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Punire è Premiare


^'V'^

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nicolino
Il 7/4/2018 alle 16:56 , ^'V'^ ha scritto:

Se non capisci cosa una persona voglia, è perché ti sta manipolando coi contratti nascosti di un bambino. 

Ad esempio, ti dice qualcosa perché spera che tu faccia qualcosa o che tu le dia qualcosa, ma mai e poi mai ti direbbe chiaro che cazzo vuole. 

Poi tu non lo fai. 

E il bambino mette il musino o se ne va in giro a fare la vittima con l'atteggiamento "nessuno mi vuole bene" "nessuno mi capisce". 

A dirti chiaro che cazzo vuole, rischia un no. 

E un bambino, un subumano o una donna non lo rischiano un no. 

(alcune donne fantastiche sì, mi tocca di generalizzare per parlare della massa). 

Il tuo problema non è capire se il suo comportarsi da ritardata manipolatrice sia dovuto a emozioni del momento o se sia dovuto ad un problema reale. 

Il tuo problema è capire, quando hai davanti una persona che vive di contrattini nascosti e goffi tentativi manipolatori, non detti e carte coperte, che non sussiste più una relazione di tipo orizzontale, ma verticale. 

Non siete più alla pari, se mai lo avevi pensato. 

Lei, il subumano, il bambino, si sono palesati come inferiori. 

Avere davanti un essere inferiore non è obbligatorio che ti susciti sentimenti sadici e di sopruso, può benissimo suscitarti voglia di portarla dal parrucchiere e prenderti cura di lei, ma sempre con un atteggiamento in cui è chiaro che ognuno debba stare al suo posto. Un sotto, un sopra. 

Ora, so bene che molti maschi si eccitano quando pensano ad un sotto ed un sopra, spesso sono persone che nella vita non hanno importanza o potere e che se trovano chi è meno importante e potente di loro si gasano e vi si legano. 

Questa è una codipendenza. 

Infatti è una strategia di sopravvivenza del debole, dell'inferiore, del bambino o della donna che fa leva sull'impulso epimeletico

Dico strategia con riferimento alle modalità di sopravvivenza della bloodline, non con riferimento alla razionalità studiata, infatti far leva sull'impulso epimeletico è tipico anche di alcune razze di cani. 

Perché non diventi una trappola, in cui uno per sentirsi più forte si lega a chi è più debole e poi la prende sempre in culo, è necessario che in questi casi la relazione sia SEMPRE verticale. 

Col bambino o col cane lo è. Il bambino lo proteggi e lo guidi, ma non esiste che dica la sua alla pari. 

La donna invece fa la furba, stimolando cure e verticalità quando le fa comodo, e usando il potere della figa per stare in relazione orizzontale o addirittura verticale invertita, quando crede le faccia comodo. 

Questo modus operandi di molte donne emotivamente immature è come un'esca irresistibile per altrettanti uomini con problemi di importanza personale e potere nella vita extra relazionale. 

Il modo per uscire dalla trappola non è quello di studiarsi un repertorio di frasi o di "atteggiamenti" che dovrebbero convincere lei di qualcosa, ma è quello di cercare al di fuori della relazione la propria importanza personale, il proprio potere, il proprio posto nella vita. 

La relazione dovrebbe essere un porto franco dove scambiarsi piacere, non una scacchiera dove contendersi importanza. 

Il problema di questa trappola per maschi, è che uno potrà anche sentirsi importante con un cane, ma poi per colpa di quel cane non può andare in vacanza e se ha modo di stare fuori per un week end a stare bene, deve rinunciare perché ha il cane. 

Infatti lo schiavo è il padrone, non il cane. 

Pertanto una relazione di tipo verticale va sempre valutata secondo vantaggi e svantaggi, concreti, in valuta corrente. 

Di regola tuttavia la scelta più saggia è cercare e cercare relazioni di tipo orizzontale, o se diventa quasi impossibile, provare almeno a favorirle invece che cercare apposta relazioni verticali e favorirne la verticalità per sentirsi importanti. 

Non è una figa che ti dice se sei importante. 

Te lo dicono i maschi che valgono più di te. 

@^'V'^

ho notato che passa il tempo è più ogni minima cosa diventa motivo di lamentele e ripercussioni da parte sua.

ti faccio degli esempi:

Una sera, uscendo da lavoro ,anziché salutarla subito,ho parlato con la mia segretaria.dopo essere usciti le ho dato attenzioni. questo ha scatenato in lei delusione ed è diventata fredda per una mezz ora.

ancora continua a rinfacciarmelo.

Una sera,Ho dovuto cancellare un appuntamento un ora prima, a causa di un colloquio di lavoro improvviso che si è svolto tramite videochiamata.

lei si è presentata lo stesso,affermando la sua volontà di ascoltare il colloquio.

l ho mandata a casa.

Questo ha causato pianti,Non si è fatta sentire per un giorno intero e aveva espresso la sua volontà di non voler stare più con me.

telefonate da parte della madre incessanti.

la sua giustificazione è stata “ma se io facessi le stesse cose,tu come ci rimarresti?

perfavore,immedesimati in me.”

dopo 2 giorni sembra essere rientrata in se,ma sono consapevole che queste storie si ripeteranno.

il punto è: Sono io che non riesco a darle la giusta guida ,evitando problemi su queste stronzate?

In più ho un altra domanda.

lei mi ha parlato di un ragazzo che vive ad Amsterdam e che da circa tre anni (molto tempo prima che ci conoscessimo) la riempie di attenzioni (voglio sposarti,non riesco a pensare a nessun altra oltre a te e complimenti e lusinghe varie).

lui qualche mese fa aveva espresso la sua volontà di venire qui in Italia ad aprile,ovviamente lei ha rifiutato digendogli che sta passando un periodo bellissimo della sua vita e non vuole rovinarlo (tutto questo l ho scoperto,ma non mi è stato detto da lei).

siceramente io la trovo una mancanza di rispetto,grave.

perché nonostante siano lontani,quindi non c è possibilità di vedersi,se questo ragazzo continua  a scriverle da tre anni vuol dire anche anche lui qualche attenzione la riceve e a me non va di fare la parte del “cornuto”.

Soprattutto ,è incredibile come lei possa “sbattere i piedi a terra” sul fatto che io tramite Instagram segua ancora hb con le quali mi sono frequentato,ma lei parla con un altro ragazzo seppure lontano.

c’è soluzione a tutto ciò?

 

Ho saltato un particolare che può essere importante: l età.

lei ne ha 17,io ne ho 19.

 

 

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nicolino

@^'V'^ ti ringrazio per aver dedicato del tempo a tutti i miei interrogativi,anche quelli di qualche settimana fa

Modificato da nicolino
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  • 5 mesi dopo...
El Gione

@^'V'^Quindi Aivia, vediamo se ho capito bene il tuo concetto, applicandolo alla mia relazione.

Io a Roma, lei a Milano. Intraprendiamo una relazione da ormai 2 mesi, molto presi entrambi.

Io, molto sessuale fin da subito, le faccio capire che sono una persona senza freni inibitori e, fin dai primi tempi della relazione, insisto molto sul lato sessuale provocandola molto e mandandole messaggi anche molto spinti, anche se non sempre troppo diretti.

Ora, all'inizio anche lei su questo piano era molto ricettiva: rispondeva a tono e non sono mancate le occasioni in cui era lei a prendere l'iniziativa e ad esprimermi senza troppi fronzoli il desiderio di fare l'amore. Successivamente però mi accorgo che questo sexting, queste manifestazioni di desiderio, da parte sua cominciano a cessare.

Io le faccia notare che per me queste cose acquistano importanza soprattutto perchè, vista la distanza, rappresentano delle piccole ma importanti conferme per il rapporto, per sentirsi fisicamente presenti e desiderati data l'impossibilità di toccarsi e sentirsi per lunghi periodi di tempo.

Lei prova a spiegarsi dicendomi una serie di cose: che in realtà ciò dipendeva dal fatto che stava attraversando un periodo di troppo stress sul lavoro che non le lasciava troppo tempo per poter flirtare come prima, che quando lo stava per fare lei ecco che all'improvviso la anticipavo scrivendo prima io, che il fatto che non mi scrivesse determinate cose non implicava affatto che non le pensasse durante la giornata, che ha avuto esperienze in passato che l'hanno un po' cambiata e frenata sul modo in cui approcciava le conversazioni per telefono, che non è mai tranquilla per la sua privacy riguardo ciò che invia dal suo cellulare (!) etc. etc.

Ovviamente l'ho mandata un po' in crisi quando, in maniera molto diretta e pacata, le ho fatto notare che semplicemente fino ad un mese prima, in realtà, mandava messaggi molto espliciti, foto provocanti e che invece nell'ultimo periodo questo comportamento da parte sua era venuto ad azzerarsi. Quindi tutte le sue scuse/spiegazioni o avrebbero dovuta frenarla fin da subito o non lo avrebbero mai potuto fare.

Mi dice che non vuole perdermi, che non devo neanche minimamente pensare al fatto che lei potesse aver avuto un calo delle sensazioni e delle pulsioni che nutre nei miei riguardi; che il fatto che le avessi fatto notare questa cosa l'aveva spiazzata e che, di conseguenza, si era ancora di più chiusa a riccio sul punto, aumentando il presunto blocco che io le avevo fatto notare. Vabbè...

Viene a Roma, mi fa una sorpresa e passiamo un bel weekend.

Il mio cruccio, tuttavia, rimane e persiste insieme al mio bisogno di sentirmi sessualmente desiderato, specie con la distanza di mezzo.

Premesso che probabilmente, col senno di poi, le ho verbalizzato troppo e troppo a lungo, ti pongo ora la domanda cruciale: adottare la filosofia del “punire è premiare”, ignorando questo suo calo e sganciandomi dal mio desiderio/bisogno che mi ha portato ad esternarle tutto ?; oppure filosofia del “left-exposed” (come suggerivi in un altro thread)? Perchè quello che io temo è che, esternandole quanto sopra, lei abbia capito quanto potere possa avere su di me quella serie di atteggiamenti che io vorrei riscontrare da parte sua durante la relazione a distanza e, di conseguenza, me li nega più o meno inconsciamente. 

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  • 7 mesi dopo...
sebino

(premetto che aveva avuto altri atteggiamenti simili nei miei confronti davanti ad altre persone)

Capodanno, a cena a casa dei suoi amici, tavola imbandita.

Si siede per prima e comincia a spiluccare senza che gli altri si siano seduti, e glielo fanno notare. Siccome l'aveva già fatto in passato io a bassa voce le dico "dai aspetta, anche l'altra volta l'hai fatto". La sua risposta è stata "stai zitto tu, nessuno ha chiesto il tuo parere". Vi giuro che mi sarei alzato e me ne sarei andato, ma  per rispetto dei suoi amici e per amore per lei non lo feci. Io glielo rinfacciai più volte nei mesi successivi.

Ora, qualcuno dice che le avrei dovuto fare il culo in separata sede (glielo feci notare e basta). Qui si dice che, se non ho capito male, avrei dovuto ignorarla e spostare il focus su altro, premiandola per qualche atteggiamento successivo per me positivo.

Dove sta la verità?

Saluti.

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sebino
34 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Nessuno aveva chiesto il tuo parere. 

Era a casa di amici SUOI. 

E dovrebbe cambiare amici se non è padrona a casa loro come loro a casa sua. 

Ti sei fatto strumento della loro repressione morale su di lei, tu che dovevi proteggerla. 

Tu chi sei per ignorare, premiare o punire una cosa che a te non cambia nulla perché pertiene alla sfera delle regole, non della libertà, altrui? 

La libertà altrui significa che tu l'hai portata da qualche parte, lei in quel posto si comporta male limitando attivamente la fruizione della vita degli altri, facendo loro del male, danneggiandoli, rovinando una festa perché ubriaca e attaccabrighe, e allora siccome è una donna e non le metteranno le mani addosso, sta a te capire ed esfiltrarla, l'hai accompagnata, ne sei responsabile. 

Semplicemente la volta successiva ci porti un'altra o vai solo. 

Ma qui non si parla di libertà altrui, si parla di regole arbitrarie e morali, i suoi amici hanno queste regole, che tu puoi condividere o meno ma non puoi imporre agli altri. 

E nemmeno loro. 

Ma non stava spaccando la loro televisione a calci, non stava offendendo un disabile, non stava picchiando una perché ha finito la carta igienica. 

Stava, nel pieno esercizio della sua libertà, e senza violare la libertà altrui, violando una regoletta morale di questi, e dando seguito a quel "fa come fossi a casa tua di cui questi si saranno riempiti la bocca quando è entrata". 

Se violare le regolette morali ha delle conseguenze, lei è libera di soppesarle e di decidere se sia più importante sedersi e piluccare qualcosa o evitare le ripercussioni nel suo rapporto con questi SUOI amici. 

E' libera di decidere, dato che non ferisce, non uccide e non deruba nessuno, come operare ed è libera di pagarne l'eventuale prezzo sociale. 

I suoi amici vivono secondo il motto delle fighe e dei bambini "le mie regole per me/le mie regole per te"? 

Benissimo, allora lei non sarà invitata al prossimo ritrovo. Sai che si perde. 

E tu... tu sei l'invitato, sei ospite di lei... e ti fai medium delle regolette morali dei SUOI amici contro di lei...? 

E lo fai perché la sua libera volontà ti mette in imbarazzo coi SUOI amici? 

Vuoi far vedere ai SUOI amici che porti i pantaloni e che lei fa quello che dici tu, che dal canto tuo sei ligio alle regolette del luogo? 

E' questa l'umiliazione che le vuoi infliggere? 

Di vedere il suo uomo subordinato alla legge morale di recinto e di vederlo vantarsi di controllarla? 

Se tu vai dai TUOI amici e lei si mette a bere poi si attacca per i capelli ad un'altra e si prendono a colpi di puttana, a te non deve importare nulla di chi abbia cominciato o di chi abbia ragione, tu devi portarla via immediatamente, perché sei responsabile di chi porti e starai in futuro più attento e sarai più selettivo. 

Non meno di quanto lo sei stato nello sceglierti gli amici. 

Ma lei sta violando una regoletta morale che le viene imposta in casa SUA. 

E lo sta facendo nel pieno esercizio della sua libertà e sotto la propria responsabilità, perché se a loro non sta bene, eviteranno di invitarla in futuro. 

A te non ti avrebbero invitato in nessun caso, senza di lei, fai team con lei, non con loro. 

Loro non esistono. 

Se sei in casa con un cane, ti vergogni a scoreggiare? 

Tu in casa loro non scoreggi per rispetto a lei, perché lei ti ha portato e la figura coi suoi amici su che gente si sceglie, la fa lei.

Tu in casa loro non scoreggi non perché ti freghi qualcosa di cosa pensano questi tizi di te. 

Perché ti frega di ciò che pensano di lei per tua responsabilità. 

Ciò che penseranno di lei per sua responsabilità, è una questione sua di lei, che non ti tange. 

Non stai cercando di non sembrare scemo ai tuoi amici, stai cercando di non far sembrare scema lei ai suoi amici, per colpa tua. 

Ora. 

Immagina che sono con questa tipa e siamo da MIEI amici. 

I quali non amano che ci si sieda a tavola se non si è seduto per primo il cane sulla ciotola (ognuno ha le sue regole del cazzo). 

Lei è a conoscenza di questa regola, la sa senza dubbio. 

E si siede a mangiare prima del fottuto cane bastardo. 

Al che io non la porto via, perché sta violando una regola, non la libertà altrui. 

Ma siamo a casa di amici MIEI, e la responsabilità di chi porto resta mia e ricade su di ME. 

Allora, mi siedo accanto a lei, e le racconto una storia. 

"Non lo diresti, ma sai che quando sono da solo butto spesso i mozziconi per terra, perché non me ne frega niente di cosa pensano i passanti e mi prendo la responsabilità di quello che pensano..."

"Mi sembra strano, ti vedo sempre buttarli nel cestino, a volte a costo di tenerli in mano per un bel po'" 

"Certo, perché sono con te, e mi interessa cosa pensano di te. Non posso prendermi la responsabilità di cosa pensano di te, non voglio che la gente che passa ti veda accanto a me che butto per terra il mozzicone e pensi che sei una che va in giro con dei bifolchi. Io quando sono con te mi tengo i mozziconi in mano, perché ti amo." 

Educare, e-ducere, significa tirar fuori una virtù che già è presente nell'altra, non significa indicare, in-segnare, segnare dentro, incidere, le nostre regolette del cazzo. 

Tu, a casa dei SUOI amici non violi le loro regolette del cazzo, perché ne risponde lei nel rapporto con loro. 

Se lei le viola nel pieno esercizio della sua Libera Volontà, ne risponde lei nel rapporto con loro. 

Ed è evidente che ha soppesato le cose e ha ritenuto vantaggioso sedersi e mangiare. 

Nessuno ti aveva interpellato a riguardo. 

Eri in squadra con lei, e hai tirato un rigore a porta vuota. Nella Vostra, porta. Nella tua, donna. 

Facendoti latore e braccio esecutivo della falange legislativa dei SUOI amici. 

Per timore, forse, di sentirti in imbarazzo davanti a loro. 

Che è come imbarazzarsi a cagare con la porta aperta perché c'è il cane che gira per casa. 

Il tuo punto di vista è sicuramente da valutare. Però ritengo che sia per certi aspetti esagerato, semplicemente perché il mio era un suggerimento a bassa voce, mentre sono stato io l'umiliato con quella risposta. Non lei.

Non era la prima volta che rispondeva per sminuirmi davanti alle persone.

Lei non deve fare quello che dico io, e non si tratta di regolette. Ovvio che se la vede con i suoi amici. È questione di educazione, un a volta ok, ma sempre significa che non sei educata ne nei modi di fare ne nei modi di rispondere.

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sebino
11 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Bene, e perché ci stai. 

Se non ti va bene come è e come si comporta, perché non è successo solo una volta o due? 

Perché sai ancora lì?

E' evidente che c'è qualcosa che lei ha e che a te interessa più della tua dignità. 

Poiché questo si sente, è un'aura densa che compenetra ed avvolge ogni tuo gesto e parola... 

Beh, dimentica di avere influenza su di lei. 

Quando tu sarai fiamma e lei falena, allora magari qualche regoletta puoi pure metterla. 

Il fatto è che quando sei fiamma di mettere regole non ti importa nulla. 

Ma in fatti mi ha lasciato, proprio perché, per sintetizzare ho perso me stesso e non ero la fiamma.

14 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Mi è successo di umiliarmi con le mie parole, o con una mia azione. 

Mai mi è successo di essere umiliato dalle parole di una donna. 

A me non è mai successo di auto-umiliarmi.

Forse umiliazione non è il termine più opportuno, comunque una che ti dice "stai zitto.." davanti a tutti, anche no.

17 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Se ha torto sminuisce se stessa, nel rispondere.

Se hai torto tu sei sminuito dalla tua azione o parola, non dalla sua risposta. 

Capisco il tuo punto di vista, ma per me non è così, non finché non rispondi a tono, ma io non sono fatto così se poi parto sono cattivo.

Non sono d'accordo sul fatto di essere sminuito dalla mia azione, non in questo caso.

20 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

E tu perché giri con una maleducata? Sei un tossico e lei ha la morfina? 

Non lo so, forse perché ero sotto emotivamente, e comunque era lei la tossica. 🤣

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29 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

 

E tu perché giri con una maleducata? Sei un tossico e lei ha la morfina? 

COme ci insegni nella famosa opera ‘contatto’, la relazione ha gli effetti una tossico-dipendenza.

si può semplicemente non dipendere da uno solo dealer e/per conseguenza mostrare meno dipendenza verso di lei e la sua ‘sostanza’.?

Modificato da Attato
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