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Credete ad una vita dopo la morte?


onirius

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hunt

curiosa

Possibile che Essere Vivi vuol dire semplicemente sentirsi vivi. Il più grande mistero di questo mondo, ciò da cui tutto discende si riassume in un semplice sentire.

Io sono vivo perchè sento, perchè vedo, perchè parlo. Ma anche se non vedessi, non parlassi, non sentissi sarei comunque vivo.

Mi trovo in difficoltà a porre per scritto quello che penso, perchè non sono pensieri parlati ma "sentiti" e le parole che vorrei esprimerti per definire il mio concetto credo non esistano. La frase che meglio posso utilizzare è: "io sono vivo". Ma cosa è l'io, cosa significa essere e cosa vuol dire una frase che non ammette contrario non riesco a comprenderlo.

Forse dovrei ammettere che sono ignorante e che non so nulla ma soprattutto non so le cose che penso di sapere, perchè se non sono in grado di ammettere che non so neppure quello che sono, come posso pensare che qualunque altra informazione che io conosca sia vera?

Ma credo di essere andato in OT e di essere entrato nel filosofico :)

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curiosa

Secondo me anche se fisicamente il tuo corpo esiste, se non hai coscienza del tuo essere non sei una persona viva.

Un sasso esiste, ma non avendo coscienza non ha vita. Comunque non sei ot, stiamo parlando appunto di cosa c'è dopo la morte, ma sapere cos'è la vita è strettamente legato all'argomento.

Modificato da curiosa
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hunt

Continuo ad avere un enorme difficoltà ad esprimere i miei pensieri perchè non sono certi. Dovrei essere certo dell'incerto per esprimerli con chiarezza ma non lo sono.

Un sasso esiste, ma non ha coscienza. Ma io ti domando cosa vuol dire avere coscienza? Una foglia è viva? ha coscienza? e poi avere coscienza implica che ci sia qualcuno che abbia coscienza e possa anche non averla. Cioè un uomo può avere coscienza ed allora è vivo, e se non ha coscienza allora è morto? (probabilmente i preti (brutta razza quella dei preti) a questo punto lapiderebbero vivi sia me che te). Ma allora un uomo è coscienza. A questo punto il dillemma si sposta a cosa sia la coscienza.

Come ho risposto in un altro Thread, seconodo me essere vivi significa creare. Ogni cosa, dalla più grande alla più più piccola che entra nella mia coscienza è una mia creazione. Io esisto e sono vivo perche tutto esiste, io sono legato al tutto, io sono il tutto, e sono legato dalla creazione.

Ma poi boh, oltre non riesco ad andare.

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TooMainstream

Purtroppo no

Anche se la morte ti fa apprezzare la vita

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SheldonCooper

Esistono morti ben più preoccupanti di quella fisica.

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dickinson1

Esistono morti ben più preoccupanti di quella fisica.

illuminaci

A meno che tu non voglia considerare la morte dell'ego o della propria autostima.

O peggio ancora la morte celebrale,una morte piu' difficile di quella terrena.

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curiosa

Come cosa vuol dire coscienza? La coscienza è sapere. La foglia, fintanto che è attaccata all'albero, respira ed in quanto tale è un essere vivente, ma non vive perchè per quanto ci è dato sapere, non ha coscienza della sua stessa vita. Esiste, finisce il suo ciclo vitale, muore.

Si può fare lo stesso paragone con un uomo in coma: è assolutamente vivo fisicamente, ma non potendolo capire (almeno per quanto ci è dato sapere) non è realmente vivo.

Tu preferisci unire tutti gli esseri in un calderone, io preferisco suddividerli.

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SheldonCooper

illuminaci

A meno che tu non voglia considerare la morte dell'ego o della propria autostima.

O peggio ancora la morte celebrale,una morte piu' difficile di quella terrena.

Il nostro modo di vivere ci impone di avere paura della morte, a considerare la vecchiaia come una malattia, quando invece sono passaggi naturali dell'essere vivi.

Da piccoli siamo sempre abituati a guardare al futuro, a quello che succederà dopo. In America, appena una coppia sposata concepisce un bimbo, i genitori cominciano fin da subito a mettere soldi da parte per l'università del proprio figlio. Da quando mettiamo piede a scuola, fino a quando non usciamo dall'università, viviamo un periodo di "preparazione". Quando cominciamo a lavorare, vogliamo sempre puntare alla promozione. Puntiamo mente e corpo su quello che avverrà.

Frasi come "si inizia a vivere dopo i quarant'anni" ci inducono a vivere una vita che per il momento non c'è, ma che forse in futuro ci sarà. E intanto il tempo passa.

La nostra vita è quasi come un castello di carte, di sabbia, che sarà completa e soddisfacente solo quando sarà finito. Poi arriva la morte a metà strada e distrugge tutto.

Le persone non dovrebbero avere paura della morte fisica, quella c'è per tutti. Si deve avere invece paura della morte di se stessi, della vita interiore. Una persona insoddisfatta della propria vita, che non riesce a darne una svolta, è più morta di una sottoterra. E' incatenata nel circolo vizioso della costruzione.

Un bruco per adempiere al suo scopo deve morire, e diventare una farfalla. Il seme che non si rompe sarà per sempre un seme e non avrà adempiuto al suo dovere, all'essenza della sua esistenza. Una persona che non ha il coraggio di dare una svolta nella vita, di viverla adesso e senza scuse, non è niente più di un seme che non si è schiuso, di un bruco che ha avuto paura di rompere l'involucro della pupa. E' una persona morta.

Personalmente se dovessi avere paura di qualcosa, non di certo temerei la morte fisica. Piuttosto mi preoccupo di vivere di rimorsi e senso di colpa, con la coscienza offuscata dal passato e con gli occhi volti al futuro, mentre ciò che conta realmente, cioè il presente, mi sfugge di mano.

Per quanto riguarda invece la domanda del topic "Credete ad una vita dopo la morte?", rispondo di sì, ma non come la concepiamo noi. La natura non fa distinzione. Una essere umano non è più vivo di una quercia, di un fascio d'erba, della fertile terra, o in generale di tutto ciò che ricopre questo pianeta. Ha un suo ciclo naturale, armonioso, e quando chiudiamo gli occhi ci aggreghiamo e contribuiamo come possiamo a questo equilibrio.

In natura, dopotutto, tutto si trasforma.

Modificato da SheldonCooper
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hunt

si, cosa vuol dire coscienza? Noi sappiamo di esistere perchè abbiamo coscienza di noi stessi, non perchè abbiamo coscienza. Non sappiamo cosa abbia coscienza.

Posso farti un legame con la fisica quantistica per chiarezza. La realtà non è univocamente determinata ma è un'onda di probabilità, cioè esistono delle probabilità relative al suo stato. Ora. La realtà collassa in uno stato quando un osservatore prende atto di come è la realtà. Banalmente, finchè non vedo una oggetto quell'oggetto non esiste come noi lo concepiamo ma è in uno stato probabilistico. Siamo noi quindi tramite la coscienza che diamo realtà alle cose. Il grande problema è pero capire cosa ha coscienza. Noi l'abbiamo, e sappiamo di averla perchè abbiamo coscienza di noi stessi. Ma non sappiamo se un cane, un gatto, una foglia o un sasso l'hanno perchè non siamo in grado di "entrare nei loro panni". Il nostro punto di vista è inevitabilmente sempre nostro. Da qui poi il problema di cosa è veramente la coscienza? E' un espressione dei processi neuronali e quindi interna al funzionamento dell'uomo oppure è esterna e l'uomo ne è un elemento?

Se è espressione dei processi neuronali è parte solo dell'uomo e di altri esseri viventi. Un sasso quindi non ha coscienza. Ma se è esterna le cose cambiano totalmente e la definizione di vita, morte, azione, pensiero assumono connotati totalmente diversi. Bohm parlò di ordine esplicito e ordine implicito, Von Neuman parlò di conoscenza oggettiva e conoscenza soggettiva e Wheeler parlò di partecipazione nella creazione della realtà. Ma sono così tante le teorie sulla realtà e sulla vita tutte valide e tutte imperfette (l'onda guida, il mondo fuzzy, il multiverso).

La cosa ancor più impressionante è osservare i legami che si instaurano tra fisica, filosofia, psicologia, religione sul dilemma della vità e della realtà.

Non unisco Tutti in un calderone, ma cerco di capire cosa ci rende uguali da cosa ci differenzia, se le distinzioni che faccio sono oggettive o soggettive, se ciò che penso è reale per me o reale per tutti, se ciò che vedo lo vedo solo io o lo vedono tutti.

Riprendo una frase di SheldonCooper (Non l'ho con te, solo che mi pongo questa domanda spesso e non ho ancora una risposta): " Una persona insoddisfatta della propria vita, che non riesce a darne una svolta, è più morta di una sottoterra." Quando penso a questa frase le domande che mi sorgono sono anzitutto "perchè sono insoddisfatto?" e qua le risposte sono varie, dal "voglio uscire stasera" al "quella p*****a della proff che mi ha bocciato ad un esame". Poi mi domando "ma chi c***o mi ha detto che per queste cose devo incazzarmi?". Dopo di che penso "magari tutti questi pensieri sono condizionamente sociali e anche il fatto che io dubiti di questi pensieri è un condizionamento sociale". Alla fine penso "f****o non penso più a niente e che si f******o tutti".

E' un gioco complesso di cosa è dentro di me e cosa è fuori.

Chiedo scusa per la lunghezza del post, ma così ordino un po' anche i miei pensieri

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Eris

E' l'unica cosa in cui credo.

Con il resto ci convivo in maniera curiosa.

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