Vai al contenuto

Corteggiare è una fatica o un piacere? (per gli uomini)


Crescendo63

Messaggi raccomandati

Yuber
Il 15/8/2022 at 23:07, Crescendo63 ha scritto:

Stavo scrivendo una mia riflessione sul corteggiamento, dal punto di vista maschile e femminile; esponendo la mia tesi che per la maggior parte degli uomini, il corteggiamento sia una fatica e non un piacere (da cui la tendenza maschile a terminarlo presto se non pare funzionare, e la conseguente frustrazione femminile: "Come mai gli uomini non corteggiano più, o si stufano subito?").
Mi è però venuto il dubbio che questo mio punto di vista magari non è condiviso da molti. Magari sono solo io! :-D 
Ho quindi pensato di riportare qui sotto la mia riflessione, e sentire il vostro punto di vista. Grazie in anticipo per tutti gli interventi.

 

Per le donne il corteggiamento in sé può essere un piacere, ma non è così per la maggior parte degli uomini (*). Per l'uomo solitamente corteggiare è un "lavoro" faticoso per arrivare ad un obiettivo, per suscitare nella donna un interesse sentimentale e/o sessuale.

Per ottenere ciò l'uomo che corteggia deve fare una "performance": mostrarsi all'altezza, indovinare preferenze, seguire rituali, superare test e difese. Spesso basta un passo falso, un gesto sbagliato, una parola fuori posto, perché la donna perda interesse. Bisogna "stare sul pezzo", non ci si può lasciar andare. Il consiglio ingenuo "Basta che sei te stesso" porta sovente a fallimenti. Corteggiare assomiglia più ad un colloquio di lavoro che ad una scampagnata.

 

Quindi trascinare il corteggiamento per le lunghe può essere per la donna gratificante o un modo di mettere alla prova l'uomo (shit-test); ma per l'uomo diventa una pura perdita di tempo frustrante, da evitare per quanto possibile.

Capita così che, quando l'approccio si trascina e la donna magari dice alle amiche "Le cose stanno procedendo bene" (dal suo punto di vista), l'uomo si è già scoraggiato e sta guardando altrove.

 

(*) L'eccezione a questa regola è il seduttore o chi punta a conquiste seriali: costoro vivono il corteggiamento come una sfida, il cui obiettivo non è tanto la donna o una relazione quanto il brivido della conquista. Un po' come uno sport, dove conta la vittoria e non la fatica. Ma non credo che molte donne siano interessate a tale tipo di uomini.

 

PS: E per le donne? Come vivete il corteggiamento quando siete voi a corteggiare? (ed il risultato è sfuggente, improbabile o tutt'altro che scontato)

E' più un piacere o una fatica?

Secondo me il corteggiamento finisce nel momento in cui diventa una lista di cose da dire o da fare in un dato momento.

Nel momento in cui diventa una lista diventa faticoso perchè DEVI fare o DEVI dire quelle cose per raggiungere un dato risultato.

Da notare che quando ci imponiamo di fare delle cose per raggiungere un risultato la frustrazione è garantita.

Credo che l'uomo sia felice di corteggiare soltanto quando non sa di stare corteggiando e il tutto scorre naturalmente senza forzature.

 

  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

^'V'^
10 minuti fa, Yuber ha scritto:

Credo che l'uomo sia felice di corteggiare soltanto quando non sa di stare corteggiando

Intendi quando la cassiera della banca, mentre ti allontani con la nuova Visa appena ritirata in filiale, va a vedere quanto possiedi sul conto?

  • Haha 4
Link al commento
Condividi su altri siti

Yuber
1 minuto fa, ^'V'^ ha scritto:

Intendi quando la cassiera della banca, mentre ti allontani con la nuova Visa appena ritirata in filiale, va a vedere quanto possiedi sul conto?

Un po' infelice come esempio ma potrebbe essere un caso anche questo.

Link al commento
Condividi su altri siti

^'V'^
Adesso, Yuber ha scritto:

Un po' infelice come esempio ma potrebbe essere un caso anche questo.

Infelice ma un mio amico che ha 50 anni corteggia proprio a quel modo. 

Offre un caffè poi al momento di pagare mostra per sbaglio il contenuto del portafogli a lato, che tiene apposta pieno di carte da 50 euro rosse. 

E' un esempio di uomo felice di corteggiare mentre non sa di stare corteggiando.

Il bello è che costa un caffè. 

  • Haha 4
Link al commento
Condividi su altri siti

Yuber
2 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Infelice ma un mio amico che ha 50 anni corteggia proprio a quel modo. 

Offre un caffè poi al momento di pagare mostra per sbaglio il contenuto del portafogli a lato, che tiene apposta pieno di carte da 50 euro rosse. 

E' un esempio di uomo felice di corteggiare mentre non sa di stare corteggiando.

Il bello è che costa un caffè. 

Siamo tutti diversi alcuni sono felici per alcune cose altri per altre , buon per lui.

Link al commento
Condividi su altri siti

ArmandoBis
11 ore fa, Crescendo63 ha scritto:

Questo conferma quanto sostengo, che spesso le persone non sono consapevoli dei propri bisogni (e quindi ne vengono manovrate). :-)

I bisogni sono tutte quelle cose di cui abbiamo necessità per il nostro benessere psico-fisico. E senza le quali soffriamo (vedi la piramide dei bisogni di Maslow).

  • A livello fisico abbiamo bisogno di aria, acqua, cibo, riparo, sicurezza, ecc.
  • A livello psicologico/emotivo abbiamo bisogno di affetto, sesso, appartenenza, approvazione, ecc.

Se questi bisogni non sono soddisfatti stiamo male, anche gravemente.

Distinguiamo anche i bisogni dai desideri:

  • Desiderio: "Mi piacerebbe X, ma se non ce l'ho amen". E' optional.
  • Bisogno: "Ho bisogno di X, e se non ce l'ho soffro e sto male". E' necessario.

 

Vero. Ma questo non toglie che molte vorrebbero più soldi di quanto abbiano (chi non li vuole? :-D ), quindi aspirano ad un uomo più ricco di loro. Oppure hanno un impulso ipergamico, per cui hanno bisogno (per sentirsi appagate) di un uomo di livello socio-economico più elevato del proprio.

 

Tutti possono volere tutti - perché siamo interconnessi.

Ma la maggior parte non avrà ciò che vuole, perché ambiscono a persone fuori dalla loro portata. Quindi patiranno la frustrazione di un bisogno non soddisfatto (pensa a quelli infatuati della modella X, o quelle che spasimano per l'attore Y).

 

Intendo dire che se tu vuoi stare con Daniela, non lo fai perché la ami; ma perché lei soddisfa (o tu ritieni che possa farlo) alcuni bisogni per te importanti: bisogno di sesso, di bellezza fisica, di sentirti amato, di prestigio sociale, di essere in sintonia, di interessi condivisi, di replica di modelli genitoriali, ecc. ecc. (poi ciascuno ne ha di suoi, io non so quali siano i tuoi).

Se Daniela soddisfa i tuoi bisogni (o tu credi potrebbe farlo), spesso nasce spontaneo un sentimento d'amore, che ti lega a lei. Ma sotto di quello ci sono tutti quei bisogni - senza i quali Daniela non avrebbe particolare importanza. Se Daniela non soddisfa alcun tuo bisogno, al massimo proverai per lei una vaga simpatia o affetto.

In altre parole, i bisogni vengono prima, e l'amore - semmai - viene dopo, come conseguenza. Ma siccome non siamo consapevoli dei nostri bisogni, vediamo solo l'amore (o la passione, o la brama, ecc.).

 

Mi spiace che mi sia vietato linkare i miei scritti, perché ho scritto un articolo dove spiego chiaramente cosa sia l'amore in senso proprio (e come sia cosa diversa da innamoramento, passione, attaccamento, dipendenza, ecc.). Sarebbe tutto più facile.

  • In sintesi, l'amore (in senso proprio, non nel senso romantico o altre derive) è tenere al benessere e alla felicità dell'altro. "Ti voglio bene" vuol dire letteralmente "Voglio il tuo bene". E' un sentimento altruistico.
  • Per confronto, la passione (che spesso viene confusa con l'amore) è un sentimento egoistico: "Ti voglio" vuol dire "Voglio qualcosa da te". Idem per il bisogno, la dipendenza, ecc.

Nell'amore romantico (quello che comunemente viene chiamato "amore") i due tipi di sentimento sono solitamente mescolati: un po' agiamo per i nostri interessi (bisogni), un po' per quelli dell'altro (amore).

 

Tornando alla mia affermazione iniziale, in genere la relazione è basata sui bisogni perché serve prima di tutto a soddisfarli (perché stare in coppia altrimenti?). Quando il partner non soddisfa più i miei bisogni, mi raffreddo, mi stacco e dopo un tot me ne vado (a cercare altrove chi li soddisfi).

Ma quasi nessuno lo ammette: invece si "spiega" tutto con l'amore, dicendo "Ti amo" quando i nostri bisogni sono appagati, e "Non ti amo più" quando i nostri bisogni sono frustrati o ignorati.

Descrizione perfetta.

Però poi ci fissiamo con quella che non ci corrisponde, mentre lei insegue il bad boy che dei suoi bisogni semplicemente se ne sbatte.

E intanto l'esercito delle ipergamiche frustrate si ingrossa (con la giustificazione che le persone realizzate bastano a se stesse, e chi ha bisogno affettivi - cioè semplicemente è umano - è un immaturo.)

C'è qualcosa che mette fuori squadra il tutto, evidentemente.

Modificato da ArmandoBis
  • Mi piace! 1
Link al commento
Condividi su altri siti

ArmandoBis
10 ore fa, KPEP ha scritto:

Le donne non corteggiano, scelgono. 

Secondo me, una donna che si offre a un uomo sessualmente ed è respinta, rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: “E già, lui si difende... ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente... oppure si sente bloccato dall'eccessiva eccitazione”. 
Il fatto che lei possa non piacere è un'ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione. 

G.GABER

Vero.

Però come puoi notare seguendo il forum, vi sono casi in cui la dinamica viene rovesciata e la donna fa la parte dell'uomo e l'uomo quella della donna.

Di solito, queste utentesse non sono molto contente della cosa...

 

Link al commento
Condividi su altri siti

Crescendo63
Inviato (modificato)
12 ore fa, ArmandoBis ha scritto:

Descrizione perfetta.

Però poi ci fissiamo con quella che non ci corrisponde, mentre lei insegue il bad boy che dei suoi bisogni semplicemente se ne sbatte.

Ho dimenticato di dire che ci sono anche bisogni inconsapevoli o inconsci. E quelli sono i più potenti! :-o

P.es. una che ha avuto un padre freddo e scostante, tenderà ad essere attratta da uomini che si comportano in tal modo (perché le ricordano la figura paterna, di cui ancora ricerca l'approvazione).

  • Consciamente dirà che vuole essere amata.
  • Inconsciamente cercherà uomini che la trattano male - e questo è cmq un suo bisogno!

(ciò spiega molti comportamenti contraddittori nelle relazioni)

 

Cita

E intanto l'esercito delle ipergamiche frustrate si ingrossa

Perché quelle di solito hanno bisogni superiori a quanto possono offrire: per cui si mettono da sole fuori mercato (se ho valore "6" e voglio un partner non meno di "9", è ovvio che non avrò successo).

Chi non si accontenta... non gode! ;-D

 

Cita

C'è qualcosa che mette fuori squadra il tutto, evidentemente.

  • In primis, ci sono i bisogni inconsci che ci manovrano.
  • Poi, spesso non abbiamo chiaro nemmeno i nostri bisogni di base (p.es. molti uomini cercano sesso, senza rendersi conto che attraverso quello soddisfano anche il loro bisogno di sentirsi amati).
  • Inoltre, di solito non abbiamo chiaro nemmeno il nostro valore, oppure non vogliamo riconoscerlo.

Ovvio che con queste premesse si naviga nella nebbia, e tutto appare confuso, incomprensibile o misterioso.

Ma quando hai sufficiente conoscenza e consapevolezza, ti assicuro che le relazioni diventano molto più comprensibili :-)

(per un primitivo un elicottero è magia; per un ingegnere è una macchina efficiente)

Modificato da Crescendo63
  • Mi piace! 2
Link al commento
Condividi su altri siti

Crescendo63
Inviato (modificato)
20 ore fa, Yuber ha scritto:

Secondo me il corteggiamento finisce nel momento in cui diventa una lista di cose da dire o da fare in un dato momento.

Nel momento in cui diventa una lista diventa faticoso perchè DEVI fare o DEVI dire quelle cose per raggiungere un dato risultato.

Capisco, ed ovviamente se una si mostra troppo scassacazzi, smettiamo di corteggiarla esasperati.

Però... cosa fai quando una ti piace parecchio, e ti dice (o mostra) che vuole X e non le piace Y? (senza diventare esasperante) Cerchi di andarle incontro, immagino. Perché non esiste relazione senza un certo livello di compromessi.

Per cui tutti - nel corteggiamento come nelle relazioni - facciamo anche qualcosa per dovere o necessità; stiamo "investendo" per ottenere un risultato.

 

L'unica eccezione è se sei un dio (o dea), per cui puoi fare tutto quello che ti pare, e l'altro resterà cmq adorante ai tuoi piedi :-)

Ma quanti sono a questo livello? Meno dell'1%, direi.

(l'altra eccezione è sei sei autistico - quindi non sai fare compromessi - oppure rigido - quindi rifiuti ogni compromesso - ... ma il risultato è che rimani da solo)

 

Cita

Credo che l'uomo sia felice di corteggiare soltanto quando non sa di stare corteggiando e il tutto scorre naturalmente senza forzature.

Vero... a livello ideale.

  1. Ma nella realtà, quante volte ciò accade?
  2. E quante altre volte ci impegniamo consapevolmente (incluso fare cose + o - controvoglia) per corteggiare e conquistare la donzella di turno? (se non sei un dio, ovviamente ;-D )

Credo che il caso 2 superi il 90%. Nella tua personale esperienza, quante volte hai vissuto il caso 1 o il caso 2?

Modificato da Crescendo63
Link al commento
Condividi su altri siti

Wyatt99
3 minuti fa, Crescendo63 ha scritto:

Cerchi di andarle incontro, immagino. Perché non esiste relazione senza un certo livello di compromessi.

 

Si.

Ma se la tipa è una lagnosa e rompi coglioni, preferisco perderla che tenerla.

E potrebbe anche essere la ragazza più bella al mondo.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un membro per lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...