanno trasportare da emozioni anche negative e maltrattamenti perché son sempre meglio del nulla cosmico delle loro vite"

Sono un po' restio ad usare la categoria del "vuoto" applicata alla vita degli individui.

Ad esempio, fra le vittime dei narcisisti maligni si contano molte donne con una vita professionale ricca e contornata di successi. Ma ciononostante non si sentono realizzate. E finiscono vittima di individui di valore sociale inferiore, per non parlare delle ferite che sono in grado di infliggere codesti personaggi.

Sì, è vero che chi non trova interesse in ciò che fa percepisce un senso di vuoto. Ma da lì a dire che è lui vuoto secondo me ce ne passa.

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Scannachiappolo
2 minuti fa, ArmandoBis ha scritto:

Sono un po' restio ad usare la categoria del "vuoto" applicata alla vita degli individui.

Ad esempio, fra le vittime dei narcisisti maligni si contano molte donne con una vita professionale ricca e contornata di successi. Ma ciononostante non si sentono realizzate. E finiscono vittima di individui di valore sociale inferiore, per non parlare delle ferite che sono in grado di infliggere codesti personaggi.

Sì, è vero che chi non trova interesse in ciò che fa percepisce un senso di vuoto. Ma da lì a dire che è lui vuoto secondo me ce ne passa.

Si, non mi riferivo a lui nello specifico, non penso nemmeno io che lui sia vuoto ahahah, mi stavo giusto chiedendo se quello fosse in soldoni il senso di ciò che hai scritto o volessi sottointendere

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