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Investo 10000€ in start-up, sotto con le idee !


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Leopold

Dubito Shark, non ne vedo il motivo. Tipicamente gli stranieri formati e "cazzuti" in Italia non ci vengono neanche morti, quelli che effettivamente arrivano rispondono più che altro alla domanda di manodopera a basso costo, quelli che crescono in Italia invece sono uguali agli Italiani.

Parlare di coraggio come fa ^X^ probabilmente è corretto, ma quando si passa dal coraggio all'incoscienza?

Periodicamente rivedo un mio amico che dopo gli studi ha deciso di non intraprendere la carriera "standard" ma di mettere in piedi un'attività sua con altri giovani. Ammetto di essere a digiuno dalle questioni fiscali (al momento ho il mio stipendio da dipendente e amen), ma da quello che mi racconta la pressione fiscale e la burocrazia sono asfissianti. Difficoltà a farsi pagare, ma le tasse allo stato le paghi subito (anche se i soldi non arriveranno), così come le tasse sulle proiezioni dei futuri flussi. Inoltre ogni potenziale diatriba legale comporta spese di migliaia di euro che per la grande azienda sono tranquillamente gestibili, mentre nel bilancio di uno che si è messo a lavorare con pochi spicci il peso è ben diverso...
Ora (son passati 3 anni) le cose gli vanno bene, ma senza il supporto finanziario (e non solo) del padre probabilmente non sarebbe andata così.

Se avete tempo ascoltate questa intervista (in particolare minuto 4 dove parla dell'Italia) fatta ad un altro giovane imprenditore:

http://newyork-tales.ilsole24ore.com/2014/07/23/brian-27-anni-e-22-dipendenti/

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alchimista

Non lo so, davvero. Nella mia vita ormai abbondantemente quarantenne, l'unica fonte di innovazione che abbia mai visto erano i gruppi di amici che si erano naturalmente creati all'università che frequentavo: è soprattutto a quell'età che si ha il mix necessario per innovare (incoscienza, entusiasmo, competenze superiori alla media, tempo per sviluppare idee, tolleranza al prolungato lavoro non retribuito).

Nonostante io conosca molta gente all'università, oggi di tutto questo non vedo traccia.

Sarà la "crisi"?

Dipende... se per crisi si intende crisi economica, assolutamente NO: il periodo roseo di innovazione che mi riguardò fu il 1993-1998, appena dopo il terribile 1992.

Se per crisi si intende la demotivazione cronica e il pessimismo sociale, allora forse si... vent'anni fa non c'erano i media online che ci bombardavano di stupidaggini apocalittiche, e non c'erano partiti sostenuti da quasi il 40% di popolazione che gridavano alla fine del mondo prossima imminente.

In poche parole, l'innovazione richiede coraggio, energia e una certa ignoranza selettiva sul mondo esterno.

Proprio in questi giorni stavo parlando col personale della mia università.

Quando io avevo iniziato l'università, mi ricordo che al termine delle lezioni ci riunivamo tutti, in salette dedicate a noi studenti. Chi studiava, chi parlava, chi hackerava l'access point del dipartimento (è successo pure quello, e sniffing a go go). C'era passione, interesse. Voglia di scoprire.

Adesso ancor prima che finisca la lezione, fanno a gara a chi scappa via per prima. Non c'è quella motivazione, quella curiosità di scoprire e impegnarsi in qualcosa di serio.

Ancor prima che iniziassi io, una 10ina di anni fa, mi hanno detto che il personale tecnico, arrivate le 19:30, doveva cacciare a fatica gli studenti, perchè l'università doveva chiudere. Mentre sarebbero rimasti li ancora...

Non so cosa stia cambiando, ma di sicuro non c'è più la passione che c'era qualche anno fa. La gente è demotivata. Faccio fatica quasi a trovare persone che vengano a farsi una birretta al pub. Preferiscono parlare con whatsapp/fb, perchè fuori fa freddo.

Ah, pure gli hackmeeting. I LUG (Linux User Group). Una volta l'italia ne era piena. Era pieno di blog di appassionati. Siti che venivano curati come la propria creatura personale merita.

Ora i blog sono morti. Si fa tutto su facebook o twitter (che bei pensieri profondi che circolano...).

Adesso io sto facendo fatica a trovare un gruppo di appassionati con cui incontrarmi, e fare un po' di sano nerdismo.

Altra cosa: Non vorrei scadere in luoghi comuni, ma... ormai si fa tutto per soldi. C'è chi pensa a quale app realizzare, da vendere e rendere virale, per guadagnare il più possibile. Non importa se è inutile, l'importante è guadagnare.

Io e i miei amici programmavamo per passione. Perchè ci piaceva fare. Lo facevamo gratuitamente dopo la scuola, oppure di notte trovandoci su irc.

Se poi il prodotto, l'idea che avevamo realizzato, era interessante... Perfetto, si poteva commercializzare.

Ma era un prodotto nato da una esigenza, spesso personale, che si cercava di soddisfare. Non dall'idea di guadagnare il più possibile.

A mio avviso è proprio questa la più grande differenza di mentalità!

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Leopold

Alchimista guarda che la spinta innovativa deve venire da quelli come te (come me) nati negli anni 80, non puoi certo "criticare" l'operato dei nati nel 90 visto che stanno ancora studiando.

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alchimista

Alchimista guarda che la spinta innovativa deve venire da quelli come te (come me) nati negli anni 80, non puoi certo "criticare" l'operato dei nati nel 90 visto che stanno ancora studiando.

Non capisco come chi è nato negli anni 80 (io sono più 90 che 80) possa combattere questa pigrizia.

Modificato da alchimista
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Guarda che purtroppo non sto parlando solo di Italia, da quando me ne sono andato 7 anni fa quasi tutta l'Europa si sta italianizzando (invece del contrario). Non riesco più a colpevolizzare il Sud Europa, la depressione -anche se per motivi diversi- sta ovunque e non favorisce certo la ripresa.

Non voglio virare verso il pessimismo cosmico, il mio messaggio era: se volete essere innovativi e creativi fatelo con incosciente ignoranza, i soldi si trovano (e il più delle volte non servono).

Si, in effetti sarebbe più corretto parlare di "occidente". Inteso come la generazione odierna che arriva a sua volta da una generazione "adagiata"

Dubito Shark, non ne vedo il motivo. Tipicamente gli stranieri formati e "cazzuti" in Italia non ci vengono neanche morti, quelli che effettivamente arrivano rispondono più che altro alla domanda di manodopera a basso costo, quelli che crescono in Italia invece sono uguali agli Italiani.

Parlare di coraggio come fa ^X^ probabilmente è corretto, ma quando si passa dal coraggio all'incoscienza?

Periodicamente rivedo un mio amico che dopo gli studi ha deciso di non intraprendere la carriera "standard" ma di mettere in piedi un'attività sua con altri giovani. Ammetto di essere a digiuno dalle questioni fiscali (al momento ho il mio stipendio da dipendente e amen), ma da quello che mi racconta la pressione fiscale e la burocrazia sono asfissianti. Difficoltà a farsi pagare, ma le tasse allo stato le paghi subito (anche se i soldi non arriveranno), così come le tasse sulle proiezioni dei futuri flussi. Inoltre ogni potenziale diatriba legale comporta spese di migliaia di euro che per la grande azienda sono tranquillamente gestibili, mentre nel bilancio di uno che si è messo a lavorare con pochi spicci il peso è ben diverso...

Ora (son passati 3 anni) le cose gli vanno bene, ma senza il supporto finanziario (e non solo) del padre probabilmente non sarebbe andata così.

Se avete tempo ascoltate questa intervista (in particolare minuto 4 dove parla dell'Italia) fatta ad un altro giovane imprenditore:

http://newyork-tales.ilsole24ore.com/2014/07/23/brian-27-anni-e-22-dipendenti/

Ovviamente per immigrati non intendo quelli che arrivano sui barconi o che vengono in Italia perchè muoiono di fame... Intendo quelli nati o cresciuti in Italia, arrivati qui che avevano 3-4 anni, e che ora ne hanno 20-30.

Io ho 23 anni e lavoro da solo. Ci vuole coraggio? Ci vuole incoscienza? Io semplicemente avevo una fame che non vi potete immaginare.

A scuola ci andavo per vendere cd/dvd vergini che compravo da san marino (in modo da eludere la tassa sulla proprietà intellettuale), vestiti, scarpe, ecc... E mentre i miei compagni leggevano i manga io passavo le lezioni a leggere il sole 24 ore!

Io ho seguito questa strada perchè non avevo (quasi) niente da perdere e non volevo fare la vita dei miei. La prospettiva di fare l'impiegato a 1200€/mese semplicemente mi fa vomitare! Però noto che tra tutti i miei coetanei che conosco sono l'unico a vederla in questo modo.

A tutti gli altri che vivono in attesa del weekend basta dargli l'aperitivo del venerdì sera e sono a posto..........

Proprio in questi giorni stavo parlando col personale della mia università.

Quando io avevo iniziato l'università, mi ricordo che al termine delle lezioni ci riunivamo tutti, in salette dedicate a noi studenti. Chi studiava, chi parlava, chi hackerava l'access point del dipartimento (è successo pure quello, e sniffing a go go). C'era passione, interesse. Voglia di scoprire.

Adesso ancor prima che finisca la lezione, fanno a gara a chi scappa via per prima. Non c'è quella motivazione, quella curiosità di scoprire e impegnarsi in qualcosa di serio.

Ancor prima che iniziassi io, una 10ina di anni fa, mi hanno detto che il personale tecnico, arrivate le 19:30, doveva cacciare a fatica gli studenti, perchè l'università doveva chiudere. Mentre sarebbero rimasti li ancora...

Non so cosa stia cambiando, ma di sicuro non c'è più la passione che c'era qualche anno fa. La gente è demotivata. Faccio fatica quasi a trovare persone che vengano a farsi una birretta al pub. Preferiscono parlare con whatsapp/fb, perchè fuori fa freddo.

Ah, pure gli hackmeeting. I LUG (Linux User Group). Una volta l'italia ne era piena. Era pieno di blog di appassionati. Siti che venivano curati come la propria creatura personale merita.

Ora i blog sono morti. Si fa tutto su facebook o twitter (che bei pensieri profondi che circolano...).

Adesso io sto facendo fatica a trovare un gruppo di appassionati con cui incontrarmi, e fare un po' di sano nerdismo.

Altra cosa: Non vorrei scadere in luoghi comuni, ma... ormai si fa tutto per soldi. C'è chi pensa a quale app realizzare, da vendere e rendere virale, per guadagnare il più possibile. Non importa se è inutile, l'importante è guadagnare.

Io e i miei amici programmavamo per passione. Perchè ci piaceva fare. Lo facevamo gratuitamente dopo la scuola, oppure di notte trovandoci su irc.

Se poi il prodotto, l'idea che avevamo realizzato, era interessante... Perfetto, si poteva commercializzare.

Ma era un prodotto nato da una esigenza, spesso personale, che si cercava di soddisfare. Non dall'idea di guadagnare il più possibile.

A mio avviso è proprio questa la più grande differenza di mentalità!

Secondo me non è proprio così.... mi spiego:

una volta c'era la consapevolezza che se facevi tanta pratica diventavi il migliore nel tuo campo. E essere bravo nel tuo campo significava più opportunità lavorative, prospettive migliori, ecc...... per cui ti "esercitavi" anche volentieri facendo progetti alternativi.

oggi invece si vuole tutto e subito. si cerca di fare l'app perchè possa sfondare e si diventi milionari in 2 anni, si vuole fare la startup per rivenderla a 1mld dopo 12 mesi (pensando che basti avere un'idea buona per far funzionare il business), e via dicendo... secondo me ci siamo fatti riempire il cervello di cavolate in stile "zuckerberg's story".. e non ci rendiamo conto che storie del genere sono frequenti quanto le vincite alla lotteria

Modificato da shark90
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Leopold

Non capisco come chi è nato negli anni 80 (io sono più 90 che 80) possa combattere questa pigrizia.

Si constatava che le persone che in teoria avrebbero i mezzi mancano di spinta innovativa. Ora io identifico questa categoria sopratutto con le persone nate negli anni 80 (insomma 25-35 enni) che sono ormai usciti dall'università ed è possibile valutare ciò che hanno fatto.

Insomma, per banalizzare al massimo (ma tipicamente mi riferisco a realtà meno "glamour" e aleatorie), Facebook l'abbiamo inventato io e te? no e suonerebbe piuttosto strano se qualcosa del genere venisse dall'Italia. Le novità da tempo hanno terreno fertile altrove e ci stavamo chiedendo il perchè. La colpa non sarà certo di quelli che adesso stanno studiando in uni ed escono prima dell'orario di chiusura...

Modificato da Leopold
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Stng

Ho voglia di investire in qualcosa di buono e nuovo, ci metto 10000€, cosa mi proponete ? Vorrei progetti concreti di business, sia prodotti fisici che servizi, idee originali e innovative

Io ci metto i soldi, le mie competenze e gli appoggi bancari, voi mi proponete un bel business plan da 1 a 3 anni e vediamo di partire

Chi crede che 10000€ siano poche, queste start-up son partite con meno di 1000€

MEGLIO UNA IDEA SEMPLICE, MA REALIZZATA A REGOLA D'ARTE, CHE UN COLPO DI GENIO SVILUPPATO MALE

http://www.urbanbm.it

https://www.indabox.it

Ciao -13-

Io ho un'idea e un progetto di business. Sto cercando finanziatori.

Dove posso scriverti per illustrartela?

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-13-

@stng

starò in Barbados fino a metà gennaio, ma la posta la leggo sempre.......

mandami pure una mail qui

[email protected]

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  • 3 settimane dopo...

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