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Voi ci credete a dio?


Tisana

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andrew_sailor
34 minuti fa, Tisana ha scritto:

Stai accennando alla cosiddetta "bugia bimillenaria" ? O parli della negazione del principio di realtà e psicosi mistica dei fedeli ? 

Posso capire se qualcuno vuole pensare la ragione creatrice come Persona con una propria identità. Anche se appare come una riduzione della dimensione di un concetto più ampio. Gli antropomorfismi però sono utili per passare ai concetti, sono un limite se ti fermi a quelle immagini.

Bene, però qua siamo fermi al paradosso della teiera di Russel. 

Che domande ti ispira una teiera? Un ente fisico, di cui conosciamo le proprietà che speculazione filosofica dovrebbe produrre? 

Lo stesso vale per il caro alieno. Il concetto di trascendente per cui esiste una una realtà oltre a quella empirica è presente nella filosofia praticamente da sempre. Esiste una realtà concettuale che non ha senso ignorare. Origine e fine delle cose, movimento, essere delle cose, etc...E poi un altra domanda: Perché l'essere e non il nulla? 

L'alieno visto come "DIO" che cazzo di domanda ti fa porre? Al massimo se segui Biglino, potresti dire che Yahweh è un alieno e stop. Ma tutta la filosofia che tratta del concetto di dio, non scompare solo perché qualcuno pensa che il dio dei cristiani fosse un alieno. 

Perché pensi che debba necessariamente esserci una domanda alla quale rispondere? O meglio, se questa domanda esiste perché deve essere un "perché" anziché un meno filosofico ma più scientifico "come"?

Sono completamente d'accordo con Russell e la sua teiera. Ma a ben leggere credo lo sia anche tu.

Modificato da andrew_sailor
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cagliari benevento X finale

pareggio benevento 94esimo 

quasi 400 gambe in saccoccia

manca 1 minuto

gol cagliari 2-1

 

3757,89 euri persi

con 3 euri giocati e pure a cazzo di cane

 

CONTINUO A NON CREDERE A DIO :11_blush:

comunque visto che si parla di un creatore

sono sempre pronto a salire sul carro :11_blush:

quindi, quando il grandissimo, vuole darmi la prova della sua esistenza

io sarò pronto

 

un suggerimento glielo do, al creatore

il 13 novembre è la data giusta :11_blush: 

mi servirebbe

 

poi cazzo sono nato il 24 dicembre

CRISTO

 

se me lo merito

 

una vita con un regalo unico natale compleanno:4_joy:

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Tisana
41 minuti fa, andrew_sailor ha scritto:

Perché pensi che debba necessariamente esserci una domanda alla quale rispondere? O meglio, se questa domanda esiste perché deve essere un "perché" anziché un meno filosofico ma più scientifico "come"?

Il rapporto tra la matematica e la religione dura da 3mila anni. Non è una novità il fatto che si possa cogliere l'essenza di un ordine. 

Bell, nel suo libro "i grandi matematici" mostra che in molti casi scienza e religione sono in simbiosi. Cartesio, Leibniz, Pascal, Eulero, Ruffini ( non quel coglione di Colorado ) Gauss, Abel, e chissà quanti altri di cui in questo momento non ricordo il nome, affermavano tutti l'esistenza di una legge da conoscere e qualcuno ha pensato anche all'esistenza di un legislatore. 

Siccome io studio la matematica, se non credessi almeno al """dio""" del logos, potrei anche starmene a casa a farmi le seghe a vita, ovvio che devo dare un senso a quello che faccio. Mi pare una cosa normale, sono domande tipiche che si fa praticamente chiunque e come ho scritto prima, fanno parte della filosofia da sempre. 

Mi sembra strana la tua domanda, perché se le cose che compongono la realtà non avessero un fine, allora sarebbero solo un mucchio di oggetti sparpagliati, tipo un letamaio pieno di pattumiera. Gli oggetti sono messi in relazione tra loro o no? C'è un fine, o va tutto a caso? E poi, la curiosità fa parte della natura umana, per cui non c'è nulla di strano nel domandarsi i vari "perché".

La scienza si chiederebbe solo i vari "come"??? Da quando scusa? A me pare invece che siano più sensati i vari "perché", che tra l'altro non hanno mai mancato di assillare gli scienziati. 

 

Ps. Certo che mi piace il paradosso di Russell. 

Però lui era un logico, la trascendenza, che non c'entra nulla con una teiera, non richiama necessariamente a concetti religiosi. Il paragone tra la teiera e il concetto di dio è divertente se si pensa al dio dei cristiani, che è un dio personale. 

Lo stesso dicasi per il tuo paragone con l'alieno, che alla fine è la stessa cosa che aveva pensato Russell. 

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^'V'^

Credo che la sua domanda sott'intendesse che la causalità è un'esigenza logica della nostra mente razionale, utile come zattera per sopravvivere in quanto di aiuto nel predire almeno in parte il ripetersi di eventi nefasti o vantaggiosi, ma può essere un handicap se si ragiona in più dimensioni di 4.

Perché proprio quella capacità razionale di trovare nessi causali porta con sé la tara di vedere tutto con quel filtro e voler pensare che tutto abbia un senso, una causa e un effetto. 

Già questa logica lineare fa molta acqua nelle dimensioni che esperiamo, che sono interazioniste e multicausali più che unicausali e che sono contraddistinte da condizioni, in realtà, non da cause. 

Se si verificano diverse condizioni, allora è probabile, caos, entropia permettendo, un effetto più probabilmente di un altro. 

E fin qui anche la logica della mente umana, con un po' di training, ci arriva. 

È nelle dimensioni in cui non è obbligatorio che ci debba essere un senso, un perché, che si perde, in quanto è congegnata per trovare i perché delle cose. 

E pure i come. 

Ma i perché e i come sono materia per sistemi complessi. 

Sicuramente interessante e utile. 

Ma... It's Dark Outside... And nothing can be seen... 

Forse perché, cosa, chi, come, quando... Dove... 

Sono le domande di un cervello logico, che vive il tempo come una linea, lo spazio come un luogo, l'essenza come identità senziente, la causalità come una verità. 

Ed è perfetto per sopravvivere in questo mondo. 

Ma... Avevo letto che le rane non vedono la loro mamma, ma solo linee dritte che servono loro per l'orizzonte dell'acqua e il movimento, che serve loro per cacciare insetti. 

Perfetto, è ciò che serve loro. 

Ma vagli a spiegare un tramonto. 

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andrew_sailor
56 minuti fa, Tisana ha scritto:

Il rapporto tra la matematica e la religione dura da 3mila anni. Non è una novità il fatto che si possa cogliere l'essenza di un ordine. 

Bell, nel suo libro "i grandi matematici" mostra che in molti casi scienza e religione sono in simbiosi. Cartesio, Leibniz, Pascal, Eulero, Ruffini ( non quel coglione di Colorado ) Gauss, Abel, e chissà quanti altri di cui in questo momento non ricordo il nome, affermavano tutti l'esistenza di una legge da conoscere e qualcuno ha pensato anche all'esistenza di un legislatore. 

Siccome io studio la matematica, se non credessi almeno al """dio""" del logos, potrei anche starmene a casa a farmi le seghe a vita, ovvio che devo dare un senso a quello che faccio. Mi pare una cosa normale, sono domande tipiche che si fa praticamente chiunque e come ho scritto prima, fanno parte della filosofia da sempre. 

Mi sembra strana la tua domanda, perché se le cose che compongono la realtà non avessero un fine, allora sarebbero solo un mucchio di oggetti sparpagliati, tipo un letamaio pieno di pattumiera. Gli oggetti sono messi in relazione tra loro o no? C'è un fine, o va tutto a caso? E poi, la curiosità fa parte della natura umana, per cui non c'è nulla di strano nel domandarsi i vari "perché".

La scienza si chiederebbe solo i vari "come"??? Da quando scusa? A me pare invece che siano più sensati i vari "perché", che tra l'altro non hanno mai mancato di assillare gli scienziati. 

 

Ps. Certo che mi piace il paradosso di Russell. 

Però lui era un logico, la trascendenza, che non c'entra nulla con una teiera, non richiama necessariamente a concetti religiosi. Il paragone tra la teiera e il concetto di dio è divertente se si pensa al dio dei cristiani, che è un dio personale. 

Lo stesso dicasi per il tuo paragone con l'alieno, che alla fine è la stessa cosa che aveva pensato Russell. 

La curiosità, il diritto di farsi delle domande, il bisogno della filosofia sono tutti aspetti che menzioni e che è naturale facciano parte di noi. Tuttavia non è detto che il porsi certe domande sull'esistenza di un "fine ultimo" siano presupposto dell'esistenza di questo. E poi che significa dire "deve esserci un fine?" Perché il caso non può esserlo? Vi sono 400 miliardi di pianeti nella nostra galassia. Perché la nostra esistenza deve avere bisogno di un senso per avere una ragione di esistere? A me il caso pare una spiegazione esaustiva. Fermo restando che anche sulla definizione di caso bisogna intendersi. La meccanica quantistica vive di probabilità è quindi non di certezze ma questo non significa che sia tutto aleatorio ma solo che l universo può percorrere diverse vie possibili per evolversi. Quando dico che la scienza non si preoccupa del perché intendo che non le serve sapere perché sono nate le leggi della natura. Si preoccupa di capire come funzionano. Anche perché il domandarsi del perché di una "nascita" implicitamente ti lega al concetto di Tempo che è esso stesso figlio di quelle leggi e non esterno ad esse.

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Tisana
8 minuti fa, andrew_sailor ha scritto:

La curiosità, il diritto di farsi delle domande, il bisogno della filosofia sono tutti aspetti che menzioni e che è naturale facciano parte di noi. Tuttavia non è detto che il porsi certe domande sull'esistenza di un "fine ultimo" siano presupposto dell'esistenza di questo. E poi che significa dire "deve esserci un fine?" Perché il caso non può esserlo? Vi sono 400 miliardi di pianeti nella nostra galassia. Perché la nostra esistenza deve avere bisogno di un senso per avere una ragione di esistere? A me il caso pare una spiegazione esaustiva. Fermo restando che anche sulla definizione di caso bisogna intendersi. La meccanica quantistica vive di probabilità è quindi non di certezze ma questo non significa che sia tutto aleatorio ma solo che l universo può percorrere diverse vie possibili per evolversi. Quando dico che la scienza non si preoccupa del perché intendo che non le serve sapere perché sono nate le leggi della natura. Si preoccupa di capire come funzionano. Anche perché il domandarsi del perché di una "nascita" implicitamente ti lega al concetto di Tempo che è esso stesso figlio di quelle leggi e non esterno ad esse.

Io lo dico senza sentirmi in difetto. Di MQ non ci capisco un cazzo. 

Nel dipartimento della mia uni, c'è un corso che tratta pure MQ. Ebbene, io non ci capisco una sega di niente. Ho provato, ma rimango comunque sui miei binari, si vede che sono troppo limitato per quella roba. 

Siccome ho scelto un indirizzo teorico, non so veramente come separare la filosofia e la religione dalla matematica. Difatti se pensiamo ai recenti sviluppi della logica, che è diventata una logica proposizionale, quindi matematica, ci rendiamo conto che le discipline sono molto vicine. 

Ma sulla tua differenziazione tra il "come" e il "perché" continuo ad avere i miei dubbi. 

Le leggi della natura, come schemi sono frutto dalla ragione e sono criteri regolativi, nati per spiegare meccanismi ciechi. Quindi, domandarsi il "perché" ha senso eccome. 

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gelsomino
Il 9/10/2017 alle 16:35 , andrew_sailor ha scritto:

"Poniamo per assurdo che esista un Dio onnipotente e buono...." ,

poi si procede e si arriva sempre ad una contraddizione: Dio,  se è buono, non è onnipotente. Se è onnipotente, è un fottuto bastardo.

C'e' quel film ,"una settimana da dio"... con jim carry se non erro ;)...in cui fa vincere a tutti la lotteria e tutti se lo prendono in culo perche' se vincono tutti e coem se non avesse vinto 

nessuno... poi c'e' quell'altro film "la grande guerra".... uno degli scampati alal fucilazione...ringrazia dio ...gli dice che dio e' buono...e non ricordo forse ALBERTO SORDI...

pensa...ma come dici che dio e' buono perche' ha salvato te dalla morte e gli altri che sono morti?!? per quelli non e' stato buono come con te?!?"

ma il concetto di buono ...di cattivo... sono tutte sotrielel da oratorio dei preti ... di preparazione dozzinale alla prima comunione----

 

.... e' una questione di scelte .... 

per quanto riguarda la domanda del post ... 

 

... non credo all'esistenza di dio .... al paradiso allinferno....allanima.....

...credo che esista come dicono in qualche film......

credo in "qualcosa di piu' grande".... 

ps... un altra cosa ho letto en passant qualch epost... del 3d e' un utente parlava di pluralità di dei ... non ricordo e non mi va di andare a scartabellare ora....

... potrebbe anche essere che questo "qualcosa di piu0' grande" sia formato da diversi "qualcosa di piu grande" che gia' per il concetto del UBI maior minor cessat siano scevri da tutte 

le limitazioni che sovrastano il piccolo essericchio umano... come per esempio gli istinti ...le pulsioni.....

.... la voglia di dominare sugli altri... 

 

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Tisana
1 ora fa, ^'V'^ ha scritto:

Ma vagli a spiegare un tramonto. 

Se per questo, noi potremmo spiegare la musica come una variazione nella pressione delle onde sonore. Produzione di onde meccaniche, che vibrano prodotte da una sorgente sonora. Si propagano tramite un mezzo elastico (aria) Poi, il segnale viene trasformato dagli apparati recettivi ed elaborato (impulsi elettrochimici) da parte del cervello. 

La cosa figa, è che esistono parametri oggettivi, tipo frequenza, lunghezza d'onda e velocità di propagazione. E anche parametri soggettivi, tipo altezza, intensità, timbro, armonia, etc... Per "misurare" la musica.

Non ho voglia di dilungarmi troppo, diciamo che non è possibile descrivere scientificamente le sensazioni che si provano quando si ascolta la musica. Ma si può comunque descrivere il fenomeno "a grandilinee". 

 

Non c'entra molto con dio. 

Il concetto di dio ( lo scrivo sempre minuscolo ) mi ha sempre affascinato, sin da quando studiavo Agostino. La filosofia parla di dio a prescindere da qualunque contestualizzazione religiosa. 

La teiera è forse un astrazione? è un pensiero, una nozione? Ha a che fare con l'essere e il divenire? Non mi pare. Si tratta di un oggetto che potrebbe essere rimpiazzato con qualunque altro, tipo un dildo o una bottiglia. Credo che il paradosso di Russell fosse una presa in giro del dio personale. Tutto li. Nulla che confutasse la filosofia che riguarda il concetto di dio. 

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2 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

Ma vagli a spiegare un tramonto. 

Esattamente.

Abbiamo un ottimo strumento , la nostra mente, ma ottimo per cosa? Per calcolare, prevedere, quantificare, astrarre , progettare cosa?

Ciò che ci serve, ciò che ci da un vantaggio.

Ma è uno strumento adeguato ad indagare oltre? Fino a che punto?

Quali sono i suoi limiti?

 C'è il caso che gran parte della speculazione negli ultimi 2500 anni sia paragonabile ad un voler disquisire sui  colori da parte di un gruppo di tizi che vedono in bianco e nero dalla nascita. Possibile, certo, campato in aria con ogni probabilità.

Non è utile a nulla entrare in digressioni perditempo del genere.

Gotama Buddha 

rimaneva in silenzio quando gli facevano  le solite domande (perchè dell'esistenza, c'è un dio ecc.)

e sul perchè stava zitto rispondeva , insultando, secondo me, giustamente i suoi questuanti, paragonandoli a degli idioti.

Cioè a uomini che feriti da una freccia o avvelenati volessero assolutamente sapere traettoria, origine tipo di arco, chi era l'arciere, qual'era il suo stile ecc, per quanto riguarda la freccia. Tipo, consistenza ingredienti , metodo di preparazione, ecc per quanto riguarda il veleno. PRIMA di levare la freccia o di prendere l'antidoto per il veleno. Cioè il Dharma.

Ora, qualunque cosa si possa pensare del Dharma, e non ce n'è in realtà solo uno, ma 10000 come dicono loro...

Il concetto è quello. Prima di incamminarti per cercare l'arciere devi levarti la freccia.

Per poi magari scoprire che non ci sono arcieri. 

E non c'era nemmeno la freccia.

1 ora fa, Tisana ha scritto:

La teiera è forse un astrazione? è un pensiero, una nozione? Ha a che fare con l'essere e il divenire? Non mi pare. Si tratta di un oggetto che potrebbe essere rimpiazzato con qualunque altro, tipo un dildo o una bottiglia. Credo che il paradosso di Russell fosse una presa in giro del dio personale. Tutto li. Nulla che confutasse la filosofia che riguarda il concetto di dio. 

La teiera era concepita sul dio cristiano. Quindi personale, Mi pare che Russel lo disse chiaramente.

 

 

 

 

 

 

 

 

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Apollodoro

E' un prodotto dell'emisfero destro del cervello con conseguente sviluppo della coscienza e dell'apertura all'emisfero sinistro. 

Non ricordo se avessi risposto a questa discussione ma se potete leggete "Il crollo della mente bicamerale e l'origine della coscienza" di Julian Jaynes.

E' un libro che mi ha affascinato e anche se è solo una teoria ci sono davvero molte cose interessanti e secondo il mio punto di vista ha ragione da vendere su tantissimi punti,

a partire dal fatto che probabilmente l'uomo antico era di genere "schizofrenico" e poi è divenuto "psicopatico" (quello attuale di oggi) anche se sono conclusioni a cui in un certo 

senso sono giunto io. Entrambe le affermazioni non sono da ritenersi affatto aspetti di una malattia ma di un genere. 

L'uomo "antico" sentiva letteralmente voci nel suo cervello (durante lo sviluppo del linguaggio) e pensava che fossero quelle degli Dei e ubbidiva ciecamente. 

Con "l'evoluzione" e _lo sviluppo adeguato del linguaggio_ è nata la coscienza individuale e lentamente piuttosto che utilizzare l'emisfero destro del cervello (sede di allucinazioni uditive e visive) si è passati ad utilizzare sempre di più il sinistro (sede dell'Ego e della coscienza individuale rispetto ad una collettiva che risiedeva nell'uomo "schizofrenico").

In poche parole è questa la tesi. Quindi prima c'erano molti dei (le molteplici voci del destro) poi uno solo (l'unica e sola quella della coscienza che si è sviluppata nell'emisfero sinistro).

E' una teoria molto affascinante e il libro lo consiglio vivamente (è un po' pesante quindi se vi limitate ai fumetti o romanzi Harmony evitate). 

Modificato da Apollodoro
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