Vai al contenuto

Data Science, Data Mining, Internet of Things?


Kagan

Messaggi raccomandati

comeback
3 minuti fa, Kagan ha scritto:

Sisi, conosco il mondo delle aziende, ho anche lavorato nel marketing di un'azienda da 300 milioni, e il mio capo era un gran lavoratore ma non aveva la minima idea di cosa stesse facendo. Quindi è vero, però ci tengo a fare il massimo possibile! 🙂

E' come con la figa il lavoro, il gioco è molto casuale e il risultato talvolta senza senso, quindi puoi trovare una gran figa con uno veramente mediocre e tu nettamente migliore di lui.

Il punto caro @Kagan è che tolti lavori molto molto specifici, con competenze ad hoc dove se sei una pippa lo notano, molti lavori si basano su eseguire procedure, sul gestire cose nel loro complesso, su aspetti persino molto ripetitivi, in queste aree posso assicurarti che di gente scarsa/mediocre ne trovi tanta. 

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

19 minuti fa, comeback ha scritto:

Ora tralasciando le super competenze e le menti eccelse, nel mondo delle aziende di imbranati e gente che non sa far nulla ne è pieno, non vorrei che ora a @Kagan raccontassimo che fuori ci sono i nuovi Einstein e Da Vinci.

 

In ambito data science ho visto gente palesemente ritardata trovare tranquillamente il loro stipendino da 1,4k-1,6k in piccole aziende*. Devono specializzarsi sul problemino della loro azienda, capire come funziona il loro database degli anni '90 e fare ogni tanto qualche query SQL per rispondere alle turbe psichiche del management. 

In ambiti più competitivi come le società di consulenza trovi anche figure molto preparate, però non saranno Einstein e Da Vinci quelli pagati di più.

* in realtà anche in grandissime aziende, intendevo in aziende con problemi "piccoli" ovvero che non rappresentano una sfida per gli sviluppatori.

Modificato da Farang
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback
1 minuto fa, Farang ha scritto:

 

In ambiti più competitivi come le società di consulenza trovi anche figure molto preparate, però non saranno Einstein e Da Vinci quelli pagati di più.

Dipende quale consulenza fai, una semplice consulenza strategica, non richiede persone molto molto geniali. Tra l'altro si impara facendo progetti e vendendoli bene.

Alcuni aspetti però di fare consulenza sono unici: impari a vendere, impari a venderti, impari a raccontare bugie, ti pompi di ego, impari a stare con i clienti e con le persone, impari a relazionarti.

 

  • Mi piace! 3
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback

Devo aggiungere.

Una differenza cruciale tra una piccola università, o di dimensioni più provinciale, e una grande sta nell'approccio.

Le grandi università tendono a pompare i loro studenti di ego in modo più o meno diretto e in tutti i modi. Prendete un ragazzino di 22/23, che sarà pure modesto o bravino, viene continuamente circondato da seminari, docenti (che sono non solo docenti ma professionisti), in più mandato in una università di prestigio in Germania o nel nord Europa, o negli Stati Uniti, per 6/12 mesi per studiare o fare ricerca tesi. Si trova in un ambiente internazionale, inizia a uscire dalla zona confort, parla inglese, si confronta con suoi colleghi forse anche più bravi. Potete facilmente comprendere che non è uguale a qualcuno che ha passato 5/6 anni, o più, in una università di provincia con un insegnamento tradizionale, a volte anche poco incentivante ad alzare il culo e fare esperienza in giro, magari anche divenuto ancor più bamboccione.

 

Modificato da comeback
  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

3 minuti fa, comeback ha scritto:

Devo aggiungere.

Una differenza cruciale tra una piccola università, o di dimensioni più provinciale, e una grande sta nell'approccio.

Le grandi università tendono a pompare i loro studenti di ego in modo più o meno diretto e in tutti i modi. Prendete un ragazzino di 22/23, che sarà pure modesto o bravino, viene continuamente circondato da  mandato in una università di prestigio in Germania o nel nord Europa, o negli Stati Uniti, per 6/12 mesi per studiare o fare ricerca tesi. Si trova in un ambiente internazionale, inizia a uscire dalla zona confort, parla inglese, si confronta con suoi colleghi forse anche più bravi. Potete facilmente comprendere che non è uguale a qualcuno che ha passato 5/6 anni, o più, in una università di provincia con un insegnamento tradizionale, a volte anche poco incentivante ad alzare il culo e fare esperienza in giro, magari anche divenuto ancor più bamboccione.

 

Oltre all'approccio, secondo te tra una piccola di provincia e una grande c'è anche differenza a livello di competenze che ti trasferiscono? Ed hai notato differenza tra quelle nord/sud? 

Link al commento
Condividi su altri siti

senza nome
53 minuti fa, Farang ha scritto:

Oppure può diventare un ottimo consulente. Con una mediocre skill tecnica ma sufficiente per cogliere il quadro generale delle tecnologie che vende e delle loro possibilità. Usare le sue soft skills per stringere legami con i clienti e con i colleghi più tecnici che possono aiutarlo a trovare soluzione da poter rivendere al cliente. Per scalare nelle società di consulenza soft skill >> everything, le skills tecniche e i titoli servono per entrare e capire il business, ma quelli che fanno la carriera più eccellente non sono i migliori tecnici. 

Poi è tutto più flessibile di quello che sembra: mi è capitato di parlare con il CEO di una start-up ben avviata che sta spaccando i culi, da come mi ha risposto ad alcune domande molto tecniche avrei scommesso 1000 euro che era un informatico; invece poi mi hanno detto che era laureato in economia.

Qualcosa ho visto, sicuramente meno di voi, ma tutti questi spiragli o possibilità di crescita nelle imprese non è che le vedo, ancora meno le vedo in quelle di consulenza (già medie), poi magari mi sbaglio. Sia se hai soft skill a manetta sia se sei un tecnico.

Il problema è che se sei un buon tecnico, esco da qui e vado là, perché se sai fare bene x, qualcuno che ti paga, più o meno, per farlo lo trovi sempre, se sai fare x, così e così, ma hai soft skill, rischi spesso di sbattere i denti.

Comunque la casistica è giustamente ampissima, per dirti conosco due signori:uno che ha 150 dipendenti nella ristorazione(partito andando a fare le pizze) e uno quasi 300(azienda familiare con qualche dipendente), entrambi senza laurea, uno pure senza diploma, quindi è come dire se sei bravo, la laurea non serve.

Si certo, ma se l'hai rimane statisticamente meglio.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback
4 minuti fa, Kagan ha scritto:

Oltre all'approccio, secondo te tra una piccola di provincia e una grande c'è anche differenza a livello di competenze che ti trasferiscono? Ed hai notato differenza tra quelle nord/sud? 

Caro @Kagan

ti offro una prospettiva diversa a questa risposta, più matura. Forse col tempo sto avendo una visione maggiormente cinica ma per me vale una legge assoluta: se vuoi diventare un leone devi andare dove crescono i leoni. Detto in soldoni, non è un caso che se spolveri un paio di profili di persone ai vertici o anche semplicemente figure manageriali, noterai che tutte provengono dalle università migliori in Italia, e queste nella maggior parte dei casi non sono a Sud. Da qui non voglio dire che chi esce da un piccolo Ateneo, lontano dai noti ranking, non possa avere capacità o una buona formazione di base o fare carriera ma mi sento di dire che deve lottare molto più degli altri.

Ho avuto molto di raccontarvi che conosco e ho conosciuto molti recruiters, nella fase di preselezione oltre al voto di laurea e tempi, tengono ampiamente conto dell'Ateneo di provenienza. Esistono poi nel mondo reale, numerose grandi aziende che hanno accordi con le università per la fase di placement di un laureato o laureando. In breve, ti vengono a prendere anche per uno stage ma ti vengono a prendere. Uno stage è poco? Provate a farlo voi.

Sulle conoscenze, non amo generalizzazioni nel mio caso Bologna mi ha offerto un livello di formazione che ho trovato di primissimo livello. Permetteva agevolmente stage, programmi all'estero, ricerca tesi all'estero, seminari, sale tecniche, incontri con professionisti.

 

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

comeback
14 minuti fa, senza nome ha scritto:

Qualcosa ho visto, sicuramente meno di voi, ma tutti questi spiragli o possibilità di crescita nelle imprese non è che le vedo, ancora meno le vedo in quelle di consulenza (già medie), poi magari mi sbaglio. Sia se hai soft skill a manetta sia se sei un tecnico.

Il problema è che se sei un buon tecnico, esco da qui e vado là, perché se sai fare bene x, qualcuno che ti paga, più o meno, per farlo lo trovi sempre, se sai fare x, così e così, ma hai soft skill, rischi spesso di sbattere i denti.

Comunque la casistica è giustamente ampissima, per dirti conosco due signori:uno che ha 150 dipendenti nella ristorazione(partito andando a fare le pizze) e uno quasi 300(azienda familiare con qualche dipendente), entrambi senza laurea, uno pure senza diploma, quindi è come dire se sei bravo, la laurea non serve.

Si certo, ma se l'hai rimane statisticamente meglio.

Fare carriera nella vita è un fatto assolutamente eventuale, può succedere e più realisticamente non è detto che succeda, e ti parlo ancora da giovane adulto. Questo va messo in testa dal giorno zero.

Poi cosa si intende per carriera? Un consulente che diventa manager (quindi capo di un team, in breve)? Posta che questa è la carriera è realisticamente possibile. Meno probabile è l'idea di riuscire di arrivare a vertici di aziende che hanno 500-600 o più dipendenti. Riuscire ad essere tra i vertici di aziende grandi, queste sono carriere vere e proprie, negli altri casi però restano comunque ottimi percorsi. Poi è una questione assolutamente personale, non tutti sono incentivati nel fare carriera, non tutti amano impelagarsi in responsabilità o strozzarsi la vita, avete mai conosciuto un CEO? Io diversi, e vi assicuro che hanno responsabilità che nemmeno noi immaginiamo.

Sul discorso che la laurea non serve, mi sembra la solita storia di Steve Jobs. Studiare, formarsi, aggiornarsi ha un valore e la laurea è ad oggi un pass per entrare nel mondo del lavoro.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

senza nome
15 minuti fa, comeback ha scritto:

Fare carriera nella vita è un fatto assolutamente eventuale, può succedere e più realisticamente non è detto che succeda, e ti parlo ancora da giovane adulto. Questo va messo in testa dal giorno zero.

Poi cosa si intende per carriera? Un consulente che diventa manager (quindi capo di un team, in breve)? Posta che questa è la carriera è realisticamente possibile. Meno probabile è l'idea di riuscire di arrivare a vertici di aziende che hanno 500-600 o più dipendenti. Riuscire ad essere tra i vertici di aziende grandi, queste sono carriere vere e proprie, negli altri casi però restano comunque ottimi percorsi. Poi è una questione assolutamente personale, non tutti sono incentivati nel fare carriera, non tutti amano impelagarsi in responsabilità o strozzarsi la vita, avete mai conosciuto un CEO? Io diversi, e vi assicuro che hanno responsabilità che nemmeno noi immaginiamo.

Sul discorso che la laurea non serve, mi sembra la solita storia di Steve Jobs. Studiare, formarsi, aggiornarsi ha un valore e la laurea è ad oggi un pass per entrare nel mondo del lavoro.

Non ho capito, sinceramente, se volevi smentire o confermare o cosa altro.

Perché mi sembra che abbiamo più o meno detto le stesse cose, diversamente, ma sono quelle.

Modificato da senza nome
Link al commento
Condividi su altri siti

Leopold
24 minuti fa, comeback ha scritto:

Poi è una questione assolutamente personale, non tutti sono incentivati nel fare carriera, non tutti amano impelagarsi in responsabilità o strozzarsi la vita

 

Mi capita di ragionare su questa tematica.

Probabilmente potrei ancora ottenere dei risultati decenti a livello di carriera anche se sono un po' in ritardo (per certi versi ho avuto un percorso simile al tuo).

Però quando guardo le persone che effettivamente stanno in alto sono la cosa più distante possibile dal mega-direttore di Fantozzi che stava seduto sulla poltrona in pelle umana a godersela. Adesso chi sta ai vertici in certi contesti si fa il cu.lo quadro e la qualità della vita diminuisce inevitabilmente.

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...