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My head Is a jungle


Scannachiappolo

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Gallagher
6 ore fa, Nila ha scritto:

Molti pensano, che, per una questione di orgoglio, sia meglio sparire. Io non la vedo così. Tutte le storie, se ti hanno lasciato qualcosa, meritano qualche parola di commiato. Non è importante che l'altra parte accetti, sia grata o comprenda. Lo fai per te stesso

Sì ma potrebbe non bastare.

O meglio, sicuramente ti svuoti dei tuoi "non detti", e questo aiuta tantissimo.

Ma dipende anche da come reagisce l'altra persona. Se anche lei vuota il sacco oppure resta nel suo.

Questo fa la differenza sulle ripercussioni.

Credo che @Scannachiappolo sia turbato dall'indecifrabilità di lei, dal suo non esporsi nemmeno a giochi finiti, quando la sincerità dovrebbe essere uno strumento di liberazione per entrambi.

Io lo capisco, perché la mia ultima storia è finita nello stesso modo. Io che le ho detto e scritto tutto ciò che sentivo, con trasporto emotivo, e lei glaciale, criptica, senza spiegazioni da dare, senza riflessioni da condividere.

È destabilizzante. È frustrante. È come ballare da soli nella danza dell'addio.

Una mia amica mi ha detto che, quando ha chiuso la sua ultima storia importante, si è scambiata lunghissime email con il suo ex. Un numero esorbitante di pagine word. Quasi un libro.

Ecco, forse quello è addirittura troppo, ma è certamente un finale più degno. Più giusto. Che ti lascia un quadro chiaro di cosa sia successo, di come siano andate le cose e di come entrambi le abbiano vissute.

E così tu quel quadro lo puoi incorniciare e appendere nella tua stanza immaginaria. Rappresenterà ricordi e nuove consapevolezze. Magari errori da non ripetere. 

I quadri incompleti invece restano lì, col dubbio che manchi ancora qualche dettaglio, che i colori non siano giusti, che la cornice non sia adatta. E non lo appendi mai. 

  • Cuore Nero 1
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Scannachiappolo
17 ore fa, bass_97 ha scritto:

non ci voglio stare con una che fa così, non me lo merito: pretendo onestà e rispetto"

Questo è un punto focale, è la stessa cosa a cui ero arrivato io quella volta, e l'ho fatto, razionalmente parlando. Infatti ho chiuso e non mi sono mai voltato.

Purtroppo questo fatto solo su un lato razionale, probabilmente non completamente seguito dal piano subconscio/emotivo. Magari è come "se mi volessi poco bene" o fossi attratto da Dinamiche simili, ma qui si sconfina sul lavoro da terapeuti

14 ore fa, Sensei10 ha scritto:

Il nodo però è questo. 

Io non penserei ad un fallimento, almeno non da una sola parte e non in questi termini.

Succede, non sempre abbiamo le spiegazioni che vorremmo. Vale per tutto. Certo, una persona non è un oggetto né un fenomeno naturale, non la prendi per ciò che è perché le cause sono più grandi di te e della tua comprensione. Ti resta un po' quel tarlo della mancata consapevolezza. Ma ti dirò, cambia qualcosa veramente? 

Voglio dire, se la persona in questione vive in un labirinto mutevole, tra montagne russe e zone d'ombra, a te non cambia nulla stare ad ascoltare ragioni che non ti daranno nessuna soddisfazione. Non devi diventare indifferente a chiunque, di gente meritevole ce n'è. Ma così no. Prestare la tua attenzione a chi non ne ha neanche un grammo, solo per il gusto di poterti dire "Finalmente ho capito" non ti farà stare più tranquillo. Perché non capirai mai fino in fondo - con tutta l'empatia e la tolleranza tu non sei come lei, e quindi ad un primo assenso seguiranno altri dubbi o un disappunto perché ti saresti comportato diversamente. 

In sostanza è come regalare perle ai porci. Anche se ti sembra un'espressione forte, il succo è questo. 

Penso che sia come il finale di un telefilm irrisolto, a cui hanno sospeso.il budget in corso d'opera e non avrà mai un finale comprensibile. Ne ho visto uno così, continuo ogni tanto a chiedermi "chissà cosa aveva in testa il regista come proseguo" , ma poi boh. Non ci sarà mai, amen. Ecco, forse è come una sorta di legame ancora presente da parte mia, e forse il loop di pensieri è un modo subconscio di tenerlo ancora integro...

...che poi ti dirò, le avevo detto in quei tempi che per me lei rimaneva come l'ultima parola vuota di un cruciverba... E lei di tutta risposta, quando abbiamo smesso di sentirci, si era messa in bio la frase famosa della settimana enigm, ossia il "soluz a pg..."

Ma di chi o cosa stiamo parlando.

😅

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Nila
17 minuti fa, Scannachiappolo ha scritto:

forse il loop di pensieri è un modo subconscio di tenerlo ancora integro

Questo lo capisco molto bene, essendo una che va in overthinking spesso e volentieri. L'aver timore a mollare del tutto quel pensiero ricorsivo... perchè ti senti come stessi perdendo qualcosa.

Perdi tutto l'investimento che ci hai messo e ti ritrovi con un pugno di mosche in mano. E quindi trattenere, trattenersi ancora in certe domande senza risposta è meglio del vuoto che rimane. 

Questo è un passaggio obbligato però. Ripeto, a me aiuta buttar fuori tutto. Perchè facendolo ti disarmi, ti rilassi, non trattieni più. 

Questo ovviamente rimane il mio punto di vista... 

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Nila
1 ora fa, Gallagher ha scritto:

E così tu quel quadro lo puoi incorniciare e appendere nella tua stanza immaginaria. Rappresenterà ricordi e nuove consapevolezze. Magari errori da non ripetere. 

I quadri incompleti invece restano lì,

Vero anche questo. A me son capitate entrambe le cose, chi rispondeva, chi lo faceva prendendosi il suo tempo e chi non ha mai risposto. Vuoi per troppo dolore, rancore, incapacità di mettersi a nudo veramente.

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Sensei10
12 ore fa, Nila ha scritto:

per una questione di orgoglio

L'orgoglio dovrebbe essere l'ultimo dei pensieri.

È anche un po' infantile, come sentimento, perché è proprio quando non si è orgogliosi che si agisce spontaneamente e lucidamente. 

Parlando per esperienza personale, non è un fatto di orgoglio. È salvarsi. Ci sono persone, che per comodità definiamo disfunzionali o scaltri a seconda dei casi, che riescono ad innescare solo domande. Possono spiegarti tutto lo scibile umano presente nel rapporto ormai terminato, ma ti lasceranno sempre la sensazione di non aver chiuso davvero. Di non aver messo la pietra sopra che ti fa stare in pace. Certo, detta così si può pensare che sia solo un problema di chi è in cerca di soluzioni. Perché se una/o chiarisce e l'altro non capisce appieno allora è quest'ultimo a dover risolversi. E può anche darsi. Ma per come la vedo io, in realtà, è un semplice incastro sbagliato. Sono come quei giochi cognitivi dove devi mettere il cubo o il tondo nel vano apposito. Una persona particolarmente caparbia proverà a vedere se il parallelepipedo A riesce a stare nel vano B, perché magari è questione di pochi millimetri di differenza. Ma dopo qualche tentativo si accorgerà che sta sbagliando. Quel minimo disappunto comunque resterà, nella sua percezione un po' largo o un po' stretto poteva pure starci. E invece no. Non è fattibile.

Ecco, è quello che succede a voler trovare per forza l'incastro giusto. Nel tempo ho imparato che ci sono persone che parlano linguaggi differenti. Sentono cose simili, ma le esprimono in modalità differenti, e questo porta inevitabilmente a vedere la vita con occhi diversi. Per cui qualsiasi confronto si concluderà con quel millimetro di troppo. A quel punto bisogna prenderne atto, per non rimanere con il dubbio perenne. Sei stato poco, troppo, ha detto la verità, ha alterato i fatti, è indifferente o troppo coinvolta... La somma è sempre un errore. L'incastro non c'era prima nonostante il tentativo e non c'è adesso. O forse si è solo logorato, rovinato, consumato nei bordi, ma fa lo stesso. Non è fattibile.

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Nila
41 minuti fa, Sensei10 ha scritto:

Ecco, è quello che succede a voler trovare per forza l'incastro giusto. Nel tempo ho imparato che ci sono persone che parlano linguaggi differenti. Sentono cose simili, ma le esprimono in modalità differenti, e questo porta inevitabilmente a vedere la vita con occhi diversi. Per cui qualsiasi confronto si concluderà con quel millimetro di troppo. A quel punto bisogna prenderne atto, per non rimanere con il dubbio perenne. Sei stato poco, troppo, ha detto la verità, ha alterato i fatti, è indifferente o troppo coinvolta... La somma è sempre un errore. L'incastro non c'era prima nonostante il tentativo e non c'è adesso. O forse si è solo logorato, rovinato, consumato nei bordi, ma fa lo stesso. Non è fattibile

È vero si, sono d'accordo.

  • Grazie! 1
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Sensei10
Adesso, Nila ha scritto:

È vero si, sono d'accordo.

Per questo, non sempre ma ogni tanto è preferibile lasciar cadere tutto. 

Alimentare il tarlo delle contraddizioni è l'errore più grande.

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ArmandoBis
7 ore fa, Sensei10 ha scritto:

L'orgoglio dovrebbe essere l'ultimo dei pensieri.

È anche un po' infantile, come sentimento, perché è proprio quando non si è orgogliosi che si agisce spontaneamente e lucidamente. 

Parlando per esperienza personale, non è un fatto di orgoglio. È salvarsi. Ci sono persone, che per comodità definiamo disfunzionali o scaltri a seconda dei casi, che riescono ad innescare solo domande. Possono spiegarti tutto lo scibile umano presente nel rapporto ormai terminato, ma ti lasceranno sempre la sensazione di non aver chiuso davvero. Di non aver messo la pietra sopra che ti fa stare in pace. Certo, detta così si può pensare che sia solo un problema di chi è in cerca di soluzioni. Perché se una/o chiarisce e l'altro non capisce appieno allora è quest'ultimo a dover risolversi. E può anche darsi. Ma per come la vedo io, in realtà, è un semplice incastro sbagliato. Sono come quei giochi cognitivi dove devi mettere il cubo o il tondo nel vano apposito. Una persona particolarmente caparbia proverà a vedere se il parallelepipedo A riesce a stare nel vano B, perché magari è questione di pochi millimetri di differenza. Ma dopo qualche tentativo si accorgerà che sta sbagliando. Quel minimo disappunto comunque resterà, nella sua percezione un po' largo o un po' stretto poteva pure starci. E invece no. Non è fattibile.

Ecco, è quello che succede a voler trovare per forza l'incastro giusto. Nel tempo ho imparato che ci sono persone che parlano linguaggi differenti. Sentono cose simili, ma le esprimono in modalità differenti, e questo porta inevitabilmente a vedere la vita con occhi diversi. Per cui qualsiasi confronto si concluderà con quel millimetro di troppo. A quel punto bisogna prenderne atto, per non rimanere con il dubbio perenne. Sei stato poco, troppo, ha detto la verità, ha alterato i fatti, è indifferente o troppo coinvolta... La somma è sempre un errore. L'incastro non c'era prima nonostante il tentativo e non c'è adesso. O forse si è solo logorato, rovinato, consumato nei bordi, ma fa lo stesso. Non è fattibile.

La metafora dell'incastro la sentii quando ero giovincello, da un tizio sul lavoro che aveva la barba bianca.

Dopo che gli avevo macinato le palle con la mia infatuazione, alla fine mi disse che conveniva lasciar stare perché se non c'era l'incastro, era inutile insistere.

In tutte le varie fasi della storia, tra diagnosi, previsioni, consigli, giudizi, sottolineatura dei miei errori, aveva azzeccato tutto.

Devo dire che questa metafora mi procurò un certo sollievo. Non sufficiente però a guarirmi.

Questa storia mi è venuta in mente perché quando ho letto il tuo intervento, la metafora dell'incastro mi è apparsa un po' forzosa.

Quando le cose funzionano è perché c'è l'incastro e quando no è per colpa di solo due millimetri? 

Non credo. 

Per come siamo complicati tutti quanti, la persona con cui possiamo incastrarci semplicemente non esiste.

Anche se resta un'idea accattivante e che in certe circostanze può rivelarsi molto utile.

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Sensei10
1 minuto fa, ArmandoBis ha scritto:

Quando le cose funzionano è perché c'è l'incastro e quando no è per colpa di solo due millimetri?

Eh ma funzionano o le facciamo funzionare?

Perché molto spesso pensiamo che stiano funzionando perché ci lavoriamo. E quindi mettiamo il pezzo leggermente più piccolo o smussato nel buco appena appena diverso. Lo sappiamo che qualcosa non va come volevamo, ma la facciamo andare. Finora per me, se mi guardo indietro, è stato così. 

Ovviamente mi riferisco a storie che potrebbero entrare in questa sezione o finite non proprio con una reciproca presa d'atto. 

Però quando dici 

4 minuti fa, ArmandoBis ha scritto:

la persona con cui possiamo incastrarci semplicemente non esiste.

Non vai molto lontano dalla verità. Ti dirò, al giro di boa (da un bel po') post-45 e con la certezza che non esista, ogni tanto mi aiuta pensare che sia da qualche parte. Anche a scadenza limitata.

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ArmandoBis
2 ore fa, Sensei10 ha scritto:

Eh ma funzionano o le facciamo funzionare?

Perché molto spesso pensiamo che stiano funzionando perché ci lavoriamo. E quindi mettiamo il pezzo leggermente più piccolo o smussato nel buco appena appena diverso. Lo sappiamo che qualcosa non va come volevamo, ma la facciamo andare. Finora per me, se mi guardo indietro, è stato così. 

Ovviamente mi riferisco a storie che potrebbero entrare in questa sezione o finite non proprio con una reciproca presa d'atto. 

Però quando dici 

Non vai molto lontano dalla verità. Ti dirò, al giro di boa (da un bel po') post-45 e con la certezza che non esista, ogni tanto mi aiuta pensare che sia da qualche parte. Anche a scadenza limitata.

Lavorare perché le cose funzionino non vuol dire "truccare", cioè fare in modo che il pezzo leggermente diverso si adatti all'alloggiamento.

Esempio: una persona abituata a svegliarsi tardi si sposa. Mantiene la sua abitudine e quindi si deve rinunciare a gite ed escursioni di un certo tipo.

Non doveva sposarsi, semplicemente.

L'incastro non consiste nel trovare una persona che si alzi alla stessa ora a cui ti alzi tu.

Infatti persone allergiche al matrimonio mi portano sempre esempi similari, questioni triviali di abitudini, inclinazioni e quant'altro del partner.

Difficilmente costoro troveranno un partner stabile e soddisfacente (al di là di eventuali scopamicizie.)

Non riescono a vedere il compagno o la compagna in modo più ampio. Lo vedono piccolo perché pensano in piccolo. E prima o poi si stufano.

(Rileggendo mi rendo conto che non sono stato molto chiaro. Intendevo dire che è una questione di visione. Se si vede il rapporto in piccolo è una questione di due Io che si accapigliano, non c'è modo di evitarlo.)

Modificato da ArmandoBis
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