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Come e in cosa dovrebbe cambiare la SCUOLA ?


leavingmyheart

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FrankR89

La Matematica, quella vera, non quella cosa fredda e noiosa studiata nei licei, andrebbe studiata sempre e ovunque. Il fatto che sia utile è un fatto secondario, va studiata perché la matematica è bella ed è l'unico strumento che abbiamo per cercare di capire come funziona il mondo (un po' meno le donne, purtroppo o per fortuna). Inoltre, è piena di quella cosa che affascina da secoli l'uomo: il mistero. Le domande che essa pone (ma come tutte le scienze) sono veramente, veramente intriganti.

Perché nelle scuole invece di spiegare meccanicamente quei pallosissimi esercizi standard sui seni e coseni, non spiegano come la trigonometria sia stata utilizzata dalla polizia per ricostruire le traiettorie di sangue nel delitto di Cogne? Perché non utilizzano il teorema di Bayes per verificare l'efficacia di un farmaco? Se provassero a spiegare i misteri ancora aperti sulla distribuzione dei numeri primi, se facessero vedere l'incredibile potere che ha di spiegare e prevedere i fenomeni della Natura e quelli artificiali costruiti dall'uomo (tra cui il pc da cui stiamo scrivendo), beh...sono sicuro che la gente eviterebbe di vantarsi di conoscere la Divina Commedia a memoria ma di non sapere cos'è una derivata.

Ci sarebbe da rimanere sconcertati.

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Personalmente sono scettico riguardo alla matematica applicata nei licei.

Bisogna prima capire i concetti e poi cercare di applicarli. Le applicazioni che ritengo sia possibile far fare a degli studenti di un liceo non vanno molto oltre ad un immediato esercizio e avremmo quindi, a mio parere, tre tipi di studenti:

- quelli che hanno capito la teoria e non hanno difficoltà ad applicarla (l'esempio applicativo è comunque utile quando lo vedono la prima volta, noioso la seconda)

- quelli che NON hanno capito la teoria, ma non hanno difficoltà ad applicarla (in questo caso lo studente è in grado di risolvere/comprendere il caso particolare, ma non è in grado di trasportarlo ad altri casi)

- quelli che NON hanno capito la teoria e NON riescono ad applicarla

Vi aspetto, sono sinceramente interessato alla vostra opinione

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leavingmyheart

Personalmente sono scettico riguardo alla matematica applicata nei licei.

Bisogna prima capire i concetti e poi cercare di applicarli. Le applicazioni che ritengo sia possibile far fare a degli studenti di un liceo non vanno molto oltre ad un immediato esercizio e avremmo quindi, a mio parere, tre tipi di studenti:

- quelli che hanno capito la teoria e non hanno difficoltà ad applicarla (l'esempio applicativo è comunque utile quando lo vedono la prima volta, noioso la seconda)

- quelli che NON hanno capito la teoria, ma non hanno difficoltà ad applicarla (in questo caso lo studente è in grado di risolvere/comprendere il caso particolare, ma non è in grado di trasportarlo ad altri casi)

- quelli che NON hanno capito la teoria e NON riescono ad applicarla

Vi aspetto, sono sinceramente interessato alla vostra opinione

e' esattamente l'applicazione che cementa la conoscenza teorica. Diversamente la teoria finisce persa.

Il vecchio detto ''val più la pratica della grammatica'' tutto sommato un fondo di verita' ce l'ha.

La ragione per cui gran parte delle nozioni viene dimenticato e' dovuto proprio alla mancanza di applicazione. E paradossalmente spesso si finisce per capire davvero la teoria solo DOPO averla vista applicata..

(ma poi paradossalmente mica tanto, la teoria viene quasi sempre dopo l'applicazione/sperimentazione nel processo storico (salvo pochissime eccezioni, come nella fisica)).

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S.Barney

ah no?

fai pure investire in obbligazioni senza sapere come e quanto cambia il prezzo quando aumenta il tasso di interesse :)

o comprarsi un televisore a rate o accendere un mutuo senza sapere come viene applicato il tasso che stai pagando...

Ma sì, ma stiamo sempre parlando di matematica elementare dai.

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Marlon

Leaving, se scindi la scuola dal potenziale individuale stai parlando di scolarizzazione, e non di educazione. Quindi mi tiro istantaneamente fuori rimandando al famoso quote attribuito a Mark Twain.

Ah, posso rispondere come mi pare, anche con link. Liberissimo di ignorarli.

delegare ai genitori una responsabilita' cosi' grossa per cui ci vogliono COMPETENZE PROFESSIONALI? (competenza, parola ormai in disuso nell'era dell'universita' del cyberspazio).

E' vero il contrario semmai.

Delegare agli insegnanti una responsabilità così grossa come l'educazione finanziaria è potenzialmente dannoso nel lungo termine.

Competenze professionali? E' un frame come questo che produce l'analfabetismo finanziario. Il credere che una cosa sia al di fuori della tua portata. Insegnare ai propri figli come risparmiare per costruirsi un futuro non deve e non può essere un qualcosa di professionale. E bada bene. Ci vuole sempre il buon senso, ricordi, quell'espressione "vuota" che dicevamo prima? E' talmente vuota che non solo è in ogni vocabolario degno, ma è anche nel codice civile, in una definizione credo più ampia: diligenza del buon padre di famiglia.

Modificato da Marlon
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leavingmyheart

Ma sì, ma stiamo sempre parlando di matematica elementare dai.

assolutamente no.

E' vero il contrario semmai.

Delegare agli insegnanti una responsabilità così grossa come l'educazione finanziaria è potenzialmente dannoso nel lungo termine.

Competenze professionali? E' un frame come questo che produce l'analfabetismo finanziario. Il credere che una cosa sia al di fuori della tua portata. Insegnare ai propri figli come risparmiare per costruirsi un futuro non deve e non può essere un qualcosa di professionale. E bada bene. Ci vuole sempre il buon senso, ricordi, quell'espressione "vuota" che dicevamo prima? E' talmente vuota che non solo è in ogni vocabolario degno, ma è anche nel codice civile, in una definizione credo più ampia: diligenza del buon padre di famiglia.

vedo che insisti con le frasi fatte e i gargarismi sulla ´´educazione finanziaria´´.

Forse alcuni pensano di fare della scuola una sorta di copia della alfio bardolla company :)

Battute a parte, quando torni nel mondo reale ti accorgerai quanto i concetti di ''frame'' e ''credenze'' siano del tutto inconsistenti applicata sulle grandi scale.

L'ho detto prima, e te lo ripeto, sbagli in principio spalmando la dimensione individuale su quella collettiva; tutto cio' che ne deriva (le bugie) e' solo figlio di quella premessa fasulla.

I fatti dicono una cosa, che e' la seguente.

Il mondo non lo cambi con le prediche, puoi solo continuare ad immaginare il mondo che non c'e', quello in cui ogni famiglia ha la cultura e competenze per istruire i figli su come vivere al meglio.

Ma poiche' cosi' non e', e poiche' non puoi credere davvero di cambiare la testa a milioni di persone a suon di slogan, puoi fare solo una cosa: mettere in piedi un'istituzione che renda le nuove generazioni migliori di chi le ha partorite.

Questa e' realta', e' fattibile, nei fatti, senza chiacchiere di cioccolato.

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S.Barney

assolutamente no.

O hai un'idea diversa di "matematica elementare", o una particolarissima interpretazione di "educazione finanziaria".

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S.Barney

Ma poiche' cosi' non e', e poiche' non puoi credere davvero di cambiare la testa a milioni di persone a suon di slogan, puoi fare solo una cosa: mettere in piedi un'istituzione che renda le nuove generazioni migliori di chi le ha partorite.

Lo slogan è tale finché resta una scritta su un cartellone o una chiacchera al bar.

Quando invece si vive seguendo delle determinate credenze, allora diventa una filosofia di vita, e puoi trasmetterla a chi ti sta intorno. Questo vale per i leader che ispirano migliaia di persone tanto quanto per i depressi che che spargono infelicità.

Se vuoi una nuova istituzione, devi cambiare la filosofia della scuola, e per farlo devi rielaborarla credendo in qualcosa di diverso. Non a livello radicale (sarebbe utile ma non necessario), ma devi comunque creare una netta differenza tra la situazione di oggi e quella di cui stiamo discutendo.

E non è una frase letta sull'ultimo libro di Tony Robbins, ma una banale spiegazione di come e quanto i presupposti siano fondamentali per la pianificazione ed il raggiungimento del risultato.

Cosa insegna la scuola di oggi?

Insegna a categorizzare gli studenti in base a qualche numero scritto su un registro, a sopprimere l'estro individuale ed il pensiero critico per ricondurre tutto ad una futile valutazione, fatta tra l'altro nella maniera più ingenua possibile e su materie che risultano tendenzialmente inutili.

Questo è quello che oggi trasmette la scuola, e i risultati sono evidenti.

Modificato da S.Barney
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Marlon

Barney, c'é poco da fare con leaving. Lo prendi, gli dici: "guarda la Luna, c'è un'altra realtà possibile" e lui insiste a guardare il dito.

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S.Barney

Barney, c'é poco da fare con leaving. Lo prendi, gli dici: "guarda la Luna, c'è un'altra realtà possibile" e lui insiste a guardare il dito.

Ha solamente frainteso il concetto di "realismo".

La sindrome da realismo cronico è una bestiaccia diffusa.

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