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LTR fra Teoria e Pratica


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^'V'^

Però, amico mio, devi deciderti circa il significato che dai al termine Know-how. Altrimenti, io e tua nonna, e pure la cassiera del Super, non capiamo più un cazzo. Ok? Qui scrivi che il "Know-how" è fatto di "Sapere, saper fare, essere". Poi, invece, scrivi che con "Know-how", intendi la "Procedural Knowledge". Delle due, una o l'altra, eh! Altrimenti sembra la notte più buia, dove tutte le vacche sembrano grigie. A seconda del significato con il quale usi il termine "Know-how", ne discendono conseguenze e meccanismi completamente diversi...

FMJ

Avevo allegato il link a Wikipedia proprio per chiarire a mia nonna il nesso tra Procedural Knowledge e Know How. E anche per chiarirlo a me stesso non essendo "nato imparato".

La PC è una delle accezioni di Know-how, in particolare l'eccezione per la quale si considera il know-how secondo le tre fasi del trittico ormai bistrattato.

Se tu sei un esperto di metastudi concettuali sul Know-how, il mio livello di riflessione sull'argomento si ferma qui perché non mi serve sapere altro, mille cose catturano la mia curiosità ma non questa.

Senza offesa all'argomento per chi lo ama o ci lavora facendo formazione alle aziende.

Ho davvero troppe altri filoni della conoscenza che mi tirano per le viscere.

E che poi mi prendono a morsi se mi avvicino troppo.

Rinnovo i miei complimenti alla tua cultura squisita e spero tanto possa essere qualche volta uno spunto per me, visto che certamente avrai predigerito argomenti che nel tempo potrei trovare interessanti.

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  • 2 anni dopo...
Leone19

Buo

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LTR fra Teoria e Pratica

Quelli che s'innamoran di pratica sanza scienzia son come 'l nocchier ch'entra in navilio senza timone o bussola, che mai ha certezza dove si vada -Leonardo da Vinci

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Assisto ad una sorta di conflitto, una guerra fredda, fra i seduttori che leggono molti manuali e quelli che prediligono il field.

Leggendo e parlando con molti, scopro che vi è da una parte l'idea che i manuali siano addirittura deleteri, un impiccio che ti renderà robotico e snaturato, incapace di agire correttamente e spontaneamente. Queste persone fanno tantissimo field e a tastoni ottengono risultati sui grandi numeri, risultati che il divoratore di manuali e guide, velocissimo a scorrer le sue dita sui tasti ma meno a lasciar correre il pensiero di fronte ad una ragazza in carne ed ossa, fatica a vedere.

Dall'altra vi è l'idea che prima di imbarcarsi in un'avventura con tanta posta in gioco e tanto coinvolgimento emotivo, sia d'obbligo conoscere le variabili in campo per avere almeno un'illusione di controllo, che doni quella sicurezza che altri trovano nella pratica e nell'abitudine.

Siccome non è più mistero, che davanti a tantissime richieste intenderò produrre il mio piccolo contributo scritto, audio, video agli argomenti che ci appassionano, vorrei dichiarare pubblicamente da che parte della barricata mi schiero in questa guerra...

Ma prima lascia che ti parli di Thomas Alva Edison.

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Non so più quante volte ho sentito persone, formatori, motivatori, incoraggiare altri dicendo che se Edison che era un genio, ha sbagliato 10'000 volte prima di costruire una lampadina che funzionasse per 40 ore, allora non devi arrenderti e continuare a provare, vedendo i fallimenti come feedback, nel tuo campo.

Edison disse: ho solo trovato 10'000 modi per non fare una lampadina, non li vedo come fallimenti.

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Il modo in cui Nicola Tesla ( quello era un Vero, genio) commentò i 10'000 insuccessi di Edison, è per me importantissimo: Se Edison avesse studiato, conoscerebbe la legge di Ohm, e applicandola alla sua idea sarebbe riuscito in pochi tentativi.

Se l'ignoranza teorica di Edison gli fosse costata solo un mese di tentativi errati sulla lampadina, egli avrebbe soltanto investito troppo tempo arrivando comunque al risultato.

Ma gli costò molto, molto di più, perché entrammo nella c.d epoca moderna quando fu abbandonata la corrente continua di Edison a favore della corrente alternata di Tesla, in quanto la corrente continua di Edison oltre ad offrire prestazioni minori a costi molto più elevati non poteva essere distribuita oltre i 3 km di distanza a causa della forte resistenza elettrica che sviluppa sui cavi conduttori (Legge di Ohm).

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Goethe parla dello stesso concetto nella sua mirabile opera "l'Apprendista Stregone", da sempre manifesto degli illusionisti circa il rapporto tra l'Artista, il Maestro, e chi cerca di emularne le routine o il canned senza avere alla base le solide conoscenze profonde dell'Arte.

“Il vecchio maestro stregone se ne è andato via finalmente per una volta! Ed ora i suoi spiriti dovranno pur rivivere secondo il mio volere! … Ed essi accorrono! L’acqua scorre sempre più forte nella sala e sugli scalini. Che acque spaventevoli! – Oh signore e maestro! Ascolta il mio grido! – Oh signore, il bisogno è urgente! Quelli che io richiamai, gli spiriti, non riesco più a dominarli!” (L’apprendista stregone, Goethe)

Il punto nodale non è il dover operare una scelta fra l'esperienza empirica e la teoria, quanto l'invito a comprendere la relazione (LTR) tra queste due facce della stessa medaglia chiamata Conoscenza.

La scienza che studia le relazioni fra gli elementi è definita sistemica, ma non possiamo considerare sistema semplice la relazione fra teoria e pratica, nel nostro campo, poiché non sono elementi fissi e conoscibili a fondo, trattando di argomenti in continuo mutamento di paradigmi, e relativi alle persone, che sono imprevedibili oltre una certa soglia, che sono mutevoli e ricche di variabili incalcolabili, esso è un sistema complesso, che necessita di approcci differenti dalla sistemica semplice.

In un’epoca in cui la conoscenza va in rapida obsolescenza (De Masi), quello che serve è imparare ad apprendere.

Imparare ad apprendere sfonda a calci il vecchio trittico, recitato come un mantra per molto tempo, del

sapere - saper fare - saper essere.

Questa progressione del sapere parte dal concetto che vi sia una teoria solida, che la si debba mettere in pratica, per poi averla introiettata e resa spontanea. Sapere-saper fare-saper essere.

Altri ne parlano come di incapacità inconscia -> incapacità conscia -> capacità conscia -> capacità inconscia.

Ma è la solita zuppa.

Questi concetti valgono solo per conoscenze statiche, come l'apprendere a costruire un orologio meccanico, o a praticare la danza classica. Dove gli elementi sono conoscibili a fondo ed immutabili.

Ecco cosa aggiunge al trittico Richard Normann:

Per l’impresa non si tratta solo di “rompere gli schemi”, superando i limiti del modello di riferimento abituale, ma di sapere rimodellarsi organicamente ogniqualvolta la situazione lo richieda. Si tratta di avviare un processo di apprendimento a circuito doppio basato sulla riconcettualizzazione mentale: “un nuovo schema mentale e una nuova mappa stradale, una nuova struttura, dei nuovi rapporti di potere, delle nuove offerte, nuove alleanze e nuovi abbinamenti strutturali, ma sempre con degli elementi di continuità – i ‘perni’ – concettualizzati come parti di sistemi allargati o ridefiniti”. È il caso dell’organizzazione-modello, definita “gregariana” nello spirito, che identifica le condizioni per “imparare a imparare” o per “saper sapere”. Ridisegnare l’impresa. Quando la mappa cambia il paesaggio”, R. Normann, Etas, Milano, 2002

Nella nostra Arte, in continuo mutamento e finalizzata all'infiltrazione in sistemi sociali complessi, saper sapere diventa quindi l'imperativo principe.

Nel nostro campo, la buona teoria deve insegnare ad imparare.

Cosa significa?

Significa che la teoria ti fa fare le cose giuste, mentre il field ti fa fare le cose bene.

Ma quali cose?

Quelle che ti dice la teoria. E se per teoria intendiamo un'accozzaglia di prassi altrui, di routines altrui, di modi di fare altrui, allora siamo in alto mare.

Perché quella non è teoria ma pratica messa per iscritto.

Ed hanno ragione quelli che provano ad andare avanti a tastoni, davanti a simile teoria.

La buona teoria deve darti le risposte ad alcune domande che il field non può darti, e queste domande sono:

Perché cambiare?

Cosa cambiare?

Come causare il cambiamento?

Queste sono domande cui 10'000 tentativi sbagliati non possono dare che una momentanea risposta, come una lampadina che dura 40 ore e una costosissima linea elettrica da smantellare e sostituire per passare alla corrente alternata, perché si ignorava la fondamentale legge di Ohm.

Serve una teoria che non dica come fare le cose bene, quello ce lo insegnerà il field, ma che ci dica perché fare le cose, perché farne altre rispetto a quelle che crediamo, come cambiare assetto mentale o modo di fare.

Che non si limiti a dirci quale mindset occorre, ma che indichi come cambiarlo.

Una teoria che ci insegni ad imparare dal field, che sia in relazione con esso. che ci porti a saper sapere.

Che ci dia una bussola ed un timone, mentre noi metteremo i remi e la forza per remare.

Attenzione: la bussola e il timone non sono una mappa. Non sono una rotta.

Essi sono gli strumenti alla base della capacità di scegliere e seguire una rotta su di una mappa che è solo nostra.

Sono i principi, i concetti, in luogo delle tecniche.

W. Edwards Deming, cui dobbiamo la Teoria della Conoscenza Profonda (TPK: Theory of Profound Knowledge), Ripeteva sempre che "Non ci sono sostituti per la Conoscenza, L'esperienza non è Conoscenza, La vera Conoscenza deriva dalla Teoria"

La sua produzione bibliografica molto ricca è un continuo approfondimento di questo concetto.

In “The New Economics” (Massachusetts Institute of Technology, 1996) scrive:

“… Senza una teoria non avremmo niente da revisionare, nulla da imparare” …
“Senza una teoria l’esperienza non ha alcun senso. Senza una teoria non si hanno domande da porre. Quindi, senza una teoria non c’è apprendimento. La Teoria è una finestra sul mondo. La Teoria porta alla previsione. Senza previsione, l’esperienza e gli esempi non insegnano nulla. Copiare un esempio di successo, senza comprenderlo con l’aiuto di una teoria, può condurre al disastro”.

E allora... da che parte mi schiero? Teoria o pratica?

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Voglio essere il loro testimone di nozze, voglio fare della loro relazione un capolavoro, voglio che il cerchio si chiuda in un anello d'oro, che suggelli il loro amore imperituro e in continua evoluzione.

Per questo non mi sento scontato a voler scrivere dei manuali, perché fino ad oggi ne ho letti centinaia, e alcuni li ho trovati illuminanti e piacevoli, altri mi hanno aiutato, ma ancora non ho sentito quel passaggio ad un paradigma superiore, quella capacità di insegnare ad apprendere, di rendere il discente Master di se stesso, di rendere l'apprendista stregone capace di fermare le scope e i secchi, poiché conosce la struttura profonda di ciò che fa e perché lo fa.

Una Teoria del genere, non è il progetto di costruzione di una casa, contrapposto al costruirla mattone su mattone partendo dal basso per tentativi. Decidere se sarà una torre circolare o una casetta rettangolare è vitale prima di iniziare, o non si andrà da nessuna parte, ma è una scelta che spetta al muratore, al padrone di casa.

Una Teoria del genere è la capacità di costruire i ponteggi esterni e la gru che sono estranei e superiori, alla casa in costruzione, ma permettono di costruire qualsiasi casa, con qualsiasi progetto.

Questo è il mio tentativo.

E... Grazie di Cuore.

Buongiorno

E quindi possiedi del materiale pratico soprattutto sul DayGame? Mi piacerebbe vederlo\provarlo (pagando il giusto ovvio)

Grazie

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  • 3 anni dopo...
Fabius king
Il 12/6/2014 alle 12:04 , ^'V'^ ha scritto:

Tony Blauer aveva copiato i miei studi sulle reazioni automatiche spontanee del corpo umano davanti agli attacchi improvvisi

Ciao @^'V'^ sono particolarmente interessato a questa parte .. per riuscire a reindirizzare la paura in quelle fasi dove serve più freddezza possibile davanti ad altri uomini che magari cercano un affronto .. grazie 

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