Vai al contenuto

Avete paura della solitudine o ci convivete?


Bobby

Messaggi raccomandati

Per anni ho cercato di inserirmi in qualche gruppo per sfuggire al senso di solitudine e sentirmi appartenente a qualcosa. Ora che ho provato sulla mia pelle gli effetti deleteri del far parte di un gruppo, faccio il possibile per fuggirli e mantenere la mia indipendenza mentale.

Preferisco essere il tipo di persona che può stare solo per settimane e, quando lo desidera, rapportarsi e passare il tempo con chiunque finisca nella sua tela, piuttosto che essere invischiato in quella di qualcun altro.

E il bello è che per questo mi viene dato dell'asociale. Quelli che escono solo in gruppo, non fanno nulla se a fargli compagnia non ci sono Tizio e Caio della combriccola, e che non rivolgono la parola a nessuno che non faccia parte di essa danno a ME dell'asociale se mi allontano qualche giorno e nel frattempo passo delle ore piacevoli con chiunque.

Mah...

Il ragno sono io, e decido io quanto è grande la mia ragnatela, e con chi condividerla.

  • Mi piace! 9
Link al commento
Condividi su altri siti

SheldonCooper

Io penso sia naturale e sano stare a contatto con gli altri. E'che la società è talmente malata e sembra quasi che sbagli se senti di avere il bisogno, la voglia ed il piacere di stare con gli altri. Ciò che per me è fondamentale è essere capace di restare da soli senza per questo impazzire. Qualcuno diceva:"Meglio soli che male accompagnati". D'altro canto, credo che se si togliesse all'individuo la facoltà di comunicare, ho la sensazione che impazzirebbe nel giro di poco, pochissimo. E'una cosa naturale socializzare e cercare l'altro. Non è naturale e sano dare più importanza agli altri che a se stessi, qualcuno direbbe, ma è poi vero? Madre Teresa di Calcutta la penserebbe in maniera diversa. Io penso che tu debba andare senza problemi e paranoie di alcun tipo a cercare ciò che vuoi, in questo caso il contatto con gli altri. L'importante è che la tua presenza non renda la loro realtà peggiore di quanto non lo sia quando sei assente. Per quanto mi riguarda, è molto sano per me non correre dietro a nessuno. Se io ho piacere a passare il tempo con qualcuno, per lui dev'essere la stessa cosa. Se mi accorgo, da sottili segnali, che la cosa non è reciproca, mi tengo la mia beata solitudine cercando di viverla al meglio che posso.

Il mio passo gigante l'ho fatto quando ho realizzato di aver bisogno degli altri. Prima ero in una situazione in cui ero cercato da chi voleva la mia presenza, e, se non venivo cercato, non me ne fregava nulla, tanto stavo "bene" da solo. Ma fidati, sentire di non aver bisogno di nessuno, non sentire la mancanza di nessuno, è un dramma tanto quanto il dipendere dagli altri. La soluzione sta nel mezzo.

Il passo da gigante che sto per compiere, a fatica, è quello del ripiegare sulla solitudine, nonostante la voglia e la possibilità di vedere persone con cui mi fa piacere stare. Semplicemente so che la loro voglia non equipara la mia, che mi cercano una tantum quando gli vengo in mente, e con cui non c'è un rapporto equilibrato di dare/avere. E'un passo difficile. Come quando hai la nutella nella credenza, una gran voglia di mangiarla ma eviti di farlo perchè sai che ti fa male o fa ingrassare.

La solitudine è una dimensione. Lo stare bene è determinato da un equilibrio tra solitudine e stare con gli altri. Si impazzirebbe anche nella situazione opposta, ossia quello dello stare sempre con gli altri, senza mai avere occasione di stare da soli.

Complimenti per il post, però non mi trovo d'accordo sulla prima parte, che mi pare davvero che la società sia malata nel senso opposto, cioè che se senti il bisogno di stare da solo o certe volte ti comporti in modo che altri bollano come "asociale", sbagli. Ieri per esempio ho finito di lavorare tardi e non avevo voglia di uscire, e sono stato visto come un alieno. Non che la cosa mi abbia dato fastidio, ma sembra che se le persone sentono che non stanno facendo cose socialmente accettate o collaudate, sono sbagliati, hanno qualche difetto.

Spesso sento discorsi da parte dei miei amici e rimango basito dalla quantità di assurdità che esce dalla loro bocca: "sarebbe bello avere una macchina unica, che solo tu hai, così quando passi da qualche parte le persone possano dire 'toh guarda, sta passando tiziocaio", oppure "mi taglierò i capelli in tal modo, ormai lo portano tutti" oppure ancora quando comprano una maglietta e la trovano orrenda/stupenda si programmano il giorno dopo di tornare in negozio per cambiarla, però durante il corso della giornata un certo numero di persone gli dicono "ma che bella/brutta questa maglietta!" e decidono di non cambiarla più.

Le persone danno così tanto valore al giudizio che gli altri danno di loro che sembra che tutti facciano a gara a chi fa la figura più bella, a chi appare in modo più trendy, e chi ha più mi piace su Facebook. Ho visto gente su Facebook fare un certo commento di stato e cancellarlo subito dopo, perché non aveva ricevuto nessun mi piace "ed era una figura di merda, perché nessuna mi aveva cagato/a".

Un mio amico una volta si è tagliato i capelli in un certo modo e, indeciso se il suo era un taglio bello o brutto (ma che cazz!?), ha avuto la brillante idea di fotografarsi dalla fronte in su e di mettere l'immagine su Facebook, e decidere la sorte del suo taglio da quanti "mi piace" avrebbe ricevuto.

Non voglio tirare fuori le solite frasi fatte, ma la nostra è la società delle apparenze, degli specchi. Chi appare meglio, meglio è.

Ma non condanno solo questo estremo, ma anche l'altro, e qui mi trovo d'accordo con questa particolare frase dell'utente che ho sopra citato:

"Lo stare bene è determinato da un equilibrio tra solitudine e stare con gli altri."

cioè quelle persone che, stanche di questa società e della sua frivolezza, si rifugiano nel proprio mondo interiore e non entrano più a contatto con nessuno.

Purtroppo, secondo me, tutti questi problemi hanno le loro radici nella nostra infanzia, in come i nostri genitori e le persone che ci hanno cresciuto ci hanno abituato a vedere il mondo. Vedo genitori vantarsi della buona educazione dei loro figli quando in verità scambiano la buona educazione con la servilità, il non pensare con la propria testa. Bambini che chiedono se possono prendere un gelato, se possono mettersi tale maglietta. Questa non è buona educazione. Un bambino che adesso chiede se può fare una determinata cosa, in futuro chiederà a tutti quanti, indirettamente, se i proprio sentimenti sono autentici. Vorrà essere accettato così come veniva accettato dai proprio genitori quando si comportava bene, anche se questo comportarsi bene voleva dire non come, in fondo, si desiderava.

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Mars

Le personalità delle persone si dividono in 2 grandi gruppi, introversi ed estroversi.

Gli introversi tendono ad avere circoli sociali più ristretti e a stringere rapporti più profondi, il loro mondo è interno, ricco di emozioni e coltivato da riflessioni profonde.

Gli estroversi al contrario hanno un mondo esterno ricco di rapporti, la loro risorsa sono le persone. Socializzano facilmente ma tendono ad avere rapporti più superficiali.

La solitudine penso che l'abbiamo provata in molti, non c'è bisogno di arrivare ad esempi estremi per capire il disagio e la sensazione di vuoto.

Anche io ho passato diversi periodi della mia vita, in solitudine, per scelta.

E' innaturale e stai male, non è una passeggiata.

Ma a quel tempo era una questione di sopravvivenza non di qualità di vita o benessere.

Quindi o allontanavo certe persone nocive dalla mia vita in modo radicale o sarei sprofondato con loro.

Sai molti ti dicono certe persone vanno allontanate, ti devi circondare di persone positive ecc... Beh io l'ho fatto nel vero senso della parola, nel mio circolo sociale c'erano molte persone di m pronte a fottermi quindi ho dovuto allontanarle tante.

Anche se una scelta è giusta, non significa che non accuserai il colpo. Perché se la tua vita sociale/familiare è fatta per lo più di persone nocive e tu le togli di colpo ti senti povero socialmente parlando. E' un dato di fatto.

Una parte della mia solitudine l'ho passata a non diventare "pazzo" o meglio a non sembrare anormale o asociale quando capitava di uscire o interagire con le persone.

Poi con il tempo tendi a razionalizzare ed entri in un'altra dimensione, non senti più il bisogno di avere tante persone intorno, apprezzi le piccole cose. Leggere un libro, fare una passeggiata, seguire i propri Hobbies senza distrazioni ecc..

Insomma è un involuzione al contrario, riduci tutto ai minimi termini e allo stesso tempo posizioni le cose al posto giusto, fai chiarezza e diventi anche più forte.

Questo si è vero, ma nulla toglie al fatto che siamo animali sociali e abbiamo bisogno delle persone.

  • Mi piace! 3
Link al commento
Condividi su altri siti

Phoenixred

Per anni ho cercato di inserirmi in qualche gruppo per sfuggire al senso di solitudine e sentirmi appartenente a qualcosa. Ora che ho provato sulla mia pelle gli effetti deleteri del far parte di un gruppo, faccio il possibile per fuggirli e mantenere la mia indipendenza mentale.

Preferisco essere il tipo di persona che può stare solo per settimane e, quando lo desidera, rapportarsi e passare il tempo con chiunque finisca nella sua tela, piuttosto che essere invischiato in quella di qualcun altro.

E il bello è che per questo mi viene dato dell'asociale. Quelli che escono solo in gruppo, non fanno nulla se a fargli compagnia non ci sono Tizio e Caio della combriccola, e che non rivolgono la parola a nessuno che non faccia parte di essa danno a ME dell'asociale se mi allontano qualche giorno e nel frattempo passo delle ore piacevoli con chiunque.

Mah...

Il ragno sono io, e decido io quanto è grande la mia ragnatela, e con chi condividerla.

Da questo punto di vista sono proprio come te, a volte sono un lupo solitario ma questo non vuol dire essere asociali, almeno dal mio punto di vista

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

dickinson1

Ma poi cosa si intende per solitudine?

Una persona che fa sempre le stesse cose,esce sempre con le stesse persone,frequenta sempre gli stessi posti...

magari con la stessa donna o gli stessi amici,ha una vita migliore di chi ama starsene a volte per suo conto,a fare quello che gli piace e poter decidere senza dover rendere conto ad altri?

Link al commento
Condividi su altri siti

Marcord

Anche perchè si è meno soli stando da soli che stando con persone con cui non c'è un rapporto autentico ...

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Don Giovanni Casanova

La banalità "si può essere soli in mezzo a migliaia di persone" la trovo terribilmente vera e, da parte mia, ritengo che buona parte della gente, nel secolo cosiddetto della Comunicazione, sia sola.. si senta sola, soprattutto.
Io la solitudine generalmente la scelgo.... non DEVO stare sempre in compagnia di qualcuno, perchè non sono a disagio col mio io interiore.. anzi direi che, quando sono solo, mi arricchisco al fine di migliorare le interazioni che desidero avere con gli altri.

I pochi che mi ritengono un po asociale sono persone che escono con gli altri solo perchè non hanno di meglio da fare, non perchè godano della loro compagnia. Io preferisco uscire con meno persone (quantitativamente) ma avere delle interazioni che siano di qualità.
Fighe morte, stupidi, ignoranti, razzisti.. l'elenco delle persone da spuntare è lungo.. ma fortunatamente è lungo anche l'elenco delle persone da frequentare, gli individui con i quali, vicendevolmente, ci si può arricchire e ci si può divertire.

Link al commento
Condividi su altri siti

dickinson1

c'e' anche una piccola distinzione da fare.

Una persona che esce con gli amici e con le persone con cui sta bene insieme.

Nella vita quanti VERI amici si possono avere,a pensarci bene?

E per amici veri intendo persone che non ci giudicano e che ci capiscono al volo,con cui esiste una intesa perfetta.

Io ne conto due,massimo tre.

Le persone con cui ci troviamo bene ,giusto per passare il week-end,sono molte di piu' a conti fatti dei VERI amici.

E' un concetto un po' particolare,ma che fa riflettere. Almeno a me :)

Link al commento
Condividi su altri siti

riser

Io adorerei la solitudine, leggermi un libro, ascoltare musica, vedermi un film da sola.....quando hai figli e una certa vita sociale i momenti in cui puoi stare sola diminuiscono drasticamente.....mi mancano tanto i tempi in cui mi chiudevo nella mia cameretta in beata solitudine.... :D

C'è un detto : chi non sta bene da solo non sta bene in compagnia :)

Stare da soli è il miglior modo per stare con se stessi

Link al commento
Condividi su altri siti

Ramon

La solitudine me l'ha imposta la società, i miei amici...quelli veri, hanno preferito intraprendere altre strade(droga in primis) e ciò è stata la fine dei rapporti.
Non so se sapete cosa significa....uscire e sentirsi inutile, da un giorno all'altro, perchè non sei un drogato.

Ci ho sofferto, ma nel tempo, nonostante alla lunga un pò mi spaventi, ho imparato ad apprezzarla e conviverci.
Certamente miro a cambiare, perchè non si può stare sempre da soli.....ma è difficile perchè sono un tipo abbastanza selettivo nelle amicizie, non amo fare chiacchiere inutili, non amo circondarmi di disadattati AFC e stare al bar o nella piazzetta a parlare di calcio. Quindi preferisco non uscire piuttosto che ritrovarmi in questi contesti.
Vivo in un paesino di 10mila anime, dove tutti conoscono tutti.....e abbordare sopratutto se ti ritrovi in mezzo a certe compagnie è quasi un'impresa impossibile.
Penso di avere una vita sociale quasi nulla, ma grazie alla palestra, all'università e a sto forum negli ultimi 2 anni mi sono scopato 8 HB diverse....non sarà il massimo ma mi accontento. :)

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...