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Ciao


Annaka

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what_else

Ho letto da Wikipedia, "viene definito quell'atteggiamento paternalistico di alcuni uomini (ma non solo) che tendono a commentare o a spiegare a una donna, in un modo condiscendente, troppo semplificato o troppo sicuro di sé qualcosa di ovvio, oppure qualcosa di cui lei è esperta, perché pensano di saperne sempre e comunque più di lei oppure che lei non capisca davvero".

Mi capita spesso che qualcuno mi venga a spiegare qualcosa di cui so certamente più di lui, o mi tratti dalla posizione di insegnante che si rivolge allo studente.

Quasi sempre si tratta di persone a cui basta dire grazie e fare un complimento per averle in pugno, falle sentire importanti e saranno dipendenti da quella sensazione. In sostanza, diventano puttane personali a costo zero. Mi volete dire che c'è chi si è lamentato della situazione di tutto vantaggio e addirittura indignato perché trattato da scolaro? 

E' la fiera delle insicurezze, di chi riesce a offendersi di più, di chi ha un'autostima tanto bassa da non sopportare l'idea di apparire scolaro agli occhi altrui...

Modificato da alex5511
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Quindi se vado da un'urologo donna e le faccio capire che lei non può capire il dolore alla prostata che provo

può chiamare a sto numero di telefono se fossi in Svezia ?

@ganimede occhio se vai in Svezia.

Modificato da Bussola
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Giraluna
3 ore fa, alex5511 ha scritto:

E' la fiera delle insicurezze

Secondo me si tratta di capire bene l espressione ad ognuno il suo posto più che giocare alla fiera delle insicurezze: si può essere scolari ed insegnanti flessibilmente. Nessuno è obbligatoriamente o l uno o l altro in una dicotomia frenante e disfunzionale. 

A me ad esempio, appena ho letto alcuni concetti, come telomerasi, corteccia occipitale ecc è  venuto da sorridere perché nonostante stia studiando le neuroscienze e come applicarle, non mi sognerei mai di poterne disquisire con Aivia, che mastica questi discorsi da anni, come se avessi il suo stesso repertorio. Farei piuttosto domande per ampliare il mio di repertorio. Allo stesso modo, esattamente come Aghori, so che molti esperti mi rifileranno anche delle corbellerie perché tanto costoro partono dal presupposto che non ne so molto. 

Credo che non si tratti della dicotomia scolaro/prof, ma del concetto "Tu sei incapace di  possedere (abilità, conoscenza) quanto ora possiedo io e che ti sto mostrando in maniera un po saccente e presuntuosa", che vale per tutto. E può dare parecchio fastidio come far venire un attacco di ridarella incontrollato. Ed in questo senso le donne se la menano un casino.  

Un esempio meno specifico rispetto al termine, tuttavia pur sempre ricollegabile fu una soggetta che mi chiese espressamente di farle sapere se notavo qualcosa di lei che lei stessa non notava, così da confrontarsi e migliorare. Accettai e rilanciai. Appena lo feci, mi rispose che non se ne era mai accorta (toh, genia, mi hai chiesto apposta di porre l attenzione su cosa non notavi ...) e che ci avrebbe riflettuto: ovviamente rimase stizzita della cosa e scoprii col tempo che non era mai responsabilità sua, ma degli altri per questo o quell altro motivo. Si insomma, lei fintamente scolara che si credeva proffa. Alla faccia del miglioramento. 

Un altro esempio è ogni volta che vado da un professionista: chiedo sempre prima a chi ne ha studiato o ha una specializzazione in merito dopo aver fatto i miei approfondimenti per prepararmi meglio all incontro e far recepire che non sono del tutto ignorante (in caso, appunto, faccio domande precise così da far comprendere che si può parlare su un livello diverso). Questo non di certo perché non accetto il ruolo da scolara, appunto. Ma perché cerco di possedere quella cultura minima su ogni aspetto il tanto che basta a non intavolare una subalternità eccessiva ed un apprendimento funzionale al raggiungimento del mio scopo in quel momento (intendo che il professionista non se ne approfitti e ce ne sono ...). 

Se dovessi ragionare così:

3 ore fa, alex5511 ha scritto:

chi riesce a offendersi di più, di chi ha un'autostima tanto bassa da non sopportare l'idea di apparire scolaro agli occhi altrui...

Sarebbe atroce. Innanzitutto perché ognuno di noi ha smanie di protagonismo, ognuno di noi non nasce di certo già con l autostima a mille bensì se la costruisce ed infine perché ad una certa sarebbe anche funzionale che si accettasse di sapere di non poter mai sapere tutto, neanche nel proprio dominio, eh già: c è sempre qualcosa da imparare in un mondo plastico.  

Occorre a parer mio essere consci che ognuno ha il suo posto e che va contestualizzato: se rispondo grazie sorridendo, non dovrebbe essere per procurarmi un altra puttana a costo zero, dimostrando di fatto che mi sono appena offesa del posto relegatomi dalla stessa, ma perché non resta altro da fare quando un soggetto si stravacca nel suo protagonismo, eludendo tutto l ambiente esterno. In sostanza: ringrazi e taci perché tanto poi sono i fatti a dichiarare l inefficacia del suo protagonismo.

Questa, a parer mio, è avere una buona auto percezione di sé. 

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bosolo
15 ore fa, Annaka ha scritto:

Ho scritto su seduzione 30+

Purtroppo avevo finito i messaggi, ma ti rispondo ora.

Mi spiace tu non abbia colto l'ironia, Annaka, ti sei imposta come fosse il forum di "giallozafferano" ed esistesse una ricetta del "brav'uomo" che ti dice cosa fa o non fa. Hai fatto centro perché se è questo che cerchi non è postando qui o in seduzione 30+ che troverai risposte.

Resta comunque il benvenuta.

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what_else
10 ore fa, Giraluna ha scritto:

Secondo me si tratta di capire bene l espressione ad ognuno il suo posto più che giocare alla fiera delle insicurezze: si può essere scolari ed insegnanti flessibilmente. Nessuno è obbligatoriamente o l uno o l altro in una dicotomia frenante e disfunzionale. 

A me ad esempio, appena ho letto alcuni concetti, come telomerasi, corteccia occipitale ecc è  venuto da sorridere perché nonostante stia studiando le neuroscienze e come applicarle, non mi sognerei mai di poterne disquisire con Aivia, che mastica questi discorsi da anni, come se avessi il suo stesso repertorio. Farei piuttosto domande per ampliare il mio di repertorio. Allo stesso modo, esattamente come Aghori, so che molti esperti mi rifileranno anche delle corbellerie perché tanto costoro partono dal presupposto che non ne so molto. 

Credo che non si tratti della dicotomia scolaro/prof, ma del concetto "Tu sei incapace di  possedere (abilità, conoscenza) quanto ora possiedo io e che ti sto mostrando in maniera un po saccente e presuntuosa", che vale per tutto. E può dare parecchio fastidio come far venire un attacco di ridarella incontrollato. Ed in questo senso le donne se la menano un casino.  

Un esempio meno specifico rispetto al termine, tuttavia pur sempre ricollegabile fu una soggetta che mi chiese espressamente di farle sapere se notavo qualcosa di lei che lei stessa non notava, così da confrontarsi e migliorare. Accettai e rilanciai. Appena lo feci, mi rispose che non se ne era mai accorta (toh, genia, mi hai chiesto apposta di porre l attenzione su cosa non notavi ...) e che ci avrebbe riflettuto: ovviamente rimase stizzita della cosa e scoprii col tempo che non era mai responsabilità sua, ma degli altri per questo o quell altro motivo. Si insomma, lei fintamente scolara che si credeva proffa. Alla faccia del miglioramento. 

Un altro esempio è ogni volta che vado da un professionista: chiedo sempre prima a chi ne ha studiato o ha una specializzazione in merito dopo aver fatto i miei approfondimenti per prepararmi meglio all incontro e far recepire che non sono del tutto ignorante (in caso, appunto, faccio domande precise così da far comprendere che si può parlare su un livello diverso). Questo non di certo perché non accetto il ruolo da scolara, appunto. Ma perché cerco di possedere quella cultura minima su ogni aspetto il tanto che basta a non intavolare una subalternità eccessiva ed un apprendimento funzionale al raggiungimento del mio scopo in quel momento (intendo che il professionista non se ne approfitti e ce ne sono ...). 

Se dovessi ragionare così:

Sarebbe atroce. Innanzitutto perché ognuno di noi ha smanie di protagonismo, ognuno di noi non nasce di certo già con l autostima a mille bensì se la costruisce ed infine perché ad una certa sarebbe anche funzionale che si accettasse di sapere di non poter mai sapere tutto, neanche nel proprio dominio, eh già: c è sempre qualcosa da imparare in un mondo plastico.  

Occorre a parer mio essere consci che ognuno ha il suo posto e che va contestualizzato: se rispondo grazie sorridendo, non dovrebbe essere per procurarmi un altra puttana a costo zero, dimostrando di fatto che mi sono appena offesa del posto relegatomi dalla stessa, ma perché non resta altro da fare quando un soggetto si stravacca nel suo protagonismo, eludendo tutto l ambiente esterno. In sostanza: ringrazi e taci perché tanto poi sono i fatti a dichiarare l inefficacia del suo protagonismo.

Questa, a parer mio, è avere una buona auto percezione di sé. 

Fiera delle insicurezze era inteso nel senso che la gente è disposta a rovinarsi la vita da sola, pur di non apparire ignorante o in una posizione di scolaro.

Comunque non ho capito, se rispondo grazie e sorrido, secondo te dimostro di essermi offeso? 

Io la vedo al contrario.

Nessuno mi si è mai rivolto con un frame da "tu sei incapace di capire" e non so come reagirei, però, come scritto sopra, le persone presuntuose che amano dare vanto delle loro capacità in maniera saccente, ai miei occhi appaiono come dei bambini e nella mia vita sono sempre stato molto felice di averci a che fare, perché per un tuo grazie o un tuo complimento, farebbero di tutto. Nella loro mente ti immaginano come quello che dipende dal loro aiuto e dalla loro benevolenza e ciò li fa stare bene, mentre la realtà funziona esattamente all'opposto.

Credo che tendenzialmente nella vita chi ha meno insicurezze e meno bisogni, mette le palle in bocca a chi ne ha di più.

 

 

Modificato da alex5511
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Rivaroxaban

Chi é nella posizione dello scolaro puo sempre imparare, chi invece si trova nella posizione del Maestro tende a non interessarsi piu nella materia in cui eccelle e finisce anche per dimenticare alcune cose importanti che lo avevano portato ad essere chiamato come tale

La tendenza all'oblio ( https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26148023 )sara maggiore nel Maestro che non nell allievo in quanto nel secondo rispetto al primo la curiosita e la voglia di apprendere sara maggiore

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Giraluna
57 minuti fa, alex5511 ha scritto:

Comunque non ho capito, se rispondo grazie e sorrido, secondo te dimostro di essermi offeso? 

Mi spiego meglio 😃

Intendo che codesto pensiero:

57 minuti fa, alex5511 ha scritto:

per un tuo grazie o un tuo complimento, farebbero di tutto. Nella loro mente ti immaginano come quello che dipende dal loro aiuto e dalla loro benevolenza e ciò li fa stare bene, mentre la realtà funziona esattamente all'opposto.

È umano. Chiunque di noi lo ha fatto nella vita. Io per prima. 

Ciò che secondo me non ha proprio senso (non lo ha più, ad esser precisa) è che il mio grazie ed il mio eventuale complimento siano conseguenza di quel ragionamento lì. Dimostra, a mio personale parere e frutto di esperienza diretta, che in qualche modo è stata percepita l offesa. La vedo come una reazione a scatto quando, lo ribadisco, viene preceduta da quel pensiero in particolare.  

Pare una cavolata, ma l auto percezione di sé è affare piuttosto complesso e su più livelli. Non è solo come mi auto percepisco con me stesso bensì anche come mi auto percepisco all esterno. Se devo manipolare - in fin dei conti è questo che si fa dicendo grazie e complimentandosi con questi soggetti - le mie risposte, molto probabilmente sono stata colpita in qualche parte di me stessa. Altrimenti la risposta più ovvia è ringraziare, sorridendo, ben consci della figura di popò che sta facendo l altro. E lasciare che a parlare siano i fatti.

57 minuti fa, alex5511 ha scritto:

nessuno mi si è mai rivolto con un frame da "tu sei incapace di capire" e non so come reagirei

A me capita spesso 😧

"Non puoi capire. Tu non hai (studiato/provato/letto/passato) ecc ecc". 

Ce lo infilano spesso anche i professionisti: "Guardi, gliela faccio breve perché è complicato ...". Il che è ragionevole avendo lui la laurea ed io i sogni che son desideri, ma il tono è spesso quello di una persona che da per scontato che studiando gli stessi argomenti non possa capire. 

Diamine ... oggi mi sono studiata il cervello sociale, il funzionamento degli aminoacidi ecc. Voglio intendere: a meno di chiare problematiche di comprensione, chiunque abbia a disposizione dei testi e possa consultarli può sapere. Perciò, a prescindere, non esiste che è complicato per me e per xy no. Mi riferisco proprio a livello logico: siamo più o meno tutti capaci di accedere a diversi tipi di informazione. Alcuni  (tipi di informazione) saranno più lenti da apprendere rispetto ad altri, ma sempre ugualmente accessibili al nostro cervello. 

Sia il discorso sul grazie/complimento che in quest ultimo la differenza la fa proprio la differenza: a parità di contesto (persona esterna, che dispende informazioni) si nota  un atteggiamento (che non è il comportamento) diverso, in grado di farti registrare che la persona non sta mantenendo il suo posto. Sta avendo una eccessiva auto percezione di sé sia interna che esterna, causando una disparità oltre che non richiesta, ne tanto meno certificata, anche dell inutile anafalbetismo disfunzionale (non imparo nulla, ne sto acquisendo una informazione in maniera funzionale). 

La vedo e la vivo così. 

Modificato da Giraluna
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