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Punire è Premiare


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Boulevard
1 hour ago, purple pill said:

Salvini,  per vincere a mani basse basta fare la recita del "parlo come mangio-mangio come parlo", toccare un po' la gente, abbracciarla, guardarla negli occhi

Ti posso amare?  Solo a leggerti mi viene duro (no homo) XDDD

Quando lo dico a qualcuno che Salvini è un paraculo furbacchione, nessuno mi crede. 

Ha capito come trattare la gente e come questa vuole essere trattata, abbracciata, "ascoltata", coccolata, guardata, lecchinata, fatta ridere...

Come quando è venuto in sardegna è la prima cosa che ha fatto è stata postare una foto con un Ichnusa e quel sorriso da ebete che si ritrova e andava al comizio con la felpa con i 4 mori.

Quando prima paragonava i Sardi ai terroni e pecorari e cantava "vesuvio bruciali con il fuoco" contro i napoletani..

Ma vabbè, ormai in Italia non si capisce davvero qualche sia il meno peggio...tra lui, renzi, di maio...berlusca...veramente forse (così dicono) qualcosa la sta facendo.

 

Modificato da Boulevard
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3 ore fa, Crescendo63 ha scritto:

Mitico! 😄

Non ne sentivo parlare da quasi vent'anni... io la conoscevo con i termini tradotti in "caldomortbidi" e "freddoruvidi" (che preferisco).

(nei principi base dell'Analisi Transazionale, le carezze positive sono dette talvolta "caldomorbidi")

Sì, è per quello che ho rifatto in parte la traduzione. 

Perché in francese è caldodolci e freddopiccanti. 

Anche a me piace la versione che ti piace, e che è circolata in italiano... ma...  la versione originale diceva così, e tante volte si perde qualcosa per strada a cambiare la due parole chiave di tutto il racconto... . 

Magri questa volta no, anche a me piace caldomorbidi... ma... ho voluto leggerla come l'originale. (Infatti era un file a mio uso e consumo). 

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3 ore fa, purple pill ha scritto:

se è vero come è vero che era comunque anche un violento,

che chiudeva i dissidenti nei campi di lavoro. 

Ok, ma aveva dei difetti. 

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sebino

Non posso fare a meno di accettare la mia situazione attuale e di prendere serie contromisure per riconnettermi con me stesso. Il motivi per cui è successo li vedrò più chiaramente con un po' di tempo. Forse sono debole in questo periodo perché diverse sfere della vita non sono a posto.

Ora più che essere dispiaciuto per lei (va a momenti) sono più risentito verso me stesso per non essere stato capace di prendere una posizione e per non essere stato in grado di smorzare certi atteggiamenti sul nascere. Ma vi assicuro che ora sto cominciando a capire molte cose, anche discorsi che faceva lei, che lì per lì non capivo.

Io stavo da dio con lei, ma per diverse ragioni, le occasioni di intimità erano rare, belle ma rare, quindi il fatto che con il tempo sia diventato dipendente da lei, non era legato alla sfera sessuale, quanto forse al fatto che avevo trovato una persona con cui stavo bene e che mi ha allontanato da altri pensieri. Le ho dato in mano una fetta della mia felicità. Quindi per amore e perché ci credevo, le facevo notare certe cose, ma si ripetevano. Mi lamentavo di quelle cose, cosi le davo attenzione, ed infatti non risolvevo il problema. Sbaglio interpretazione? C'è un thread che si chiama "Come reagire a un comportamento indesiderato?" dove si parla della differenza tra punizione, indifferenza, informazione e accettazione. Ma non voglio andare ot.

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@purple pill ti volevo ringraziare che da un pò di tempo stai scrivendo molto e hai una capacità di analisi tra l'altro trasversale su moltissimi temi e una profondità e acume RARISSIMI, è veramente un piacere leggerti.

 

GRAZIE.

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1 ora fa, purple pill ha scritto:

 

Amo film e scena di nuovo grazie!!!

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Il 16/5/2019 alle 03:04 , Boulevard ha scritto:

Ma vabbè, ormai in Italia non si capisce davvero qualche sia il meno peggio...tra lui, renzi, di maio...berlusca...veramente forse (così dicono) qualcosa la sta facendo.

A mio avviso, il problema non è nessuno di loro, che di fatto sono solo la risultante amara e becera di un sistema che non funziona: la democrazia.

Ogni forma di potere ha come premessa questo: Un uomo non può autogovernarsi e limitarsi da solo, per questo vi è bisogno di una forma di governo.

Questo fa nascere ad esempio le dittature (forma ancora più becera e disfunzionale della democrazia, a mio avviso) che basa il suo potere sull'importanza che ci sia solo una persona o poche, che decidano per tutti, imponendo il loro modo di vedere le cose, di sentirle, esperirle e viverle. Questo, viene giustificato come l'impossibilità individuale di autogestirsi, avendo essa bisogno di una guida, di qualcuno che gli dica come fare le cose e lo limiti.

Ma se combattiamo la dittatura, in quanto una sola persona o poche non possono legiferare e decidere della realtà individuale di ognuno, a meno che non siano quegli stessi che si riconoscano in un individuo o in una forza a cui assoggettarsi dandogli il diritto di decidere per loro, allora dobbiamo anche rivalutare la democrazia.

Il paradigma difatti non cambia, stavolta non è più una persona o poche a decidere per tutti ed imporre la sua visione, ma è una maggioranza.

Ma una maggioranza non può arrogarsi il diritto di decidere, legiferare e sentenziare per tutti, perchè, altrimenti, seppur con maggiori garanzie dettate da delle regole che la dittatura non ha, sta comunque decidendo per tutti e imponendo la sua e solo sua visione del mondo. Di fatto, sta agendo allo stesso modo di una dittatura, seppur in maniera più regolamentata e con più vincoli.

E questo, risulta un problema enorme.

Anche nel mondo più auspicabile, in cui la maggioranza delle persone al mondo hanno la capacità di saper decidere giustamente per il loro bene, si porrebbe il problema che non tutti sono loro e se per la maggioranza il bene significa una cosa, una minoranza potrebbe non essere d'accordo e quindi stai imponendo la tua visione delle cose: vedi ditattatura morbida della maggioranza.

Ma qualcuno potrebbe dire: "Amen, la legge del più forte e la minoranza viene schiacciata" e con questo elevare la maggioranza, assieme alla democrazia, ad una forma di potere sensata. Non la più perfetta, ma il massimo a cui possiamo auspicare, e ci potrebbe stare ma...

Il problema?

Il problema è che anche se si giustificasse la deriva di una minoranza assoggettata ad una maggioranza che fa solo i suoi comodi, in questo fottuto mondo, la maggioranza delle persone non ha le capacità neanche per decidere bene per sè stessa.

E appunto basta guardarsi intorno, e vedere il teatrino a cui assistiamo in ogni fottuta democrazia.

È un continuo trionfo del nulla, un continuo arrivare al potere attraverso latrati, scorregge, bacioni e chi ne ha e più ne metta, promesse per il popolino, sagre della porchetta e sfoggio di valori che neanche si hanno, sia a destra che a sinistra, non ha rilevanza.

E se questo è dannoso per chi vota certe caricature, figurarsi per chi ha l'intelletto o la capacità per capire cosa porterebbe al benessere ma si ritrova ad essere minoranza.

È come essere in un recinto in cui il 90% sono pecore e un 10% lupi, e arrogarsi il diritto di scegliere le leggi a maggioranza. Il che andrebbe anche bene se le pecore belassero e urlassero al mondo che i lupi e loro devono mangiare erba, perchè magari muoiono i lupi, ma loro sopravvivono e fanno bene. Non è umano, giusto, ma è pur sempre meglio di quello che in realtà è, e cioè che quel 90% di pecore legifera che tutti dobbiamo mangiare la terra, facendo il male non solo per i lupi ma anche per sè stesse.

Ed è qua che certe figure emergono, le stesse che parlano del nulla e ti fanno sentire come uno di loro, per poter avere in mano quel gruppo di pecore e poi legiferare del nulla, fottendo interi paesi.

E questo è un problema legato al fatto che continuiamo a dividerci per territori, non per persone, per confini di terra, non per visioni del mondo e vedute di quest'ultimo.

In realtà che ognuno esprima la propria opinione è sacrosanto, ma quell'opinione dovrebbe valere solo per sè stessi e per tutti coloro che la condividono, non su tutti, in base ad un territorio.

Le comumità andrebbero create per affinità di pensiero, non perchè siamo sullo stesso territorio. Sarà poi la vita a decidere chi ha preso la scelta migliore.

Deve essere il pensiero condiviso e la linea di agire comune a creare un popolo, non il territorio su cui sta.

Pensi che Salvini sia il miglior uomo sulla terra e vuoi votarlo? Bene, unisciti con chi la pensa come te e ti fai governare da lui, con le sue leggi e i suoi dogmi.

Allo stesso modo, ti riconosci in un pensiero diverso? Unisciti a chi ti è affine e sarai assoggettato a quel pensiero che condividi.

Pensi che vaccinare sia stupido e vogliono il tuo male? Ottimo, vai con chi la pensa come te mentre il restante va da un'altra parte.

E sebbene questo, nella realtà odierna dovrebbe stravolgere il mondo, sarebbe l'unica maniera sensata per poter far star bene tutti e non avere imposizioni nè da piccoli dittatori falliti che impongono la loro realtà su tutti, nè da maggioranze becere che votano nell'ignoranza.

Ognuno vive e si unisce per pensiero affine, poi sarà la vita a far vedere chi sopravvive o meno.

Questo non significa che tutti sarebbero felici, significa che ognuno è responsabile del suo pensiero e può decidere per sè stesso ma ne prenderà solo lui le conseguenze, postivie o meno, e non tutti.

Invece siamo rilegati in un mondo dove al comando c'è l'ignoranza...

Siamo in un mondo in cui ci sono maggioranze di pecore che non solo possono decidere e decidono di merda per loro, ma hanno il potere di imporre anche quelle decisioni a chi sarebbe invece in grado di fare il bene sia per loro che per sè stessi.

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13 ore fa, purple pill ha scritto:

 

d'accordissimo.

è una questione che fior di filosofi - tutti più o meno discendenti dall'area dell'anarco-nazionalismo - hanno iniziato a porre almeno dagli anni 70.

Il concetto di "comunità immaginate" Benedict Anderson lo postulò ben 35 anni fa, volendo dire in soldoni che già allora - prima di internet, dei social e della società digitale - la maggior parte degli esseri umani partecipava a una o più comunità slegate da una comune appartenenza geografica e demarcate invece dalla condivisione di cultura e valori.

La teoria dei giochi aveva già dimostrato come questo senso d'appartenenza portasse enormi benefici al singolo, in termini di motivazione e rendimento. 

Qualche anno dopo, Peter Lamborn Wilson, anarchico e studioso influenzato da alcune scuole mistiche dell'Islam che scriveva col nom de plume di Hakim Bey, cominciò a  re-inscrivere il concetto entro una dimensione geografica: ispirandosi, a quanto pare, alle divisioni amministrative dell'Impero Ottomano dette millet, oltre che ad alcune teorie dell'anarco-nazionalismo (depurate però dall'idea della separazione etnica), postulò il concetto di Zona Temporaneamente Autonoma (TAZ), prendendo come caso di studio l'impresa di Fiume. 

TAZ lo lessi che avevo una 20ina d'anni e ci capii poco o nulla, l'ho riletto di recente e mi sono innamorato.

Ma al di là di questo, ci sono due eventi - più o meno paralleli - che mostrano con chiarezza come queste teorizzazioni non siano per nulla campate in aria: una è la diaspora di massa verso i territori dell'ormai ex Califfato, l'altro è la diaspora - forse un po' meno massiccia - verso il Rojava, ovvero il territorio della Siria del nord autogovernato da alcune sigle della guerriglia curda. 

Ma comunque la storia recente era già piena di esempi: la Repubblica di Mahabad, la Rivoluzione anarchica in Spagna, la Comune di Parigi. 

Quando sottrai un territorio all'autorità statale, per farne un'entità fondata su valori e princìpi ben definiti, quell'entità diverrà quasi all'istante una stella polare per chiunque quei valori li condivida. 

Noi probabilmente non vivremo abbastanza a lungo per vederlo, ma io credo che in un futuro non troppo lontano gli stati nazione potrebbero iniziare a collassare sotto la spinta incrociata e dirompente di queste comunità.

I prodromi li stiamo vedendo in Medio Oriente proprio perché - a fronte di confini geografici molto più artificiali e istituzioni statali più giovani e opprimenti - ci sono miriadi di queste comunità, le cui radici -  essendo spesso di ordine etnico e religioso, oltre che politico - sono antichissime e implicano una lealtà molto più profonda di quella verso la bandiera nazionale.

Noi invece viviamo in una situazione in cui queste comunità - che da noi sono perlopiù di ordine culturale, sessuale, estetico e ideologico - sono state fatte esplodere da internet come tante faglie sismiche che attraversano il tessuto nazionale, e ora si cominciano ad avvertire i primissimi eventi tellurici...

Questo concetto di divisione in cellule/tribù lo sto iniziando a vedere anche io, il punto è ma la divisione in tale senso degli Stati cosa comporterà a livello di stile di vita? Forse un'enorme babele in cui la gente non si capisce nulla, perche tra di loro le comunità non si capiranno, e una guerra continua come accade in Medio Oriente. Con un regresso tecnologico forse.

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2 minuti fa, purple pill ha scritto:

mentre le "comunità immaginate" continueranno ad assumere forme sempre più concrete, reali, territoriali.

almeno, così la vedo io

E pure io. 

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