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Non mi libererò mai di lei


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Tod

La domanda di @Giraluna è interessante. Intanto scusami, Giraluna, noi avevamo una conversazione in sospeso di mesi e mesi fa, ma quando sono rientrato aveano abolito i messaggi privati e non ebbi mai più modo di risponderti. Comunque sia, secondo me la risposta alla tua domanda è sì. Credo possa capitare di associare pensieri e reazioni a qualcosa, quando in realtà a generare la condizione psico-emotiva in cui ci si ritrova sia qualcosa di completamente diverso, che ancora non conosciamo, non abbiamo percepito o inconsciamente abbiamo nascosto per la comodità di non doverlo così affrontare. E, appunto, essendo un meccanismo inconscio e di auto-protezione, non ce ne si rende conto finché non ci si ritrova in una situazione reale che te lo sbatta in faccia inevitabilmente.

Rispondendo più ampiamente al thread, anch'io in passato ho vissuto una situazione in cui sono stato innamorato di una persona per 3 anni prima del primo bacio, e sì, temevo la perdita, però in questi post mi sembra di percepire dei meccanismi di pensiero abbastanza deviati e controproducenti. Ritengo anche io che uno psicologo possa aiutare. Non vederlo come un medico che cura "una malattia", perché non è una questione di malattia, è una questione di parlare con qualcuno che ti possa aiutare a dare forma a ciò che ti limita e a superare gli ostacoli che ti sei auto-imposto da solo, come tutti facciamo, nel rapporto con te stesso, con la tua vita e quindi anche con gli altri. 

Pensa a una qualsiasi scena quotidiana. Ognuno la vede sotto una luce diversa. Se c'è un cestino divelto in mezzo alla strada e ci sono quattro passanti, c'è chi penserà alla criminalità, chi all'ambiente, chi a quando da piccolo veniva sgridato per aver buttato la spazzatura in giro, chi a quando giocava facendo lo slalom tra chissà cosa in mezzo alla strada. In sostanza ogni cosa è soggettiva, e per questo ogni cosa è relativa. Amplia il discorso a te stesso: anche tu puoi avere punti di vista differenti e vedere la stessa cosa sotto tante luci diverse. Solo che non è così scontato riuscire a farlo, perché quando vedi una cosa che magari ha sei lati, la tua mente è portata, vedendone uno, a immaginare il resto e dare coerenza al tutto secondo il primo punto di vista e la chiave di lettura a cui sei abituato.

@floppino capirai che quando scrivi "Purtroppo sto davvero diventando scemo, sto modellando la mia vita e i miei impegni per potermi trovare con lei "per caso"" qualcosa non va. Non è tanto una questione di discutere su cosa tu provi o non provi e se tu abbia idealizzato o meno qualcosa, ma il fatto che sembra che tu non stia vivendo veramente una vita tua, quanto in una realtà mentale su cui rimugini in continuazione e che cerchi di controllare arbitrariamente secondo un unico scopo (peraltro senza fare passi concreti in avanti verso di esso) trascurando tutto il resto. E' su quel tutto il resto che dovresti iniziare a riflettere. Così cambieranno anche i tuoi punti di vista. E magari ciò ti aiuterà, in un senso o nell'altro, anche con quell'unico scopo. 

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Giraluna
22 minuti fa, Tod ha scritto:

Solo che non è così scontato riuscire a farlo

Ciao Tod! Spero stia procedendo tutto per il meglio :) Ti perdono ahahah!

Comunque ho sollevato la questione appunto perché di recente ho fatto una conversazione interessante che si rifaceva tutta a quel passaggio che ho citato e che forse può aiutare l'autore del thread. Mi venne fatta una domanda specifica, a cui diedi una risposta che per me era precisa, ma ho scoperto poi essere fondata su convinzioni errate.

Continuavo a dire: Guarda che ti ho risposto. E' questo quello che è accaduto dentro di me.

No! Non lo è.E' parziale. Scava.

E lì confesso di essere rimasta interdetta perché appunto ... ora mi rendo conto che è difficile tornare a quell'episodio e scavare affondo per scovare i fili conduttori, però debbo farlo se voglio davvero capirmi e indubbiamente lo farò. Anzi lo sto già facendo.

Quindi in sostanza: ho creduto fino ad ora che la reazione fosse il pensiero, invece non è così. Era appunto la reazione e non il pensiero. E debbo ora scoprire i pensieri che hanno portato a quella reazione.

Scusate l arzigogolamento del pensiero. Spero di essere stata chiara.

Modificato da Giraluna
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Crescendo63
3 hours ago, Giraluna said:

può dunque esistere la possibilità che lui sia convinto di conoscere le sue reazioni e pensieri quando invece il conflitto può voler dire che in realtà è tutt altro ciò che lo smuove ed è una cosa a lui ancora non pervenuta sino al presentarsi di questa situazione che la ponesse in essere?

Certo.

Non solo c'è questa possibilità, ma anzi capita molto spesso. Nell'ambito della crescita personale c'è un concetto: "Non sei quasi mai arrabbiato per la ragione che tu credi".

Questo vale anche per i sentimenti: spesso non sappiamo perché ci piace qualcuno, o perché lo amiamo, o perché soffriamo a causa sua. O crediamo di saperlo ma ci sbagliamo.

 

Guarda l'attrazione: se chiedi alle persone perché sono attratti da qualcuno, nel 98% dei casi riceverai spiegazioni superficiali e banali. In realtà i meccanismi dell'attrazione sono piuttosto noti, ma ben pochi hanno consapevolezza di come operano in loro. Siamo mossi da forze potenti ma che non comprendiamo (a meno che studi e approfondisci).

 

Nel caso specifico di @floppino, se il suo desiderio fosse sano e coerente, egli agirebbe concretamente per realizzarlo. O se si scontrasse con ostacoli insuperabili, accetterebbe il fallimento.

Invece, abbiamo un comportamento nevrotico e contorto, infelice ed ossessivo, tipico di chi è mosso da motivazioni oscure e inconsce. Lui non agisce, "viene agito" dalla sua psiche nascosta.

 

Quote

Che comportamenti si attuano in presenza di un amore che parte dall anima?

Non è facile da descrivere razionalmente, perché la differenza maggiore non è tanto in COSA si fa, ma nella QUALITA' di quel che si fa e come ci si sente.

- Quando segui la tua "anima" (o "vero Sé", o "Sé superiore", o "il tuo Centro", o la tua reale natura... chiamala come vuoi), di base sei sereno. Sei in sintonia col tuo vero modo di essere. Ti senti "a casa", anche in situazioni difficili.

- Il tuo modo di essere e le tue azioni hanno una qualità positiva, "luminosa".

- Quello che fai tende a far stare bene te, come pure gli altri.

Invece, se agisci mosso dall'inconscio o sconnesso dal tuo Centro, le tue azioni tendono a produrre sofferenza a te e/o agli altri. Non produci risultati, o ne produci di negativi. Giri a vuoto, ti scontri sempre con gli stessi problemi, sembri una falena che orbita intorno a una lampada (e finisce col farsi male).

Molte persone dicono di agire "per amore", ma risulta evidente che nelle loro azioni c'è poco amore, quanto invece bisogno, paura, disperazione e confusione.

Dov'è l'amore in @floppino? Io non lo vedo, né per se stesso (anzi!), né per quella ragazza. L'amore autentico produce gioia, benessere, felicità e appagamento, "luce". "L'amore" di Floppino assomiglia più a una tossicodipendenza.

 

In sintesi, quando segui la tua anima vivi nella "luce". Quando vai in direzione opposta, ti muovi nell' "ombra".

Non a caso, in psicologia si chiama "parte ombra" quella zona della psiche dove releghiamo tutte le nostre parti che rifiutiamo, con cui siamo in conflitto, ecc.

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kuzbx
1 ora fa, Crescendo63 ha scritto:

Dov'è l'amore in @floppino? Io non lo vedo, né per se stesso (anzi!), né per quella ragazza. L'amore autentico produce gioia, benessere, felicità e appagamento, "luce". "L'amore" di Floppino assomiglia più a una tossicodipendenza.

  

In sintesi, quando segui la tua anima vivi nella "luce". Quando vai in direzione opposta, ti muovi nell' "ombra".

Non a caso, in psicologia si chiama "parte ombra" quella zona della psiche dove releghiamo tutte le nostre parti che rifiutiamo, con cui siamo in conflitto, ecc.

La verità, la pura e semplice verità.

Quello che ribadisco da anni.

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Giraluna
1 ora fa, Crescendo63 ha scritto:

Quando segui la tua "anima" (o "vero Sé", o "Sé superiore", o "il tuo Centro", o la tua reale natura... chiamala come vuoi), di base sei sereno. Sei in sintonia col tuo vero modo di essere. Ti senti "a casa", anche in situazioni difficili.

Questo lo sento molto mio. Posso confermare per esperienza personale che agire in linea col proprio sentire ti fa sentire innocente, inteso come immune dalle influenze negative interne ed esterne. 

Quando ad esempio si è molto presi da una persona è facile poi venire investiti da un tir di emozioni tali che poi infine si prova quella più comune: paura di perderla. 

Quando sei in linea sentire>agire centrato non ce l hai. L adori, la desideri quanto sei disposto a lasciarla andare guardandola negli occhi

E ti senti in pace perché non escogiti alcun piano, strategia ne fai alcun calcolo. 

Vai e rischi. Vai e vivi. Vai e ... si ... puoi perdere. 

Ma almeno ho perso la persona e non me stessa. 

Modificato da Giraluna
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floppino

Ho avuto modo di rileggere questi vostri messaggi e ci ho riflettuto a lungo. Ho capito che c'è una differenza tra come mi sentivo con lei quando eravamo assieme e come mi sento da quando non la vedo. Il problema essenziale è che non ho avuto modo di concludere la mia storia con lei, soprattutto perché non mi ero mai reso conto che l'avrei persa. Vivevo in uno stato di piena contentezza anche se purtroppo non abbiamo mai scopato: questo stare con lei almeno mi mandava avanti e mi impediva di concepire la possibilità che sarebbe tutto finito, di fatto, quando da un giorno all'altro non ci siamo sentiti più, mi sono sentito come se mancasse qualcosa delle mie giornate.

Da questi pochi miei messaggi potrebbe sembrare che me ne freghi ben poco di mettermi in gioco, di provarci oppure potrebbe sembrare che non abbia l'inerzia di troncare del tutto. Però nei retroscena di questi 4 anni ho fatto il possibile dando tutto me stesso in periodi in cui alternavo il riavvicinamento all'allontanamento. Ed è proprio per questo che non ho voglia di scriverle di nuovo perché so già che darei inizio ad un altro ciclo come gli altri e finirei per tornare a piangere qui senza nessun risultato.

Perdonate la poca chiarezza del testo ma sto scrivendo in treno.

 

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crociato

Capita a tutti di rincorrere un'idea. A volte lo si fa per anni. L'importante è capirlo 🙂

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floppino
2 ore fa, crociato ha scritto:

Capita a tutti di rincorrere un'idea. A volte lo si fa per anni. L'importante è capirlo 🙂

Non escludo che possa averla idealizzata un pochino ma non pensare che l'abbia messa su un piedistallo. Lei all'inizio non mi piaceva e tutt'ora non la ritengo pefetta. Io non solo mi rendo conto che ha dei difetti, fisici o comportamentali che siano, ma io amo quei difetti proprio perché la definiscono. Non mi aspetto che lei possa essere la mia compagna di vita perché anche prima litigavamo anche pesantemente. Ma proprio dopo una delle nostre peggiori litigate, relativamente di recente, abbiamo passato dei momenti di intimità e amicizia che mi hanno soddisfatto come nient'altro nella mia vita. La sera le dissi che era troia, che era pazza, che mi faceva schifo e non volevo vederla e lei viceversa. Ma poche ore dopo appena ci siamo visti ci è venuto da ridere e abbiamo dormito seminudi e abbracciati, con la sua coscia tra le mie gambe.

Non so se sto seguendo un'idea, se il mio subconscio mi stia dicendo qualcosa di diverso da quello che io comprendo e a questo punto credo che solo una terza parte imparziale come voi possa aiutarmi e farmi capire come agire. Ho preso coscienza di tutto quello che mi avete scritto ed è quasi tutto verissimo, testimonianza della vostra esperienza. Ma ora cos'altro posso provare?

Aggiungo che non ho niente contro i medici però dai miei giri in reparto (come studente) ho visto che dallo psichiatra ci vanno quelli veramente fuori, con problemi familiari o economici distruttivi, con danni cerebrali e psicopatie avanzate. Nello psicologo nutro meno fiducia ma a questo punto sono disposto a spendere qualsiasi cifra per concludere questa storia. Se venerdì la mia specie di scopamica non può uscire chiamerò la ragazza per cui sono ossessionato e le chiedo di uscire come prima frase.

 

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Sten
18 minuti fa, floppino ha scritto:

Non escludo che possa averla idealizzata un pochino ma non pensare che l'abbia messa su un piedistallo. Lei all'inizio non mi piaceva e tutt'ora non la ritengo pefetta. Io non solo mi rendo conto che ha dei difetti, fisici o comportamentali che siano, ma io amo quei difetti proprio perché la definiscono. Non mi aspetto che lei possa essere la mia compagna di vita perché anche prima litigavamo anche pesantemente. Ma proprio dopo una delle nostre peggiori litigate, relativamente di recente, abbiamo passato dei momenti di intimità e amicizia che mi hanno soddisfatto come nient'altro nella mia vita. La sera le dissi che era troia, che era pazza, che mi faceva schifo e non volevo vederla e lei viceversa. Ma poche ore dopo appena ci siamo visti ci è venuto da ridere e abbiamo dormito seminudi e abbracciati, con la sua coscia tra le mie gambe.

Non so se sto seguendo un'idea, se il mio subconscio mi stia dicendo qualcosa di diverso da quello che io comprendo e a questo punto credo che solo una terza parte imparziale come voi possa aiutarmi e farmi capire come agire. Ho preso coscienza di tutto quello che mi avete scritto ed è quasi tutto verissimo, testimonianza della vostra esperienza. Ma ora cos'altro posso provare?

Aggiungo che non ho niente contro i medici però dai miei giri in reparto (come studente) ho visto che dallo psichiatra ci vanno quelli veramente fuori, con problemi familiari o economici distruttivi, con danni cerebrali e psicopatie avanzate. Nello psicologo nutro meno fiducia ma a questo punto sono disposto a spendere qualsiasi cifra per concludere questa storia. Se venerdì la mia specie di scopamica non può uscire chiamerò la ragazza per cui sono ossessionato e le chiedo di uscire come prima frase.

 

Io ci farei anche lo svelto 😂

per quale motivo non ci hai provato?

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floppino

Intendi in generale o in quel momento? Allora eravamo stanchissimi, siamo andati a letto alle 7 di mattina e dovevamo lasciare la stanza alle 9. Semmai potevo provarci prima ed effettivamente sono stato un coglione ad aspettare un momento "giusto" che poi non è mai arrivato. Come ho detto all'epoca non riuscivo proprio a concepire che mi sarei staccato da lei definitivamente e mi illudevo con "ci sarà ancora occasione". Uno o due anni fa ci provavo spesso ma non ho mai concluso niente perché lei più o meno aveva capito le mie intenzioni e faceva in modo da rendermi le cose difficili.

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