Vai al contenuto

Lei mi manca. Ma lei, in realtà, non è mai esistita.


Messaggi raccomandati

Aedes45

Ciao a tutti, spero stiate bene e che abbiate passato una bella estate. 
E' da un po' che non scrivo ma leggo quasi quotidianamente il forum, per cui oggi sento di riaprire questo thread non per cercare soluzioni o per postare una storia in particolare, ma per porvi un tema che potrebbe riscuotere interessanti opinioni.

La mia storia - mi riferisco a chi c'è stato fin da subito - la conoscete già. Ogni tanto rileggevo le vostre risposte perché siete stati veramente di cuore e di aiuto in un momento veramente grigio, opaco, torbido della mia vita. Ad oggi sono passati 10 mesi da quando tutto si è scatenato, e ci sono stati enormi miglioramenti. La psicoterapia è stata una manna dal cielo e credo che senza di essa avrei faticato almeno 10 volte di più per cercare di trovare uno spiraglio di luce in quel buio che mi ottenebrava. Ma non voglio tediarvi e vengo dritto al punto.
L'altro giorno era il compleanno di lei, la mia ex. Non nascondo che è stata una giornata emotivamente forte, soprattutto nel non farle gli auguri. Mi sono concesso, su consiglio della psicologa, di provare ad accogliere invece di reprimere/respingere come mio solito tutte le emozioni che sentivo in quel giorno, buone/brutte/tristi/deprimenti che fossero, e ho notato che io in questi 3 anni ho avuto la tendenza a legare momenti passati con lei o anche istanti ben precisi e focalizzati nella mia mente a delle canzoni che magari ascoltavo in quel preciso momento.
Ho scoperto a mie spese che la nostra mente e la nostra memoria sanno essere delle bombe a orologeria tremende, tant'è che su due piedi la psicologa mi ha fatto mettere -con lei presente- la canzone che avevo legato al ricordo della primissima uscita con la mia ex e sono scoppiato in un pianto irrefrenabile di almeno 2-3 minuti. Erano emozioni che tenevo dentro da chissà quanto tempo e la psicologa era felice nel vedere che finalmente stavo un po' allentando la presa emotiva su di me.

Anche voi avete questo tipo di attitudine con le canzoni? Vi è mai successo qualcosa di simile o proprio questo che ho scritto magari? Mi farebbe piacere leggere le vostre risposte.

 

Buona serata! :) 

Modificato da Aedes45
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Speed82
3 ore fa, Aedes45 ha scritto:

Ciao a tutti, spero stiate bene e che abbiate passato una bella estate. 
E' da un po' che non scrivo ma leggo quasi quotidianamente il forum, per cui oggi sento di riaprire questo thread non per cercare soluzioni o per postare una storia in particolare, ma per porvi un tema che potrebbe riscuotere interessanti opinioni.

La mia storia - mi riferisco a chi c'è stato fin da subito - la conoscete già. Ogni tanto rileggevo le vostre risposte perché siete stati veramente di cuore e di aiuto in un momento veramente grigio, opaco, torbido della mia vita. Ad oggi sono passati 10 mesi da quando tutto si è scatenato, e ci sono stati enormi miglioramenti. La psicoterapia è stata una manna dal cielo e credo che senza di essa avrei faticato almeno 10 volte di più per cercare di trovare uno spiraglio di luce in quel buio che mi ottenebrava. Ma non voglio tediarvi e vengo dritto al punto.
L'altro giorno era il compleanno di lei, la mia ex. Non nascondo che è stata una giornata emotivamente forte, soprattutto nel non farle gli auguri. Mi sono concesso, su consiglio della psicologa, di provare ad accogliere invece di reprimere/respingere come mio solito tutte le emozioni che sentivo in quel giorno, buone/brutte/tristi/deprimenti che fossero, e ho notato che io in questi 3 anni ho avuto la tendenza a legare momenti passati con lei o anche istanti ben precisi e focalizzati nella mia mente a delle canzoni che magari ascoltavo in quel preciso momento.
Ho scoperto a mie spese che la nostra mente e la nostra memoria sanno essere delle bombe a orologeria tremende, tant'è che su due piedi la psicologa mi ha fatto mettere -con lei presente- la canzone che avevo legato al ricordo della primissima uscita con la mia ex e sono scoppiato in un pianto irrefrenabile di almeno 2-3 minuti. Erano emozioni che tenevo dentro da chissà quanto tempo e la psicologa era felice nel vedere che finalmente stavo un po' allentando la presa emotiva su di me.

Anche voi avete questo tipo di attitudine con le canzoni? Vi è mai successo qualcosa di simile o proprio questo che ho scritto magari? Mi farebbe piacere leggere le vostre risposte.

 

Buona serata! :) 

Caro Aedes, Credo sia comune un po’ a tutti avete simili reazioni nell’ascoltare una canzone o nel rivedere un film o andare in un posto che ci riporta indietro ai momento nostalgici. 
detto questo, vorrei sapere in che senso la psicoterapia è stata una manna da cielo. Che tipo di approccio avete seguito? 
io pure ci andai e continuo ad andarci da un dottore bravo e quotato, però non saprei davvero dirti se i miglioramenti siano derivati dalla psicoterapia o semplicemente dal fattore tempo (sono infatti già trascorsi due anni). Sebbene non nasconde che certi pensieri sulla ex continuo ad averne all’ordine del giorno. 


 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Aedes45

@Speed82ho provato due approcci diversi con due psicologi diversi, il primo di tipo analitico e il secondo di tipo sistemico-relazionale. Nel concreto, col primo psicologo non mi ci trovavo affatto perché era un approccio in cui a parlare ero quasi sempre io e ricevevo pochi feedback, per cui non mi piaceva molto e vedevo che funziona poco. Il secondo approccio invece è stato più come uno scambio quasi continuo fra me e la terapeuta -parla molto lei e mi dà continui spunti di riflessione e domande durante la seduta- ed ho notato subito la differenza, quando uscivo dalla seduta mi sentivo molto più energico e anzi mi ponevo domande anche dopo la seduta stessa. È sicuramente una cosa che varia da persona a persona e da esigenze a esigenze, magari a me serviva un approccio appunto basato più su un intervento diretto  del terapeuta piuttosto che sul far parlare me e poco lui. 

 

Io credo che i miglioramenti siano frutto sia del tempo sia del lavoro spesso silenzioso ma fondamentale che la psicoterapia svolge dentro di noi. Ci smuove dentro e magari nemmeno ce ne accorgiamo di aver trovato risposte, o anche domande magari, che solo grazie ad un percorso di conoscenza profonda su noi stessi potevano uscire fuori. Per me è stata una manna perché sono riuscito ad affrontare finalmente tanti di quei scheletri nell'armadio che ignoravo ma sapevo benissimo di avere, semplicemente non avevo il coraggio di guardarli ed affrontarli

Modificato da Aedes45
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Speed82
9 ore fa, Aedes45 ha scritto:

@Speed82ho provato due approcci diversi con due psicologi diversi, il primo di tipo analitico e il secondo di tipo sistemico-relazionale. Nel concreto, col primo psicologo non mi ci trovavo affatto perché era un approccio in cui a parlare ero quasi sempre io e ricevevo pochi feedback, per cui non mi piaceva molto e vedevo che funziona poco. Il secondo approccio invece è stato più come uno scambio quasi continuo fra me e la terapeuta -parla molto lei e mi dà continui spunti di riflessione e domande durante la seduta- ed ho notato subito la differenza, quando uscivo dalla seduta mi sentivo molto più energico e anzi mi ponevo domande anche dopo la seduta stessa. È sicuramente una cosa che varia da persona a persona e da esigenze a esigenze, magari a me serviva un approccio appunto basato più su un intervento diretto  del terapeuta piuttosto che sul far parlare me e poco lui. 

 

Io credo che i miglioramenti siano frutto sia del tempo sia del lavoro spesso silenzioso ma fondamentale che la psicoterapia svolge dentro di noi. Ci smuove dentro e magari nemmeno ce ne accorgiamo di aver trovato risposte, o anche domande magari, che solo grazie ad un percorso di conoscenza profonda su noi stessi potevano uscire fuori. Per me è stata una manna perché sono riuscito ad affrontare finalmente tanti di quei scheletri nell'armadio che ignoravo ma sapevo benissimo di avere, semplicemente non avevo il coraggio di guardarli ed affrontarli

Sei stato molto chiaro e grazie per la risposta. Credo anche io che in un modo o nell'altro il percorso psicoterapeutico generi dentro di noi una presa d'atto dei nostri irrisolti. Ma serve tempo e denaro. 

Il mio psicoterapeuta è un lacananiano, quindi molto psicoanalitico, sebbene dopo due anni non siamo ad un livello di analisi vero e proprio. Piuttosto, più psicologico che analitico. 

é bravo, colto e quotato (così mi è stato detto e lo stesso penso anche io), e talvolta mi riserva delle belle perle di saggezza. Ma non capisco se sia il giusto approccio. 

Secondo me il la questione di fondo involge il cosa aspettarsi dalla psicoterapia. Io la mia ex la penso ancora, sebbene abbia avuto altre donne. 

Link al commento
Condividi su altri siti

Aedes45
5 ore fa, Speed82 ha scritto:

Sei stato molto chiaro e grazie per la risposta. Credo anche io che in un modo o nell'altro il percorso psicoterapeutico generi dentro di noi una presa d'atto dei nostri irrisolti. Ma serve tempo e denaro. 

Il mio psicoterapeuta è un lacananiano, quindi molto psicoanalitico, sebbene dopo due anni non siamo ad un livello di analisi vero e proprio. Piuttosto, più psicologico che analitico. 

é bravo, colto e quotato (così mi è stato detto e lo stesso penso anche io), e talvolta mi riserva delle belle perle di saggezza. Ma non capisco se sia il giusto approccio

Secondo me il la questione di fondo involge il cosa aspettarsi dalla psicoterapia. Io la mia ex la penso ancora, sebbene abbia avuto altre donne. 

Ingenuamente molti pensano che lo psicologo ha la bacchetta magica e risolva tutti i nostri problemi da solo, come per magia. Un po' lo credevo anche io ad essere sincero molti anni fa. Uno generalmente se inizia un percorso di questo tipo, quasi sempre cerca una soluzione più o meno veloce ad un problema che sta affrontando o ad una situazione in generale fastidiosa/dolorosa/ansiogena, ma la risposta credo sia sempre solo una: serve tempo e deve partire da noi stessi. Lo psicologo può aiutarci con strumenti vari a farci ritrovare il filo rosso dentro di noi. Ma credo che tu già sappia queste cose, sembri uno che parla con cognizione di causa per cui mi scuso se possono sembrare un po' banali queste affermazioni. 

Anche io la penso (la mia ex) ovviamente, è impossibile far finta che qualcuno non sia mai esistito, sarebbe da incoscienti. Ho imparato a non rimproverarmi se la penso, a non essere un giudice di me stesso troppo severo. Ho imparato a concedermi di provare emozioni, di provare sulla mia pelle il disagio che tutta questa storia mi ha provocato per analizzare, in realtà, quell'atavica sensazione di abbandono che è un po' il mio tallone d'Achille. Secondo la terapeuta, ho un tipo di attaccamento insicuro-ambivalente il cui perno è proprio il senso di abbandono e la paura stessa che genera. I primi tempi questa sensazione si nutriva dei miei pensieri sulla ex ogni santo giorno, ero praticamente intossicato, quasi assorbito totalmente in una grigia ed apatica patina cognitiva. Pensavo, ripensavo, rimuginavo, stavo malissimo, ma è da qua che con la terapia abbiamo messo un punto di svolta, un punto per ripartire da me. In ultima battuta, alla tua domanda su cosa aspettarsi dalla terapia, rispondo con la vita, ma quella vera, frutto di una profonda riflessione su noi stessi e su chi siamo realmente, pregi e difetti. 

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Speed82
21 ore fa, Aedes45 ha scritto:

Ingenuamente molti pensano che lo psicologo ha la bacchetta magica e risolva tutti i nostri problemi da solo, come per magia. Un po' lo credevo anche io ad essere sincero molti anni fa. Uno generalmente se inizia un percorso di questo tipo, quasi sempre cerca una soluzione più o meno veloce ad un problema che sta affrontando o ad una situazione in generale fastidiosa/dolorosa/ansiogena, ma la risposta credo sia sempre solo una: serve tempo e deve partire da noi stessi. Lo psicologo può aiutarci con strumenti vari a farci ritrovare il filo rosso dentro di noi. Ma credo che tu già sappia queste cose, sembri uno che parla con cognizione di causa per cui mi scuso se possono sembrare un po' banali queste affermazioni. 

Anche io la penso (la mia ex) ovviamente, è impossibile far finta che qualcuno non sia mai esistito, sarebbe da incoscienti. Ho imparato a non rimproverarmi se la penso, a non essere un giudice di me stesso troppo severo. Ho imparato a concedermi di provare emozioni, di provare sulla mia pelle il disagio che tutta questa storia mi ha provocato per analizzare, in realtà, quell'atavica sensazione di abbandono che è un po' il mio tallone d'Achille. Secondo la terapeuta, ho un tipo di attaccamento insicuro-ambivalente il cui perno è proprio il senso di abbandono e la paura stessa che genera. I primi tempi questa sensazione si nutriva dei miei pensieri sulla ex ogni santo giorno, ero praticamente intossicato, quasi assorbito totalmente in una grigia ed apatica patina cognitiva. Pensavo, ripensavo, rimuginavo, stavo malissimo, ma è da qua che con la terapia abbiamo messo un punto di svolta, un punto per ripartire da me. In ultima battuta, alla tua domanda su cosa aspettarsi dalla terapia, rispondo con la vita, ma quella vera, frutto di una profonda riflessione su noi stessi e su chi siamo realmente, pregi e difetti. 

 

Imparare a perdonarsi ed a voltare pagina: hai centrato il punto !!!    

Anche io razionalmente penso le stesse cose, ma non riesco sempre ad attuarle. Spesso mi tornano in mente certe immagini di alcuni episodi accaduti con questa ex e non riesco a capire il perché di certi miei atteggiamenti infantili.

La situazione era molto difficile da gestire per il sottoscritto: c'era una mia amica (che ora non lo è più) che cercava di tirarsi in tutti i modi la ragazza con cui stavo, invitandola e coinvolgendola ovunque, perché era invidiosa e gelosa di me. Lo faceva per puro capriccio.

Praticamente io rimasi immobile, non riuscii a prendere una posizione drastica: all'inizio perché ero sicuro del mio rapporto con la tipa; poi iniziai a pensare di uscirmene da questa situazione da adulto; e così allentai la presa con la mia ex, come uno spettatore silente, pensando e sperando di sortire un qualche risultato utile.

Non fu così! ed infatti la persi e mandai a cagare anche questa mia amica. Il tempo poi mi ha dato molte risposte: le due donne litigarono di brutto e tornarono a farsi sentire entrambi per avere il mio appoggio/amicizia. Ma alla fine la mia ex non l'ho più avuto nel mio letto.

 Ora, ed al netto di tutto ciò, mi capita di rivivere nella mia mente tutti questi episodi (li visualizzo nitidamente), cercando di immaginare me stesso che assume comportamenti alternativi atti a scongiurare l'esito infausto della mia relazione. Il tutto condito da tanta rabbia per il non avere saputo gestire al meglio la cosa. é come se la mia mente godesse nel rivivere certe cose.

Il problema è che questi pensieri mi assorbono tanta energia oltre al distrarmi dal presente.    Questo me lo ha detto lo psicologo e lo penso anche io. Però, all'atto pratico, non riesco a non pensarci. E qui il mio terapeuta non mi dice nulla. A parte farmi notare che è inutile pensare a queste situazioni. E allora io mi chiedo se un approccio diverso possa essere un pò più funzionale per questo disagio che continuo a provare.

E quindi io ti chiedo, cosa intendi per punto di svolta ? cioè, quand'è che ti sei reso conto di esser arrivato a questo punto Di svolta e di miglioramento ?   Nutri per caso ancora un desiderio fisico per questa tua ex oltre alla voglia di riaverla o di ricucirti con lei in qualche modo ? Ecco, su tali domande io non riesco ancora a trovare delle risposte ed il bello è che con lo psicologo tendo a non volerne più parlare per vari motivi, come per esempio affrontare tematiche più contingenti che riguardano il mio attuale presente. 

Ti ringrazio se vorrai darmi una risposta, nella speranza di esser stato chiaro. 

Link al commento
Condividi su altri siti

Il 27/10/2021 at 20:58, Aedes45 ha scritto:

Anche voi avete questo tipo di attitudine con le canzoni? Vi è mai successo qualcosa di simile o proprio questo che ho scritto magari?

Assolutamente sì, penso che sia del tutto normale. Ci sono canzoni che non sono riuscita ad ascoltare per anni; poi, ad un certo punto, potevo apprezzarle di nuovo per quel che erano: semplici canzoni, senza altri significati da me attribuiti. 

Mi hai fatto tornare in mente questa immagine, non so da cosa è tratta né altro, la vidi qualche tempo fa e mi strappò un sorriso perché è proprio così c62cb00af1b17ae528f3c27fe87db7f0.thumb.jpg.70a736a3d63817ae1dc05c8095bf0bf6.jpg

Buona cose :) 

  • Grazie! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Aedes45

@Speed82è arrivato nel momento in cui ho tagliato dentro di me l'ultimo filo che mi legava a lei. Ricordi, emozioni, nostalgia, tutto quello che poteva ricollegarmi a lei ha perso efficacia solo quando sono stato io ad impormi su me stesso per far sì che tutto ciò non avesse l'effetto calamita su di lei. È un'azione che richiede coraggio, fa paura andare contro il nostro istinto ma d'altronde il coraggio è avere paura di fare qualcosa, e invece farla lo stesso. Con convinzione però.

È quello step conclusivo che siamo chiamati a fare quando è passato sufficiente tempo per metabolizzare che la vita va avanti, nonostante tutto. Come ho già detto è impossibile far finta che qualcosa non sia mai esistito o che qualcuno non abbia fatto parte della nostra vita, nel bene o nel male. È possibile invece imparare ad accogliere tutto questo per raccogliere i cocci ed andare avanti, ognuno col tempo suo, senza forzature, senza emulare il percorso di altri che magari agli occhi nostri hanno avuto una convalescenza più veloce.

 

Modificato da Aedes45
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...