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Basta piagnistei!!!...Ecco un RAGAZZO con un lavoro da 25.121€ al mese


Gaddo della Bernardesca

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Magic Mike

Se è dirigente, è dirigente... anche se è uscito dall'università da 5 anni.

Conosco anche io gente che lavora in realtà multinazionali di quel tipo... e quelli sono i salari nelle loro compagnie.

Poi... il fatto di essere pagato tanto ed essere un cadavere ambulante... non capisco come debbano cozzare. Prendi soldi, lavori tanto. Cosa c'è che non funziona in questa equazione?

Bravo il tizio da te riportato che si è ritagliato la sua attività. Per carità, non ho detto il contrario.

Per ciò che riguarda questa Italia, dove il sistema politico non funziona e sembra proprio non voler funzionare, economia compresa, ve la lascio volentieri. Non sono disposto ad aspettare i comodi altrui, di politici o bamboccioni in genere.

E se vuoi fare una analisi sulla ricchezza, dovresti considerare anche la sua distribuzione tra la popolazione, se no rimane troppo superficiale.

Comunque sia, ho espresso il mio punto. Non cambierà fintanto che non vedrò le cose cambiare. Possibilmente da lontano.

Un saluto.

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comeback

Caro Gaddo.

La vera difficoltà dell'Italia (e degli italiani) risiede nel suo decadimento culturale, morale, umano, nella generalizzata crisi dell'ottimismo che ci sta portando a spegnerci.

E' una crisi interiore, è una crisi ben più profonda.

Il messaggio che si deve lanciare attraverso questo post, non è quello di creare l'ennesima app, o diventare l'ennesimo blogger sulla piazza.

Ciò che si richiede, e si dovrebbe infondere nelle persone, è lo spirito di iniziativa, la voglia di emergere, di imporre e di presentare una propria idea.

La questione non è rimanere o andar via in Italia.

Io andrò all'estero tra qualche mese, lo farò quasi a 27 anni, forse troppo tardi ma ci andrò lo stesso.

Non lo farò perchè qualcuno mi sta cacciando via, non mi sento l'eliminato, lo farò perchè è quel che IO voglio.

Il problema nel rimanere in Italia, o vorrei dire tra certi italiani, è che quello di rimanere in una società che non vuol cambiare, che non vuol mutare, dove a sbracciarsi le maniche son sempre pochi, dove a prendere l'iniziativa sono sempre meno.

Cosa voglio dire?

Mesi fa, ho iniziato a parlare con dei colleghi di corso.

Tutti entusiasti di mettersi a disposizione delle aziende, ben sicuro che questa sia l'unica strada.

Ho iniziato a parlare in modo vago ad alcuni di loro, sul fatto che i giovani dovrebbe oltre che cercare un lavoro, anche crearselo, qualche iniziativa imprenditorale, qualche tentativo di start up.

Le opportunità ci sono, e l'accesso al credito seppur difficile potrebbe persino essere meno complesso.

Risultato? Un grande NO collettivo.

La fortuna dell'Italia negli anni 60, i nostri disretti industriali o in scena mondiale la fortuna della Silicon Valley, risiede nel network delle idee.

Persone che interagiscono, che mettono insieme esigenze e sogni diversi, che danno vita a sinergie.

Ci sono molti italiani validi, moltissimi e anche casi di successo, ma molto spesso le idee restano poco sviluppato perchè l'innovatore non trova persone in grado di sostenere la loro idea.

Amiamo la nostra zona confort, amiamo specchiarci e rimanere sonnolenti, siamo italiani anche per questo.

Nessuno

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Gaddo della Bernardesca

Esatto,sono d’accordo, questa è la riprova, che, nonostante lo stato della nostra scuola, è il sistema produttivo (nel senso più ampio possibile) che è arretrato ed incapace di sviluppare aziende INNOVATIVE, tanto da non essere in grado di riuscire: A) ad assorbire neanche la nostra ('scarsa' (?)) produzione di Capitale Umano B) né, tanto meno, Capitale Intellettuale straniero. Ma, come tutte le statistiche dimostrano, la tanto sbandierata carenza di figure professionali è quella di bassissimo contenuto tecnico professionale che, in parte viene coperta da immigrazione NON qualificata. Purtroppo nonostante questi segnali che assieme a tantissimi altri indicano che uno dei più grossi problemi del sistema Italia è rappresentato da una classe imprenditoriale, e dal suo scarsissimo livello di ‘Cultura d’impresa’.Tra le conseguenze di ciò emerge che il sistema industriale italiano è principalmente composto da imprese che non appartengono a quello delle ‘imprese Innovative Logica conseguenza di un sistema che ha creato regole finalizzate più a premiare chi è ‘un duro’ ed ha ‘amicizie che contano’ piuttosto che non alle reali capacità imprenditoriali Infatti il tutto avviene mentre la classe politica, CAUSA della situazione, continua a cercare di capire come restare a galla, invece che agire per rompere gli anelli di una catena che sta stringendo sempre di più vita e speranze degli Italiani, a partire dai migliori.

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comeback

Gaddo : a mio giudizio le idee ci sono, il punto e' che non sempre trovato terreno fertile, o per dirla in modo piu tecnico il rischio di mortalita' e' alto.

I motivi?

Diversi. Il sistema creditizio non aiuta le piccole realta', non nel modo ottimale.

Ti faccio un esempio banale : negli USA, le aziende tendono a quotarsi o trovano in genere nella fase iniziare maggiore sostegno.

Mi sento anche di aggiungere che anche a livello di idee, gli innovatori in Italia sono visti come alieni. Quindi se tu hai una buona idea che può darti tanti soldi, ti scoraggi quando non vedi sostegno alle tue idee. Poni che ho una app da lanciare, io dico che difficilmente troverò sviluppatori che seguiranno la mia idea. Molti preferiscono farsi le seghe a casa, e nel mezzo inviano cv all'aria.

Una volta l'Italia era la patria dei distretti industriali, che sono poi stati ispirazione per tanti all'estero.

L'Italia e' una bella ragazza che si chiude in casa e aspetta il principe azzurro.

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ξรô†ïcø

Ho visto gente stupida andare all'estero con qualche risparmio e fare la fortuna.

Ho visto gente intelligente andare all'estero senza un cent e s'è trovata a servire caffè in minimum wage.

Con questo cosa volevo dire? Non lo so. Ma c'ho ragione, e i fatti mi cosano.

Modificato da ξรô†ïcø
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comeback

Esotico, ogni storia e' diversa.

In generale io credo che le persone non dotate di particolare intelligenza (ma non stupide) tendano ad avere nel complesso risultati migliori (in media) di persone con maggiori capacità.

La giustifico col fatto che i "meno" intelligenti tendono a sopperire ai loro limiti con una maggiore praticità, maggiore astuzia e prendo decisioni più razionali.

Conosco un amico che dopo la maturità col minimo dei voti, si arruolò col più basso dei gradi, mentre tutti volavano alto, lui sapeva che non poteva ambire ad altro (mi perdonino i vari militari). Ora ha un lavoro stabile, remunerato non meno dignitosamente di altri, ha un fatto un mutuo, ha una vita ben organizzata, ed è' l'unico che ha delle certezze sul futuro.

Insomma : massima resa per lui con le sue possibilità.

Riguardo all'estero, tutte le esperienze di persone a me conosciute, sono nel complesso buone o molto positive. Pochi feedback negativi, se non nei periodi di ambientamento iniziale.

M.

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Marlon

Tutti siamo irrazionali, indipendentemente dal QI. Quelli "che non brillano negli studi" hanno una propensione al rischio maggiore, dovuta al non condizionamento doppio "voglio essere perfetto" + "faccio meno errori". Rischiano di più e si mettono in gioco di più appunto perché non hanno altre abilità particolari. In più bisognerebbe individuare il ruolo del caso, oltre le caratteristiche individuali. Se apri attività retail x ignorando più o meno inconsciamente le statistiche del settore (80-90% fallimenti entro 5 anni) stai 1) non diversificando i tuoi rischi 2) investendo su qualcosa di rischioso, non necessariamente in ambito finanziario. Ma sculi e il tuo settore decolla subito dopo averci investito e tu ti limiti a cavalcare l'onda. Quanta parte hanno le caratteristiche personali e quanta il caso? Poi ci sono anche tipi di intelligenza diversi da quelli logico-matematici classicamente individuati dal QI (nato con intenzioni ben diverse da com'è usato a oggi). Un calciatore o un ballerino hanno magari QI nella norma, non capiscono la matematica (i primi spesso neanche l'italiano) ma sono intelligenti più della media nel leggere e parlare il linguaggio del corpo del loro sport/disciplina. Chi dice che matematica > fisica > logica > filosofia > italiano > sport > teatro ? Sono classificazioni prive di fondamento nella società post-industriale.

In generale io credo che le persone non dotate di particolare intelligenza (ma non stupide) tendano ad avere nel complesso risultati migliori (in media) di persone con maggiori capacità.
La giustifico col fatto che i "meno" intelligenti tendono a sopperire ai loro limiti con una maggiore praticità, maggiore astuzia e prendo decisioni più razionali.

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ξรô†ïcø

Il fatto è che il sistema educativo, in particolare il nostro, non ti educa ad assumerti dei rischi, anche calcolati.

È ciò che ho imparato giocando a cashflow 101 (esperienza che vi raccomando caldamente).

Per dire, magari ho 100 euro e un tizio mi dice "sai, c'è un tipo scienziato americano che avesse inventato una moneta che non è una vera moneta no. Sai, è fatta di bits, è digitale. È il futuro! Io mi sa che mi compro 100 euro!".

Mi viene da pensare "ma che cagate sta dicendo questo tipo! Ma se è rimasto mezz'ora a fissare il monitor spento convinto che il pc fosse guasto, e poi non aveva collegato la presa, e mo' fa l'esperto del nuovo millennio! Probabilmente ha trovato un dritto che vuole fregargli i soldi".

Così lui investe 100 euro in bitcoins, e quando gliene rendono 5000 io leggo un'articolo sul sistema crittografico delle criptovalute e dico "ah, così sì che è interessante!".

Sì, sono stato molto intelligente, non ho rischiato 100 euro, ci farò se va bene due fine settimana tirati.

RISCHIATE, SIATE STUPIDI!

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Marlon

Il fatto è che il sistema educativo, in particolare il nostro, non ti educa ad assumerti dei rischi, anche calcolati.

Nì, nel senso che siamo geneticamente portati a non pensare probabilisticamente + altri biases cognitivi come la risk aversion (detto molto semplicemente: una perdita ha un peso psicologico maggiore di un guadagno equiprobabile). Quindi se il sistema educativo può avere delle colpe, altrettante e altrettali ne ha il nostro corredo cromosomico.

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