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Come e in cosa dovrebbe cambiare la SCUOLA ?


leavingmyheart

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Marlon

Ma chissene dell'aumento di intelligenza. Senza i dibattiti si ammazza l'etica. Che è il fondamento di qualsiasi operare economico. Poi puoi correre a farti una sega in bagno al posto di parteciparvi, ma sono scelte. Giusto dargli uno spazio congruo, ma profondamente sbagliato eliminarli del tutto.

Leav, siamo tutti d'accordo sulle basi e sul dare un taglio più pratico, ma non hai proposto niente di eclatante se non un cambio materie. Wooo, meno latino e meno tecnicismi in letteratura (su questo concordo). Sì, bene. Ma poi? Ci sono persone che si fanno domande più importanti, tipo: come faccio a insegnare in modo efficace a tutti? Le lezioni devono durare un'ora-due? Perché la campanella? Le classi per età? I grandi numeri? E' quella la vera frontiera, scolasticamente parlando.

E poi il mindset: se non passa il messaggio che lo sport ha appreso da tempo, e cioè che la tenuta mentale è fondamentale in qualsiasi tipo di performance, incluso l'apprendimento teorico, allora non devono stupire risultati long-term come questo (pur con tutti i discrimina del caso perché il sistema di istruzione post-grad americano è diverso dal nostro).* Nella patria della Montessori dovrebbe a maggior ragione essere la regola. E non mi parlare di efficienza, perché un metodo fondato sul capire le esigenze degli alunni batte qualsiasi produttività di tipo fordista.

Si tratta del Principio di Pareto applicato all'istruzione: focus sul metodo, non sull'imposizione rigida di skills senz'arte né parte.

*Per un corrispettivo sargistico, vedere il diario di Mensito

PS: quando ti infervori sei un po' hater. Ma giusto un po', eh.

PPS: ora puoi pure partire con critiche sulla sintassi o sulla logica interna, scrivere PAROLE VUOTE/frasi fatte/etc., darmi del sognatore, inveire contro cani schiumanti etc. Solo, se puoi, evita il pluralia maiestatis, il maiuscolo e il grassetto, o la combinazione dei due. Danno più fastidio dei links.

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leavingmyheart

Ma chissene dell'aumento di intelligenza. Senza i dibattiti si ammazza l'etica. Che è il fondamento di qualsiasi operare economico. Poi puoi correre a farti una sega in bagno al posto di parteciparvi, ma sono scelte. Giusto dargli uno spazio congruo, ma profondamente sbagliato eliminarli del tutto.

il fondamento dell'operare economico e' il dibattito filosofico a scuola? :help:

Leav, siamo tutti d'accordo sulle basi e sul dare un taglio più pratico, ma non hai proposto niente di eclatante se non un cambio materie. Wooo, meno latino e meno tecnicismi in letteratura (su questo concordo). Sì, bene. Ma poi? Ci sono persone che si fanno domande più importanti, tipo: come faccio a insegnare in modo efficace a tutti? Le lezioni devono durare un'ora-due? Perché la campanella? Le classi per età? I grandi numeri? E' quella la vera frontiera, scolasticamente parlando.

le cose eclatanti sono la fissazione dei fanatici che vivono di fantasie.

Si comincia dalle piccole cose, quelle fattibili subito, senza rivoluzioni. Questo suggerisce la logica (maledetta, sempre nel discorso :rolleyes: )

poi non ho capito l'osservazione sulla campanella, preferisci la sirena per sancire il cambio lezione?

non ti piacciono le classi per eta', cosa vorresti quindi? uno studente di quinta a fianco di una matricola? poi spieghi come si puo' spiegare una lezione di matematica venendo incontro agli interessi di entrambi contemporaneamente, sentiamo.

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battersea

Il fatto e' che per quante discussioni, riflessioni si possano fare in classe sui piu' svariati ambiti, e' tutto da dimostrare che questo porti ad un effettivo aumento dell'intelligenza di chi vi partecipa. E' un tipo di formazione di fatto inconsistente, non misurabile e tendenzialmente dispersivo. Triste da darsi, ma e' la realta'.

-cut-

E' accattivante il dibattito, ma puoi farlo quando hai la pancia piena.

La scuola deve reggersi prima di ogni altra cosa sui alcuni fondamentali, che siano misurabili e spendibili, traducibili poi nel mondo del lavoro.

Questa e' la base: saper leggere, scrivere, analizzare testi, fare di conto, avere conoscenze informatiche decenti, conoscere i progressi storici/tecnologici e il sistema economico in cui si vive.

L'essenziale.

Poi, DOPO, imparato a riempiersi la pancia perche' si ha un valore di mercato che il mondo riconosce, ci si puo' permettere il lusso di fare riflessioni, disquisizioni filosofiche di qualsiasi genere. Ma sono extra, condimenti, non i primi piatti.

Hm, si e no.

Capisco il tuo punto di vista, e la necessità che le competenze debbano essere spendibili nel mondo del mercato del lavoro. Però ritengo ci siano competenze che, seppur non spendibili direttamente, debbano far parte del bagaglio culturale di un uomo adulto. Posso accettare e condividere che la conoscenza della Fenomenologia hegeliana debba essere l'extra nella cultura di un uomo che abbia già raggiunto un adeguato valore di mercato, ma ci sono, come ho detto, delle lezioni che la filosofia deve impartire, altrimenti il problema dell'analfabetismo funzionale non si vince.

Un esempio spicciolo sul quale magari vogliamo dibattere? Il problema dell'autorevolezza delle fonti.

Vogliamo non chiamarla filosofia? Va bene. Vogliamo togliere dal programma Empedocle? Va bene. Ritengo che, in ogni caso, debba essere dedicato del tempo, a scuola, ad insegnare ai ragazzi come informarsi nel mondo contemporaneo. Non essere informati è ormai impossibile. Puoi fuggire dalle notizie e barricarti dentro casa, poco importa, ormai le news ti entrano da sotto i piedi. Sei d' accordo con me che spendere un'ora a settimana ad insegnare ai ragazzi cos'è il concetto di autorevolezza delle fonti* e come debbano essere cercate secondo un criterio, un metodo, potrebbe, alla lunga, diminuire il numero di quelli che credono alle centinaia di cazzate che scrive il loro blog preferito, dove, ipoteticamente, un laureato in lingue spiega ai suoi adepti perché non bisogna vaccinare i propri figli?

P.s. Vorrei invitare a non dimenticarsi dell'educazione civica. La maggior parte dei 18enni non ha idea di quali siano i poteri del Presidente della Repubblica, o della Corte Costituzionale. Gente che vota, per intenderci, che decide il destino della nostra nazione, esattamente come noi.

*P.p.s. Ci si ricordi, in ogni caso, che l'autorevolezza delle fonti, per quanto sia essa di ottimo aiuto, non è sinonimo di verità. L'autore del post invita i lettori a fare sempre appello alla propria abilità critica e a rimembrare come l'ipse dixit, di medievale memoria, sia stato per lungo tempo di ostacolo al progresso della scienza.

Modificato da battersea
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leavingmyheart

Hm, si e no.

Capisco il tuo punto di vista, e la necessità che le competenze debbano essere spendibili nel mondo del mercato del lavoro. Però ritengo ci siano competenze che, seppur non spendibili direttamente, debbano far parte del bagaglio culturale di un uomo adulto. Posso accettare e condividere che la conoscenza della Fenomenologia hegeliana debba essere l'extra nella cultura di un uomo che abbia già raggiunto un adeguato valore di mercato, ma ci sono, come ho detto, delle lezioni che la filosofia deve impartire, altrimenti il problema dell'analfabetismo funzionale non si vince.

Un esempio spicciolo sul quale magari vogliamo dibattere? Il problema dell'autorevolezza delle fonti.

Vogliamo non chiamarla filosofia? Va bene. Vogliamo togliere dal programma Empedocle? Va bene. Ritengo che, in ogni caso, debba essere dedicato del tempo, a scuola, ad insegnare ai ragazzi come informarsi nel mondo contemporaneo. Non essere informati è ormai impossibile. Puoi fuggire dalle notizie e barricarti dentro casa, poco importa, ormai le news ti entrano da sotto i piedi. Sei d' accordo con me che spendere un'ora a settimana ad insegnare ai ragazzi cos'è il concetto di autorevolezza delle fonti* e come debbano essere cercate secondo un criterio, un metodo, potrebbe, alla lunga, diminuire il numero di quelli che credono alle centinaia di cazzate che scrive il loro blog preferito, dove, ipoteticamente, un laureato in lingue spiega ai suoi adepti perché non bisogna vaccinare i propri figli?

P.s. Vorrei invitare a non dimenticarsi dell'educazione civica. La maggior parte dei 18enni non ha idea di quali siano i poteri del Presidente della Repubblica, o della Corte Costituzionale. Gente che vota, per intenderci, che decide il destino della nostra nazione, esattamente come noi.

*P.p.s. Ci si ricordi, in ogni caso, che l'autorevolezza delle fonti, per quanto sia essa di ottimo aiuto, non è sinonimo di verità. L'autore del post invita i lettori a fare sempre appello alla propria abilità critica e a rimembrare come l'ipse dixit, di medievale memoria, sia stato per lungo tempo di ostacolo al progresso della scienza.

ok, ma non ha senso e praticabilita´dedicarci un'ora apposita.

Perche' le fonti giuridiche sono una cosa, le fonti economiche sono un'altra cosa, le fonti storiche sono un'altra cosa ancora...

E' nella stessa materia che si deve insegnare come e dove cercare le fonti per l'ambito specifico della materia stessa, il prof competente lo fa.

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leavingmyheart

PS:

nello specifico dell'ambito economico, le bugie non derivano sempre da dati falsi/fonti inattendibili. Magari fosse solo questo...

Il problema e' l'omissione anche solo di un solo dato che puo' cambiare completamente la lettura falsandola. E' soprattutto da qui che sono proliferate le varie teorie/interpretazioni economiche, che i sostenitori di una tesi possono dire la verita' quanto chi sostiene quella opposta, con la differenza che una delle due parti potrebbe omettere (anche in buona fede) alcuni ''dettagli'' :db:

Quindi nessuno mente tecnicamente parlando, ma si tratta di una bugia indotta (quella piu' pericolosa e difficile da smascherare).

tutto questo per dire cosa?

che la scuola dando la formazione base e come dici giustamente insegnando a cercare le fonti attendibili puo' se non altro spingere le persone a pensare alle cose sulla base di informazioni vere.

L'informazione vera ovviamente non e' sufficiente per trarre la conclusione vera, ma e' sicuro che con quella falsa la conclusione e' solo falsa, quindi sarebbe gia' un grosso passo avanti.

Continuerebbero ad esserci comunque gli scontri dialettici di oggi, ma almeno si servirebbero di fonti diverse dalle bugie, e Berlu non avrebbe mai potuto raccontare del milione di posti di lavoro, del ponte sullo stretto o di voler fare il nucleare, perche' sarebbe stato sommerso di risate.

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Marlon

il fondamento dell'operare economico e' il dibattito filosofico a scuola? :help:

La teoria economica degli albori è economia politica. Adam Smith non si limitava a rigurgitare formule matematiche per spiegare equilibri microeconomici e teorie della crescita economica (quello ahimé è venuto dopo), ma traeva le sue brillanti conclusioni dall'osservazione della realtà.

Quello che vuole dire Battersea, e con cui concordo, è questo:* se vai a vedere la filosofia ti insegna il perché profondo di tantissime discipline, e non è, o non dovrebbe essere, una disciplina a se stante, ma una cassetta degli attrezzi del pensiero dove andare a pescare ogni volta che si arriva in fondo a una disciplina. Il perché etico lo trovi lì. E' la stessa distinzione che dovrebbe esserci tra la letteratura (contenuti) e l'analisi del testo (tecniche). Ancora, è diverso studiare i testi dei filosofi (spesso roba inutile, autoreferenziale, oscura persino a chi li ha scritti) e vedere quali implicazioni pratiche possano avere le loro teorie.

Poi, come in tutto, ci sono insegnanti e insegnanti.

Ogni tanto mi piace rientrare in questo 3d e dare notizie più innovative.

*Batter se ho frainteso, correggimi. ;)

Modificato da Marlon
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Deconstructed Reality

il problema e' che tutto quello che dici e' basato su bugie.

Io non ho mai proposto una scuola scientifica a tutto tondo, e l'opposizione che crei tra logica e astratto e' fasulla.

Non mi risulta che la storia faccia parte della stessa categoria di matematica o informatica, ma solo un malato di mente puo' escluderla dalla formazione. O che educazione civica ne faccia parte...

ma la storia non e' una materia certo ''astratta'', e neppure educazione civica...

quali macchine da guerra, quindi? quali?

semplicemente persone che sanno comprendere il mondo in cui vivono.

Se poi ti piace suonare il violino, te lo studierai per conto tuo, quando potrai farlo seriamente e dedicarci il tempo necessario (altro che una o due ore alla settimana...)

ma nella scuola dell'obbligo, il tempo speso per l'astratto e' un lusso.

il fondamento e' il pc/smpartphone che stai usando per scrivere...

non li fanno con le depravazioni intellettuali sul passato glorioso della cultura perduta...

prima devi pensare a mangiare, DOPO potrai concederti il lusso di fare filosofia.

non ne dubito...

ma i voti devono riferirsi ai campi che servono nel mondo di oggi, quindi si parte da li'...

DOPO potrai preoccuparti di come incrementare le performance, dopo aver individuato i campi migliori su cui farle quelle performance.

Pura logica, quella che la scuola dovrebbe insegnare (ma l'ho gia' detto prima, siamo a tre :D:D:D )

E anche qui, conoscere la logica permette di capire che l'argumentum ad personam non funziona.

E che la logica e' fatta di passaggi consequenziali, e se ne salta uno salta tutto.

la logica che la scuola dovrebbe insegnare (e siamo a quattro :D:D:D:D )

Se non capisci che la storia e logica sono materie astratte.

Se non capisci che ogni cosa è soggettiva.

Se non capisci che la tua realtà non è l'unica che esiste ma ogni persona ne porta una unica dentro di sé.

Se non capisci che ogni essere umano va cresciuto e guidato.

Se non capisci che nel nostro tempo e in questa civiltà commerciamo beni astratti, perché siamo saturi dei beni primari.

Se non capisci che il mondo non si può comprendere, perché è caotico.

Allora stiamo parlando con parole uguali di cose diverse.

E così ti lascio.. alle tue affermazioni boriose, al tuo bianco e nero e ai tuoi sorrisini che fai fra te e te mentre sentenzi che i miei ragionamenti sono non-sequitur.

Della tanto osannata logica penso tu sappia davvero poco. Perché da un lato disprezzi la filosofia mentre dall'altro abbracci la logica inconsapevole di quanto i due campi siano intrecciati.

Concludo con un'osservazione, poi non scriverò più in questo thread perché mi avete rotto il cazzo. La parola "scuola" viene dal greco "skholé" che indicava l'ozio, l'occupare il tempo libero in modo piacevole. Partendo da questi presupposti, non pensate che ora associare alla parola scuola un programma esclusivamente pragmatista sia fuori luogo?

Triste, semplicemente triste, la visione dell'educazione come un'industria e i bambini e i ragazzi come le materie prime che forgia per produrre utensili da lavoro. Uno diverrà un cacciavite, l'altro un martello... Dov'è l'ideale antico di formazione dell'uomo a tutto tondo?

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leavingmyheart

La teoria economica degli albori è economia politica. Adam Smith non si limitava a rigurgitare formule matematiche per spiegare equilibri microeconomici e teorie della crescita economica (quello ahimé è venuto dopo), ma traeva le sue brillanti conclusioni dall'osservazione della realtà.

Quello che vuole dire Battersea, e con cui concordo, è questo:* se vai a vedere la filosofia ti insegna il perché profondo di tantissime discipline, e non è, o non dovrebbe essere, una disciplina a se stante, ma una cassetta degli attrezzi del pensiero dove andare a pescare ogni volta che si arriva in fondo a una disciplina. Il perché etico lo trovi lì. E' la stessa distinzione che dovrebbe esserci tra la letteratura (contenuti) e l'analisi del testo (tecniche). Ancora, è diverso studiare i testi dei filosofi (spesso roba inutile, autoreferenziale, oscura persino a chi li ha scritti) e vedere quali implicazioni pratiche possano avere le loro teorie.

Poi, come in tutto, ci sono insegnanti e insegnanti.

infatti per questo si diceva che non ha senso una materia dedicata apposita.

Le riflessioni di ambito economico si fanno studiando economia, quelle di ambito storico studiando storia, e via cosi'...

Se non capisci che la storia e logica sono materie astratte.

Se non capisci che ogni cosa è soggettiva.

Se non capisci che la tua realtà non è l'unica che esiste ma ogni persona ne porta una unica dentro di sé.

Se non capisci che ogni essere umano va cresciuto e guidato.

Se non capisci che nel nostro tempo e in questa civiltà commerciamo beni astratti, perché siamo saturi dei beni primari.

Se non capisci che il mondo non si può comprendere, perché è caotico.

Allora stiamo parlando con parole uguali di cose diverse.

E così ti lascio.. alle tue affermazioni boriose, al tuo bianco e nero e ai tuoi sorrisini che fai fra te e te mentre sentenzi che i miei ragionamenti sono non-sequitur.

Della tanto osannata logica penso tu sappia davvero poco. Perché da un lato disprezzi la filosofia mentre dall'altro abbracci la logica inconsapevole di quanto i due campi siano intrecciati.

Concludo con un'osservazione, poi non scriverò più in questo thread perché mi avete rotto il cazzo. La parola "scuola" viene dal greco "skholé" che indicava l'ozio, l'occupare il tempo libero in modo piacevole. Partendo da questi presupposti, non pensate che ora associare alla parola scuola un programma esclusivamente pragmatista sia fuori luogo?

Triste, semplicemente triste, la visione dell'educazione come un'industria e i bambini e i ragazzi come le materie prime che forgia per produrre utensili da lavoro. Uno diverrà un cacciavite, l'altro un martello... Dov'è l'ideale antico di formazione dell'uomo a tutto tondo?

mi spiace, ma queste sono solo altre parole in liberta'.

Ripeto che in questo thread si parla di SCUOLA, di come si puo' renderla migliore concretamente, come far si' che i giovani abbiano le possibilita' migliori per ricamarsi un ruolo nella societa', o meglio dire, nel mondo.

Le seghe filosofiche sono off-topic.

L'ideale antico, il passato glorioso, il bello perduto, l'etimologia delle parole, l'ozio, sono off topic.

Gli oziosi sono off-topic, perche' sono off-topic con l'argomento SCUOLA, che non e' stata istituita per insegnare a giocare alla play-station.

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^X^

Recentemente sono stato ad una "giornata aperta" sull'innovazione, qui in centro Europa.

Si trattava sostanzialmente di un enorme spazio in cui venivano mostrati al pubblico laboratori di elettronica, robotica, tecnologie indossabili, design ecc...

Erano i laboratori delle SCUOLE SUPERIORI locali! Mai visto niente del genere se non in alcune università: docenti intorno ai 30 anni (ben pagati, statali) che nelle loro scuole intrattengono i ragazzi con progetti incentrati su Arduino, Raspberry Pi, Lego robotica ecc..

E una folla di teenager entusiasti che sperimentavano con cose che hanno una certa difficoltà anche per me...

Per un giorno, almeno per un giorno, ho ritrovato l'ottimismo.

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^X^

Nota: i ragazzini hanno bisogno di sapere cosa ci sia nel mondo e quali siano le opportunità. Poi la loro naturale curiosità li porterà ad approfondire in un modo talmente veloce da spiazzare qualsiasi docente adulto.

Ma il docente adulto, e la famiglia, sono indispensabili per selezionate gli stimoli iniziali.

Ricordo che a dieci anni, frugando tra le cose di mio padre, trovai la sua calcolatrice HP programmabile (stiamo parlando del 1982...). Era già vecchiotta quindi me la lasciò usare, anzi mi diede tutti i manuali con i quali nel giro di due giorni imparai la notazione polacca inversa e le basi della programmazione, da solo.

Come sarebbe stata la mia vita se invece della calcolatrice io avessi trovato un libro sulle scie chimiche, o il DVD di Mazzucco?

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