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ecco la guida psycho narcisiste perverse borderline.....entrate tutti contribuite


Enjoyourself1

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Descent
5 ore fa, Wanda ha scritto:

Ti rispondo anche se la mia esperienza è stata con un ragazzo borderline/psycho/ecc ecc, ma tanto maschio/femmina credo che cambi poco, le dinamiche di base sono le stesse. 

Se la situazione è come dici, è possibile che la psicoterapia che hai fatto sia stata inefficace, o quantomeno non efficace come avrebbe dovuto essere. E' un percorso che dovrebbe aiutarti a superare la relazione tossica, ma il quale scopo principale è quello di non aver più bisogno di relazioni tossiche, così da non ricaderci in futuro e da liberarti dalle catene del presente. Se non sei riuscito in questo, il mio consiglio è di provare con altre strade, magari anche più pratiche rispetto alla psicoterapia. Esistono diversi webinar in giro, forse qualcosa anche su questo sito (essendo rivolti ad un pubblico maschile non sono informata al riguardo, certo è che se fossi stata un uomo li avrei già acquistati). Devi concentrarti su te stesso, esclusivamente sulla tua crescita personale, senza pensare di sconfiggere i vecchi demoni che hai in testa. Quelli ormai fanno parte di te, non puoi ucciderli. Puoi però togliergli potere dedicando del tempo a diventare più forte.

Poi purtroppo chi cade vittima di relazioni tossiche tenderà a reiterare il comportamento nel tempo, nonostante l'autoconsapevolezza ed il lavoro su di sé, soprattutto nei momenti di crisi e debolezza che ovviamente fanno parte della vita. Però un minimo di risultati devono esserci, altrimenti significa che si è intrapreso il percorso sbagliato.

Detto questo: per me la psicoterapia è stata efficace, è come se mi avesse fatto capire che solo io ho il potere di rendere bella o brutta la mia vita, dandomi la forza di scappare da tutte le situazioni che non fanno per me. L'altra faccia della medaglia è che mi sono resa conto di non essere equilibrata nemmeno in questo: la sensibilità che mi ha fatto cadere in alcune situazioni si trasforma talvolta in insensibilità agghiacciante persino verso me stessa, ed anche questo non è un bene. Penso che l'equilibrio lo si possa trovare solo sbattendoci ancora la testa e non avendo paura di cadere di nuovo. Anche io ora sto tentando altre strade, e per il momento si stanno rivelando efficaci. E davanti a nuove sfide non mi sono di certo comportata come avrei sperato, ma nemmeno come feci in passato, ed ho deciso che per ora devo accontentarmi di questo minuscolo traguardo e celebrarlo, visto lo sforzo ed il dolore che mi è costato.  Ma il mio è un problema un po' diverso dal tuo, perché di quel ragazzo non me ne importa più nulla da tempo. E' diventato un combattimento con le parti di me tossiche che continuano ad aggrapparsi a tutto ciò che mi fa del male.
Ti invito a guardare con forza e brutale onestà dentro te stesso per vedere se il viso di lei non sia solo una maschera dietro cui si nascondono le parti di te che ti fanno paura.

Per quanto tempo sei stata in terapia?

Hai affrontato qualche suo ritorno?

Non riesco ad essere d'accordo sul discorso dello scappare dalle possibili situazioni tossiche.

Penso piuttosto che la guarigione sia un processo interpretativo, dove ci si ritrova a vivere una stessa situazione del passato in modo profondamente diverso.

Mi riferisco ad un discorso di pancia prima di tutto, non a delle razionalizzazioni che confermerebbero i vecchi meccanismi di difesa disfunzionali. 

il fatto che uno voglia vedere quello che vuole - se conforme al sentire - può essere una via.

Questo i terapeuti lo sanno, e quelli bravi se vedono del valido prosciutto negli occhi del paziente, lo lasciano lì a stagionare.

La fuga invece è un problema, perché comporta due reazioni profondamente contrastanti: ti salvaguarda dall'affrontare i tuoi progressi interpretativi e ti preclude ciò che di buono può esserci anche in relazioni definibili tossiche. 

Se una persona si ritrova debilitata da una storia borderline, allora la fuga non può che risultare funzionale alla ripresa;

al di fuori di questo caso particolare però si trasforma nella ricerca del principe azzurro dei nostri tempi, e non va bene.

 

 

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Descent
18 minuti fa, aloneInthedark ha scritto:

una persona l'ho già trovata da quasi 2 anni.
paradossalmente questo è ancora peggio..
stare con una nuova , ma sognare la psy , a distanza di tempo , o rimuginarci sorpa , è orribile e frustrante.
questa ragazza , mi tratta benissimo , è una persona a modo , e mia ama....
eppure io sono come un fantoccio , una marionetta priva di sentimento.
Non capisco se semplicemente non sono innamorato , o se invece sono stato svuotato dalla psy, e se ancora rimpiango il passato). in parte , per assurdo , sono sicuro di rimpiangere il passato.
non ho mai svoltato pagina , non del tutto almeno.
e sono passati quasi 4 anni....

Ti capisco benissimo.

Come sono i tuoi risvegli?

Ansia? 

La tua vecchia fiamma ti ha letteralmente bruciato, e succede perché le hai attribuito delle caratteristiche che te la rendono indimenticabile.

Probabilmente non riesci a svalutarla, perché ti dava qualcosa che la tua nuova non ti dà.

Di solito in queste relazioni gli abusi nascono dal fatto che l'altra persona utilizzi le sue capacità empatiche - quando presenti - per andare a toccare tutto quello che ti dissangua: stai male per me = mi ami, valgo, esisto, ecc. 

Forse la tua attuale compagna ti tratterà anche bene, ma non ha la capacità di giocare con i tuoi trigger.

Il fatto sta nel trovarne una non pregna di un infantilismo distruttivo, sufficientemente sicura di sé e cosciente di quello che vuole.

A quel punto non possono innescarsi dinamiche da "faccio questo così lui fa questo" perché sarebbero una perdita di tempo in primo luogo per lei, e poi per entrambi.

 

 

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10 minuti fa, Descent ha scritto:

Per quanto tempo sei stata in terapia?

Hai affrontato qualche suo ritorno?

Non riesco ad essere d'accordo sul discorso dello scappare dalle possibili situazioni tossiche.

Penso piuttosto che la guarigione sia un processo interpretativo, dove ci si ritrova a vivere una stessa situazione del passato in modo profondamente diverso.

Mi riferisco ad un discorso di pancia prima di tutto, non a delle razionalizzazioni che confermerebbero i vecchi meccanismi di difesa disfunzionali. 

il fatto che uno voglia vedere quello che vuole - se conforme al sentire - può essere una via.

Questo i terapeuti lo sanno, e quelli bravi se vedono del valido prosciutto negli occhi del paziente, lo lasciano lì a stagionare.

La fuga invece è un problema, perché comporta due reazioni profondamente contrastanti: ti salvaguarda dall'affrontare i tuoi progressi interpretativi e ti preclude ciò che di buono può esserci anche in relazioni definibili tossiche. 

Se una persona si ritrova debilitata da una storia borderline, allora la fuga non può che risultare funzionale alla ripresa;

al di fuori di questo caso particolare però si trasforma nella ricerca del principe azzurro dei nostri tempi, e non va bene.

 

 

Io mi riferisco a situazioni, come quella che ho citato, dove è passato molto tempo dalla fine della relazione tossica: in questi casi il problema non è più quella relazione nello specifico ma tutto ciò che ha portato alla sua realizzazione, e che dipende in gran parte da noi. 

Sono d'accordo con il discorso che fai sul processo di guarigione. Quello che intendevo è proprio il fatto che si finisce per rimanere aggrappati ad una certa realtà, ad un certo dolore perché, per quanto possano farci del male, sono a noi noti e ben conosciuti e ci fanno meno paura. Ma spesso ce la prendiamo col nemico sbagliato. 

Ovviamente la situazione è diversa per chi è appena uscito da una relazione tossica, il percorso da fare è di altra natura ed il primo nemico è davvero esterno a noi. 

 

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Descent
47 minuti fa, Wanda ha scritto:

si finisce per rimanere aggrappati ad una certa realtà, ad un certo dolore perché, per quanto possano farci del male, sono a noi noti e ben conosciuti e ci fanno meno paura.

Questa è una po' quella cosa della familiarità; alla fine noi pazienti parliamo quasi tutti allo stesso modo.

Io dico che certi meccanismi di difesa si muovono con la maturazione del soggetto.

Anni fa usavo l'evitamento di fronte al timore di venire psicologicamente ucciso da una donna; poi sono passato alla razionalizzazione, e ogni scusa era buona per continuare il rapporto deviato.

Oggi noto in me un uso massiccio della sessualizzazione, quindi sposto nella sfera dell'eccitazione sessuale atteggiamenti che scaturirebbero in me reazioni psichiche troppo intense da gestire.

Constatando l'infelicità delle mie relazioni, in certi momenti di tristezza mi pare di stare lì ad allungare continuamente il sugo.

Massimizzare le probabilità di fare nuovi incontri, sfidare l'ovvio e scavalcare le preferenze a pelle, potrebbe essere un bel gioco.

La prima volta che l'ho fatto sono incappato nella seconda relazione demmerda, dove iniziai a distinguere quanta responsabilità avessi io nella storia e quanta lei.

Mi è servita, per poi ricaderci nuovamente, perché cristiddio sappiamo tutti bene che dopo un certo numero di scopate l'idea di tornare a letto con quella persona dopo anni di silenzio fa gola a tutta una serie di aspettative fantastiche.

Non credo molto nel cambiamento.

Nell'illusione attiva e nell'allontanamento dal vizio sì.

Quindi gesti contro la nostra natura viscerale, crimini contro di questa, sono tutti ben accetti.

Dall'accettare quel caffè con la tipa che non ci piaceva tanto all'affrontare la visione di un film di merda che per anni abbiamo criticato pesantemente.

Ho avuto a che fare soltanto con bambine cresciutelle, e ancora oggi l'andazzo non è tanto diverso dal passato; ma i numeri ci sono, ed è veramente improbabile non riuscire ad incontrare una situazione favorevole applicando i punti sopracitati.

Tipo quelle stronzate che mentre cammini per strada parte lo scambio di sguardi con quella che potrebbe essere la donna della tua vita e non lo saprete mai.

Ecco, bisogna che uno si crei un po' le cose, se le incasini, le veda come meglio gli pare.

Il dolore che si prova in queste storie è lancinante.

La persona alla quale hai dato il possibile, alla quale hai mostrato le tue ferite, te la ritrovi a sputarti sale dentro queste perché fondamentalmente non ha la capacità di crearsi un bel niente di nuovo.

E dico di nuovo perché sono stato con ragazze eccezionali, molto capaci, acute.

Ma sono pigre, irresponsabili, si limitano al fiutare nel vento di cazzi quei soliti che sanno di poter controllare.

E guai tradire le loro idealizzazioni, le loro fantasie paradossali.

Con loro ti puoi scordare di creare qualcosa insieme. 

Niente complicità criminale, niente delitti perfetti, soltanto un rimuginio di ovvietà buone per una natura bastarda, infame e tirchia, che preferisce sempre la reazione più semplice a quella complessa.

Tutte le stronzate occidentali della donna compagna di vita prese e buttate dritte nel cesso.

Delle volte mi fa schifo pensare di non potere figliare con loro, venire dentro con questa consapevolezza.

Quel desiderio di poter concretizzare sta roulette russa genetica nel tentativo di creare qualcosa di nuovo insieme, magari portatore di quei tratti belli che vedo e che voglio continuare a vedere e non della monnezza che ci si porta dietro dal primo vagito.

E invece vivo in una cultura dove civiltà significa soddisfare la natura, la pigrizia, le solite cose, la noia.

E i figli sono una responsabilità economica e morale per la quale devi indebitarti a fronte di una scommessa probabilmente fallimentare.

 

Stasera va così.

 

 

 

 

 

Modificato da Descent
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freefall
Il 23/5/2021 at 16:40, Erika8 ha scritto:

... È difficile da accettare, io stessa non lo accetto, per come sono stata trattata e per come certe cose avrebbe potuto evitarle, non spingersi oltre un certo limite, ma a volte sì, provo quella rabbia cieca che non mi fa più dormire la notte. A tratti mi manca pure! È assurdo. Poi mi ricordo che probabilmente a lei non glien'è mai fregato nulla di me, e torno ad odiarla. Sì, perchè a volte resta quel dubbio, quel senso di colpa (magari potevo fare di più? Ho sbagliato a prendermela con lei? Potevo essere più dolce e comprensiva?) che in realtà è falsato dalla loro grande capacità di manipolarti a loro piacimento, loro che all'inizio sembravano davvero persone speciali e vittime del mondo intero, assolutamente credibili...

Sono esperienze che probabilmente ti cambiano in peggio, è praticamente impossibile uscirne mentalmente illesi, e se ne esce anche probabilmente un po' incattiviti. E pensare che c'è gente che esce da relazioni durate anni con queste persone, mi vengono i brividi solo a pensarci, pensare di subire un tale livello di manipolazione da stravolgere tutta la propria realtà, arrivare a dubitare così tanto di se stessi, diventare completamente succubi di un'altra persona, è come subire un lavaggio del cervello, è terrificante.

 

Col tempo, la mente tende ad idealizzare.

In pratica, si ricordano le cose piacevoli, le altre no.

Se dall'amalgama di merda&cioccolata togli la merda, può sembrare di essere alla sagra della Lindt, sotto le feste di Natale.

Io adotto, uso, uno schema di riequilibrio:

quando mi accorgo di pensare alle belle cose con la psy (o con la mia famiglia di origine, disfunzionale), decido di ricordare le infinite schifezze (la "merda") che hanno fatto.

Concretamente, restituisco la sua integrità all'amalgama merda&cioccolata.

A quel punto, non mi manca per niente.

 

Quanto ai sensi di colpa, non ne ho. Basta ricordare come hanno raso al suolo le loro vittime, in un modo così disumano e spietato, sadico, che toglie a loro (i/le psycho) ogni diritto ad un trattamento umano.

A mio parere, vanno trattati come loro trattano gli altri.

Meglio ancora se possiamo escluderli da ogni aspetto della nostra vita.

 

Quanto ai bulli, nella mia esperienza ho dedotto che:

non tutti i bulli sono narci ma quasi tutti i narci sono bulli.

Solo qualche narci evoluto (molto intelligente) eviterà di comportarsi da bullo, perché in fondo è impopolare. Ovvero, è popolare se ha una corte di idioti e scimmie volanti, se aspira a controllare una corte di livello superiore, deve avere un pacchetto di valori e qualità superiori.

 

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Il 25/5/2021 at 00:37, aloneInthedark ha scritto:

chiedo a chi avrà voglia di rispondermi , portanto il proprio contributo ..
alcuni di voi si sono totalmente risollevati post relazione disfunzionale ?
se si , quanto tempo avete impiegato?
parlo soprattutto in riferimento all'ambito relazionale con le donne ...
siete riusciti a non essere piu  quelle persone bisognose , deboli , insicure, che in quella fase specifica avevano attirato la psy di turno ?
personalmente posso dirvi di essere migliorato tanto in moltissimi ambiti , ma nell'ambito relazionale con le donne, anche se ho fatto passi avanti , mi sento talvolta insicuro e soprattutto spesso inefficace.
anche quando do il meglio , spesso non porto a caso risultarti di valore, degni di nota
Qualche risultato si , ma fatica grande per risultati alterni e nemmeno cosi' pregevoli......
mi piacerebbe sentire notizie positive , da parte di persone che hanno svoltato , anche per credere di potercela fare a mia volta..... 
 

Credo ognuno ha i suoi tempi e deve trovare la sua soluzione per ristabilirsi dopo una relazione del genere. 

Io se dovessi uscire con una, inizierei a pensare che potrebbe essere come la ragazza della relazione tossica. A volte mi scattano le paranoie che venga su questo forum a leggere e scrivere.  

Valuterò se andare da uno psicologo o meno, ci andai mesi fa per dei brevi incontri e mi ha aiutato ad avere uno sguardo più oggettivo su quella relazione. Come ha detto freefall ricordare sia i bei momenti sia quelli brutti. 

Penso la soluzione sia anche incontrare altri partner, per comprendere la diversità di persone che ci circondano. Vale anche per le donne che hanno avuto ragazzi psycho.  

Oltre un grande lavoro su se stessi e la propria autostima, per evitare di ricommettere gli errori precedenti. 

 

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Scannachiappolo
Il 24/5/2021 at 23:37, aloneInthedark ha scritto:

chiedo a chi avrà voglia di rispondermi , portanto il proprio contributo ..
alcuni di voi si sono totalmente risollevati post relazione disfunzionale ?
se si , quanto tempo avete impiegato?
parlo soprattutto in riferimento all'ambito relazionale con le donne ...
siete riusciti a non essere piu  quelle persone bisognose , deboli , insicure, che in quella fase specifica avevano attirato la psy di turno ?
personalmente posso dirvi di essere migliorato tanto in moltissimi ambiti , ma nell'ambito relazionale con le donne, anche se ho fatto passi avanti , mi sento talvolta insicuro e soprattutto spesso inefficace.
anche quando do il meglio , spesso non porto a caso risultarti di valore, degni di nota
Qualche risultato si , ma fatica grande per risultati alterni e nemmeno cosi' pregevoli......
mi piacerebbe sentire notizie positive , da parte di persone che hanno svoltato , anche per credere di potercela fare a mia volta..... 
 

Mi sono risollevato al 90%. Ci penso ancora spesso, ma senza emozione. È un po'come quel piccolo tarlo che ti gira per la testa, ma finisce lì. Ho ripreso a fare quasi tutto quello che facevo prima (lavoro, studio, palestra, mi sono buttato sulla boxe per sbaglio e tac, nuova passione!)... In tutto cinque mesi finora.

Ma un grande aiuto mi è arrivato dalla psicoterapia. Senza di quella, mi farei ancora troppe domande.

Grazie a quella ho scoperto di aver (io) un disturbo di personalità principalmente borderline, ma fortemente mascherato (lei parla di "Falso Se", io dico semplicemente che mi comporto a livello relazionale come ogni persona normale). E di solito l'accoppiata borderline con la narcisista è scontata. E letale per il border. Come ho ben sperimentato.

Ma la ringrazio, paradossalmente! Senza di lei non avrei perso i chili di troppo che avevo (non ho mangiato a lungo) e non sarei finito in psicoterapia, non avrei capito le mie debolezze.

Il punto fondamentale è che la gente finisce in One ITIS per le Psycho (o per relazioni disfunzionali) perché ha delle ferite profonde, sulle quali queste persone vanno ad agire. Ma senza entrare nei discorsi specifici, ci si finisce perché non ci si vuole bene. Perché una persona integra, che prova nel suo profondo amore e rispetto per se stesso, rispetta l'altro/a, ma alla prima cazzata/sfuriata senza senso/manipolazione/tradimento, mette davanti all'amore per l'altra persona l'amore e il rispetto per se stesso/a, e il/la Psycho viene immediatamente mandata a quel paese senza passare per il via.

Ad oggi, da un palo così potente ho imparato soprattutto il rispetto verso me stesso.

Ho già avuto più o meno a che fare con altre due psicotiche, o in ogni caso tipe delle quali senti che gli manca una rotella. La differenza da prima è che mentre quando partiva con le sue sfuriate/boiate io mi sentivo ferito, adesso dentro di me è come se loro fossero delle api e io le mettessi dentro una campana di vetro, e osservi in stile alieno che analizza in maniera asettica questi strani animali che continuano a sparar boiate e ad infuriarsi per un nonnulla.

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Descent

Qualcuno si ricorda i post dell'utente con la tipa che si scopava i suoi colleghi di lavoro per lui venirlo a scoprire dopo tempo?

Per ora mi ronza questa storia per la testa.

Mi fa stare male, mi mette rabbia e profondo senso di impotenza misto a ingiustizia.

L'ambiente è la chiave in quei casi, e se per varie contingenze non puoi cambiarlo ti ritrovi a fronteggiare una pressione emotiva estenuante.

Non hai nessuna tutela.

Non va.

Quei colleghi sono la norma, non l'eccezione.

Il potere sessuale è in mano alle donne, e certune sono corrotte fino al midollo da questo.

Culturalmente non ci sono cazzi che tengono: pura omertà. 

Il pharmakos conviene a tutti. 

 

 

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13 ore fa, freefall ha scritto:

 

Col tempo, la mente tende ad idealizzare.

In pratica, si ricordano le cose piacevoli, le altre no.

Se dall'amalgama di merda&cioccolata togli la merda, può sembrare di essere alla sagra della Lindt, sotto le feste di Natale.

Lol

Cita

Io adotto, uso, uno schema di riequilibrio:

quando mi accorgo di pensare alle belle cose con la psy (o con la mia famiglia di origine, disfunzionale), decido di ricordare le infinite schifezze (la "merda") che hanno fatto.

Concretamente, restituisco la sua integrità all'amalgama merda&cioccolata.

A quel punto, non mi manca per niente.

 

Quanto ai sensi di colpa, non ne ho. Basta ricordare come hanno raso al suolo le loro vittime, in un modo così disumano e spietato, sadico, che toglie a loro (i/le psycho) ogni diritto ad un trattamento umano.

A mio parere, vanno trattati come loro trattano gli altri.

Meglio ancora se possiamo escluderli da ogni aspetto della nostra vita.

 

Quanto ai bulli, nella mia esperienza ho dedotto che:

non tutti i bulli sono narci ma quasi tutti i narci sono bulli.

Solo qualche narci evoluto (molto intelligente) eviterà di comportarsi da bullo, perché in fondo è impopolare. Ovvero, è popolare se ha una corte di idioti e scimmie volanti, se aspira a controllare una corte di livello superiore, deve avere un pacchetto di valori e qualità superiori.

 

Sì, ma infatti ad oggi non tornerei mai indietro per tenderle la mano, perchè ci tengo a preservare la mia salute mentale più che altro (già mi è bastata l'insonnia che tutt'ora mi porto dietro, i pensieri intrusivi ancora più amplificati e altri pensieri ancora più brutti che non starò  scrivere), so che c'erano degli aspetti diciamo belli del nostro rapporto ma venivano ampiamente ridimensionati dalla sua incapacità di amare e di voler bene al prossimo (fondamentalmente di questo si tratta), e probabilmente quei momenti belli in reltà erano dovuti all'eccessiva idealizzazione nei miei confronti, alla quale seguiva poi l'estrema svalutazione, alla sua dissonanza cognitiva, oppure essendo una border/istrionica (e probabilmente con forti tratti narcisistici, questo mi sa che l'ha omesso) semplicemente si annoiava, e mi ha trattata come uno straccio senza motivo, per puro divertimento, del resto le avvisaglie già c'erano, solo purtroppo che ho scoperto tutti gli altarini a posteriori. In ogni caso non lo saprò mai, non si può entrare nella testa di queste persone, basti sapere che, in casi come questi, si tratta di gente disturbata che non può entrare in relazione con nessuno, a meno che non si curi.

Comunque inizialmente non sono stata io a cercarla, ricordo che era lei che mi aveva "adescata" con la scusa che si sentiva sola, voleva parlare con qualcuno etc... ed io come una scema mi sono fidata. L'unica cosa che un po' mi rode è il fatto che ci sia gente che le ha creduto, non so come sia possibile, è anche vero che questa gente non la conosce personalmente, ma mi chiedo come si possa essere così imbecilli e sprovveduti. Poi chiaramente c'era anche qualcuno che ce l'aveva con me fin dall'inizio, che sa, perchè l'acume di certo non gli manca, e che ha colto l'occasione per darmi contro. Vabbè, sempre di merde comunque si tratta (anzi, merde consapevoli, visto che si tratta di gente mentalmente sana...). Che dire, chissà che a tirare troppo la corda in questi casi non si possa spezzare...simpatizzare con persone pericolose in ogni caso non è una scelta granchè intelligente.

Sì, questa cosa dei tratti narcisistici nella maggior parte dei bulli la sapevo, a volte lo diventano perchè vivono in contesti famigliari spaventosi, sono spesso vittime di violenza da parte dei genitori e parenti, altre volte sono semplicemente viziati e di indole cattiva, tant'è che ad oggi quando vedo scene del genere mi risulta quasi impossibile empatizzare nei confronti di un bullo, cercare di comprendere le sue ragioni, istintivamente sono sempre dalla parte del bullizzato anche perchè, diciamocelo, le vittime di bullismo difficilmente acquisiranno in età adulta quell'assertività/aggressività giusta che gli permetta di andare avanti nella vita, perchè chiaramente quelle stesse dinamiche si ricreeranno in maniera differente in età adulta. Non sto dicendo che sia impossibile ma ci vuole sicuramente un grande lavoro interiore.

Ed è anche per questo motivo che le logiche del gruppo mi fanno ribrezzo.

Modificato da Erika8
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PsycoKiller

Sfogo della pausa pranzo: 

I giorni passano, giorni in cui non mi va di fare nulla e giorni in cui mi va di fare tutto, ma mi sento come bloccato e sto sperimentando una cosa nuova, mai avuta in vita mia: l'ansia. 

Non voglio, non devo permetterlo, che questa esperienza mi trasformi in qualcuno che non sono. Ho deciso, razionalmente, di dividere in due parti la mia storia. 

Tanti anni di relazione "normale", in cui la mia border si è limitata e in cui ho fatto finta di non vedere comportamenti "strani", che porterò con me e di cui trarrò il buono, e questi mesi di manipolazione, depressione, in cui mi ha lasciato nella merda più totale, in cui ha fatto quello che voleva e in cui anche ho fatto l'errore, come tutti, di volerla "salvare". Ma alla fine, il malato mentale sono io, questa persona non si salverà mai, e dio solo sa quanto ancora la amo e forse nessuna reggerà mai il confronto. La sto idealizzando? Forse. Ma sono contento che sia finita così.

Ma io, cazzo, non devo cambiare, io devo restare me stesso. Lo devo fare per me. 

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