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Ingegneria


Carlins

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gibag
11 ore fa, Carlins ha scritto:

Vi ringrazio tutti.

Avevo scritto un papiro su tutto il mio background, valutando i pro e i contro delle mie scelte e cosa mi spinge a farlo, ma renderebbe la cosa stoppacciosa. Mi limiterò ai dati.

 

Ho già una laurea (triennale relazioni internazionali) scelta per esclusione dato la poca voglia di studiare che avevo e dovendone scegliere una per direttive di mio padre (sempre sia lodato) anche solo per crescita personale, dato che un lavoro già ce l'ho, dato che mio padre ha una piccola azienda, un calzaturificio.

 

Vi starate chiedendo cosa cazzo sto cercando allora. 

Soddisfazione personale, non posso assolutamente lamentarmi della situazione attuale, ma oltre al fatto che dovrò lavorarci come un nero in futuro (come mio padre), quando e se diventerà mia, non mi sento realizzato personalmente, non avendo mai fatto una scelta in questo ambito, e in fin dei conti lavoro solamente perché è di mio padre (per carità, ho qualità più che sufficienti per poter trovare un qualsiasi tipo di lavoro, ma nulla di qualificato e redditizio).

 

Ingegneria mi sembrava la miglior facoltà, insieme a giurisprudenza e medicina che però odio, per poter ottenere una discreta posizione.

 

Altrimenti "accetto" il destino e continuerò a fare lo scarparo, che due spicci nonostante si facci il culo, li tira su.

Economia (!?), e comunque puoi diventare di rilievo professionale anche studiando lettere. Oppure potresti laurearti in ingegneria e continuare a fare ciò che fai ora.

Quindi la facoltà ha importanza ma in base a ciò che ti piace, a ciò che sei portato. 

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senza nome
9 ore fa, Carlins ha scritto:

Mi avete messo la pulce nell'orecchio con questa economia, tra l'altro a 20 minuti da casa e con davvero un bel corso interamente in lingua inglese.

 

Venendo da scienze politiche dovrei fare parecchi esami ugualmente a quanto pare, ma scegliendo il curriculum in lingua inglese (International Finance and Economics) è sufficiente un solo esame per i principali ambiti disciplinari (mi mancherebbe solo un esame praticamente, che tra l'altro non farebbe media). 

 

In aggiunta però bisogna svolgere un colloquio in inglese per testare la preparazione. Da domani bombarderò segreterie e docenti vari per informarmi meglio, però nel frattempo chiedo a voi: quali sono le materie base che uno studente di economia dovrebbe padroneggiare?

Dipende da come è strutturato il corso, ma probabilmente avrai corsi avanti di finanza, micro/macro economia. Inoltre, quasi sicuramente, avrai anche econometria ed altri corsi (metolodologie varie?) in cui risulta necessario conoscere statistica e "muoversi bene fra i numeri".

 

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Manny12

Per il futuro, i settori più redditizi saranno senza ombra di dubbio intelligenze artificiali e blockchain, cose collegate all'ingegneria informatica. ci aggiungerei anche il settore spaziale.

In ogni caso, non è detto che facendo informatica finirai a lavorare lì, nè è detto che studiando altro non potrai lavorare lì.

In linea di massima, scegli un settore collegato a ciò che ti interessa, ma considera la possibilità di imparare anche altre cose che non c'entrano.

le uniche che non mi sento di consigliare sono civile/edile, dato che la situazione edilizia dell'Italia ora non è proprio rosea. ma anche qui non credo sia una regola..

al polimi non c'è obbligo di frequenza, ma sconsiglio, se ne hai la possibilità, di farla lavorando: personalmente mi dedico solo allo studio e non riesco a immaginarmi come sarebbe possibile fare entrambe le cose (forse non dormire la notte)

a mio parere l'importante non è tanto avere buone basi di questo o di quello, ma avere la capacità di mettersi e di capire, anche da soli, concetti complicati. preparati ad una serie di lezioni di cui non capirai nemmeno l'argomento, e che dovrai praticamente recuperare da solo. con il tempo, comunque, ci si fa l'abitudine. certo bisogna sacrificarsi abbastanza, perchè richiede davvero moltissimo tempo.

l'obbligo di frequenza, almeno al polimi, non c'è ma non seguire le lezioni penso sia una follia, questo sia perchè è importante sapere esattamente che cosa viene trattato (per evitare di perdere tempo su una marea di cose inutili), sia perchè personalmente trovo impossibile capire determinate materie dai libri senza nessuno che le spieghi (sfido chiunque a studiarsi analisi 2 da solo su un libro).

cosa FONDAMENTALE: rimani più che puoi a passo con le lezioni (almeno delle materie difficili), perchè altrimenti ad una certa inizi a non capire più nulla.

per quanto riguarda gli esami, almeno al polimi va molto a botta di culo: a volte capita quello impossibile, a volte quello dove passa tanta gente. tendenzialmente,  un paio di esami "facili" all'anno sono costretti a farli dato che altrimenti i professori si trovano con 500 persone iscritte al loro corso. Per quanto mi riguarda, la media è in buona parte condizionata dall'esame che ti capita. per questo motivo, credo che prima o poi l'esame a sfinimento lo passi chiunque, ma è consigliabile prepararsi bene per avere una carriera il più possibile "lineare".

ritornando al discorso facoltà, i rami che personalmente ritengo più appetibili sono (parlo di gusti personali):

informatica

aerospaziale

automazione

ing. matematica

ma comunque tutti i rami hanno potenzialmente ottimi sbocchi lavorativi.

qualsiasi scelta farai, comunque, ti anticipo che dovrai farti un culo grande come una casa.

se ti servono info chiedi pure!

Modificato da Manny12
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Carlins
Inviato (modificato)

Allora, ricapitolando la situazione è questa:

1) scelgo ingegneria (sono interessato a meccanica ed elettronica): sicuramente la scelta più affascinante e in grado di coinvolgerti completamente; il lato negativo è la distanza (2 ore al giorno starei in macchina tra andata e ritorno), ed un'entrata nel mondo del lavoro nell'ambito molto tardiva. 

 

2) scelgo finanza/economia: è una scelta che sinceramente non avevo quasi vagliato, l'idea non mi entusiasma come ingegneria, MA, è vicino casa (40 minuti con ritorno), il corso è in inglese e a carattere internazionale (così da rafforzare e tenere allenato l'inglese imparato all'estero), una volta finita la magistrale potrei ulteriormente aggiungere un bel master, magari all'estero, e finirei prima dei 30. 

 

 

La scelta si baserà su cosa mi risponderà l'uni e la mole di materie da riprendere per avere una buona base. Ora sto partendo per un viaggio, appena rientro assaliró la segreteria e una decisione sarà presa. 

 

P.s Se non rispondo è perché sono fuori, non è che non vi inculo 🙂

Modificato da Carlins
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Canadair
Il 28/4/2018 alle 16:29 , Desmond_Hume ha scritto:

@comeback

 

Se il tuo obiettivo è andare in azienda, il primo stipendio mensile viaggia sui 1000-1500 netti/mese. Successivamente dipende da tanti fattori, dalla tua determinazione e dalla tua abilità nel cogliere le opportunità: puoi rimanere per sempre su quelle cifre o fare una carriera in scalata fino a divenire membro di uno o più cda o tutte le gradazioni intermedie.

In ogni caso, quasi sicuramente non diventerai ricco né farai una vita agiata.

Statisticamente starai meglio di tutti quelli che scelgono facoltà umanistiche, sarai alla pari di chi avrà scelto economia in un'ottima università (Bocconi, luiss), starai peggio di chi avrà scelto medicina, o avrà vinto un concorso importante (magistratura, notariato, etc).

Come (ex) ingegnere, concordo in pieno.

Sconsiglio fortemente la scelta di ingegneria come facoltà, sopratutto nella realtà italiana. Non ha praticamente nessun vantaggio essere ingegnere in Italia al giorno d'oggi

Ti verrano richiesti serissimi sacrifici di tempo, e di relazioni (che poi pagherai dopo) per un risultato poco gratificante sul piano salariale una volta conclusa la laurea.

Per non parlare poi dell'effetto atroce che ha ingegneria sul rapporto con il mondo seduttivo.

Consiglio fortemente una laurea più semplice come giurisprudenza seguita da una seria preparazione per un concorso importante (magistratura, notariato, Carriera diplomatica).

In alternativa, carriera militare da ufficiale in un'arma qualunque

Ma ti prego, evita ingegneria. Ti prego

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alfiere
42 minuti fa, Canadair ha scritto:

Come (ex) ingegnere, concordo in pieno.

Sconsiglio fortemente la scelta di ingegneria come facoltà, sopratutto nella realtà italiana. Non ha praticamente nessun vantaggio essere ingegnere in Italia al giorno d'oggi

Ti verrano richiesti serissimi sacrifici di tempo, e di relazioni (che poi pagherai dopo) per un risultato poco gratificante sul piano salariale una volta conclusa la laurea.

Per non parlare poi dell'effetto atroce che ha ingegneria sul rapporto con il mondo seduttivo.

Consiglio fortemente una laurea più semplice come giurisprudenza seguita da una seria preparazione per un concorso importante (magistratura, notariato, Carriera diplomatica).

In alternativa, carriera militare da ufficiale in un'arma qualunque

Ma ti prego, evita ingegneria. Ti prego

E all'estero?

E perché consigli di prendere giurisprudenza quando c'è un numero enorme di laureati (suppongo che molti di quelli provino anche i concorsi)?

Ho provato a googlare gli stipendi dei magistrati e il tetto lo danno a 15k al mese, neanche così si diventa ricchi.

Modificato da alfiere
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Canadair

un

Adesso, alfiere ha scritto:

E all'estero?

Un po meglio. Ma poco.

No, niente ingegneria. Troppa fatica per poco risultato

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Andrea_mi
1 ora fa, Canadair ha scritto:

Un po meglio. Ma poco.

No, niente ingegneria. Troppa fatica per poco risultato

Da quello che so l'ingegnere italiano è considerato all'estero come uno tra i migliori nella preparazione teorica e tra i peggiori nella preparazione pratica.

Adesso le cose si stanno muovendo abbastanza da quello che mi sembra di capire. Almeno nelle lauree magistrali, oltre a integrare lavori di gruppo e progetti con una finalizzazione a creare buone "soft skills" ci sono dei crediti che devi guadagnarti facendo tirocinio, che non è male per indirizzarti subito da qualche parte, o comunque crearti contatti.

Il male sta nel fatto che all'estero "veniamo" presi in considerazione spesso e volentieri perchè accettiamo stipendi più bassi degli altri. A mio parere, questo effetto è causato dal caos più totale in Italia.

Conosco gente laureata magistrale in ingegneria civile che fa il lavoro di gestionali. Boh… 

Gestionali che fanno il lavoro dei meccanici. Boh… 

Vedo offerte di lavoro per ing. meccanici/dei materiali/gestionali (tutti insieme) e vi assicuro che li capisco i poveri meccanici che dopo essersi rotti il culo 6/7 anni in una triennale vogliono arruolarsi in un gruppo terroristico e distruggere il mondo come l'esimio Prof. Doofenschmirtz.

Si vedono fregare il posto da un gestionale che ha fatto un erasmus di 6 mesi a Valencia, periodo in cui magari ha dato 8 esami a crocette. 6 mesi in cui il meccanico ha provato a dare solo un esame in cui sono passate 2 persone su 50 o 60. Ma tanto di cappello al gestionale perchè alla fine lui l'ha capita meglio degli altri.

Solo che mi chiedo per quale cazzo di motivo la stessa offerta è fatta a due persone con studi … meh… non direi molto simili.

Perchè le cose sono:

o c'è una sovrapreparazione; 

oppure le aziende si credono furbe a rimescolare le carte per abbassare gli stipendi medi e guadagnare sul breve periodo, ma di fatti perdendone (di soldi, ma anche di tempo);

oppure ancora sono evidentemente e chiaramente stupide le aziende che pensano che un ingegnere valga l'altro e i neolaureati sono allo sbando e prendono la prima occasione che capita.

E credo che di questa situazione poi risenta anche quello che dice " ehi io sono un ingegnere x e voglio lavorare nel mio campo, nel mio ambito, non voglio svendermi". Perchè si trova circondato di gente che non sa una mazza di quello che fa e guadagna come loro.

 

Magari te che hai più esperienza di noi potresti farci un panorama più completo dal tuo punto di vista, se hai tempo e voglia da dedicarci io personalmente te ne sarei molto grato.

 

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Desmond_Hume
26 minutes ago, Andrea_mi said:

Da quello che so l'ingegnere italiano è considerato all'estero come uno tra i migliori nella preparazione teorica e tra i peggiori nella preparazione pratica.

Adesso le cose si stanno muovendo abbastanza da quello che mi sembra di capire. Almeno nelle lauree magistrali, oltre a integrare lavori di gruppo e progetti con una finalizzazione a creare buone "soft skills" ci sono dei crediti che devi guadagnarti facendo tirocinio, che non è male per indirizzarti subito da qualche parte, o comunque crearti contatti.

Il male sta nel fatto che all'estero "veniamo" presi in considerazione spesso e volentieri perchè accettiamo stipendi più bassi degli altri. A mio parere, questo effetto è causato dal caos più totale in Italia.

Conosco gente laureata magistrale in ingegneria civile che fa il lavoro di gestionali. Boh… 

Gestionali che fanno il lavoro dei meccanici. Boh… 

Vedo offerte di lavoro per ing. meccanici/dei materiali/gestionali (tutti insieme) e vi assicuro che li capisco i poveri meccanici che dopo essersi rotti il culo 6/7 anni in una triennale vogliono arruolarsi in un gruppo terroristico e distruggere il mondo come l'esimio Prof. Doofenschmirtz.

Si vedono fregare il posto da un gestionale che ha fatto un erasmus di 6 mesi a Valencia, periodo in cui magari ha dato 8 esami a crocette. 6 mesi in cui il meccanico ha provato a dare solo un esame in cui sono passate 2 persone su 50 o 60. Ma tanto di cappello al gestionale perchè alla fine lui l'ha capita meglio degli altri.

Solo che mi chiedo per quale cazzo di motivo la stessa offerta è fatta a due persone con studi … meh… non direi molto simili.

Perchè le cose sono:

o c'è una sovrapreparazione; 

oppure le aziende si credono furbe a rimescolare le carte per abbassare gli stipendi medi e guadagnare sul breve periodo, ma di fatti perdendone (di soldi, ma anche di tempo);

oppure ancora sono evidentemente e chiaramente stupide le aziende che pensano che un ingegnere valga l'altro e i neolaureati sono allo sbando e prendono la prima occasione che capita.

E credo che di questa situazione poi risenta anche quello che dice " ehi io sono un ingegnere x e voglio lavorare nel mio campo, nel mio ambito, non voglio svendermi". Perchè si trova circondato di gente che non sa una mazza di quello che fa e guadagna come loro.

 

Magari te che hai più esperienza di noi potresti farci un panorama più completo dal tuo punto di vista, se hai tempo e voglia da dedicarci io personalmente te ne sarei molto grato.

 

La realtà è che l'ingegnere dipendente è come un operaio che usa Excel invece della cazzuola (e questo vale in tutto il mondo, nei paesi dove ci si trova meglio, è il livello di benessere generale ad essere migliore).

Il discorso è che per qualunque lavoro che andrai a fare all'interno di una azienda strutturats, non è necessaria la mole di scienza che hai affrontato in università, ma sono sufficienti quei "4 concetti che si apprendono in un anno di Erasmus in Spagna".

Trovare lavoro è facile, ma solo perché si è sviluppata maggiormente una mentalità analitico/pratica rispetto ad altri, e non perché si è in grado di tirar fuori dal cilindro brevetti milionari.

Dal momento che le armi di base (cultura tecnica specifica per il lavoro da svolgere) non sono importantissime, quello che conterà nella scalata gerarchica saranno lo spirito di sacrificio (leggi: lavorare 12 ore al giorno), l'opportunismo, la paraculaggine, etc (ciò che in milanese moderno viene definito 'soft skill').

Aggiungici che in questa maniera si lauerano decine di migliaia di studenti (e i programmi sono simili, dai politecnici di milano/torino a Reggio calabria) e quindi le aziende hanno gioco facile nel livellare gli stipendi. All'estero ci sono più possibilità, ma semplicemente perché il mercato è più ampio (occhio che però è più ampia anche la concorrenza).

Discorso diverso se invece vuoi fare il libero professionista: lì se sei bravo (ma ciò vuol dire che dopo l'università devi trovare un ottimo studio dove fare gavetta) e hai qualcosa da investire, puoi davvero "vendere" il tuo lavoro a caro prezzo. Considera però che sono molto pochi in percentuale quelli che riescono in questa strada (è verosimilmente più probabile diventare un buon avvocato o un buon commercialista).

Se invece vinci un concorso importante (e numericamente ce ne sono infinitamente di più per laureati in legge), ti ritroverai a "contare" per quelle che sono le conoscenze specifiche del settore in cui operi, e quindi sarai sempre in una categoria diversa rispetto a tanti altri.

Stesso discorso vale per i medici, che non hanno concorsi ostici da superare e che hanno dalla loro il vantaggio del numero chiuso (concorrenza limitata che non abbassa gli stipendi).

In sintesi: se ritieni di essere un "talento"/studente brillante, meglio medicina/giurisprudenza (che ti proiettano su un'altra dimensione sociale).

Se ritieni di essere al di sotto di quel livello, meglio ingegneria/economia (che un lavoro te lo garantiscono comunque, mente gli avvocati mediocri restano a casa).

Se quello che ti brucia dentro è lo spirito del sapere/dello studio (ed economicamente avresti le spalle coperte), una facoltà ingegneristica o scientifica e poi dottorato è forse la strada più adatta per uno studente brillante. Si passeranno anni senza stipendi, ma l'obiettivo sarà una delle professioni più stimolanti in assoluto (docente universitario).

Come detto, tutto dipende da chi sei e che cosa vuoi essere.

Modificato da Desmond_Hume
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Carlins

Bellissimo post, da rileggere. 

Se volete dare un'occhiata, questo è il programma di finanza, pareri? 

http://economiaediritto.unimc.it/it/didattica/offerta-didattica/corsi-di-laurea/a.a.-2017-2018/curriculum-international-finance-and-economics

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