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Foto HOT di Diletta Leotta nuda [NON CENSURATE - SENZA CENSURA]


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Atemau
1 ora fa, Keran92 ha scritto:

condivido sugli svizzeri

ma a volte per affari e business hai a che fare con gente idiota

per risparmiare tempo/fatica/scazzi dici che non sei italiano e ti risparmi tempo e chiudi subito la cosa

poi ovvio che nei circoli sociali se incontri gente a cui neanche puoi dire che sei italiano per quanto sono razzisti e mentalmente limitati, o non ti sai scegliere i social circle è meglio che trovi persone migliori

 

1 ora fa, JimJim ha scritto:

Camomilla?

Introdurre la questione degli affari non toglie nulla a quello che ho detto.

Jim Jim se ti aggredisco per strada non sarà certo accusandomi di essere nervoso che mi farai desistere. Devi difenderti. E' proprio perchè non ci conosciamo che posso permettermi una certa confidenza. Inoltre calcola che potrei essermi offeso quanto te quando hai tranquillamente scelto di rinnegare il gruppo a cui appartengo anche io (italiani) per sceglierne uno qualitativamente molto inferiore (svizzeri).

L'identità si può sviluppare su più livelli, uno di questi è la comunità organica a cui si appartiene. Intendo dire che come uno si pone nei confronti della sua comunità e un pò come uno si pone verso se stesso. Quindi cercare l'approvazione degli stranieri, come italiano, è un pò come cercare approvazione degli altri come individuo. Vizio disdicevole. Sia chiaro che non ti sto giudicando, prendo solo a pretesto quello che hai detto per articolare un discorso.

In proposito il consiglio di Keran92, cioè trovare persone migliori, è illuminante: no fingere, no dissimulare, no convincere, che sono atteggiamenti funzionali ad un agente esterno, cioè coatti, ma andarsene.

Ragionando in luoghi comuni, come fanno gli anti italiani, si può con una certo margine di sicurezza affermare che chi ci odia è probabilmente perché un italiano gli ha trapanato la donna.

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44 minuti fa, Atemau ha scritto:

L'identità si può sviluppare su più livelli, uno di questi è la comunità organica a cui si appartiene. Intendo dire che come uno si pone nei confronti della sua comunità e un pò come uno si pone verso se stesso. Quindi cercare l'approvazione degli stranieri, come italiano, è un pò come cercare approvazione degli altri come individuo. Vizio disdicevole. Sia chiaro che non ti sto giudicando, prendo solo a pretesto quello che hai detto per articolare un discorso.

In proposito il consiglio di Keran92, cioè trovare persone migliori, è illuminante: no fingere, no dissimulare, no convincere, che sono atteggiamenti funzionali ad un agente esterno, cioè coatti, ma andarsene.

Ragionando in luoghi comuni, come fanno gli anti italiani, si può con una certo margine di sicurezza affermare che chi ci odia è probabilmente perché un italiano gli ha trapanato la donna.

Che bello quando puoi PERMETTERTI di scegliere con chi relazionarti. 

Peccato che in ambito 
- Lavorativo
- Seduttivo
- Familiare
- Relazionale/Utilitaristico (il tuo medico, il tuo meccanico, il tuo impresario edile)
...

cioe' nel 100% dei casi che incontra un individuo adulto all'estero(*) tu DEBBA relazionarti con loro. 
Che (magari) non ti piacciono. 
E tu non piaci a loro, per un loro pregiudizio sugli stranieri in generale o sugli italiani in particolare.

La soluzione "duro e puro" non funziona, se non apri un canale. 
Col direttore della tua banca CI DEVI parlare. E lo DEVI convincere a darti il fido per la tua SrL. 
La tipa HB9.5 islandese che pensa che tutti gli italiani siano porci cafoni bla bla, se la apri con "Ciao BBBellla, Aho'" ti sfancula in meno di 1us. 
Magari la apri in un buon inglese e se in tutta Londra c'e' la nomea che gli italiani son cafoni, prima di farti ejectare o non ti qualifichi affatto o, visto che ti sgammera' dall'accento, dici che sei svizzero italiano e parti a usare il tuo splendido tedesco e francese a corroborare il fatto. 

 

Mi fate un favore? 
Prima di dare giudizi su cosa devono fare gli expat, ci andate a vivere all'estero ANCHE SOLO 10 FOTTUTI GIORNI? 
Grazie.


--
(*) giacche' gia' abbiamo premesso che un expat deve stare lontano dagli altri italiani all'estero, che lo farebbero sprofondare nella mediocrita' del ghetto di italiani in gruppo, quindi l'ambito Amicizia va escluso

Modificato da 213328
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Anonimo.92

Non ho mai dovuto fingere di essere di un'altra nazionalità per sentirmi integrato all'estero.
Qualcuno ogni tanto ci prova ad appiopparti qualche stereotipo, stereotipi in cui non mi riconosco comunque, e questo era ben chiaro a tutti.
Ambito ragazze... dipende. Ci sono quelle che odiano gli italiani, quelle che li amano.
Una che mi scopai a Barcellona l'anno scorso, mi disse esplicitamente che veniva a letto con me solo ed esclusivamente per "provare un italiano".

E come lei, chissà quante...

Anon.

 

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Il 23/9/2016 at 12:33, Atemau ha scritto:

 

 

L'identità si può sviluppare su più livelli, uno di questi è la comunità organica a cui si appartiene. Intendo dire che come uno si pone nei confronti della sua comunità e un pò come uno si pone verso se stesso. Quindi cercare l'approvazione degli stranieri, come italiano, è un pò come cercare approvazione degli altri come individuo. Vizio disdicevole. Sia chiaro che non ti sto giudicando, prendo solo a pretesto quello che hai detto per articolare un discorso.

In proposito il consiglio di Keran92, cioè trovare persone migliori, è illuminante: no fingere, no dissimulare, no convincere, che sono atteggiamenti funzionali ad un agente esterno, cioè coatti, ma andarsene.

Ragionando in luoghi comuni, come fanno gli anti italiani, si può con una certo margine di sicurezza affermare che chi ci odia è probabilmente perché un italiano gli ha trapanato la donna.

 

Sapete... se sono nero e vado da gente di un paesino in campagna che non ne ha mai visto uno, quindi ha dei pregiudizi, il discorso di fregarsene di loro perché sono dei dementi, ha senso. 

Se sono nero e vado in una città aperta a tutti e multiculturale, dove per qualche motivo i neri hanno sempre e solo spacciato, rubato e violentato, tranne rare eccezioni che non si vedono in giro perché sono casa-lavoro, beh, quelli che la gente ha contro di me non sono pregiudizi, ma giudizi. Ben ponderati. 

E l'onere della prova di essere diverso è tutta a mio carico. 

Posso anche chiudermi a riccio e raccontarmi che faccio l'inner game e che non devo avere l'approvazione di nessuno se no si fottano. 

Però... se sono ospite... sono io che mi fotto, loro stavano bene senza di me e continuano a starci senza di me. 

Ci ho messo tre mesi, pagando un consulente del luogo perché intercedesse, solo per farmi aprire il conto in banca della società perché come italiano non volevano problemi, nessuna banca. 

E mi hanno contato i peli che nemmeno un terrorista. 

Pregiudizi? 

No, due ita su tre sono venuti a tirare dei bidoni, a riciclare, a fare assegni cabrio. 

Ci ho messo sei mesi. Di cui due un po' vaghi di ricerca, e quattro di effettivo sbattimento, pagando uno del posto e del settore perché girasse a nome mio, per riuscire ad avere una casa in affitto. Alla fine in quei quattro mesi sono stato sempre così sollecito e puntuale nei pagamenti, che il tizio si è sentito di dare la sua credibilità professionale per garantirmi. (credibilità professionale in un'isola in cui con dieci telefonate sei sputtanato, non è poco). 

Certo, fossi stato ricco e avessi pagato tutto il contratto in anticipo, zero problemi, ma dovendo pagare mese per mese... 

Ogni volta le case erano state magicamente affittate il giorno prima dal socio che non lo aveva comunicato, appena saltava fuori che ero italiano. 

Pregiudizi? 

No no, è che li freghi cinque volte, ma non sei. 

Perché due italiani su tre vengono qui con duemila euro per cercare lavoro, firmano un contratto di un anno per avere un mensile non turistico, poi dopo due mesi hanno finito di pagare e lavoro non si trova. E stanno lì a dirti che pagheranno e devi trovare il modo ogni volta per cacciarli di casa. 

Qui non c'entra l'inner game, il fatto è che se uno zingaro volesse vivere dignitosamente in Italia e non essere escluso a prescindere da qualsiasi invito o contratto o business, beh, direi che il minimo che potrebbe fare sarebbe evitare di girare con quelli del campo nomadi. 

Ho conosciuto fior di marocchini in Italia che fanno così. 

Evitano come la peste di essere associati ai loro connazionali. Hanno la maturità per capire che il pregiudizio è una cosa, la conoscenza è ben altro. 

Altri, che credono che la gente si sia rotta le palle di rapine e spaccio per pregiudizio, invece, si coalizzano ancora di più coi connazionali per fare da tumore contro questa gente cattiva che ha pregiudizi. 

Quando una coppia di ragazze inglesi è la terza volta in una sera di vacanza qui che viene fermata da un gruppo di tre ragazzi italiani che non solo non parlano inglese, ma credono pure di essere i più furbi del mondo e che nessuno capisca le parolacce in italiano che infilano in ogni frase ridendo loro in faccia tra un what's your name e un yu 'r biuttiful, beh, diventa difficile poi la sera dopo farci due chiacchiere. 

Nota per gli italiani in vacanza: dire ad una che vorresti conoscere che le copriresti la faccia di sperma, farà anche ridere i tuoi amici perché tu sei un figo e lei non ha capito niente, ma faccia è così simile a face... e sperma è così simile a sperm... datevi una regolata. 

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13 ore fa, EdoardoG ha scritto:

La famiglia perfetta o quasi

Sarebbe molto bello

Io voglio credere che ciò sia concretamente possibile

Un desiderio, un augurio (per me,  per noi)

 

Aggiungo: esistono modelli così fatti nel mondo occidentale,  cioè ne conosci (si tratta di seguirne le orme o rimboccarsi le maniche per costruirlo da zero dopo che abbiamo visto che ciò che ci circonda non è funzionale alla felicità degli individui?)

 

 

La famiglia perfetta non può esistere. 

Perché maschi e femmine hanno esigenze che viaggiano su binari sghembi. 

E più sono appagate le esigenze dell'uno, meno lo sono quelle dell'altra e viceversa. 

Dal punto di incontro di questa lotta, si ha il risultato della continuazione della specie, dato che con esigenze opposte e dolorosamente diverse, inzuccheriamo lo stesso diavolo. 

Voglio dire, anche se al supermercato ci hanno insegnato che "naturale" significa bello e buono e che "bio" significa salute, beh, la natura non è rose e fiori, è rose e zanne. 

Seguire la propria natura è meno stupido e doloroso che seguire una cultura massificata e inadatta al tempo in cui continua stupidamente ad essere perpetrata. 

Ma non è la via per la felicità che piove dal cielo. 

E' meno stupido e apre la porta a più opportunità per essere felici, ma poi te le devi andare a prendere. 

 

Non ho mai trovato esempi meno che demenziali nel mondo occidentale, cui potermi ispirare (una comune di scoppiati vegan che fumano maria e producono marmellate bio non è un esempio, anzi, è esattamente il motivo per cui quando parlo di clan tribali interconnessi la gente individualista, spontanea e competitiva come me fa un passo indietro e dice fanculo). 

Però... ho trovato ispirazione in 2,8 milioni di anni di evoluzione del nostro DNA, davanti ai quali 9000 anni di cultura spazzatura sono un soffio che non esiste, tanto più che la coppia isolata monogamica esiste da 120 anni. 

Il succo non è quello di cambiare la società, essa si autoregola perpetrandosi nella mente della gente che ne fa parte e privandola di potere personale a favore di quello collettivo. 

Si fotta lei e chi le va dietro. 

Il succo è... IO NO.

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1 ora fa, ^'V'^ ha scritto:

 

La famiglia perfetta non può esistere. 

 

Uno deve avere anche il coraggio di rimettere in discussione le sue convinzioni più profonde, davanti all'evidenza dei fatti. 

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1201892/Napoli--per-i-18-anni-il-padre-gli-regala-32-grammi-di-cocaina-e-tre-minorenni.html

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Jumpy
16 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Uno deve avere anche il coraggio di rimettere in discussione le sue convinzioni più profonde, davanti all'evidenza dei fatti. 

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1201892/Napoli--per-i-18-anni-il-padre-gli-regala-32-grammi-di-cocaina-e-tre-minorenni.html

La coca mi mancava :O ma quaggiù, confermo, in certi contesti dell'hinterland (e che contesti... ) al diciottesimo gli amici fan la colletta per regalare la serata con la squillo :P

Del resto ha fatto quello che i papà facevano normalmente fino a qualche generazione fa.

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Atemau

Ricordo una sera nel Baden-Wuttemberg socializzammo con dei portoghesi e l'argomento con cui cominciammo a parlare fu: ma anche a voi i tedeschi cercano di fottervi ogni volta che vi girate?

Città inglese. Strada pedonale affollata il sabato sera. Da un gruppo di ragazzi uno si scosta, si abbassa la bottega e comincia a pisciare camminando, in mezzo alla gente, tra le famiglie e i passeggini. I suoi amici non battono ciglio come fosse la cosa più normale del mondo.

Città inglese. Ragazza a terra riversa nel suo vomito.

Città italiana. Ragazzi tedeschi ubriachi seguono a distanza delle ragazze urlando e sputacchiando per corteggiarle.

Citta ungherese: sdegno e smorfie degli abitanti al passaggio di turisti inglesi.

Potrei andare avanti per ore per tutte le nazionalità maggiori.

Non posso contraddire le vostre esperienze.

Ma posso solo dire che ne io, ne nessuno delle persone che conosco, e nell'arco della mia vita abbiamo mai avvicinato una ragazza dicendo "ciao bbella ahò". Nè l'ho mai visto fare in giro. Forse solo una volta, a Rimini, tanti anni fa, ma è un ricordo confuso, forse non era "ahò".

Che non ho mai subito discriminazione all'estero di nessun tipo.

Che la mia provenienza mi ha forse dato dei vantaggi all'estero.

Che il mio direttore di banca italiano in Italia, fa le stesse resistenze di cui parlate voi con me italiano e con i miei amici e parenti italiani.

Io all'estero o amici all'estero non abbiamo mai dovuto ricorrere a trucchi per ottenere ciò che civilmente e con garanzia è concesso a tutti.

Non faccio inner game. E' indubbio che la "tribù" di appartenenza ha il suo posto nella coscienza dell'individuo e ognuno decide che posto dargli.

Non farmi influenzare dal giudizio degli stranieri e dagli atteggiamenti sconvenienti di alcuni connazionali è una buona abitudine.

Non fingere di essere qualcos'altro è una buona abitudine.

Infine, per definire la propria tribù, è buona abitudine riferirsi agli esemplari migliori, non a quelli peggiori.

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6 minuti fa, Atemau ha scritto:

Ricordo una sera nel Baden-Wuttemberg socializzammo con dei portoghesi e l'argomento con cui cominciammo a parlare fu: ma anche a voi i tedeschi cercano di fottervi ogni volta che vi girate?

Città inglese. Strada pedonale affollata il sabato sera. Da un gruppo di ragazzi uno si scosta, si abbassa la bottega e comincia a pisciare camminando, in mezzo alla gente, tra le famiglie e i passeggini. I suoi amici non battono ciglio come fosse la cosa più normale del mondo.

Città inglese. Ragazza a terra riversa nel suo vomito.

Città italiana. Ragazzi tedeschi ubriachi seguono a distanza delle ragazze urlando e sputacchiando per corteggiarle.

Citta ungherese: sdegno e smorfie degli abitanti al passaggio di turisti inglesi.

Potrei andare avanti per ore per tutte le nazionalità maggiori.

Non posso contraddire le vostre esperienze.

Ma posso solo dire che ne io, ne nessuno delle persone che conosco, e nell'arco della mia vita abbiamo mai avvicinato una ragazza dicendo "ciao bbella ahò". Nè l'ho mai visto fare in giro. Forse solo una volta, a Rimini, tanti anni fa, ma è un ricordo confuso, forse non era "ahò".

Che non ho mai subito discriminazione all'estero di nessun tipo.

Che la mia provenienza mi ha forse dato dei vantaggi all'estero.

Che il mio direttore di banca italiano in Italia, fa le stesse resistenze di cui parlate voi con me italiano e con i miei amici e parenti italiani.

Io all'estero o amici all'estero non abbiamo mai dovuto ricorrere a trucchi per ottenere ciò che civilmente e con garanzia è concesso a tutti.

Non faccio inner game. E' indubbio che la "tribù" di appartenenza ha il suo posto nella coscienza dell'individuo e ognuno decide che posto dargli.

Non farmi influenzare dal giudizio degli stranieri e dagli atteggiamenti sconvenienti di alcuni connazionali è una buona abitudine.

Non fingere di essere qualcos'altro è una buona abitudine.

Infine, per definire la propria tribù, è buona abitudine riferirsi agli esemplari migliori, non a quelli peggiori.

Sono d'accordissimo. 

Ce la fai a subcomunicare tutto questo ad una ragazza con cui ti stai sforzando di parlare nella sua lingua, che nei primi 7 secondi ha già deciso se ne nascerà qualcosa? 

Io non ho mai finto di non essere italiano, anche perché non so il francese e il tedesco per fingermi svizzero. 

E comunque essere italiano alla mia maniera mi piace. 

Tanto che in italia la gente straniera mi diceva sempre che parlavo italiano molto bene e mi chiedeva di che paese dell'est fossi. 

E la mia maniera è molto più albanese-russa che ita. 

Però... quei sette secondi in cui mi devo giocare tutto... preferisco giocarmeli da solo che circondato da casi umani che alimentano il pregiudizio. 

Evitare i casi umani, quando sei da solo all'estero, può significare non parlare con nessuno da due settimane come capitava a me ieri sera. 

E ci sono persone come me che ci stanno bene, sole. 

Altri che pur di avere compagnia finiscono per avere le maglie del setaccio un po' troppo larghe. 

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Atemau

Bè evitare i casi umani è buona abitudine tra gli italiani in Italia, tra gli spagnoli in Spagna e tra i Nepalesi in Nepal. Io mi opponevo all'evitare l'italianità, che è un processo interno prima che comportamentale.

Comunque. Banalizzando: se la donna vede la congruenza (la famosa congruenza! E se c'è, la donna la vede nei primi 3 secondi) è inevitabile per lei capitolare. La strada verso la congruenza è disseminata di scudi e trappole e maschere lasciate cadere da chi vi si avvicina. Sagra dei luoghi comuni! E' vero. Ma tant'è.

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