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Ingegneria


Carlins

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Però nessuno ha chiesto una cosa al nostro amico.

Per ingegneria (economia anche, ma molto di meno) devi avere delle OTTIME basi di matematica e non solo. E a quanto ho capito stai lontano dai libri di matematica da parecchi anni...

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PSY
13 ore fa, Andrea_mi ha scritto:

Perchè le cose sono:

o c'è una sovrapreparazione; 

oppure le aziende si credono furbe a rimescolare le carte per abbassare gli stipendi medi e guadagnare sul breve periodo, ma di fatti perdendone (di soldi, ma anche di tempo);

oppure ancora sono evidentemente e chiaramente stupide le aziende che pensano che un ingegnere valga l'altro e i neolaureati sono allo sbando e prendono la prima occasione che capita.

secondo me sono gli ingegneri che non capiscono come va in italia.

in italia non c'è innovazione, non c'è possibilità di fare i soldoni. all'azienda non importa di trattenere l'ingegnere migliore, tanto il prossimo anno c'è uno nuovo disperato che accetta un tirocinio da 600 euro, cazzo gliene frega di avere il migliore? basta avere uno "sufficientemente bravo" e l'uni italiana di sufficientemente bravi ne sforna a bizzeffe. tanto bravi quanto disperati ed ingenui ad accettare lavori che non pagano niente pur di stare attaccati a mammà.

la cosa migliore da fare se si vogliono i soldi è laurearsi in ing in italia e poi espatriare o in svizzera o in germania o in usa o addirittura in cina e percepire multipli (rapportati al costo della vita, e non) rispetto a quello che guadagneresti in italia.

in italia non si sa fare impresa o meglio, è inutile fare impresa quando di contro hai tassazioni e pratiche burocratiche spropositate.

poi ci chiediamo come mai i salari sono fermi da non si sa quanti anni, gli immobili sono ultracari rispetto ai redditi - nonostante siano già scesi parecchio dal picco 2008), la disoccupazione dilaga e la crescita del pil è la più lenta d'europa.

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Mich!
Il 29/4/2018 alle 17:04 , Carlins ha scritto:

Ingegneria mi sembrava la miglior facoltà, insieme a giurisprudenza e medicina che però odio, per poter ottenere una discreta posizione.

 

Già il fatto che classifichi tra migliori e peggiori facoltà in virtù di una tua mancanza interna (considerazione di te stesso) fa capire tutta la tua immaturità.

Vuoi un consiglio ? Lascia perdere l'università, non sarà un corso ad aumentare la considerazione che hai di te stesso.

Lavora su te stesso e notte, tanto sei figlio del proprietario, a meno che tu non sia un completo ebete l'azienda sarà tua.

La meritocrazia per te è un optional.

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Carlins
11 ore fa, Kagan ha scritto:

Però nessuno ha chiesto una cosa al nostro amico.

Per ingegneria (economia anche, ma molto di meno) devi avere delle OTTIME basi di matematica e non solo. E a quanto ho capito stai lontano dai libri di matematica da parecchi anni...

Giusta osservazione, infatti qualche post fa ho scritto che sto ripassando tutto il programma delle superiori. 

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Carlins
11 ore fa, Mich! ha scritto:

Già il fatto che classifichi tra migliori e peggiori facoltà in virtù di una tua mancanza interna (considerazione di te stesso) fa capire tutta la tua immaturità.

Vuoi un consiglio ? Lascia perdere l'università, non sarà un corso ad aumentare la considerazione che hai di te stesso.

Lavora su te stesso e notte, tanto sei figlio del proprietario, a meno che tu non sia un completo ebete l'azienda sarà tua.

La meritocrazia per te è un optional.

Apprezzo questo genere di commenti, ti do anche ragione perché fino a qualche anno fa non avevo la minima concezione di stare al mondo, però trarre determinate conclusioni solamente per quella frase (magari avrei potuto esprimermi meglio, ma andrebbe contestualizzata nel mio discorso) mi sembra alquanto riduttivo. 

 

Rifletteró anche sul tuo parere, come faccio con chiunque, però fidati non sono proprio il genere di persona che non valorizza la meritocrazia, mi spiace per te sia emerso solamente questo dal discorso.

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Desmond_Hume
12 hours ago, PSY said:

secondo me sono gli ingegneri che non capiscono come va in italia.

in italia non c'è innovazione, non c'è possibilità di fare i soldoni. all'azienda non importa di trattenere l'ingegnere migliore, tanto il prossimo anno c'è uno nuovo disperato che accetta un tirocinio da 600 euro, cazzo gliene frega di avere il migliore? basta avere uno "sufficientemente bravo" e l'uni italiana di sufficientemente bravi ne sforna a bizzeffe. tanto bravi quanto disperati ed ingenui ad accettare lavori che non pagano niente pur di stare attaccati a mammà.

la cosa migliore da fare se si vogliono i soldi è laurearsi in ing in italia e poi espatriare o in svizzera o in germania o in usa o addirittura in cina e percepire multipli (rapportati al costo della vita, e non) rispetto a quello che guadagneresti in italia.

in italia non si sa fare impresa o meglio, è inutile fare impresa quando di contro hai tassazioni e pratiche burocratiche spropositate.

poi ci chiediamo come mai i salari sono fermi da non si sa quanti anni, gli immobili sono ultracari rispetto ai redditi - nonostante siano già scesi parecchio dal picco 2008), la disoccupazione dilaga e la crescita del pil è la più lenta d'europa.

Anche sul fatto degli ingegneri ricchissimi fuori dall'Italia, credo si tratti di un altro falso mito.

Rileggiti i post di @comeback (che coincidono con molte delle esperienze personali di amici e colleghi) per capirlo.

Ovviamente poi un ingegnere tedesco guadagnerà il doppio di un ingegnere italiano, ma il rapporto salariale è lo stesso che c'è tra un operaio tedesco ed uno italiano o tra un insegnante tedesco ed uno italiano.

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Mich!
10 ore fa, Carlins ha scritto:

Apprezzo questo genere di commenti, ti do anche ragione perché fino a qualche anno fa non avevo la minima concezione di stare al mondo, però trarre determinate conclusioni solamente per quella frase (magari avrei potuto esprimermi meglio, ma andrebbe contestualizzata nel mio discorso) mi sembra alquanto riduttivo. 

 

Rifletteró anche sul tuo parere, come faccio con chiunque, però fidati non sono proprio il genere di persona che non valorizza la meritocrazia, mi spiace per te sia emerso solamente questo dal discorso.

Non dispiacerti per me, sto benissimo e non ho vuoti interiori.

Non ho detto che tu non valorizzi la meritocrazia, ho detto che per te NON VALE.

Se non riesci a capire la differenza che passa tra i due concetti sono io a dovermi dispiacere per te.

Uno che classifica le facoltà in base ad un importanza soggettiva e che pur di soddisfare questo bisogno è pronto a iscriversi a giurisprudenza, ingegneria o medicina, aldilà di una questione di piacere o meno, è evidente che è uno che vuole apparire.

L'intenzione non è quella di iniziare un percorso di studi perchè piace e si vuole diventare avvocati, ingegneri o medici. Ma quella di avere un titolo che soddisfi un bisogno interno.

Apprezzo di più chi lo fa'per avere uno stipendio altrimenti deve andare a zappare la terra rispetto ad uno che lo fa "per avere la posizione".

Se ne deduce che per sentirti qualcuno devi avere la posizione. Dunque il tuo problema non è lo studio, è altro.

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Carlins
Inviato (modificato)
55 minuti fa, Mich! ha scritto:

Non dispiacerti per me, sto benissimo e non ho vuoti interiori.

Non ho detto che tu non valorizzi la meritocrazia, ho detto che per te NON VALE.

Se non riesci a capire la differenza che passa tra i due concetti sono io a dovermi dispiacere per te.

Uno che classifica le facoltà in base ad un importanza soggettiva e che pur di soddisfare questo bisogno è pronto a iscriversi a giurisprudenza, ingegneria o medicina, aldilà di una questione di piacere o meno, è evidente che è uno che vuole apparire.

L'intenzione non è quella di iniziare un percorso di studi perchè piace e si vuole diventare avvocati, ingegneri o medici. Ma quella di avere un titolo che soddisfi un bisogno interno.

Apprezzo di più chi lo fa'per avere uno stipendio altrimenti deve andare a zappare la terra rispetto ad uno che lo fa "per avere la posizione".

Se ne deduce che per sentirti qualcuno devi avere la posizione. Dunque il tuo problema non è lo studio, è altro.

Mica ho scritto che mi dispiace per te hahahahaha ma che mi spiace che il mio messaggio sia stato interpretato così, figurati se mi interessa accusarti di vuoti interiori. 

Tra l'altro a me giurisprudenza o medicina mi fanno cagare, mai prese in considerazione neanche per 10k al mese, d'altronde non sono io che le ho proposte, né mi sembra di averle prese in considerazione (tra l'altro ho scritto anche di due ingegnerie specifiche, un'idea di quello che andrei a fare me la sto facendo) 

Stai basando tutto il tuo discorso su una frase buttata là, abbastanza fuori contesto, dove a monte si parlava semplicemente di dati (ho escluso volutamente miei pareri) e poi ho inserito un abbozzo della mia situazione, che non schifo affatto né ho bisogno di dimostrare nulla a nessuno (magari ti sei perso questa parte), e che la scelta di un eventuale percorso universitario la farei soprattutto in base ad una gratificazione professionale, e dato che a me le materie tecniche piacciono (prima di relazioni internazionali ho fatto l'itis informatica) ovviamente non andrei a fare lettere o psicologia (ma neanche giurisprudenza o medicina).

L'unico parere esterno che ho preso in considerazione è economia per tutta una serie di fattori, ma non ho bisogno di ripetere il perché visto che l'ho scritto e ovviamente tu l'hai letto. 

In aggiunta a ciò, siccome sono una persona che ha un decente tenore di vita (tranquillo, niente macchinone, barchetta, o cene su ristoranti stellati, nel caso in cui ti fossi fatto un'idea distorta della realtà), mi piacerebbe anche, e non lo nego, il fatto di guadagnare due dindi. 

Potrei benissimo farlo con la piccola ditta di mio padre (e infatti il percorso che mi sta facendo fare in azienda è quello di assumerne il controllo tra una decina d'anni), ma vorrei prima quantomeno provare a farlo con le mie mani, e questo lui lo sa, ci siamo parlati, e capisce (cosa che a quanto pare a te è difficile comprendere) che la gratificazione personale è tutt'altra cosa, non si misura solamente col denaro (che ripeto non schifo, metti caso mi etichetassi da ipocrita questa volta). 

Modificato da Carlins
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TADsince1995

Da ex studente lavoratore di ing. informatica e da persona che lavora, in Italia, nel campo da quasi 20 anni, non posso che sconsigliare caldamente ing. informatica al giorno d'oggi, almeno in Italia. Per le seguenti motivazioni.

1) Con tutto che il nuovo ordinamento, rispetto al vecchio (dove iniziai io), è diventato a paragone una passeggiata di salute, ingegneria (non solo informatica) rimane ancora oggi una delle facoltà più difficili in assoluto. Ma il problema non è quello, ma il fatto che il livello di sacrificio richiesto quasi mai è ripagato in termini economici, nemmeno nel lungo periodo.

2) A meno che non hai delle SOLIDE basi di matematica, riuscire a superare indenne il primo anno potrebbe rivelarsi una impresa titanica. Le primissime materie, nonostante molte facoltà abbiano il numero chiuso, vengono usate come una specie di filtro. Io ci ho messo un anno a preparare Analisi 2 e persino senza seguire, ma studiando la notte e da più libri, dato che ho iniziato a lavorare a 19 anni. Un altro anno ci è voluto per Fisica 2. Altre materie ho preso 30 studiando 2 settimane.

3) Nonostante tutto questo, oggi laurearsi in ing. informatica è diventato comunque molto più facile di un tempo. Quindi il "valore di mercato" di una laurea in ing. informatica è precipitato. E mentre prima lavoravi anche con un buon diploma ITIS (come è successo a me) oggi avere almeno la triennale, nel privato, è considerato il minimo indispensabile. A meno di non presentarti con una solida esperienza.

4) Il lavoro dello sviluppatore è un lavoro meraviglioso. Ma purtroppo, i lavori tecnici, almeno in Italia a livello salariale sono visti come poco più di un operaio specializzato. E anche se dovessi salire e diventare Project Manager (e quindi magari contrattare sul superminimo) non pensate di raggiungere chissà quali stipendi. E' triste da dire, ma bisogna USCIRE dall'ambito tecnico per cominciare a vedere qualche soldino più serio.

Un mio ex collega, una delle persone più preparate, intelligenti e dinamiche che io abbia mai conosciuto, uno da cui io (che ho iniziato a programmare a 8 anni) ho imparato tantissimo e a cui devo davvero tanto, non è riuscito a uscire dall'ambito tecnico e non raggiunge i 2k netti al mese a 45 anni.

Il guaio è quando hai una passione. Quando il lavoro che fai ti piace al punto che quello che guadagni passa in secondo piano.

In linea generale io penso che è meglio guadagnare meno ma alzarti la mattina ed essere sereno e felice di quello che fai, che fare una vita di merda, spaccarti le ossa in un lavoro che non ti piace per guadagnare qualche carta da 100 euro in più e ritrovarti a prendere psicofarmaci a 40 anni.

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Mich!
51 minuti fa, Carlins ha scritto:

Mica ho scritto che mi dispiace per te hahahahaha ma che mi spiace che il mio messaggio sia stato interpretato così, figurati se mi interessa accusarti di vuoti interiori. 

Tra l'altro a me giurisprudenza o medicina mi fanno cagare, mai prese in considerazione neanche per 10k al mese, d'altronde non sono io che le ho proposte, né mi sembra di averle prese in considerazione (tra l'altro ho scritto anche di due ingegnerie specifiche, un'idea di quello che andrei a fare me la sto facendo) 

Stai basando tutto il tuo discorso su una frase buttata là, abbastanza fuori contesto, dove a monte si parlava semplicemente di dati (ho escluso volutamente miei pareri) e poi ho inserito un abbozzo della mia situazione, che non schifo affatto né ho bisogno di dimostrare nulla a nessuno (magari ti sei perso questa parte), e che la scelta di un eventuale percorso universitario la farei soprattutto in base ad una gratificazione professionale, e dato che a me le materie tecniche piacciono (prima di relazioni internazionali ho fatto l'itis informatica) ovviamente non andrei a fare lettere o psicologia (ma neanche giurisprudenza o medicina).

L'unico parere esterno che ho preso in considerazione è economia per tutta una serie di fattori, ma non ho bisogno di ripetere il perché visto che l'ho scritto e ovviamente tu l'hai letto. 

In aggiunta a ciò, siccome sono una persona che ha un decente tenore di vita (tranquillo, niente macchinone, barchetta, o cene su ristoranti stellati, nel caso in cui ti fossi fatto un'idea distorta della realtà), mi piacerebbe anche, e non lo nego, il fatto di guadagnare due dindi. 

Potrei benissimo farlo con la piccola ditta di mio padre (e infatti il percorso che mi sta facendo fare in azienda è quello di assumerne il controllo tra una decina d'anni), ma vorrei prima quantomeno provare a farlo con le mie mani, e questo lui lo sa, ci siamo parlati, e capisce (cosa che a quanto pare a te è difficile comprendere) che la gratificazione personale è tutt'altra cosa, non si misura solamente col denaro (che ripeto non schifo, metti caso mi etichetassi da ipocrita questa volta). 

Giurisprudenza e medicina non le ho tirate fuori io come lauree idonee per darti la posizione.

La gratificazione personale, questo invece a te di difficile comprensione, non deriva dal titolo. 

Avrei approvato SE volessi studiare per andare a lavorare altrove.

Non approvo SE vuoi studiare per poi prendere la posizione di tuo padre.

Ma sopratutto il valutare la propria felicità o soddisfazione in base alla posizione significa avere si una mancanza interna.

Il lavorare su te stesso non è un'accusa. E'un caro consiglio dato che ti valuti in base alla "posizione".

Che tra parentesi tu stesso dici:

Ho già una laurea (triennale relazioni internazionali) scelta per esclusione dato la poca voglia di studiare che avevo e dovendone scegliere una per direttive di mio padre

Avevi poca voglia di studiare relazioni internazionali, figurarsi ingegneria o economia.

Se non studi ciò che ti piace, e non hai mai detto di voler far ciò, allora la vedo nera.

Poi la mia risposta può piacerti o meno, poco importa.

P.s. Il fatto che credi che sia tutto basato "su una frase là" fa capire che un po' ti brucia.

Ergo ho colto nel segno.

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