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Ho deciso, all'improvviso, di andarmene.


IlPianista

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WolverineT

Non sono per nulla d'accordo, perchè rischi di arrivare a 25 anni senza sapere veramente un cavolo di utile e trovarti troppo vecchio per il mercato mondiale.

È molto meglio lavorare un anno all'estero per chiarirsi le idee, e poi eventualmente tornare in Italia a studiare (o altrove). Per esperienza diretta, chi lavora un po' prima di iniziare l'università, la fa più seriamente, in meno tempo e con migliori risultati.

Concordo e parlo per esperienza putroppo, perche' con un esperienza del genere capisci cosa vuoi fare, perlomeno hai piu possibilita' di capirlo,

io l'avessi fatto, ma non potevo quella volta per problemi di salute, ma appena ho avuto possibilita' l'ho fatto, non sono andato a vivere lontano, sempre in Europa, ma lingua completamente diversa, be' inglese( Dublino).

Concordo pienamente cmq con la citazione!

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WolverineT

anche io sto pensando di tornarmene a Dublino - ci sono già stato quasi un'anno tempo fa - mi sto organizzando , ho già il social number , tax number etc. -

gli stipendi erano da paura , una cosa mai vista da queste parti - il freddo in alcuni mesi è tosto..però uno trova il modo di scaldarsi :)

mi sa che a breve si parte amigos

Be' io sono tornato ad inizio agosto,

si gli stipendi sono alti ma notevolmente calati, un cameriere nel periodo tigre celtica prendeva 11 euro netti l'ora( in regola) adesso 8,65

anche 6( esperienza) anche nell'IT che e' il core del business a Dublino gli stipendi mi hanno detto che sono un sacco calati, ovvio ragazzi sempre meglio che qua...ma questo e' un altro discorso!

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alphabeta

Be' io sono tornato ad inizio agosto,

si gli stipendi sono alti ma notevolmente calati, un cameriere nel periodo tigre celtica prendeva 11 euro netti l'ora( in regola) adesso 8,65

anche 6( esperienza) anche nell'IT che e' il core del business a Dublino gli stipendi mi hanno detto che sono un sacco calati, ovvio ragazzi sempre meglio che qua...ma questo e' un altro discorso!

ebbi il culo di andare nel pieno della ripresa - stipendio da paura (IT) - trovai il lavoro dopo una settimana - pagavano ogni settimana.

insomma cose che da noi sono un sogno lontano - ma ho saputo cmq già da un pò che le cose sono cambiate

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LaScazzata

A chi è andato a vivere a Londra

a Berlino, a Parigi, a Milano o Bologna

ma le paure non han fissa dimora

le vostre svolte son sogni di gloria ..

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^X^

beh il cambiamento sociale non parte dal singolo? Se il caos di quest'epoca è dovuto, cito: "all'ingordigia della popolazione over 50" vuol dire che i futuri 50enni saranno coloro che attualmente hanno 20anni. Forse ho perso di vista il punto fondamentale del discorso è per questo la vedo troppo facile e lineare la questione però a me non pare difficile.

Il 20enne cresce con una certa mentalità. Fra 30 anni non avremo una classe politica deviata dal denaro (tanto per partire con un luogo comune).

Se il 20enne, sano e con una certa mentalità espatria, il crash del paese allora è assicurato!

Che la storia del mondo fosse bene o male ciclica l'ho sempre pensato, con un occhio rivolto però alla parte "bellica".

Non capisco come puoi dire che il cambiamento sociale parte dal singolo... non mi vengono in mente esempi reali. Quello che può succedere è che un singolo catalizzi dei trend già in atto, ma appunto la società doveva già andare in quella direzione.

Non è Hitler che ha creato la germania nazista, è la germania tendenzialmente nazista di quel periodo che ha creato Hitler (e la stessa cosa si può dire di Berlusconi, o di Mandela, di Ghandi ecc).

Se la società punta altrove, non c'è singolo individuo che tenga.

Su una cosa però hai ragione: la prospettiva di un ventenne può (DEVE) essere diversa dalla mia di quarantenne.

Un ventenne può stimare che dopo un duro lavoro di ricostruzione di altri vent'anni il mondo sarà migliore, e sarà ancora giovane dal goderselo.

Mettiti però nei miei panni di quarantenne: ora che quelli che hanno causato i problemi spariscono, sarò vecchio io quindi non posso permettermi di aspettare vent'anni. Le mie soluzioni devono essere quindi più immediate delle tue.

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The President

Brava Scazzata, Londra ormai è bella che sputtanata, sembra la mecca dei viaggi della speranza italici...al massimo ormai si può trovare posto in qualche ristorante, sottopagati. Certo è la città che offre più al mondo per i giovani...però bisogna fare davvero dei sacrifici per essere competitivi in un ambiente simile.

Decisamente meglio cercare lavoro a Glasgow per esempio, grande città a bassa disoccupazione, ed ambientino comunque molto open minded, l'ideale per un giovane in carriera.

Dublino invece è da scartare, debito pubblico a livelli italiani, disoccupazione in aumento e banche in crisi...

Modificato da The President
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alphabeta

visto che qualcuno me l'ha chiesto ricordo questo simpatico aneddoto di Dublino

le tipe in strada o nei locali venivano da dietro e....sbaamm - una manata sul culo oppure una bella strizzata davanti :D hahaha erano tremende

la prima volta rimasi sconvolto e loro tutte che se la ridevano

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CrimsonQueen89

A chi è andato a vivere a Londra

a Berlino, a Parigi, a Milano o Bologna

ma le paure non han fissa dimora

le vostre svolte son sogni di gloria ..

Permettetemi un piccolo OT: mitica LaScazzata che si ascolta i Zen Circus! :good:

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The President

visto che qualcuno me l'ha chiesto ricordo questo simpatico aneddoto di Dublino

le tipe in strada o nei locali venivano da dietro e....sbaamm - una manata sul culo oppure una bella strizzata davanti :D hahaha erano tremende

la prima volta rimasi sconvolto e loro tutte che se la ridevano

Le Irish dovrebbero fare un po' di lezioni alle italiche :D

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FarEast

Signori,

affronto sempre in modo molto critico questo tipo di discussioni, forse perche' a suo tempo (e non parlo di decenni fa, visto che di anni non ne ho poi moltissimi piu' di te) mi affidai ai consigli di quella che e' stata la piu' grande guida che ho avuto dal punto di vista del business, ovvero mio padre, e che il tempo ha confermato avere totalmente ragione.

Considera che se sei una persona senza competenze in Italia, lo sei anche in Inghilterra, in Francia o in Germania o in qualsiasi altro di questi luoghi, con l'aggravante che non padroneggi nemmeno la lingua.

Considera che se sei alla ricerca di lavori umili in quei luoghi ci sono tantissimi altri 'extracomunitari' con cui competere, sia in termini di costo, sia per il fatto che probabilmente loro la lingua la parlano pure. Venendo questa gente in luoghi ben piu' disastrati dell'Italia, inoltre, e' disposta ad aaccettare anche tenori di vita che per noi, o meglio per molti di noi, sarebbero assolutamente inaccettabili.

Qual'e' il mio consiglio? E' lo stesso che ricevetti a suo tempo: studiare, acquisire competenze "vere", formarsi dal punto di vista delle relazioni con gli altri e del carattere. Dove e che cosa studiare e' un altro discorso, che dipende un po' dagli obiettivi che hai per il tuo futuro. Lo studio all'estero e' un'esperienza estremamente formativa (molto di piu', a mio avviso, di fare il cameriere nel ristorantino sfigato o il barteneder nella discoteca) dal punto di vista umano.

Anche per quanto riguarda questo, sono abbastanza scettico su alcuni sistemi scolastici esteri e ritengo che vadano scremati con molta attenzione (si vado in controtendenza, ma faccio parte dei sostenitori del modello d'insegnamento italiano).

Quale puo' essere un percorso ideale, a mio avviso, insomma? Per una persona che condivide la mia mentalita' e i miei obiettivi puo' essere il seguente:

- Percorso di studi in Italia (dove nella parola "studi" sono categoricamente escluse le varie scienze delle merendine e altri indirizzi francamente molto discutibili) comprendendo laurea triennale e specialistica. E fare in modo che non duri piu' di 6 anni (perche' sono buono e un annetto buttato per una miriade di ragioni possibili lo voglio includere);

- A percorso di studi inoltrato, indicativamente tra il secondo semestre del secondo anno e il primo semestre del quinto anno, un'esperienza di studio temporanea all'estero (non piu' di un semestre);

- Entro la fine del percorso di studio, ALMENO un'esperienza di stage all'estero e/o in Italia, per una durata dai 3 ai 6 mesi (non di piu', altrimenti si rischia di rallentare troppo il percorso di studi). Alcuni consigli riguardo questo punto:

  1. lo stipendio/rimborso spese e' una variabile totalmente ininfluente. Consideratelo fin dall'inizio come un investimento;
  2. se quel periodo di stage e' vissuto in un luogo estero, o comunque lontano da casa, MAI comportarsi come se si fosse in vacanza. Il fulcro dell'esperienza e' lo stage, lavorate, lavorate e lavorate. Non chiedete giorni di ferie aggiuntivi (siete li solo pochi mesi in fin dei conti), non fatevi problemi a rimanere in ufficio anche tardi NE' LAMENTATEVI MAI. Questo non significa fare gli zerbini del boss, significa riconoscere che non sapete fare un cazzo e che siete disposti a dedicarvi anima e corpo per imparare e per crescere;
  3. sfruttate, inoltre, quel periodo come un'occasione per fare networking. Parlate con tutti, con clienti, con fornitori, con colleghi, con competitor. NON DITE MAI DI NO, qualora ci siano inviti a cena, anche se e' gente che non vi piace, che vi sta sul cazzo o che vi fa i dispetti in ufficio.

- A questo punto, terminato questo percorso, ha finalmente senso andare all'estero come un professionista, non come uno sfollato che viene sputato dal proprio paese e che vale meno di zero.

Su quali paesi scegliere per le prime esperienze all'estero, esistono scuole di pensiero molto discordanti. Dal punto di vista prettamente del business viene da se' che scegliere uno dei BRICS (anche se la R non mi convince poi cosi tanto) e imparare PERFETTAMENTE la lingua di riferimento puo' rivelarsi un ottimo investimento per il futuro. Dipende sempre, comunque, dal tipo di attivita' a cui sei interessato.

La mia visione e' piuttosto estrema e non faccio parte della cerchia dei falsi moralismi e del "fai quello che ti piace", ma se al tempo avessi preso e fossi partito facendo come dici tu, non so dove sarei oggi. Sono abbastanza certo che non mi troverei nel luogo dove sono oggi (scoperto per caso proprio durante l'universita'), non farei il mestiere che faccio, ne' rivestirei la posizione che rivesto oggi nel mio circolo sociale. Anzi, probabilmente, non sarei nemmeno in tale circolo sociale. E, per concludere, sicuramente sarei ancora ben lontano dall'autonomia finanziaria (e per autonomia finanziaria non intendo il riuscire a pagarsi le bollette e l'affitto, ma intendo un step ben oltre).

Saluti.

Modificato da FarEast
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