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Sfida (per tutti gli utenti/utentesse)


Edo

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Alexis Honlon

Ho seguito per sommi capi la discussione, per le sue 8 pagine, focalizzandomi principalmente sui post di Edo, ovvero chi ha aperto la discussione: quanto sto per dire principalmente terrà conto quindi di quanto chi scrive ricorda delle sue parole (impostazione, lo ammetto, non esente da possibile critiche, ma per ora tralasciamo: chi scrive ha una forte tendenza parentetica e... a partire per la tangente, meglio evitare di allungare il brodo, quindi).

La prima cosa che mi viene da dire, Edo, è che lei... - secondo me, in parte si è fatta giocare dalle parole:  quel che intendo dire è che, secondo me, i suoi veri fidanzati sono gli scopamici, ed i fidanzati sono i veri scopamici. A giustificazione di quanto affermo, faccio leva sull'elemento pragmatico: è lei stessa, ad inizio discussione, che afferma che questi scopamici sono coloro che, in questo tempo, non l'hanno mai abbandonata, e che sono stati una costante (con tutta probabilità non solo sessuale) a fronte della variabilità dei così detti fidanzati, che sulla carta dovrebbero ed avrebbero voluto e dovuto starle accanto, amarla ecc (l'ecc. fa riferimento alla tanta retorica che solitamente si dice in queste situazioni, di cui lei, Edo, credo sia almeno in parte cosciente che appunto è solo retorica, alla prova dei fatti: la coerenza fra ciò che si dice e ciò che si fa non risolve tutti i problemi; semplicemente, è indice di trasparenza, e nulla più).

Di questo fatto, ovvero di questa "inversione" terminologica, non so quanto lei stessa, Edo, sia conscia fino in fondo, ma le posso assicurare che questo non è il problema più grosso: nessun essere umano, ma specialmente gli uomini, vivono rapporti sessuali ripetuti di lungo periodo (o se preferisce, relazioni di solo sesso di lungo periodo) senza che entrino in gioco altri fattori di natura non prettamente sessuale; insomma, tanto lei che i suoi "scopamici" (lo so, termine totalmente inadeguato ed ingiusto per chi, alla fine, le è stato accanto per periodo di tempo di una certa consistenza) state mentendo a voi stessi, nascondendo (ma è difficile, per mancanza di sufficiente cognizione della situazione, esprimere fino a che livello tale menzogna verso se stessi si spinga) i vostri veri rapporti reciproci. E, come dicevo, il grosso del problema, più che per lei, Edo, è per i suoi "scopamici": probabilmente a lei lo sforzo di riconoscere questo fatto può costare (o è costato, o costerà: non mi posso esprimere con certazza in materia, ovviamente) molto meno che a loro (ed in parte mi sembra che l'abbia fatto, proprio sulla spinta dell'elemento pragmatico sopra ricordato), visto che, dal loro punto di vista, si troverebbero a dover riconoscere di provare qualcosa che va oltre il mero desiderio sessuale per quella che, ai loro occhi (e prima di inveire contro di me, legga il paragrafo successivo; o almeno inveisca contro di me solo dopo aver letto il paragrafo successivo), è una "puttana"------ come dicevo prima, prima legga qui sotto, la prego!!

Sa Edo - chi scrive ha, come non avrà problemi ad intendere, una buona e consistente dose di misantropia, che nel caso degli uomini, ma non delle donne (anche se ho delle aggiunte da fare, che qui tralascio), si tramuta in misandria: in altre parole, chi scrive ha un certo disprezzo per l'essere umano, ed in particolare per il sesso maschile della specie umana. Perché? Per farla breve, perché gli esseri umani sono animali tendenzialmente stupidi, ovvero, seguendo la definizione data da Carlo M. Cipolla in "Le leggi fondamentali della stupidità umana", sono esseri che tendono a danneggiare se stessi e gli altri: dal mio punto di vista, la donna è disprezzabile in quanto essere umano, e quindi per la sua tendenziale stupidità (sopra definita), e non per il suo essere donna, visto che, almeno entro certi limiti, prova a porre un freno alla naturale stupidità in cui la specie la porta ad incappare, ma il maschio è disprezzabile sia in quanto essere umano, ovvero per la sua tendenziale stupidità, che per il suo essere maschio, ovvero perché non prova, come almeno la donna entro certi limiti fa, a porre un limite o freno alla sua stupidità.

E cosa c'entra tutto questo con quanto detto? C'entra purtroppo (ed ahimè), ed ecco il perché: il rapporto uomo-donna, visto dall'uomo, è sostanzialmente un rapporto in cui la donna, dal punto di vista dell'uomo, è e non altro può essere che un trofeo da esporre a sè stesso e/o agli altri (anche in questo caso, purtroppo, tralascio eccessive spiegazioni di quanto affermato, per sinteticità e centratezza della questione). Per tanto, non appena lei, Edo, o loro medesimi, si renderanno conto che la verità pragmatica di cui sopra, ovvero nessuna relazione di natura sessuale estesa nel tempo è solo e soltanto sesso (la formulazione sopra è stata fatta meglio), è palesemente all'opera - beh, la frittata è fatta, e la stupidità umana, peggiorata dall'appartenenza al genere maschile entrerà all'opera. Conosce il discorso della chiave e della serratura, con cui di solito gli uomini sono soliti porsi riguardo la promiscuità sessuale femminile?

Si è soliti dire qualcosa del genere: una donna che ha rapporti sessuali con più uomini, è come una serratura che viene aperta da più chiavi, e quindi il suo valore è quasi nullo. Questo ragionamento... beh, mostra chiaramente quello che sopra le dicevo: gli unici motivi che hanno fatto stare in piedi la cosa, in passato, sono stati il bisogno sociale di garantire la paternità (il problema è legato alla trasmissione socio-economica del potere familiare, naturalmente), e alle relativamente poco sviluppate tecniche di controllo delle nascite e di accertamento della parternità. Come noto, tutto questo oggi è stato risolto, e quel che è rimasto... Eh, è qualcosa per cui chi scrive nutre il più assoluto disprezzo: seguiamo il ragionamento. Secondo costoro, a fil di logica, una chiave che apre molte serratura è invece una chiave di valore: il che in pratica è una legittimazione della propria promiscuità sessuale, negata alla donna (il bue dice cornuto all'asino? Magari! La situazione è molto peggiore!) - ma non solo: a ben vedere, il problema è un altro. A questi apritori di porte, il problema dell'avere a che fare con una porta aperta da molte chiavi è che, alla fine, si sentono sminuiti nell'orgoglio e nell'onore perché hanno avuto successo dove anche altri hanno avuto successo, e quindi, come si sa, non c'è onore e non c'è gloria in quel che si fa.

Come si diceva prima, il maschio vede la donna come un trofeo da esibire, a se stesso come agli altri: una donna sessualmente promiscua, con altri uomini in contemporanea, fallisce proprio in questo bisogno di far sentire il maschio di aver ottenuto un risultato di cui essere fiero... E credo ora capisca quel che dicevo prima riguardo il maschio disprezzabile sia in quanto essere umano che in quanto maschio: è evidente che questo è essere stupidi e cullarsi della propria stupidità. Non aggiungerò altro, perché... Il disprezzo mi fa perdere la lucidità analitica, e quindi le sarei poco utile.

Altra cosa che mi sento di sottolinearle, è la sua definizione di amore, che, da sue parole in un post precedente, è la seguente: amore vuol dire desiderare la felicità dell'altra persona. A tal proposito, ci sono tre considerazione che pongo alla sua attenzione, Edo:

1) oltre al mero desiderio di felicità dell'altro, credo vada aggiunto il tentativo attivo, per quel che nelle possibilità dell'individuo, di contribuire attivamente alla felicità del partner, altresì la cosa, credo, sarebbe come porre un obiettivo e rifutare i mezzi per ottenerlo: più autogratificazione che altro;

2) se è così, allora, a fil di ragionamento, Edo, lei vuole che i suoi partners siano strumento attivo, per quel che è loro possibile, per la realizzazione della sua felicità, e sempre a rigor di logica, lo stesso vale per lei, Edo, nei loro confronti;

3) il problema è che tutto dipende da cosa si intende per felicità! O per meglio dire, cosa lei ed i suoi partners intendete per felicità.

Il problema da lei riscontrato, Edo, in realtà non è contraddittorio con questi assunti: è davvero così impossibile ritenere che alcuni dei suoi partners siano felici (quale che sia la definizione di felicità da loro adottata) nell'esercizio di un loro monopolio sessual-sentimentale, più comunemente noto come coppia? La risposta è, ovviamente, no: ed a rigor di logica, lei non amerebbe questi partner, in quanto lei, Edo, non si preoccupa di realizzare la loro felicità (e naturalmente viceversa da parte loro... - E naturalmente viceversa da parte loro...). Quel che vedo trasparire da questi ragionamenti, infondo, è un caso di (si fa per dire) semplice incompatibilità: se ciò che rende felice lei, Edo, ed i suoi partner è troppo diverso, c'è poca o nulla complementarità.

Ma veniamo ad un altro discorso: Edo, lei ha intitolato questo thread come "Sfida per tutti gli utenti ed utentesse": per quanto in mio poter d'intendere, credo che la "sfida" da lei posta a tutti gli utenti del forum sia la seguente, ovvero "Si può amare senza il monopolio di coppia?". La mia risposta - è naturalmente sì: perché ricordiamocelo, e lei Edo lo sta vivendo, a quel che mi pare di capire, la coppia, al di là di quello che ritiene la retorica, non è basata sull'amore reciproco (quale che sia, anche in questo caso, la definizione di amore adottata dagli interessati), ma sul monopolio sessual-sentimentale che si vuol realizzare fra gli interessati. La prova migliore, è che, qualora anche l'amore ci fosse, ma mancasse la coppia, ovvero il deleterio monopolio prima ricordato, non si sarebbe comunque soddisfatti - nonostante che, a parole, quello che si chieda e si dia sia il tanto agognato amore, entrando nel non molto piacevole campo del "dico di cercare una cosa, ma in realtà ne voglio un'altra".

Vorrei aggiungere altro, ma è meglio fermarsi qui: spero di essere stato di una qualche utilità, mi faccia sapere, se vuole, Edo.

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Inviato (modificato)

@Alexis Honlon ammetto che non so da dove cominciare. Innanzitutto i miei complimenti per lo stile di scrittura adottato, mi fa sempre estremo piacere leggere qualsiasi cosa se scritta in un certo modo, semplicemente sublime. Ho anche notato la sua scelta di dare del lei agli utenti ai quali risponde, scelta che nel suo caso mi riservo di fare anch'io per rispetto e perché, diciamocelo, è pure divertente in un certo qual modo. 

Mi sembra che nel regolamento si dica che ci si dà del tu a prescindere ma uno strappo a questa regola di stile credo possiamo permettercelo

Venendo al dunque. Sono d'accordo con quanto dice in merito al discorso concettuale fidanzati vs trombamici. Però, e qui chiedo venia se sono state le mie parole a non essere del tutto chiare, io mi riferivo al concetto, non a Tizio trombamico che c'è sempre stato ma al concetto di trombamico, concretizzatosi in Tizio, Caio, Sempronio e via discorrendo. 

Nel suo discorso mette molta carne al fuoco e provo a rispondere in maniera esaustiva a tutto ciò che è stato rilevato. Per la verità chi c'è sempre stato sono gli amici veri, quelli con cui non c'è nulla di sessuale e che però sono una costante nella mia vita. Persone che mi hanno sempre saputo ben consigliare nelle varie situazioni e che sono più inclini a farmi chiudere con degli aspiranti fidanzati più che con i vari trombamici perché riescono a percepire prima e meglio di me la nocività delle situazioni, forse perché condividono con lei una certa misantropia e conoscono fin troppo bene i membri della loro stessa razza, i maschi appunto.

Per quanto riguarda l'amore, mi accontenterei che i miei partner siano strumento non attivo ma passivo per la mia felicità e cioè non si pongano come ostacoli per la stessa. Come diceva un altro utente sarebbe più facile se io frequentassi chi volessi ma senza dire nulla al fidanzato, strada percorribile ma che mi lascerebbe sempre con l'amaro in bocca, per quanto i miei amici parteggino per quest'opzione

In merito all'ultimo punto le rivelo un'altra cosa: non solo monopolio sessual-sentimentale come base della coppia ma addirittura sto sperimentando che il discorso delle chiavi e della serratura lo si vorrebbe applicare anche senza provare le chiavi, stando nella metafora e cioè facendomi innamorare (cercando di ottenere ciò perlomeno) perché nessuno mai ci è riuscito e soprattutto senza la componente sessuale, ma guai se la vado a ricercare altrove. Non so se mi sono spiegata. Mi sembra di essere in uno di quegli sceneggiati che andavano di moda tempo addietro, in cui la donzella pura e casta cerca di far redimere il ragazzotto grezzo apritore di serrature, prendendo in prestito la sua bellissima definizione, senza concedersi. Solamente che qui i ruoli si sono ribaltati. Lei in genere ci riesce perché è quello che vogliono comunicare gli sceneggiatori ma la realtà è un'altra cosa. Se vogliono fare del mio cuore un oggetto di sfida si accomodino pure ma non vengano a lamentarsi se poi si faranno male. 

La sfida rivolta agli utenti racchiudeva in sé anche questo quesito: è giusto, corretto, sensato secondo voi che io non mi trastulli con altre chiavi nell'attesa di una chiave che si crede speciale e che vuole aprirmi (e conquistarmi il cuore) senza inserirsi nella toppa ma chiedendo che altre chiavi nel frattempo non vi si inseriscano? Secondo me i due campi di battaglia, se vogliamo dire così, sono completamente diversi e uno non esclude l'altro ma a quanto pare in questo mare di ferramenta qualcosa mi è sfuggito, tra chiavi, serrature, toppe e chiavistelli

Si senta libero di aggiungere ogni altro suo pensiero, sempre ben accetti. 

Modificato da Edo
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Creamy
1 ora fa, Alexis Honlon ha scritto:

Come si diceva prima, il maschio vede la donna come un trofeo da esibire, a se stesso come agli altri: una donna sessualmente promiscua, con altri uomini in contemporanea, fallisce proprio in questo bisogno di far sentire il maschio di aver ottenuto un risultato di cui essere fiero... E credo ora capisca quel che dicevo prima riguardo il maschio disprezzabile sia in quanto essere umano che in quanto maschio: è evidente che questo è essere stupidi e cullarsi della propria stupidità. Non aggiungerò altro, perché... Il disprezzo mi fa perdere la lucidità analitica, e quindi le sarei poco utile.

D’accordissimo

peró posso dire che io ultimamente ho notato un’inversione di tendenza

una donna puó anche essere promiscua, ma se non si atteggia da “oca” ed è furba abbastanza da evitare il farsi etichettare come tale o come troia o puttana o quel che si voglia, e soprattutto se è molto bella, sinceramente vedo che gli uomini (anche se dovrebbero avere in testa l’assunto da lei benissimo descritto) alla fine se ne possono innamorare ugualemente

a parere mio un po’ di più elasticità mentale in più anche in loro inizio ad intravederla

1 ora fa, Alexis Honlon ha scritto:

o: nessun essere umano, ma specialmente gli uomini, vivono rapporti sessuali ripetuti di lungo periodo (o se preferisce, relazioni di solo sesso di lungo periodo) senza che entrino in gioco altri fattori di natura non prettamente sessuale; i

Sono assolutamente convinta anche io di questo

se posso chiederle, dato che ha fatto dei ragionamenti interessanti

è possibile che questo sentimento davvero da parte di alcuni parta improvviso e poi così come nasce, bruci subito e si spenga?

ho accusato molti ragazzi di avermi illusa e di avermi ferita sfruttandomi solo per il sesso quando in realtà non è mai stato solo quello, e lo sentivo, sono molto empatica 

eppure poi mi hanno lasciata proprio quando io mi stavo innamorando

Ho lanciaro le peggiori le accuse nei loro confronti, di non avermi mai amata ecc quando in cuor mio invece so e sento che in quei momenti mi amassero davvero.. e poi alla fine è proprio questo a farmi male

secondo lei perchè accade? Cosa succede?

io riesco a innamorarmi solo di questa tipologia d’uomo

semmai mi innamoro

una sorta di amore a scadenza ma che nel momento in cui vivo non riesco proprio a vedere che sarà a brevissima scadenza (qualche mese della serie) e mi struggo spesso per questo

Modificato da Creamy
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Alexis Honlon
3 ore fa, Edo ha scritto:
 

@Alexis Honlon ammetto che non so da dove cominciare. Innanzitutto i miei complimenti per lo stile di scrittura adottato, mi fa sempre estremo piacere leggere qualsiasi cosa se scritta in un certo modo, semplicemente sublime. Ho anche notato la sua scelta di dare del lei agli utenti ai quali risponde, scelta che nel suo caso mi riservo di fare anch'io per rispetto e perché, diciamocelo, è pure divertente in un certo qual modo. 

Mi sembra che nel regolamento si dica che ci si dà del tu a prescindere ma uno strappo a questa regola di stile credo possiamo permettercelo

Venendo al dunque. Sono d'accordo con quanto dice in merito al discorso concettuale fidanzati vs trombamici. Però, e qui chiedo venia se sono state le mie parole a non essere del tutto chiare, io mi riferivo al concetto, non a Tizio trombamico che c'è sempre stato ma al concetto di trombamico, concretizzatosi in Tizio, Caio, Sempronio e via discorrendo. 

Nel suo discorso mette molta carne al fuoco e provo a rispondere in maniera esaustiva a tutto ciò che è stato rilevato. Per la verità chi c'è sempre stato sono gli amici veri, quelli con cui non c'è nulla di sessuale e che però sono una costante nella mia vita. Persone che mi hanno sempre saputo ben consigliare nelle varie situazioni e che sono più inclini a farmi chiudere con degli aspiranti fidanzati più che con i vari trombamici perché riescono a percepire prima e meglio di me la nocività delle situazioni, forse perché condividono con lei una certa misantropia e conoscono fin troppo bene i membri della loro stessa razza, i maschi appunto.

Per quanto riguarda l'amore, mi accontenterei che i miei partner siano strumento non attivo ma passivo per la mia felicità e cioè non si pongano come ostacoli per la stessa. Come diceva un altro utente sarebbe più facile se io frequentassi chi volessi ma senza dire nulla al fidanzato, strada percorribile ma che mi lascerebbe sempre con l'amaro in bocca, per quanto i miei amici parteggino per quest'opzione

In merito all'ultimo punto le rivelo un'altra cosa: non solo monopolio sessual-sentimentale come base della coppia ma addirittura sto sperimentando che il discorso delle chiavi e della serratura lo si vorrebbe applicare anche senza provare le chiavi, stando nella metafora e cioè facendomi innamorare (cercando di ottenere ciò perlomeno) perché nessuno mai ci è riuscito e soprattutto senza la componente sessuale, ma guai se la vado a ricercare altrove. Non so se mi sono spiegata. Mi sembra di essere in uno di quegli sceneggiati che andavano di moda tempo addietro, in cui la donzella pura e casta cerca di far redimere il ragazzotto grezzo apritore di serrature, prendendo in prestito la sua bellissima definizione, senza concedersi. Solamente che qui i ruoli si sono ribaltati. Lei in genere ci riesce perché è quello che vogliono comunicare gli sceneggiatori ma la realtà è un'altra cosa. Se vogliono fare del mio cuore un oggetto di sfida si accomodino pure ma non vengano a lamentarsi se poi si faranno male. 

La sfida rivolta agli utenti racchiudeva in sé anche questo quesito: è giusto, corretto, sensato secondo voi che io non mi trastulli con altre chiavi nell'attesa di una chiave che si crede speciale e che vuole aprirmi (e conquistarmi il cuore) senza inserirsi nella toppa ma chiedendo che altre chiavi nel frattempo non vi si inseriscano? Secondo me i due campi di battaglia, se vogliamo dire così, sono completamente diversi e uno non esclude l'altro ma a quanto pare in questo mare di ferramenta qualcosa mi è sfuggito, tra chiavi, serrature, toppe e chiavistelli

Si senta libero di aggiungere ogni altro suo pensiero, sempre ben accetti. 

 

Si, come hai notato tu, Edo, ho usato il Lei un po' per scena, un po' per sfruttare i vantaggi dell'anonimato e un po' perché un tu familiaristico mal si concilia senza un minimo di conoscenza diretta e personale... I vantaggi di un forum: garantiscono anonimato e abbattono facilmente i limiti di spazio geografico, ma (e questi sono gli svantaggi) fanno facilmente falsare la prospettiva. Ma come dici tu, Edo, il regolamento parla chiaro: meglio allinearsi e non creare problemi.

Ritornado al sodo, da quel che dici, Edo, hai trovato l'equivalente maschile della crocerossina, che qui chiameremo "il missionario": si tratta di tipi umani per cui, anche a causa di brutte esperienze personali, ho parole veementi che mi bloccano l'approfondire la questione: quel che posso dirti, è che si tratta di persone che, di base... Scusami, davvero, mi vengono più insulti che un discorso utile e comprensibile: meglio chiamare in causa qualcun'altro, molto più esperto di me in materia di missionari e non solo, nei confronti dei quali nutriva un profondo (e reputo giustificato) sdegno: Gesù Cristo. Lo so, può spiazzare, ma Cristo è l'individuo che più di tutti ha capito il tipo umano con cui tu, mi sembra, hai avuto a che fare (e meglio di me, almeno in questo momento, riesce ad esprimere il concetto)... Con nessuna intenzione di conversione da parte mia, s'intende.

Se hai qualche minuto, perdi un po' di tempo e guarda la parabola del buon samaritano per come compare nel Vangelo di Luca, che qui parafraso un po' a memoria: alcuni chiedono a Cristo, un po' per inganno (se ben ricordo), che non riescono a capire o a riconoscere chi è il prossimo tuo che dovresti amare come te stesso. Cristo, in pratica, risponde come segue: supponiamo che un tizio sia per strada, praticamente svenuto e mezzo morto di fame; passa un primo tizio, lo vede, e lo lascia lì dove è, senza fare nulla. Ne passa un'altro: stesso discorso, idem con patate. Passa invece un samaritano: si ferma, lo raccoglie, lo sfama, e gli da un'alloggio per dormire la notte; poi dice all'albergatore che, se ancora ci fossero altri problemi, di tenerlo informato. Cristo finisce poi chiedendo agli ascoltatori: chi è secondo te il prossimo tuo da amare come te stesso? Gli viene risposto, ovviamente, il buon samaritano: Cristo conclude dicendo che quindi, bisogna smuoversi e comportarsi come il buon samaritano. Eppure... Eppure: Cristo era ben conscio (davvero) che c'è una figura, molto ben nota, che, all'apparenza, è uguale al buon samaritano, ma che in realtà è completamente diversa: il fariseo.

Per farla breve, questi manovali della serratura, o "missionari", come prima li ho identificati, con cui hai avuto a che fare, Edo, sono in pratica dei farisei, in tutto e per tutto: quel che per loro conta, come diceva Cristo, è apparire e l'essere ben in mostra; fanno la carità affinchè tutti lo sappiano. In pratica quel che fanno è pura autogratificazione: il loro obiettivo è soddisfare la loro immagine di sè, l'immagine che di loro medesimi essi hanno. E' noto come Cristo abbia avuto parole molto dure contro questa categoria d'individui (all'epoca, un gruppo vero e proprio): e sono talmente famose da non aver bisogno che io aggiunga altro - soprattutto, sono molto chiare ed incisive.

Riguardo la domanda/sfida, ovvero se "è giusto, corretto, sensato secondo voi che io non mi trastulli con altre chiavi nell'attesa di una chiave che si crede speciale e che vuole aprirmi (e conquistarmi il cuore) senza inserirsi nella toppa ma chiedendo che altre chiavi nel frattempo non vi si inseriscano?", il buon samaritano di cui sopra ci da ancora una mano, ma bisogna allargare un po': Cristo, critica che gli si può muovere, aveva sottovalutato che essere un buon samaritano, per come da lui inteso nella parabola, è cosa difficile e non poco nel lungo periodo, e la possibilità di finire nel fariseo è tutto fuorchè nulla.

All'atto pratico, forse quello che Cristo dice agli ascolatori, lo si può dire anche a te, Edo: comportati come il buon samaritano, anche se il mondo non è fatto di buoni samaritani, ma di farisei. O se preferisci: cara Edo, è brutto dirlo, ma devi spaccarti il culo e dare agli altri quello che molte volte loro non daranno a te (e forse neanche a se stessi). Perché? Perchè, almeno, se anche non riuscirai a trovare un buon samaritano, non avrai attorno a te i farisei.

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Il 2/1/2019 alle 14:58 , Edo ha scritto:

Non aggiungere ciò che non ho detto. Amare non significa tutto ciò ma mi è stato chiesto di rinunciare ad altri come condizione affinché Tizio si possa innamorare di me

Secondo me questo è sbagliato nel senso che non funziona così almeno per me.

comunque appena ho un pc è un po’ di tempo rispondo a tutto perché è interessante 

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32 minuti fa, Alexis Honlon ha scritto:

All'atto pratico, forse quello che Cristo dice agli ascolatori, lo si può dire anche a te, Edo: comportati come il buon samaritano, anche se il mondo non è fatto di buoni samaritani, ma di farisei. O se preferisci: cara Edo, è brutto dirlo, ma devi spaccarti il culo e dare agli altri quello che molte volte loro non daranno a te (e forse neanche a se stessi). Perché? Perchè, almeno, se anche non riuscirai a trovare un buon samaritano, non avrai attorno a te i farisei.

Grazie

Unico rischio: montarmi la testa e pensare che così facendo io diventi meglio di loro

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4 ore fa, Alexis Honlon ha scritto:

 

“Devi dare un po’ di valore al mondo per poterne attribuire a te stesso.”
Sono stato ad un aperitivo con dei nuovi colleghi. Ai miei tempi si diceva “andare a bere”, ma adesso si chiama aperitivo, le puttane si chiamano escort e tutto cambia per non cambiare niente…
Ma tornando al discorso principale, tra di loro ce ne era uno particolarmente infighettato e con la fama da gran seduttore. Tempo che ci sediamo al tavolo, appena ci portano le bevute, se ne esordisce con un discorso del tipo “le donne si dividono in quelle da sposare e quelle da una botta e via”. Ci ho fatto una risata e poi ho svuotato il bicchiere. Era un bel po’ che non sentivo discorsi del genere, mi sembrava di stare al cabaret. Certo non lo presenterei mai a mia sorella e manco ci uscirei insieme per sport, ma per una serata è stato, anche se grottescamente, divertente.
Sarà che odio il game da social circle, perché troppo lento e noioso, guarda te se per trombarmi una devo prima convincere dieci scappati di casa che non sono li per trombarmi una. Sarà che ormai coltivo solo rapporti individuali con persone valide e sempre aperte a mettersi in discussione. Sarà che preferisco andare a caccia da solo nella massima libertà. Sarà che i social network li uso solo per lavoro e manco mi ricordo quand’è che ho visitato un profilo che non fosse il mio…
Sarà per questi motivi che cose del genere le vedo molto di rado, e a piccole dosi mi fanno anche ridere. Non pensare che il mondo sia un asilo nido.
Presupponendo OP intelligente e sgamata, almeno questa è l’idea che mi son fatto dai suoi post, ho pensato che i ragazzi di cui parla non siano aborigeni della costa amalfitana o finocchi presi dai cortili della bocconi. Fissati con la donna trofeo da mostrare ad amici e parenti, l’onore, il rispetto e cose così. Primo errore dell’analista?
E anche se lo fossero non vedo perché odiarli con tutta questa misantropia, non è colpa loro se sono nati senza i mezzi per comprendere la realtà. Il massimo gesto d’amore che possiamo fare sia per loro che per noi è dare l’esempio.
E comunque questo non arriva alla radice del problema: il vero motivo che spinge un uomo a porre dei vincoli alla sua donna è la paura di perderla. Finché guidi una panda se te la rubano non è un grande problema, ma se ti rubano una Dino Ferrari son cazzi. E ti diranno, mentalità dell’abbondanza, di Dino Ferrari è pieno il mondo. Ma non è vero saranno cento pezzi al massimo! Allora le Dino Ferrari non esistono, sono tutte pandine travestite. Sarà ma io mi ci vedevo bene su quella macchina… vabbè sarà per un’altra vita.
Senza nulla togliere alla mentalità dell’abbondanza eh. Che sia vero o no è l’unico mindset che ti tiene in vita in certi momenti. Ma non darei per scontato il fatto che ciò che funziona sia per forza completamente vero.

 

 
Detto questo, ho trovato molto affascinante il primo punto del tuo discorso. Come diceva Wittgenstein, ogni problema filosofico nasce da un gioco linguistico, un uso errato delle parole.
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2 minuti fa, Edo ha scritto:

Unico rischio: montarmi la testa e pensare che così facendo io diventi meglio di loro

Ma se il movente iniziale non comporta autocompiacimento non dovrebbe succedere

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1 minuto fa, Orph ha scritto:

Ma se il movente iniziale non comporta autocompiacimento non dovrebbe succedere

Ma sono pur sempre donna e la vanità è nel nostro DNA, credo

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Il 2/1/2019 alle 02:09 , Edo ha scritto:

Amare significa darsi totalmente all'altra persona, affidare la nostra vita a quella persona. Mi vedo con te in futuro con figli e casa e macchina e cane

Appunto per me non c’è proprio da change my mind per nulla.

L’unica cosa che manca alla tua esperienza da quello che dici è il tuo innamoramento, che non ha niente a che fare con l’innamoramento altrui.

Cioè chi ti chiede cose per avere il suo innamoramento, a parte che secondo me è infantile (ma è pieno il mondo) non ha niente a che fare da come può succedere che ti innamorerai tu e poi a quel punto come vivrai la cosa, se ti cambierà la prospettiva, se diventerai gelosa se resterai come ora...

Io sono stato innamorato di donne esclusiviste e di donne libere indifferentemente ma mi innamoro per altri parametri non per questa loro caratteristica, ne io impongo alcunché  nessuna (nemmeno alla mia ltr decennale)

che torna da me per libera scelta non perché le impongo alcun obbligo.

tutto questo per dirti che ti stai focalizzando su “loro” i tuoi partner ma dovresti ragionare su di te e sul tuo modo di vivere l’innamoramento o in questo caso della sua assenza.

 

sempre se ho ben inteso il punto (scusa da cellulare faccio fatica)

 

Modificato da Orph
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