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Kira90

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Percival
2 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

Fa' imperativo vuole l'elisione della i, sgrunt. 

Riguardo all'uso elegante della parola Master, va fatta la precisazione del bicchier d'acqua. 

Mezzo pieno significa altrettanto mezzo vuoto. 

Master di sé stesso forse fa più figo del dire puttana/schiava di se stesso. 

Ma fotografa il medesimo scenario. 

Se certa gente sembra capirti, è perché è una puttana/schiava come te.

Lo è stata, lo è, lo sarà. 

Beata te che il tuo Master a volte dorme e a volte non sa cosa stai facendo. 

Quel figlio di puttana di me stesso si addormenta con me e si sveglia prima di me, che mi sveglio col caffè. 

Voglio aggiungere una riflessione, prima che si cominci a pensare a questa figura mitologica del Master come un miracolato, un onnipotente o un personaggio costellato di vantaggi.

No, è un disgraziato.

 

Decidere di essere Master, in primis di sé stessi, e tanto più di altri, è un PESO.

Un ONERE, prima che un onore.

E' una decisione forzata, che si prende per non tradire quella pulsione interna che rifiuta ogni forma di controllo e coercizione esterna.

Una decisione forzata, perché sarebbe dannatamente più comodo selezionare un padrone esterno in grado di guidarci verso il nostro maggior benessere possibile. *

Un "uomo cattivo" in grado di indicarci la strada, gli step, di evitarci il dispendio energetico, emotivo e di tempo degli errori, delle cadute, della progettazione, delle decisioni, delle scelte.

 

Beh, per alcuni sfortunelli, come il sottoscritto e come ^'V'^, questo non è possibile. Non è fattibile senza sacrificare la propria serenità: prima o poi gli argini straripano.

L'unico "uomo cattivo" cui si concedono di pancia i diritti di amministratore è il farabutto che si riflette, ogni mattina nello specchio.

Lo stesso uomo da guidare, prendere per mano, accompagnare; la "puttana" da mettere il proprio servizio.

Queste due figure coincidono e si amalgamano in un'unica entità.

Gestire e tenere sul pezzo un dipendente che viene tirato a destra e a manca da migliaia di fili invisibili è un'impresa. Migliaia di tentazioni (figa, cibo, distrazioni, figa, voglia di coccole, Whatsapp, amici, ecc. ecc.) mettono a dura prova il timoniere/mozzo.

E' maledettamente difficile soprattutto nella società dell'overload di informazioni in cui viviamo, e soprattutto nelle prime fasi, in cui il corvetto è da poco uscito dall'uovo e sta ancora testando e migliorando la propria capacità di volo.

 

Ora, se già questo scenario, che è una scelta forzata, richiede un certo dispendio di risorse (emotive, cognitive, biochimiche), figuriamoci aggiungere una figura esterna da dover guidare.

Alla responsabilità di guidare sé stessi (l'unica vera relazione che dura un sacco, è con lo specchio), si aggiunge quella della guida di un altra figura.

Figura che richiede attenzioni.

Attenzioni che si misurano in tempo, risorse emotive, economiche, cognitive.

E il tempo, le risorse emotive e cognitive sono le stesse che si usano per far soldi, figa, per vivere o creare belle esperienze e momenti da collezione.

A questo punto, è evidente che chi decide di assumersi la responsabilità di guidare un altro individuo, magari pure in preda all'estrogeno, debba avere ben chiaro in testa uno scambio.

Che cosa ottengo in cambio?

 

Ci sono personaggi che scambiano (accettano in cambio della guida) senso di importanza, validazione del proprio Potere.

A questi basta un "Grazie, grazie Master, sei meraviglioso!". La sensazione di sentirsi importanti per qualcuno.

Queste persone traggono soddisfazione dal senso di importanza nel sentirsi la guida di qualcuno, colui verso il quale ci si volge estasiati ed in AMMIRAZIONE.

Si potrebbe discutere circa l'efficacia della guida di sé stessi dei suddetti, ma contenti loro, contenti tutti. Si accorgeranno col tempo di aver costruito il proprio castello sopra le sabbie mobili, castello che da esse verrà inevitabilmente e miserabilmente inghiottito.

 

Altre persone, con un po' più di sale in zucca, decidono di non essere la Caritas e di non far dipendere il proprio senso di importanza da terze persone.

Le stesse persone decidono che lo scambio debba avvenire secondo una valuta che abbia valore di mercato (il proprio, mercato).

E dunque.. Cosa porta questa persona alla mia vita?

Soldi?

Sesso meraviglioso e irripetibile?

Status?

Belle esperienze e momenti stupendi, come scatti di Polaroid, da condividere insieme?

Reciproci vantaggi lavorativi?

 

In che modo, IO, posso mettere a frutto la mia offerta di guida?

 

Questa è la vera domanda che ci si dovrebbe fare quando ci si trova davanti alla richiesta di "diventare" il Master di una persona.

La domanda che dovrebbe far ponderare a lungo l'accettazione di questa proposta.

 

Ci sta di provare.

Ci sta di farne esperienza, così come è capitato - pochissime volte -  al sottoscritto, il quale finché su una cosa non ci sbatte la testa e non lo prova sulla propria pelle (uno dei difetti del tanto decantato "Master interno") non è appagato.

Serve a capire quante energie e risorse ti risucchia una persona "accollata" (mi si passi il termine), e a pensarci due, tre e anche quattro volte davanti a una richiesta esplicita o implicita di questo tipo.

Mi porterà dei vantaggi che voglio DAVVERO, o sto solo cercando una fonte di senso di importanza?

 

...Senso di importanza la cui dispensazione andrebbe affidata completamente a sé stessi, o a persone meritevoli autorizzate e SCELTE in maniera attiva.

 

 

*P.S: Si noti che una qualunque persona con un po' di sale in zucca e un minimo di sana e sensata umiltà, seppur con "Master interno", è perfettamente in grado di scegliere persone da cui imparare, da cui andare a bottega, MANGIARE. In qualsiasi campo. Persone da cui nutrirsi momentaneamente e da cui trarre vantaggio fintanto che ne ha bisogno.

Per poi staccarsene (o creare alleanze) ed applicare il nuovo alla propria realtà.

Questo, con buona pace dei PUA, non sminuisce minimamente il suo "valore", ma aumenta, semmai, il suo Potere e Valore di sopravvivenza.

In questo senso mi è rimasta impressa la frase che lessi su un decoro a parete di un dayuse (diceva più o meno così): "L'uomo che ha il coraggio di sbagliare, guida coloro che non lo fanno mai."

Modificato da Percival
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Giraluna
8 minuti fa, Trilly ha scritto:

Però mi fa sempre male pensare a tutte le volte che mi sono autosabotata 😂

Eddai ... che ci sono pure io nella stessa barchetta tua ... Eppure ... leggere della milf che si è sentita bimba e donna come mi ci sono sentita pure io ... ha oscurato il resto. 

E spunta un sorriso commovente 😢

  • Grazie! 1
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Giraluna
4 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Ma ce l'ha un cuore la gente di giorno? 

Se domani dicono che è illegale desiderare le donne, se io desidero una donna e ne vedo una sola e facile, mi avvicino e sembra che lei ci stia... è giusto che lei mi faccia del male e mi rovini la vita per quello che io provo e che è reale? 

Quello che ho capito vivendo tra gli umani, è che forse non mi farà paura il tossico, il rapinatore, il balordo, ma mi fanno davvero paura la cecità, il giudizio, le ideologie, la mancanza di empatia e di cuore. 

Mi sono fatta la stessa domanda miliardi di volte. Facendola seguire alle tue conclusioni. 

Non sono vissuta in mezzo a dei veri tossici ecc. Però conosco la sensazione di stare meglio fra gente pericolosa come stare dinanzi ad un Lupo che ringhia a pochi passi da me. 

6 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Perché appartenevo ad una specie animale che aveva perso. Perso tutto. 

Nemmeno io riesco a gridare vittoria. Non ho ancora perso tutto. Eppure a volte sento per certi versi come se un pezzo di me sia ormai andato perduto nonostante abbia ritrovato quello della bimba. 

Convivo con entrambe le mie parti. E chissà che non ne saltino fuori delle altre. 

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Giraluna

@^'V'^

Invece io ieri ho visto con occhi quello che si discute spesso qui nel forum.

Amici dei miei. Figlio di 38 con figlia di quattro anni. Ella è bionda, sveglia e si accolla a me. 

Tutti notano il suo appiccicato corpicino a me. 

Le piaci, mi dicono. 

Si diverte con me. Le insegno tutti i giochini che conosco. 

È una delizia vederla correre ed insegnarle come spaventare gli uccelloni che minacciano di cacare sulla sua altalena. 

È la figlia di una madre che sta cercando di prosciugare quell uomo. Questa donna condizionata dalla società. E la creaturina ne risentirà. Si spera il meno peggio possibile. 

Tutto per quale ragione? In nome di quale Dio, ordinamento o cosa?

Lui non si fa forza. Lei ne ha per un esercito. 

Ascoltavo le discussioni in cucina fra donne mentre pensavo ad una sola cosa. 

Quella bimba doveva divertirsi. 

E così è stato. 

Le ho tolto per qualche ora il fango di dosso e l ho spalmato su di me molto volentieri. 

Quel sorriso non aveva prezzo. 

Modificato da Giraluna
  • Grazie! 2
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1 ora fa, ^'V'^ ha scritto:

Nulla di personale, nessun giudizio, ma ora ti ripulisco, nessun giudizio, davvero, sei solo il primo che ha abboccato, non sei sbagliato, vai bene. Fammi vedere quanto hai. 

Sei un fottuto genio, mi sono immaginata la scena di te ragazzino che inculi sto tardone che voleva inculare te

Quando Pennywise incontra Aivia, Pennywise è solo un pagliaccio straccione ahah

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^'V'^
17 minuti fa, EdoardoG ha scritto:

Sei un fottuto genio, mi sono immaginata la scena di te ragazzino che inculi sto tardone che voleva inculare te

 

La caccia è questo. 

Non ci vedo un inculatore e un inculato, ma un setting relazionale predator/prey. 

Non mi sento migliore di lui, si tratta solo di portare 30 mila lire a casa. Si tratta di affari, sopravvivere. 

Nulla di personale. 

Pensare che ci sia del setting personale è femminismo. 

Le femministe sostengono che il rimorchio sia un crimine d'odio. 

Noi abbiamo bisogno di figa per sopravvivere. 

Faremmo qualsiasi cosa per averne, come ne faremmo per avere acqua e ossigeno. 

Ma non è certo perché odiamo l'acqua e l'ossigeno. Nemmeno odiamo le mucche perché le mangiamo per avere proteine. 

Al massimo si può arrivare a quell'odio conflittuale per cui ami l'aria e odi chi te la concede a boccate con ignoranza, paranoia, superstizione e sadismo mal indirizzato. 

Il che, parlando di donne, coincide con l'amare la Dea e odiare la loro inconcludente testa di cazzo. Filomisoginia. 

Cita

Quando Pennywise incontra Aivia, Pennywise è solo un pagliaccio straccione ahah

Quando Pennywise incontra George, Pennywise è un pagliaccio perché George teme i pagliacci. 

Quando Pennywise incontra Aivia... non è un pagliaccio perché Aivia non teme i pagliacci, ma prende la forma di qualunque cosa spaventi Aivia... 

Per cui... quando Pennywise incontra Aivia... 

Aivia o si sviluppa in fretta o è fottuto. 

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