Vai al contenuto

L'ho lasciata ma le voglio bene. Help me


javi91

Messaggi raccomandati

javi91

@Tod

avrai anche ragione tu...è che non è per nulla facile. Aggiungici che cmq anche se non sono stato mai geloso mi darebbe fastidio se uscisse con qualcun'altro. Sarà l egoismo maschile XD. È come se, a livello inconscio, vorrei cmq l'esclusiva (che brutta persona che sono -.-)

Link al commento
Condividi su altri siti

Nuovo_utente

Discussione interessante.

Quasi sempre nel forum si parla di one itis post rottura da parte della lei di turno.

 

Poco si parla del “travaglio” che deve affrontare chi lascia sapendo bene ciò che perde e si getta nel mare delle possibilità.

 

Sto vivendo la vostra stessa situazione. Lasciata la mia ex che in un momento di difficoltà ho sentito poco vicina, poco presente. A tratti egoista. La mia vita sta andando avanti, ma capitano giornate in cui il pensiero va a lei. 

Purtroppo il cervello fa brutti scherzi. Pulisce i ricordi e rimangano solo i bei momenti, quelli che innescano la malinconia. 

 

Inutile dire che nel momento in cui si lascia, ci si assume la responsabilità di tutto ciò che ne verrà. Sia per noi che per lei. A ciò si aggiungono i sensi di colpa per aver fatto soffrire maledettamente una persona a cui spesso si continua a voler bene anche dopo la rottura. Nel mio caso non era svanita l’attrazione fisica, ma diversi eventi mi hanno convinto che la sua scarsa flessibilità non ci avrebbe portato molto lontano. Purtroppo la vita non è tutta rose e fiori e non tutti i weekend si va alle terme a rilassarsi. In quei contesti funziona tutto. Una coppia, ovviamente, si vede nelle difficoltà. E io nella difficoltà mi ero sentito solo, abbandonato. 

  • Mi piace! 2
  • Sigh 1
Link al commento
Condividi su altri siti

kasper
Il 26/4/2019 alle 14:05 , Nuovo_utente ha scritto:

Discussione interessante.

Quasi sempre nel forum si parla di one itis post rottura da parte della lei di turno.

 

Poco si parla del “travaglio” che deve affrontare chi lascia sapendo bene ciò che perde e si getta nel mare delle possibilità.

 

Sto vivendo la vostra stessa situazione. Lasciata la mia ex che in un momento di difficoltà ho sentito poco vicina, poco presente. A tratti egoista. La mia vita sta andando avanti, ma capitano giornate in cui il pensiero va a lei. 

Purtroppo il cervello fa brutti scherzi. Pulisce i ricordi e rimangano solo i bei momenti, quelli che innescano la malinconia. 

 

Inutile dire che nel momento in cui si lascia, ci si assume la responsabilità di tutto ciò che ne verrà. Sia per noi che per lei. A ciò si aggiungono i sensi di colpa per aver fatto soffrire maledettamente una persona a cui spesso si continua a voler bene anche dopo la rottura. Nel mio caso non era svanita l’attrazione fisica, ma diversi eventi mi hanno convinto che la sua scarsa flessibilità non ci avrebbe portato molto lontano. Purtroppo la vita non è tutta rose e fiori e non tutti i weekend si va alle terme a rilassarsi. In quei contesti funziona tutto. Una coppia, ovviamente, si vede nelle difficoltà. E io nella difficoltà mi ero sentito solo, abbandonato. 

Sempre pensato che i giudizi su una relazione vadano dati considerando i momenti complessi (anziché basarsi sul sentimento dei primi tempi, che e' chiaramente illusorio)

Spesso viene fuori la vera consistenza delle persone. 

E ti capisco perché io stesso ho passato recentemente un periodo del genere. Ed e' finita come nel tuo caso 

Il bello e' che era lei stessa a ripetermi questi concetti. Tutte belle parole. Peccato che poi nel concreto abbia girato i tacchi in cerca di qualcosa di più figo e meno problematico 

La ruota girerá

Link al commento
Condividi su altri siti

Nuovo_utente
Il 28/4/2019 alle 08:28 , kasper ha scritto:

Sempre pensato che i giudizi su una relazione vadano dati considerando i momenti complessi (anziché basarsi sul sentimento dei primi tempi, che e' chiaramente illusorio)

Spesso viene fuori la vera consistenza delle persone. 

E ti capisco perché io stesso ho passato recentemente un periodo del genere. Ed e' finita come nel tuo caso 

Il bello e' che era lei stessa a ripetermi questi concetti. Tutte belle parole. Peccato che poi nel concreto abbia girato i tacchi in cerca di qualcosa di più figo e meno problematico 

La ruota girerá

Passerà Kasper! Fidati!

Mi capitano ancora delle giornate “no”. Giornate in cui tutto sembra vuoto e mi chiedo dove io stia andando. 

 

Per fortuna che si tratta di singole giornate intervallate ad altre in cui, fondamentalmente, razionalizzo e sto meglio, molto meglio. La cosa, però, strana e anche un po’ brutta è che mentre in passato, da situazioni simili avevo tratto l’insegnamento che “una volta caduto, ti rialzi e riparti”...questa volta il mio cervello...anziché rafforzare questo concetto, si concentra su un altro messaggio, ovvero che “niente è per sempre, tutto finisce, anche le cose belle e le relazioni che filano lisce come l’olio, ma poi...puff...alla difficoltà seria finiscono”. 

E la cosa ancora più brutta è che finiscono per colpa tua. Per cui permane in me un latente senso di colpa per aver troncato, per aver fatto soffrire, per aver messo la parola fine. E da ciò ne deriva la pseudo consapevolezza che non sono così “forte” e “capace di aggiustare tutto” come credevo.

 

Con L a fine delle altre relazioni, passato il dolore, archiviavo tutto con il “ce l’ho messa tutta! È colpa sua! Io ho fatto il mio e avrei continuato a farlo per sempre”. Questa volta, invece, no. Sarà per quell’ultimo suo (della mia ex) tentativo disperato di “rimettiamo insieme tutto e andiamo avanti”...a cui io ho risposto con un “no, grazie, ci potevi pensare prima”.

 

Non so...c’è uno strascico di senso di colpa che non se ne va.

Link al commento
Condividi su altri siti

Tod
7 minuti fa, Nuovo_utente ha scritto:

Per fortuna che si tratta di singole giornate intervallate ad altre in cui, fondamentalmente, razionalizzo e sto meglio, molto meglio. La cosa, però, strana e anche un po’ brutta è che mentre in passato, da situazioni simili avevo tratto l’insegnamento che “una volta caduto, ti rialzi e riparti”...questa volta il mio cervello...anziché rafforzare questo concetto, si concentra su un altro messaggio, ovvero che “niente è per sempre, tutto finisce, anche le cose belle e le relazioni che filano lisce come l’olio, ma poi...puff...alla difficoltà seria finiscono”.

Vorrei consigliarti una lettura molto breve - la termini in meno di un'ora - che è L'arte di essere felici di Lucio Anneo Seneca.

Quello che hai scritto credendo sia negativo in realtà è positivo, è il passaggio fondamentale.

"Niente è per sempre, tutto finisce, anche le cose belle e le relazioni..."

Non ricordo il testo preciso, l'ho letto tempo fa e ora non riesco a esprimere il concetto propriamente, ma durante il suo trattato Seneca spiega bene la differenza tra gli uomini saggi e gli uomini stolti.

Non nega l'esistenza del piacere, né che un uomo che riesca a godere del piacere sia più felice. Il discorso è un altro.

In sostanza divide gli uomini tra due categorie: quelli che dominano il piacere e quelli che sono dominati dal piacere.

Gli uomini che dominano il piacere sanno perfettamente che esso è effimero, sanno perfettamente che non è una proprietà e che non può essere esso la fonte della propria felicità. Sanno che terminerà e quando terminerà il loro stato d'animo non muterà, perché loro godevano del piacere sapendolo effimero.

Al contrario, gli uomini che sono dominati dal piacere ne dipendono completamente a livello emotivo, spesso non rendendosene conto, ne fanno una questione di linfa vitale, e, nel momento in cui termina - perché è effimero e indipendente da loro - ne vengono distrutti e restano spesso preda di sensi di colpa.

Lo stesso parallelismo vale per gli oggetti, le ricchezze, le donne e via dicendo.

Questa è l'ottica in cui bisognerebbe riuscire a entrare parlando di una donna.

 

  • Mi piace! 2
  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

kasper
12 minuti fa, Nuovo_utente ha scritto:

La cosa, però, strana e anche un po’ brutta è che mentre in passato, da situazioni simili avevo tratto l’insegnamento che “una volta caduto, ti rialzi e riparti”...questa volta il mio cervello...anziché rafforzare questo concetto, si concentra su un altro messaggio, ovvero che “niente è per sempre, tutto finisce, anche le cose belle e le relazioni che filano lisce come l’olio, ma poi...puff...alla difficoltà seria finiscono”. 

Pensavo la stessa cosa proprio ieri sera

La prima mini relazione neanche la conto. Durata 1 anno, ero adolescente. La seconda mi ha aperto gli occhi, ma ho detto "mi servirà da lezione"

L'ultima, la terza, m'ha distrutto. Mi lascia solo un senso di totale disillusione. Non potrò mai fidarmi di nessuna, dovro' godere del presente sapendo che ciò che ho davanti - molto probabilmente - e' solo una maschera

  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

kasper
3 minuti fa, Tod ha scritto:

Vorrei consigliarti una lettura molto breve - la termini in meno di un'ora - che è L'arte di essere felici di Lucio Anneo Seneca.

Quello che hai scritto credendo sia negativo in realtà è positivo, è il passaggio fondamentale.

"Niente è per sempre, tutto finisce, anche le cose belle e le relazioni..."

Non ricordo il testo preciso, l'ho letto tempo fa e ora non riesco a esprimere il concetto propriamente, ma durante il suo trattato Seneca spiega bene la differenza tra gli uomini saggi e gli uomini stolti.

Non nega l'esistenza del piacere, né che un uomo che riesca a godere del piacere sia più felice. Il discorso è un altro.

In sostanza divide gli uomini tra due categorie: quelli che dominano il piacere e quelli che sono dominati dal piacere.

Gli uomini che dominano il piacere sanno perfettamente che esso è effimero, sanno perfettamente che non è una proprietà e che non può essere esso la fonte della propria felicità. Sanno che terminerà e quando terminerà il loro stato d'animo non muterà, perché loro godevano del piacere sapendolo effimero.

Al contrario, gli uomini che sono dominati dal piacere ne dipendono completamente a livello emotivo, spesso non rendendosene conto, ne fanno una questione di linfa vitale, e, nel momento in cui termina - perché è effimero e indipendente da loro - ne vengono distrutti e restano spesso preda di sensi di colpa.

Lo stesso parallelismo vale per gli oggetti, le ricchezze, le donne e via dicendo.

Questa è l'ottica in cui bisognerebbe riuscire a entrare parlando di una donna.

 

Condivido in pieno.

Ma la riflessione dell'amico penso fosse più profonda. Non si tratta di recriminare per aver perso qualcosa, e nemmeno di ricercare l'amore che dura per sempre (che non esiste, visto che la certezza al 💯% non ce la si avrà mai)

Si tratta di non riuscir ad accettare certe dinamiche. L'egoismo purtroppo, nell'amore tra fidanzati (non quello con figli o genitori) e' dominante. Le persone agiscono per un ritorno, solo e unicamente per un bisogno da appagare. Questo e' estremamente triste

  • Grazie! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Panoramix79
Il 26/4/2019 alle 10:23 , javi91 ha scritto:

Ad oggi pensi di avere fatto la cosa giusta lasciandola? Hai rimpianti?

Insomma vorresti essere al posto del marito?

Scusami Javi se ti rispondo in ritardo, ho letto solo ora...

Considera che la mia storia con la ragazza in questione è durata 4-5 anni, di cui 3 di convivenza, l'unica esperienza di convivenza che abbia mai avuto, e anche il post rottura è stato comunque molto lungo oltre che travagliato. 

Il marasma di confusione che mi ha lasciato quella rottura è una cosa difficile da leggersi dentro figuriamoci da spiegare.

Per rispondere a quello che mi chiedi ti direi di sì, all'epoca non c'era alternativa al lasciarsi. Nella coppia il fattore attrattivo deve esserci, per me con lei c'era all'inizio, 

poi dopo 2-3 anni è iniziato a venire meno, fino a scomparire quando poi ho preso una sbandata seria per una collega (praticamente una modella di playboy) con la quale ho avuto una breve storia.

Secondo me era lei per prima che, all'epoca, avrebbe meritato una storia migliore. Sappi che quando una donna non si sente più attraente soffre tantissimo. 

E io leggevo questa sua sofferenza. 

Poi mi chiedi se vorrei essere al posto del marito....paradossalmente qui ti direi di sì. Nel senso che oggi, con una nuova consapevolezza, con il mare di storie e storielle avute nel frattempo (quella fame di "esplorazione" nel sesso che abbiamo tutti e che sento aver cavalcato senza freni), sento che quel vuoto che mi ha lasciato lei è ancora lì. E' un abisso  che respira con me...in qualsiasi contingenza del presente sento la sua mancanza, dicono che il tempo migliori le cose,  ma sento che,  proprio perché sta definitivamente allontanandoci,  il tempo che passa è invece una lama che scava tra le costole.

Ti capisco quando dici che con nessun'altra ti senti di allacciare per paura di perderla definitivamente. E' uno schema che ho ripetuto a lungo. O meglio, ho cercato solo storie di sesso ma affettivamente mi si è creato un muro invalicabile. Dentro quel muro c'era il dolore della perdita di una persona che sentivo comunque di amare, c'era un forte senso di colpa, c'era l'impossibilità di investire emotivamente per altre donne. E queste storie avevano di fatto durata breve.

Per quello ti dico di cercare di essere coerente, di fare una scelta e perseguirla. Per il suo bene,  per il tuo bene, perché procastinare il limbo non fa altro che buttarti dentro un misto di sentimenti contrastanti che sarà difficile da smaltire, soprattutto se sei persona sensibile.

Quindi, o cerchi di chiudere, cercando di essere forte e farlo definitivamente (almeno per uno, due anni, per prendere la giusta distanza da questa storia), oppure ti dai un'altra possibilità e provi a riallacciare, anche lì senza tentennamenti, facendolo nella prospettiva di condividere tutto quello che senti, come i tuoi dubbi e i tuoi disagi che ci hai raccontato. Quello che non funziona è la via di mezzo, il tira e molla, l'ambiguità delle non-scelte e quella delle frasi non dette. E se io sto qui a scriverti è perché so esattamente dove mi ha portato quella strada.

E comunque, se va a finire male, sono d'accordo con quanto scritto da Tod , devi essere forte nel superare la perdita. Anche se...."amore", "amicizia", magari così fosse, magari potessimo incasellare in compartimenti stagni i sentimenti e il nostro humus emotivo!! Esistono tante sfumature, risvolti e vie di mezzo. Altrimenti il nostro Javi non si direbbe così "confuso" e saprebbe benissimo che strada prendere! 😉

 

  • Grazie! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...