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Ma voi siete felici di quello che fate?


Anelse

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Daria

Dal punto di vista lavorativo direi di si, il mio lavoro mi piace e me lo sono scelta da bambina. Quindi un lavoro/passione. Ho fatto per una vita la dipendente in studi piccoli. Gran parte della strada con una persona che mi ha cresciuta tanto lavorativamente ma che mi tarpava comunque le ali. Gli studi successivi uno peggio dell’altro e da lì meditavo la fuga per la libera professione, scelta non appoggiata dai più. Primo anno di inferno con un ritorno a 6 mesi da dipendente in un girone dantesco. Quello dei rinconglioniti. È capitata un’occasione di una collaborazione e ho lasciato il “posto fisso”. Ora ho due collaborazioni fisse che mi danno una sorta di stipendio, tanta soddisfazione creativa, divertimento e valore umano. Cosa per me importantissima, lavorando gran parte della giornata. Stanno entrando nuovi clienti, i miei clienti “storici” Son felici e io sono contenta delle scelte fatte. Ricca non ci divento ma io miro più alla serenità che alla ricchezza.

E faccio il lavoro che sognavo di fare. Si dai, del lavoro son contenta!

Modificato da Daria
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DarkDrizzt
15 hours ago, TADsince1995 said:

La metà dei miei colleghi (che hanno una media di 50 anni) è divorziata e paga alimenti.

A uno di loro sono state pignorate 3 case e non vede i suoi figli da anni perché la moglie non vuole.

Un altro è stato operato di tumore, ha rischiato la vita e si è svegliato dopo l'operazione solo come un cane su un letto d'ospedale perché i suoi figli gli erano stati messi contro dall'ex moglie.

Quelli che non hanno divorziato, li sento parlare delle mogli come di un male necessario, come di qualcosa di cui ormai devono sopportare la tirannìa.

L'altro ieri ero dal barbiere, prima di me c'era una tizio sui 40 anni, un gran bell'uomo tra l'altro. Appena è andato via il barbiere mi ha raccontato la sua storia. Un povero cristo che lavorava 14 ore al giorno per garantire una vita agiata alla moglie e ai suoi 3 figli, e a lei di poter stare a casa ad accudire i bambini.

Peccato che la signora si è sentita sola e trascurata e ha trovato conforto in uno che ha conosciuto al parco, mentre faceva giocare i bambini. E' andata a vivere con lui, si è portata i figli e ora chiede 800 euro al mese di alimenti al povero cristo.

Guarda, non per fare l'avvocato del diavolo, ma qui stai ascoltando soltanto una campana, mi sa..

Anche il marito che lavora 14 ore al giorno e non torna mai a casa, a volte lo fa anche perchè non ci vuole proprio tornare, con la scusa del lavoro se ne sbatte di moglie e figli..

Poi ci sono pure i casi dove le mogli lasciano il marito in mutande, anche per via di un trattamento "privilegiato" in sede di divorzio, ma dire che la maggior parte dei divorzi e separazioni sono colpa di mogli arpie e tiranne che sfruttano il povero cristo mi sembra una bella forzatura

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DarkDrizzt
15 hours ago, F-Knight said:

Sono sempre stato una persona irrequieta, sempre spinto dall’esigenza di dimostrare qualcosa a qualcuno: avere la donna bella il lavoro bello, il fisico bello, la casa bella e così via... per dimostrare che chi da ragazzo non ha creduto in me (praticamente tutti tranne mio padre) si sbagliava.

ho rischiato di sposarmi nel 2012 ma poi ho sfanculato tutto 8 mesi prima della cerimonia perché mi ero innamorato di un’altra... con cui ho convissuto per tre anni e che ho lasciato perché all’epoca - appunto - ero un coglione che doveva dimostrare cose.

ho poi avuto un paio di belle batoste sentimentali che mi hanno fatto viaggiare dentro di me mi hanno distruTto e poi ricostruito con L aiuto di una terapeuta.

in tutto questo a 18 anni ho lasciato casa per L università. Sono tornato a lavorare nella cittadina in cui sono nato per 8 mesi ma mi stava stretta e sono venuto a Milano. 

Ho avuto la fortuna enorme di avere una famiglia benestante Alle spalle che mi ha dato una mano quando il primo anno a Milano (era il 2006) guadagnano 750 euro al mese per lavorare dalle 12 alle 15 ore al giorno sabato mattina incluso e L affitto me ne portava via 600. Due anni di inferno in cui hanno iniziato a venirmi i capelli bianchi.

poi ho cambiato Studio; prima uno inglese in cui mi sono formato ma che pagava relativamente poco. Stavo bene ero apprezzato e non mi ammazzavo... ma volevo di piu. Più soldi, più esposizione. Sono quindi riuscito ad entrare in uno studio americano.. il vero salto senza rete della mia vita. Mi hanno massacrato i primi 2 anni e mezzo. Per due volte, alla cena del mio compleanno, io non ero presente causa lavoro. Una volta arrivai all’una di notte. Un’altra proprio non andai. Poi le cose sono iniziate a migliorare come stile di vita e ora cge sono tornato in uno studio italiano alle 21 e 30 sono a casa mediamente.... cosa che una volta sarebbe stato un sogno.

Il lavoro che faccio mi piace molto. Vedo cose molto importanti e ho il mio team da gestire. Guadagno molto per un Italiano ma non abbastanza se penso al culo che mi faccio.

sono felice? Per 3 anni non lo sono stato e sono andato avanti per inerzia senza capire quanto meritassi di essere fiero di me. Ma ero troppo preso a struggermi per amore. 

Ora, che ho tolto il gesso dal cuore, le cose vanno molto meglio e si, proprio qualche giorno fa, pensando quanto stavo di merda L anno scorso a quest’ora, ho proprio pensato che ero felice.

vorrei anche io una famiglia e forse ho trovato la persona giusta con cui farla. Ma ormai sono molto cinico e indurito dall’esperienza ...quindi per ora mi butto sul lavoro e poi si vedrà

 

Il mondo delle grandi law firms mi ha sempre affascinato. 3 anni fa ci sono andato vicinissimo ma (fortunatamente, ex post) sono andato all'estero a fare un altro lavoro che mi gratifica di più.

Una domanda: ma alla fine della fiera, lavorare a questi ritmi ne vale la pena? Soprattutto, come dici, in un'ottica di stipendio/ora. Io mi sono reso conto (anche parlando con altri) che spesso pesava più il fatto di poter dire "lavoro da Bonelli e compagnia bella", lo status insomma.

Poi chiaro, se uno è specializzato/appassionato di particolari settori del diritto/operazioni, è un altro discorso.

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F-Knight
47 minutes ago, DarkDrizzt said:

Una domanda: ma alla fine della fiera, lavorare a questi ritmi ne vale la pena? Soprattutto, come dici, in un'ottica di stipendio/ora. Io mi sono reso conto (anche parlando con altri) che spesso pesava più il fatto di poter dire "lavoro da Bonelli e compagnia bella", lo status insomma.

E' un'ottima domanda. Ti do la Mia risposta che però di certo non vale per chiunque.

Questo lavoro mi piace e lo so fare. Ho cambiato e mi sono cimentato in vari settori del diritto civile, dal contenzioso al project finance, alla finanza strutturata, ma tutto sempre nell'ambito legal.

Peraltro non so fare altro a parte allenarmi in palestra e suonare la chitarra elettrica (peraltro sono ancora scarso).

Quindi mi trovo a fare una cosa che mi piace ma in assenza di alternative che mi facciano da Sirena di Ulisse. CHessò c'è chi ha il pallino per il business, per il management, chi vuole viaggiare il mondo chi vuole vivere della vela. Io no.

Ciò premesso, per me, se vuoi fare l'avvocato in Italia o lo fai ad alti livelli a Milano o a Roma (quest'ultima per antitrust, M&A e poco altro) o in qualche  grande azienda/Fondo, o non ne vale proprio la pena.

Posso anche dirti che si parte lenti ma quelli che arrivano in alto guadagnano piuttosto bene. Io mi aggiro sui 130k annui che non è male, ma certo un mio omologo UK o US ne porta a casa almeno 3 volte tanti. E questo mi fa davvero incazzare. L'altra cosa positiva è che se riesci a ritagliarti un tuo spazio puoi aspirare alla partnership e in quel caso i soldi diventano (o almeno possono diventare) molti ma molti di più.

C'è poi come dici tu - ma spesso sono i più giovani, tipicamente Bocconiani invasati - che vanno in un posto (tipo Bonelli) solo perché "fa figo". Ecco no io di certo non ragiono così. Due anni fa ho rifiutato Chiomenti (il più grande studio d'Italia per fatturato) per uno studio ben più piccolo ma molto più forte in quello che faccio io.

Certo è una vita stressante e sempre a rischio di restare a casa senza un lavoro. Però, almeno per me, ne vale la pena, sì.

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TADsince1995
1 ora fa, DarkDrizzt ha scritto:

ma dire che la maggior parte dei divorzi e separazioni sono colpa di mogli arpie e tiranne che sfruttano il povero cristo mi sembra una bella forzatura

No, questo no e con me sfondi una porta aperta, mia madre divorziò perché mio padre era un violento. Ma il fatto che la maggioranza dei divorzi sono iniziati dalle mogli la dice lunga...

Comunque, non era mia intenzione criticare chi si sposa, semplicemente davo il mio punto di vista da 38 enne ancora indenne.

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1 ora fa, DarkDrizzt ha scritto:

Guarda, non per fare l'avvocato del diavolo, ma qui stai ascoltando soltanto una campana, mi sa..

Anche il marito che lavora 14 ore al giorno e non torna mai a casa, a volte lo fa anche perchè non ci vuole proprio tornare, con la scusa del lavoro se ne sbatte di moglie e figli..

Poi ci sono pure i casi dove le mogli lasciano il marito in mutande, anche per via di un trattamento "privilegiato" in sede di divorzio, ma dire che la maggior parte dei divorzi e separazioni sono colpa di mogli arpie e tiranne che sfruttano il povero cristo mi sembra una bella forzatura

Mi hai tolto le parole di bocca, a sentire gli uomini le donne sono tutte tiranne, viceversa se senti parlare le donne ti diranno che gli uomini sono tutti dei pezzi di merda, e la verità quasi sempre è nel mezzo.

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comeback

Continuo a vedere del gran pregiudizio nei vostri discorsi ma lungi da me enfatizzare una qualche forma di morale. Sembra che "volevo sposarmi ma sono tutte stronze", o "volevo far questo ma non ho i soldi...", "vorrei ma e' difficile".

Due anni fa ero a Londra ed ero rimasto con solo 70 pounds, solo 70, oggi in Germania pago un mutuo di 200 k, lavoro, faccio trasferte, sto finendo un Master.

Gli obiettivi che non sto realizzando, anni fa mi immaginavo che adesso avrei spinto un passeggino, non li sto raggiungendo solo per mio demerito. Nel momento in cui accampo valanghe di "ma" o "se", sto dicendo a me stesso che non sono capace di arrivare al frutto maturo ma che tutto il frutteto sia ormai andando a male. Questo distrugge il mio mindset, la mia stima di me stesso e la capacita' di autodeterminare la mia vita.

Torno a lavoro.

 

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acquasalata
Il 16/9/2018 alle 21:10 , acquasalata ha scritto:

E poi il lavoro, bello, bellissimo, ben pagato e relativamente continuo e sicuro. Ma mi lascia lunghi mesi a casa, il che non è un problema economico perchè poi tra trasferte e tutto il resto ce la faccio tranquillo, ho uno stile di vita parco. Ma è un problema a livello psicologico. L'ozio mi uccide. D'altronde quando riparte un progetto che mi comprende lo so mediamente una settimana prima, non è facile trovarsi un altro lavoretto-hobby in queste condizioni.

Oggi ho avuto una riunione con la cooperativa con la quale facevo il docente nei corsi di formazione professionale. Partono i nuovi corsi e me ne hanno affidati tre, per un totale di taaante ore (e quindi soldi). Si sono complimentati con me per la diligenza con cui ho svolto il lavoro in passato e mi hanno informato che di 6 ragazzi dello scorso corso cinque lavorano e uno ha ripreso gli studi - una soddisfazione personale e professionale che potete immaginare. Queste docenze mi impegnano due soli giorni a settimana, quindi ne ho altri tre da dedicare al lavoro scientifico che non voglio assolutamente abbandonare.

Qualcosa inizia ad andare nel giusto verso, denti stretti e occhi dritti, si va.

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Non saprei onestamente. 

Ho il rimpianto di non aver sfruttato risorse in passato che oggi non posso sfruttare più. Un po' troppo stupido per comprenderle al tempo. Succede quando cresci nell'ambiente sbagliato. 

E il tempo non risparmia nessuno.  

 

Il lavoro che faccio oggi è stato un "ripiego" alla vita direi. Tornassi indietro con la testa di oggi rifarei tante cose diversamente. 

Ma tuttavia il lavoro mi permette di avere soldi per inseguire altri progetti, alcune cose che sto facendo oggi non avrei potuto farle in passato..  

Sempre senza soldi, anche se oggi mi rendo conto che era per lo più pigrizia. 

Alla fine il lavoro non mi pesa troppo (ed é già tanto). Continuo a provare cose nuove cercando il mio percorso.

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Ergoblin

Parzialmente...ho messo da parte il deposito per la casa ed un piccolo fondo per studi/viaggi...a livello professionale ho ottenuto quanto mi prefiggevo 4 anni fa(sebbene con relativamente modeste ambizioni)...sto uscendo dalla depressione iniziata a 18 anni e giungendo a 30 tra poco voglio alzare il tiro e osare di piu...

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