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Credete ad una vita dopo la morte?


onirius

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SheldonCooper

Mi piace molto questo intervento, di fatto cerchi di porre l'attenzione sul qui e ora nella vita, conclusione giusta e logica, ma nella natura umana si pone la felicità sempre con il raggiungimento di un obbiettivo posto nel futuro, la nostra natura ambiziosa lo impone e il vivere nel momento presente è filosofia orientale applicabile difficilmente qui in occidente.

La tua visione della morte è molto vicina al panteismo, conosci la teoria di gaia? Dice che noi non saremmo altro che un cancro per questo pianeta.

Come già detto, di base sono molto scettico ma non prendo mai nulla con le pinze, come gli uomini antichi credevano che gli dei fossero responsabili della ciclicità del giorno e della notte, credo che la scienza debba ancora spiegare moltissime cose dell'universo e dell'uomo.

In questi ultimi 20 anni la fisica quantistica sta mettendo in discussione molte teorie della fisica meccanica, molti scienziati si stanno convincendo che il nostro universo sia in realtà multiplo e sovrapposto, credo che non esista religione che spieghi la nostra esistenza, ma di certo noi siamo molto di più di quello che ci dicono.

Non definirei l'uomo un cancro per il pianeta... semplicemente ha intrapreso una strada evoluzionistica sbagliata. L'uomo ha ceduto alle comodità del progresso scientifico. Si è rivolto alla praticità. Piuttosto che dedicarsi ad uno studio dell'uomo nel suo complesso, si è dedicato allo studio degli eventi esterni, dell'universo, della pioggia, della materia, invece che dedicarsi ad uno studio dell'uomo come essere vivente complessivo. Alexis Carrel dice che è assurdo che esistano le specializzazioni per quanto riguarda noi esseri umani, che invece per capirlo lo si dovrebbe studiare come essere complessivo armonioso, non a pezzi: il dentista si occupa dei denti, il chiropratico della schiena, l'ortopedico dei muscoli, delle ossa e delle articolazioni in generale, e se gli dici che hai degli attacchi di ansia ti suggerisce di andare da un psichiatra. Ma non è questo l'argomento che ci interessa.

Dicevo che l'uomo, secondo me, si è evoluto in modo sbagliato. Col tempo ha cominciato a mettere da parte il lato spirituale di sé per dar risalto a ciò che lo circondava, e questo modo di pensare lo ha allontanato sempre di più da sé stesso, dalla natura, e sopratutto dal suo inconscio. L'inconscio è una scoperta relativamente nuova, sebbene da sempre si sappia della sua esistenza, di questa forza "oscura". L'hanno chiamata destino, coincidenza, Dio, dejà vu, ma ora possiamo dargli un nome definitivo. L'inconscio ha molta più forza del conscio, è una forza che governa noi e tutto il resto, e ce ne stiamo allontanando. Non che non ci governi più, è impossibile, ma quando prende le sue decisioni (e lo fa sempre), non entriamo in conflitto. Da qui poi nascono varie malattie mentali come le nevrosi. Però in questa epoca in cui la tecnologia e le scoperte scientifiche incombono come una catastrofe, l'uomo occidentale sente sempre più il bisogno di rientrarci in contatto. Ecco perché lo yoga è sempre più in voga, e i misteri della cultura orientale ci affascinano. Jung sosteneva addirittura che gli UFO che spesso vengono avvistati nel cielo non sono null'altro che un simbolo che l'inconscio fa emergere duranti esperienze di sogno o visione. Il rotondum (un cerchio o una sfera) è infatti simbolo archetipo che ogni cultura ha sempre identificato come segno di totalità, compiutezza e perfezione.

La religione era il modo di vedere le cose dell'uomo ancora attaccato al mondo spirituale, mentre la scienza è il nuovo modo di vedere le cose in modo pratico, freddo. Non ritengo necessariamente che uno debba essere migliore o più corretto in un altro, dico semplicemente che sono due modi di vedere la natura e ciò che ci circonda.

Se dovessi rispondere alla domanda "Ma tu credi in Dio?", direi di sì, ma non come lo concepiscono le varie religioni. Secondo me Dio è in tutti noi, ed è la nostra capacità di entrare in "metamorfosi" con ciò che ci circonda. Dio è il nostro inconscio. E se mi chiedessero cos'è l'inconscio, direi che è quella forza che governa l'universo, che ha creato il mondo. Quella forza che ci ha fatti nascere dalle polveri di stelle. Se guardi la rappresentazione di un atomo di ossigeno sembra che stai guardando la rappresentazione del nostro sistema solare. Le grandi cose come le più piccole sono governate dalla stessa identica forza. E' il caos, è Dio. Questa forza è in noi, ed è il nostro inconscio. Se lo seguissimo, se fossimo in armonia con esso, nessuna delle angosce che adesso ci opprimono esisterebbero più. Ma le comodità pratiche del mondo moderno hanno preso il sopravvento.

L'uomo è ciò che è da poco, pochissimo tempo. Abbiamo vissuto molti più anni credendo che gli dei governassero il nostro mondo, e tutte queste credenze, timori , speranze, ce le portiamo dietro nel nostro bagaglio genetico. Un bimbo nasce con tantissime informazioni dentro di sé, non è un vaso vuoto che va riempito con gli anni che passano, come molti credono. E noi stiamo vivendo un distacco, oggigiorno, troppo brusco e violento con quel mondo antico e pieno di simboli, e i risultati si vedono chiaramente. L'uomo è infelice, ma non perché non riesce a comprare casa o perché la moglie gli ha messo le corna, ma perché non vive più con sé stesso. Siamo tutti pieni di nevrosi, atteggiamenti dannosi, perché viviamo una vita dannosa. La nostra coscienza ci ha portato su binari sbagliati, sta a noi riportarla su quelli giusti.

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dickinson1

allora mi collego all'argomento con il punto di vista di Platone.

Secondo Platone, la realtà si divide in due parti.

Una parte è rappresentata dal mondo sensibile, in cui tutto scorre e di cui possiamo ottenere una conoscenza approssimativa attraverso i sensi, l’altra invece è costituita dal mondo delle idee, eterne e immutabili, che possiamo conoscere usando la ragione.

Allo stesso modo anche l’uomo è formato da due parti: abbiamo un corpo legato al mondo sensibile che scorre come ogni cosa di questo mondo; ma abbiamo anche un’anima immortale che può contemplare il mondo delle idee.

L'anima soltanto conosce le idee, e seguendo la teoria de "il simile conosce il simile", come le idee sono invisibili, anche l'anima lo è, all'incontrario del corpo che è visibile e immerso nel mondo sensibile.

Inoltre per essere veramente “libera” l’anima deve svincolarsi dalla prigionia del corpo che viene sentito come incompleto e insignificante. L’anima è principio di vita per sè stessa e per il corpo, mentre quest’ultimo senza l’anima sarebbe inanimato.

L’anima è il soggetto della conoscenza e conosce veramente quando interrompe i contatti con il corpo, ossia dopo la morte.

Il corpo è dunque solo sorgente d’illusione e d’orrore, a causa dei sensi.

Perciò l’anima deve purificarsi dal corpo mediante la conoscenza e aspirare a separarsi definitivamente da esso dopo la morte.

Modificato da dickinson1
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PadrePlotino

non credo alla vita dopo la morte, so che c'è.

Ovviamente con tanta assertività mi renderò antipatico agli occhi di molti... beh pazienza.

Detto questo, ritengo che per vivere bene sia NECESSARIO non coltivare speranze di una vita migliore conclusa la vita terrena, anzi è meglio credere che la vita terrena sia l'unica possibile in quanto ciò permette di evitare di proiettare i propri desideri in un incertissimo post mortem.

Come dice nietzshce in zarathustra: RESTATE FEDELI ALLA TERRA E NON CREDETE A CHI VI PARLA DI SOVRATERRENE SPERANZE! ;)

Modificato da PadrePlotino
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hunt

sono sempre colpito da una questione: da migliaia di anni le persone si interrogano su se stessi e su dio in ogni angolo del pianeta. La filosofia Buddista, La filosofia persiana, l'induismo, il crisitianesimo. Le domande che sorgono sono sempre quelle. Passano migliaia di anni, progrediamo, impariamo, conquistiamo terre e spazi, ma le domande sono sempre quelle.

Forse l'uomo è davvero molto più di quel che pensa, ma il fatto di pensare di essere molto più di quel che è lo trascina nell'inganno.

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onirius

sono sempre colpito da una questione: da migliaia di anni le persone si interrogano su se stessi e su dio in ogni angolo del pianeta. La filosofia Buddista, La filosofia persiana, l'induismo, il crisitianesimo. Le domande che sorgono sono sempre quelle. Passano migliaia di anni, progrediamo, impariamo, conquistiamo terre e spazi, ma le domande sono sempre quelle.

Forse l'uomo è davvero molto più di quel che pensa, ma il fatto di pensare di essere molto più di quel che è lo trascina nell'inganno.

Vorresti dire che l'uomo è egocentrico? Non credi che la vita sia più che una sequenza di causa ed effetto?

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onirius

sono sempre colpito da una questione: da migliaia di anni le persone si interrogano su se stessi e su dio in ogni angolo del pianeta. La filosofia Buddista, La filosofia persiana, l'induismo, il crisitianesimo. Le domande che sorgono sono sempre quelle. Passano migliaia di anni, progrediamo, impariamo, conquistiamo terre e spazi, ma le domande sono sempre quelle.

Forse l'uomo è davvero molto più di quel che pensa, ma il fatto di pensare di essere molto più di quel che è lo trascina nell'inganno.

Vorresti dire che l'uomo è egocentrico? Non credi che la vita sia più che una sequenza di causa ed effetto?

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onirius

allora mi collego all'argomento con il punto di vista di Platone.

Secondo Platone, la realtà si divide in due parti.

Una parte è rappresentata dal mondo sensibile, in cui tutto scorre e di cui possiamo ottenere una conoscenza approssimativa attraverso i sensi, l’altra invece è costituita dal mondo delle idee, eterne e immutabili, che possiamo conoscere usando la ragione.

Allo stesso modo anche l’uomo è formato da due parti: abbiamo un corpo legato al mondo sensibile che scorre come ogni cosa di questo mondo; ma abbiamo anche un’anima immortale che può contemplare il mondo delle idee.

L'anima soltanto conosce le idee, e seguendo la teoria de "il simile conosce il simile", come le idee sono invisibili, anche l'anima lo è, all'incontrario del corpo che è visibile e immerso nel mondo sensibile.

Inoltre per essere veramente “libera” l’anima deve svincolarsi dalla prigionia del corpo che viene sentito come incompleto e insignificante. L’anima è principio di vita per sè stessa e per il corpo, mentre quest’ultimo senza l’anima sarebbe inanimato.

L’anima è il soggetto della conoscenza e conosce veramente quando interrompe i contatti con il corpo, ossia dopo la morte.

Il corpo è dunque solo sorgente d’illusione e d’orrore, a causa dei sensi.

Perciò l’anima deve purificarsi dal corpo mediante la conoscenza e aspirare a separarsi definitivamente da esso dopo la morte.

Conosco il pensiero di Platone, tenendo conto che la Grecia è padre di tutte le religione, in questo filosofo trovo molti concetti buddisti

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hunt

No no, non intendo che l'uomo è egocentrico. Intendo dire che per quanto molti di noi vivano conflitti interiori che gli sembrano esclusivi (io ad esempio fino a poco tempo fa in mezzo alla gente mi sentivo profondamente solo e soffrivo per questo anche profondamente, sentivo di non riuscire a essere empatico con gli altri), in realtà sono problemi per così dire esistenziali. Il domandarsi della vita e vari ragionamenti che ciascuno di noi a livelli più o meno profondi in realtà sono comuni ad ogni epoca ed a ogni individuo.

La società contemporanea ai miei occhi sembra fortemente centrata sull'individuo, sulla sua realizzazione, sul suo pieno sviluppo e pare che mai come prima d'ora l'uomo abbia avuto così tanto benessere. Certo ci sono problemi ma è come se il momento presente fosse il centro dell'esistenza come se i dilemmi di oggi fossero assoluti e esclusivi.

Ma poi leggo testi del 800 d.c, del 200 a.c. e noto che le domande che l'uomo si pone sono sempre quelle, i dubbi che attanagliano ogni uomo sono sempre quelli in angolo della terra e in ogni periodo storico. E tutta la grandiosità del presente scompare. Tutte le informazioni che possiamo avere sono inutili. Certo, viviamo meglio e più a lungo, e di questo ringrazio Dio. Ma non avvicinano l'uomo di un millimetro a se stesso.

Il sapere che i miei dubbi sono comuni e condivisi per me è come una boccata di ossigeno, perchè mi accomuna a tutti. Mi rende più umano e più semplice.

Per quanto riguarda il meccanismo causa effetto sono combattutto sulla risposta. L'unica risposta sensata che mi viene in mente è che se uno crede a questa legge allora questa legge vale, se uno non ci crede allora non vale. Ma questo è una mia teoria.

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wrong

non credo alla vita dopo la morte, so che c'è.

Ovviamente con tanta assertività mi renderò antipatico agli occhi di molti... beh pazienza.

Detto questo, ritengo che per vivere bene sia NECESSARIO non coltivare speranze di una vita migliore conclusa la vita terrena, anzi è meglio credere che la vita terrena sia l'unica possibile in quanto ciò permette di evitare di proiettare i propri desideri in un incertissimo post mortem.

Come dice nietzshce in zarathustra: RESTATE FEDELI ALLA TERRA E NON CREDETE A CHI VI PARLA DI SOVRATERRENE SPERANZE! ;)

Alla fine si ritorna sempre lì. Esiste l'anima? quella che Pascal diversi secoli dopo definisce Res Cogitans?

Oppure possiamo essere ridotti ad un sistema meccanicistico come sostiene Humme e l'empirismo?

Non penso arriveremo mai ad una risposta ma forse con lo studio delle neuro-scienze ci avvicineremo sempre di più

Io sono agnostico ma trovo più convincente l'idea che siamo solo una serie di reazioni chimiche molto complesse.

Un avvocato (australiano, credo) ha raccolto quelle che lui ritiene essere le evidenze più significative dell'oltrevita.

È pure offerto 1 milione di $ per chi riuscisse nel tentativo mostrare che quelle evidenze non sono tali.

http://www.victorzammit.com/

Le solite puttanate. C'era anche un chirurgo americano che ne era convinto e si era inventato stronzate pseudo-scientifiche convinto di essere riuscito a dimostrarlo.

Modificato da wrong
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battersea

Solitamente quando ci sono queste discussioni nei forum dopo le prime 5 risposte si degenera nel fanatismo:

"Gesù vi farà bruciare tutti all'inferno, miscredenti".

"Credete in un Dio solo per codardia, dopo la morte non c'è nulla. Codardi!!"

"Lo dice la scienza!! ... Lo dice la religione!!"

Invece qua siamo ormai a pagina 4 e continua a regnare uno spirito di rispetto e attenzione reciproca verso le altre idee. Bé, amo questo forum anche per questo.

OK, la sviolinata è terminata, andate in pace. Mi preme però farvi notare un piccolo dubbio che mi attanaglia.

Siamo fatti di materia, di energia e di coscienza. Quando moriamo il corpo cessa le sue funzioni biologiche.

La materia cessa di esistere? No, si trasforma in centinaia di nuove sostanze che arricchiscono nuovamente l'universo

L'energia cessa di esistere? No, a livello submolecolare siamo tutti parte di un'unica energia perpetua

Perché dunque la nostra coscienza dovrebbe cessare di esistere? A me viene da pensare che piuttosto tornerà a fare parte di un qualcosa... O no?

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