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Qual è la cosa che vi ha fatto "svoltare" bella seduzione?


garibaldi99a

Messaggi raccomandati

20 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Vediamone alcune: 

[...]

Questo post è davvero pazzesco, penso che riesce a condensare in pochi key points tutte le acquisizioni che ho fatto a partire da fine 2018 che son approdato qui, e che può fare chiunque giunga adesso in quest'oasi.

 

Ne approfitto per fare una domanda in merito alla vulnerabilità.

In un'ottica di potenziamento della propria influenza sugli altri, che era l'argomento principe del Modulo 2 del glorioso Predator Clan (che sto ancora usando in combinazione col PREDATOR Lifestyle Design) come si inscrive il giusto discorso sulla vulnerabilità - che condivido non a livello teorico, ma perché ne ho fatto esperienza - col carisma?

Ad esempio se dico di avere pausa di una cosa specifica (certo, magari non di un insetto), può impattare il mio carisma?

Ciò che mi suggerirebbe la mia esperienza è: no, perché ho sempre notato un mix di ammirazione e curiosità dal mio parlare apertamente, e mai l'esser preso sotto gamba.

Ad esempio, come un bambino curioso, qualche mese fa mi sono dato il permesso di sperimentare, testare la realtà, cercando di recuperare un game perso con una tipa.

Le ho detto la verità: "Vengo qui a posto X per svagarmi, e mi ritrovo invece davanti a te con quei tuoi occhi azzurri che hanno la consistenza del ghiaccio. L'ultima volta invece di esser onesto, ho pensato a come impressionarti, quindi sono stato disonesto con me stesso. Quando passi di qui con quel tuo portamento, mi trema la terra da sotto i piedi".

Sotto il profilo del singolo game, ho perso la battaglia, ma mi sembra di esser avanzato nella guerra generale, nella strategia che ho disegnato per me stesso.

Il suo rifiuto contestuale non mi ha fatto cadere per terra, perché anzi in quel momento io avvertivo un potere immenso, e mi è sembrato che nel mostrare schiettamente la mia vulnerabilità, mi stessi non solo levando una spina dal fianco rendendomi libero, ma potenziandomi per il futuro.

Percepivo come se quella situazione che avessi generato fosse una sfida cui mi fossi sottoposto non solo banalmente per irrobustire il mio senso di auto-efficacia, e che lei fosse lo strumento con cui temprarmi, perché per mio gusto soggettivo che son sensibile alle bionde cenere occhi chiari, ciò che era sul piatto era molto per me. E quindi l'outcome era non irrilevante, ma in second'ordine.

D'altronde lei stessa, contestualmente al "rifiuto" mi ha detto qualcosa che mi è parso sincero: "sei di spessore, non ho mai sentito nessuno guardarmi negli occhi e parlare così".

E successivamente a quell'evento, non ho percepito da parte di lei o del suo entourage un abbassamento del mio " " status " " contestuale, ma sempre il medesimo rispetto e ammirazione " " tributatimi " " prima.

Detto questo..

Fermo restando che l'assenza di un preventivo accordo lessicale possa non aver favorito una corretta comprensione da parte mia di tutto ciò che si intende con vulnerabilità.

Il quesito mi si pone nel momento in cui, essendo il carismatico una persona che viene 'seguita'... se mostra vulnerabilità è incongruente oppure è proprio le palle di mostrarle a renderlo ancora più carismatico?

Grazie 🖤

  • Cuore Nero 1
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4 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

Essere vulnerabili - Mostrare le proprie vulnerabilità è visto come il nemico da molti, perché forse hanno mangiato della soya e credono significhi aprirsi emotivamente e cercare empatia dove è 404. Invece essere autentico con le vulnerabilità upfront ma senza cercare ascolto, empatia, semplicemente perché I don't give a fuck, crea subito un certo rispetto e senso di autenticità

Potresti spiegare meglio cosa significa aprirsi emotivamente e cercare empatia e perché sia "404"(che dovrebbe essere la metafora per dire che la fa seccare all'istante, giusto?)?

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Carnacki
3 minuti fa, RiderM ha scritto:

Potresti spiegare meglio cosa significa aprirsi emotivamente e cercare empatia e perché sia "404"(che dovrebbe essere la metafora per dire che la fa seccare all'istante, giusto?)?

Provo a risponderti io, poi nel caso mi correggerà Aivia. Credo che intenda quando cerchi comprensione e accettazione nell'altro, cerchi di essere visto, ma davanti non hai una persona e in quanto tale non può darti quello che stai cercando.

Ti ho risposto perché è capitato anche a me spesso e se non sto attento tendo a cascarci di nuovo, svelo parti di me con l'aspettativa di sentirmi dire "io ti vedo" e ci rimango male quando invece c'è per l'appunto uno schermo blu.

  • Grazie! 2
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5 ore fa, ^'V'^ ha scritto:

Anzi, mostrare molto interesse, da perdere quasi il controllo, ma poi tenersi la dignità e fare un passo indietro alla prima stronzata, è una delle cose che più mi hanno dato soddisfazioni con l'altro sesso, sia in termini di short che di long term. 

Che tipo di soddisfazioni, esclusivamente in termini di risparmio di tempo e energie, o in termini di cambiamento del comportamento del target?

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^'V'^
5 ore fa, Brif ha scritto:

Questo post è davvero pazzesco, penso che riesce a condensare in pochi key points tutte le acquisizioni che ho fatto a partire da fine 2018 che son approdato qui, e che può fare chiunque giunga adesso in quest'oasi.

 

Ne approfitto per fare una domanda in merito alla vulnerabilità.

In un'ottica di potenziamento della propria influenza sugli altri, che era l'argomento principe del Modulo 2 del glorioso Predator Clan (che sto ancora usando in combinazione col PREDATOR Lifestyle Design) come si inscrive il giusto discorso sulla vulnerabilità - che condivido non a livello teorico, ma perché ne ho fatto esperienza - col carisma?

Ad esempio se dico di avere pausa di una cosa specifica (certo, magari non di un insetto), può impattare il mio carisma?

Ciò che mi suggerirebbe la mia esperienza è: no, perché ho sempre notato un mix di ammirazione e curiosità dal mio parlare apertamente, e mai l'esser preso sotto gamba.

Ad esempio, come un bambino curioso, qualche mese fa mi sono dato il permesso di sperimentare, testare la realtà, cercando di recuperare un game perso con una tipa.

Le ho detto la verità: "Vengo qui a posto X per svagarmi, e mi ritrovo invece davanti a te con quei tuoi occhi azzurri che hanno la consistenza del ghiaccio. L'ultima volta invece di esser onesto, ho pensato a come impressionarti, quindi sono stato disonesto con me stesso. Quando passi di qui con quel tuo portamento, mi trema la terra da sotto i piedi".

Sotto il profilo del singolo game, ho perso la battaglia, ma mi sembra di esser avanzato nella guerra generale, nella strategia che ho disegnato per me stesso.

Il suo rifiuto contestuale non mi ha fatto cadere per terra, perché anzi in quel momento io avvertivo un potere immenso, e mi è sembrato che nel mostrare schiettamente la mia vulnerabilità, mi stessi non solo levando una spina dal fianco rendendomi libero, ma potenziandomi per il futuro.

Percepivo come se quella situazione che avessi generato fosse una sfida cui mi fossi sottoposto non solo banalmente per irrobustire il mio senso di auto-efficacia, e che lei fosse lo strumento con cui temprarmi, perché per mio gusto soggettivo che son sensibile alle bionde cenere occhi chiari, ciò che era sul piatto era molto per me. E quindi l'outcome era non irrilevante, ma in second'ordine.

D'altronde lei stessa, contestualmente al "rifiuto" mi ha detto qualcosa che mi è parso sincero: "sei di spessore, non ho mai sentito nessuno guardarmi negli occhi e parlare così".

E successivamente a quell'evento, non ho percepito da parte di lei o del suo entourage un abbassamento del mio " " status " " contestuale, ma sempre il medesimo rispetto e ammirazione " " tributatimi " " prima.

Detto questo..

Fermo restando che l'assenza di un preventivo accordo lessicale possa non aver favorito una corretta comprensione da parte mia di tutto ciò che si intende con vulnerabilità.

Il quesito mi si pone nel momento in cui, essendo il carismatico una persona che viene 'seguita'... se mostra vulnerabilità è incongruente oppure è proprio le palle di mostrarle a renderlo ancora più carismatico?

Grazie 🖤

Posto che ci sia il Lupo fuor di Gubbio e che la gente abbia paura per proiezione di un rimosso collettivo ombreggiato di spauracchi propri. 

Ha più carisma Giovannino da Spoleto che si imbraca di un'armatura puntuta come un riccio che lo renda invulnerabile e con due scudieri appiedati ed armati, si avvicina al Lupo in assetto corazzato... 

O ha più carisma... 

"Ed arma con sé lui non portava." 

Uno che va scalzo e con una tunica verso il Lupo, sta mandando il messaggio di essere più forte e potente o meno forte e potente di chi va corazzato e armato? 

Stiamo nel nostro, senza santi e lupi. 

Hai già notato che quando vai in un posto nuovo, dove non sei padrone dell'ambiente, hai un BL che protegge le arterie, tieni le braccia vicine al corpo, le gambe compassate, proteggendo le arterie femorali... 

E che se fai come scrivevo più volte, ossia nel muovere in territorio non resident, andare un paio di ore prima e familiarizzare con l'ambiente, dargli del tu, andare in bagno, vedere dove sono le uscite... per poi trovarsi... vulnerabili. 

Ossia seduti con le gambe divaricate con i punti deboli in mostra e il braccio sullo schienale della seduta accanto, esponendo le zone più vulnerabili perché a proprio agio e padroni della situazione? 

Ora, hai introdotto il carisma che ha a che fare con lo status intragenere e l'influenza, il post era relativo alla seduzione come da domanda. 

Chi è più vulnerabile PERTANTO più potente. 

Quello che parla ad alta voce ricevendo consensi, di un topic che gli altri supportano. 

O quello che parla di qualcosa che potrebbe non andare a genio ai commensali, ma è un fatto, rendendosi vulnerabile alla critica ed esponendosi ad obiezioni e dinamiche di gruppo in cui quello che parla più forte guida quelli legati nel torto, forti del gruppo? 

Quello che mostra di essere impassibile davanti ad una nove di 21 anni, o quello che mostra di essere ravvolto dal desiderio nella sua più natura più drammatica, ossia vulnerabile al fascino femminile, ma che i fatti mostrano che non si fa guidare fuori strada di un passo, da questo uragano? 

Quello che mostra di non avere paura di niente, o quello che spiega di avere paura e nonostante questo agisce? 

Cita

Fermo restando che l'assenza di un preventivo accordo lessicale possa non aver favorito una corretta comprensione da parte mia di tutto ciò che si intende con vulnerabilità.

Esatto, ha un'accezione femminile, remissiva, fragile, che è molto sexy nelle femmine e terrificante nei maschi. 

Parlo di quella vulnerabilità de facto per cui una è sottomessa, remissiva, evitante il pericolo, che piange, che mostra una ferita per avere conforto e compassione, che si stupisce e overreagisce. 

Si può essere affascinanti e vulnerabili senza essere femminili o infantili. 

C'è una vulnerabilità che significa essere di fatto fragili, vulnerabili, ed una che subcomunica forza virile. 

Immagina la guardia di scherma francese, quella che oggi si usa alle olimpiadi. L'omino sta defilato e nascosto dietro la spada, offrendo meno bersaglio possibile per avere meno vulnerabilità e proteggersi. 

E' percepito come? 

Femmina. 

Ora parliamo di quella che era la guardia all'italiana, le spalle sullo stesso piano, offrendo tutto il petto come bersaglio facile, vulnerabile, e la spada in cerca di soddisfazioni. 

Mostra più zone vulnerabili, perché è chiaro che sta gridando, coi fatti, di essere forte. Di potersi permettere il lusso. 

La vulnerabilità, seppur spesso interpretata - giustamente - come una fragilità insita nella biologia femminile, rappresenta un'arma potente nelle mani dell'uomo, un potere che sfugge all'ordinaria accezione di "debolezza". Non è la debolezza a guidare questa vulnerabilità, ma una forza imponente che risiede nel mostrarsi per ciò che si è, senza nascondersi dietro le ombre delle proprie insicurezze.

È una questione di coraggio e di forza virile, l'arte di saper stare in piedi, a petto in fuori, offrendosi come bersaglio ai colpi della vita.

Aspettando, con la spada assetata, che la vita davanti a cotanto facile invito sbagli e si sbilanci in avanti. 

È l'audacia di guardare negli occhi le persone, di proferire parole autentiche senza temere il giudizio altrui. Rendendosi così vulnerabili alla critica, alla disapprovazione, al rifiuto.

È la grandezza di riconoscere i propri errori e di risolverli con o senza chiedere scusa, chiedere scusa è l'educazione dei bambini che sbagliano e se ammettono la colpa la risolve l'adulto, allora si scusano, ma l'uomo non ha l'adulto a cui chiedere scusa, sbaglia, lo ammette e porta la soluzione, non le scuse.

E' la maestosa superiorità manifesta insita nell'ammettere le proprie incompetenze e di cercare l'aiuto degli altri. È la maturità di esprimere le proprie emozioni, di offrire il proprio cuore sul tavolo del rischio, rischiando di essere respinti. Questo è l'emblema di una vulnerabilità che irradia forza e virilità.

Al contrario, scaricare la colpa degli errori sugli altri, evitare lo sguardo diretto per via della tensione che suscita, cercare di impressionare gli altri a ogni costo, nascondere le proprie emozioni dietro un sorriso forzato, temere il rifiuto a tal punto da cercare disperatamente una seconda opportunità per riscattarsi, sono tutte manifestazioni di una vulnerabilità che denota debolezza e insicurezza. Fragilità. 

Prendiamo l'esempio di Mario, un uomo conosciuto per la sua riservatezza e freddezza. Dietro quel guscio però, si nasconde un mare di passioni e sentimenti che non ha mai avuto il coraggio di mostrare, finché un giorno, in una conversazione con una donna che ha sempre desiderato, decide di lasciarsi andare. Condivide con lei il suo desiderio, la sua passione e il suo amore, senza cercare di nasconderlo dietro una maschera di indifferenza. Le sue parole trasudano autenticità e vulnerabilità. Nonostante l'esito negativo della conversazione, Mario esce da essa sentendosi più forte e sicuro di sé. Ha sperimentato il potere della vulnerabilità e ne è rimasto profondamente cambiato.

Mostrare il proprio desiderio ci rende vulnerabili, sì, ma è una vulnerabilità che emana forza e sicurezza, o almeno può farlo se viene gestita correttamente.

Essere invece presi per il naso e trascinati in ogni sorta di stronzata perché morsicati dal desiderio, è essere vulnerabili in senso fragile. 

Ecco, allora, che la vulnerabilità nell'esprimere desiderio, passione, innamoramento, amore, diventa un'arma vincente, ben diversa dal concetto frainteso di stare ore a parlare delle proprie emozioni come se si fosse ad un raduno di donne in aria di new age, o in una terapia di gruppo. 

È proprio questa vulnerabilità, interpretata come una forza e non come una debolezza perché manifesta i punti deboli mentre si avanza, invece di coprire i punti deboli mentre si indietreggia, a risolvere quel paradosso.

Paradosso che il 100% degli autori mondiali delle relazioni tra i sessi, della terapia di coppia ecc, falliscono nel riconoscere. 

Abbiamo un mondo diviso tra gente che con un certo accento francese e i germogli di soya che escono dalla bocca dice che il maschio dovrebbe sfogarsi e piagnucolare ed esprimere tutte le sue cazzate come se a qualcuno importasse qualcosa. 

Demenziale. 

E gente lato opposto che dice che il maschio dovrebbe sempre sembrare un supereroe in calzamaglia e negare fino all'ultimo di avere un punto debole o una zona vulnerabile. 

Patetico. 

E' facile arrendersi alla paura del rifiuto, celare le proprie emozioni dietro un sorriso di plastica e raccontare piccole bugie per far piacere agli altri. Ma è un atteggiamento che alla lunga sa di femminilità nella sua accezione di fragile e dipendente, fanciullezza, sbarbatezza e mancanza di coraggio. Invece, assumersi la responsabilità delle proprie verità, benché possa esporci alla disapprovazione e al rifiuto, ha il sapore robusto della mascolinità. In fondo, chi è abbastanza forte da gestire la propria vulnerabilità non ha nulla da temere.

Questo è un magnete per le donne? 

No. 

Perché molte o alcune donne, stanno attivamente cercando nella mischia dei maschi che nascondano una vulnerabilità exploitabile. 

Nel momento in cui le tue vulnerabilità non le nascondi ma le sbatti in faccia, non essendo una backdoor exploitabile molte donne che sono in cerca di accesso root su un sistema controllabile che abbia accesso alle risorse finanziarie, sociali o abitative che vogliono per se stesse, si allontanano e cercano qualcosa che possano masticare. 

Oppure chiedono comandi, ordini e disposizioni, se sono molto più intelligenti della media. Ma devono avere già compiuto almeno 26-27 anni per avere il SNC completamente mielinizzato nelle parti prefrontali del cervello che le rendono capaci di autogestirsi. 

Non esiste la possibilità di avere un handler esterno senza prima la capacità di gestirsi da soli. 

 

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Wyatt99

Secondo il mio pensiero, gli errori commessi sono stati importanti, molto.

L’attendere, il non rischiare, vedere la tipa che hai idealizzato andare con un altro sono cose che mi hanno fatto scattare qualcosa in mente.

Certamente questo forum mi ha aiutato tantissimo: ricordo benissimo l’utente Keran92 che mi diede una “rimproverata” su una mia azione fatta in gita scolastica nel 2017.

Perciò, alla fine dei conti, tutti gli errori fatti mi hanno solamente aiutato a darmi una mossa. E attenzione, non significa che sono ormai diventato un seduttore seriale, anzi.

 

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^'V'^
3 ore fa, RiderM ha scritto:

Potresti spiegare meglio cosa significa aprirsi emotivamente e cercare empatia e perché sia "404"(che dovrebbe essere la metafora per dire che la fa seccare all'istante, giusto?)?

Ci sono molti fraintendimenti circa l'empatia. 

Molti studiosi falliscono nel discriminare l'empatia cognitiva dall'empatia. 

Empatia significa che senti quello che una persona sente, ed è quella sensazione di quando hai già avuto il naso rotto, vedi uno che ha il naso rotto e soffri. 

"Voi conoscete il cuore dello straniero poiché foste stranieri in terra d'Egitto". 

Spoiler

Con quante più esperienze reali e di dolore hai, con quanto più SE HAI UN FIUME DI OSSITOCINA IN CORPO PERCHE' HAI SCOPATO BENE DI RECENTE, provi empatia. 

Provi. 

Nelle ricerche invece viene testata troppo spesso l'empatia cognitiva confondendola, non so nemmeno più se dolosamente o colposamente, con l'empatia. 

L'empatia cognitiva è l'abilità di decifrare le emozioni che prova qualcuno vedendo la sua espressione facciale. 

Essere capaci di indovinare dall'espressione che emozioni stia provando qualcuno. 

In questo le donne sovraperformano i maschi e così cresciamo in una bolla di favola secondo cui le donne avrebbero più empatia dei maschi. 

Questo discorda dalle esperienze reali di qualsiasi persona, non esiste uno così stupido che vada a cercare comprensione ed empatia in una tipa. 

Ma allora perché riconoscono e sanno nominare emozioni meglio? 

Beh, la gattina fa miao, la prendo, la metto nella cassetta e doveva proprio fare la cacca e subito. 

In un altro momento fa un miao che sembra uguale, la prendo e la allatto, ed aveva proprio famissima. 

In un altro momento fa miao in un modo assolutamente simile, allora la prendo in braccio e si addormenta, si sentiva persa e sola. 

E ho le vene dilatate per l'ossitocina. 

Ma non è che lei fa miao e io sento fame o bisogno di andare in bagno, mica penso "i feel you". 

La capisco. 

Ed è quello che una madre, nel periodo in cui ha l'ossitocina più alta, fa per i primi due anni di relazione diadica con il cucciolo che non parla. 

Questo non ci dice che lei senta quello che senti tu, lei non lo sente se sei un maschio. 

Quante volte racconti una cosa che per te è terribile, un altro maschio ti risponde... I feel you...e due tipe non capiscono cosa ci sia da star tanto male... 

Non ci dice che lei senta, ci dice che meglio di un maschio lo sa nominare, decifrare, eventualmente per sfruttare la situazione a suo vantaggio. 

Perché non per essere d'aiuto? 

E' interessante, perché l'ossitocina, l'ormone dell'empatia, è stato a lungo accusato di essere l'ormone dell'amore e della fiducia, quando poi solo in seguito si è scoperto che fosse l'ormone della xenofobia. 

Una donna che si spruzza ossitocina nel naso, diventa più convincibile e firma un contratto con un tale che le fa una presentazione. 

Ma poi si rendono conto che era perché lei conosceva quel tale, mentre se uno sconosciuto arriva e presenta una cosa che è assolutamente vera, non una truffa, se lei è normale può anche firmare, ma se si è spruzzata l'ossitocina, la sfiducia verso l'extra tribù, l'esogeno, prevale. 

Cosa centra essere della sua tribù, famiglia, o essere esogeno, allogeno, sconosciuto? 

E perché le persone quando vanno a cercare empatia nelle femmine che frequentano vanno contro a un muro di sorda indifferenza? 

Perché come diceva una comica, "come faccio a succhiare il cazzo a lui che è il mio contatto di emergenza, dai, è famiglia". 

Il legame intra tribale è famigliare, e si basa sulla serotonina. Che è il contrario del desiderio e delle botte di dopamina ed orgasmi che ti dà uno sconosciuto, un estraneo. 

E' proprio una condizione antagonista, nella donna. 

O hai legame amicale, tribale, famigliarità, o hai eccitazione e attrazione. 

Se una tipa prova attrazione per te, se fate sesso, se è una tipa che frequenti ma non siete ancora scivolati nella costruzione di legame tribale per cui a scopare vi scappa da ridere, ma nemmeno vi viene lo stimolo, soprattutto a lei... 

Significa che per lei sei uno sconosciuto, sei ancora percepito come extra tribale. 

Se così non fosse non scopereste. 

Allora le persone vanno da una con cui scopano da qualche mese, le raccontano i propri problemi e lei ha la comprensione che ha l'uccellino nel nido quando arriva la mamma col verme in bocca, ferita e insanguinata. 

Non gliene frega un cazzo, che sia ferita, gli interessa solo prendere il verme e non farlo prendere ai fratellini. 

E allora leggono quelle stronzate di manuali per coppie wokissime, in cui dicono che i problemi di coppia son colpa del maschio che non piagnucola e non parla dei suoi problemi e bla bla bla. 

Allora vanno da questa che scopano e si sfogano. 

Che le si secchi o meno, ognuna è un po' diversa ma di norma accade, il fatto è che l'empatia lì è 404. 

Lei sta cercando qualcosa che non è qui. 

Se state scopando è perché tu sei il giusto coloniale, una forza di occupazione. 

Non ti percepisce o non ti percepisce ancora come famiglia. 

Se ti percepisse o ti percepisse già come tale, certo che potreste parlare di problemi e sfogarvi, non scopereste lo stesso, ma in quel caso non perché gliel'hai seccata a parlare di come ti senti, è secca da prima perché siete famiglietta, tribù. 

Ora, per favore, dimentica tutti questi nomi, serotonina, empatia cognitiva, ossitocina e dopamina. 

Ricorda un'immagine. 

La mamma che porta agli uccellini il verme, lei è ferita, per cacciare è stata aggredita da uccellacci più forti, agli uccellini nel nido non importa un cazzo, importa se ha portato un verme o no, e se lo ha portato, che non lo riescano ad avere gli altri. 

Questa immagine non è cruda o dura, è come è. 

Se ti stai vedendo con una ragazza e fate sesso, lei sta facendo date up. 

Non fanno beneficienza, non sta facendo date down. 

Se è date up, lei si aspetta che tu porti un verme - di qualsiasi natura sia quello che riceve e che cerca a livello finanziario, emotivo, sessuale, ecc - e se ti sei ferito per averlo o se stai gettando sangue dal cuore, non gliene frega niente, non è un suo problema e non lo sente, perché lei non passa quello che passi tu. 

Un altro maschio, se ha scopato e se ha esperienza di dolore, ti sente. 

Lei no. 

Lei è contenta se hai un verme, mette il muso o si dà un contegno se non lo hai. 

Ma non è interessata a quello che provi. 

Se poi inizia a diventarlo, è un altro lo sconosciuto che la scopa, extra gruppo, e tu sei diventato famiglia, tribù, intragruppo. 

Non c'è niente di male nell'aprirsi e confidare le proprie preoccupazioni con un'amica o una sorella. 

Non importa se la secca, è già secca perché sei amico, fratello, famiglia. Contatto ICE.

Ricorda solo gli uccellini nel nido che lottano tra loro per il verme che hai in bocca, se lo hai. 

I problemi della caccia ai vermi, li conoscono gli altri che cacciano vermi e che tante volte tornano feriti. 

Se hanno scopato di fresco, ti possono sentire. 

 

 

 

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43 minuti fa, ^'V'^ ha scritto:

Ci sono molti fraintendimenti circa l'empatia. 

Molti studiosi falliscono nel discriminare l'empatia cognitiva dall'empatia. 

Empatia significa che senti quello che una persona sente, ed è quella sensazione di quando hai già avuto il naso rotto, vedi uno che ha il naso rotto e soffri. 

"Voi conoscete il cuore dello straniero poiché foste stranieri in terra d'Egitto". 

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Con quante più esperienze reali e di dolore hai, con quanto più SE HAI UN FIUME DI OSSITOCINA IN CORPO PERCHE' HAI SCOPATO BENE DI RECENTE, provi empatia. 

Provi. 

Nelle ricerche invece viene testata troppo spesso l'empatia cognitiva confondendola, non so nemmeno più se dolosamente o colposamente, con l'empatia. 

L'empatia cognitiva è l'abilità di decifrare le emozioni che prova qualcuno vedendo la sua espressione facciale. 

Essere capaci di indovinare dall'espressione che emozioni stia provando qualcuno. 

In questo le donne sovraperformano i maschi e così cresciamo in una bolla di favola secondo cui le donne avrebbero più empatia dei maschi. 

Questo discorda dalle esperienze reali di qualsiasi persona, non esiste uno così stupido che vada a cercare comprensione ed empatia in una tipa. 

Ma allora perché riconoscono e sanno nominare emozioni meglio? 

Beh, la gattina fa miao, la prendo, la metto nella cassetta e doveva proprio fare la cacca e subito. 

In un altro momento fa un miao che sembra uguale, la prendo e la allatto, ed aveva proprio famissima. 

In un altro momento fa miao in un modo assolutamente simile, allora la prendo in braccio e si addormenta, si sentiva persa e sola. 

E ho le vene dilatate per l'ossitocina. 

Ma non è che lei fa miao e io sento fame o bisogno di andare in bagno, mica penso "i feel you". 

La capisco. 

Ed è quello che una madre, nel periodo in cui ha l'ossitocina più alta, fa per i primi due anni di relazione diadica con il cucciolo che non parla. 

Questo non ci dice che lei senta quello che senti tu, lei non lo sente se sei un maschio. 

Quante volte racconti una cosa che per te è terribile, un altro maschio ti risponde... I feel you...e due tipe non capiscono cosa ci sia da star tanto male... 

Non ci dice che lei senta, ci dice che meglio di un maschio lo sa nominare, decifrare, eventualmente per sfruttare la situazione a suo vantaggio. 

Perché non per essere d'aiuto? 

E' interessante, perché l'ossitocina, l'ormone dell'empatia, è stato a lungo accusato di essere l'ormone dell'amore e della fiducia, quando poi solo in seguito si è scoperto che fosse l'ormone della xenofobia. 

Una donna che si spruzza ossitocina nel naso, diventa più convincibile e firma un contratto con un tale che le fa una presentazione. 

Ma poi si rendono conto che era perché lei conosceva quel tale, mentre se uno sconosciuto arriva e presenta una cosa che è assolutamente vera, non una truffa, se lei è normale può anche firmare, ma se si è spruzzata l'ossitocina, la sfiducia verso l'extra tribù, l'esogeno, prevale. 

Cosa centra essere della sua tribù, famiglia, o essere esogeno, allogeno, sconosciuto? 

E perché le persone quando vanno a cercare empatia nelle femmine che frequentano vanno contro a un muro di sorda indifferenza? 

Perché come diceva una comica, "come faccio a succhiare il cazzo a lui che è il mio contatto di emergenza, dai, è famiglia". 

Il legame intra tribale è famigliare, e si basa sulla serotonina. Che è il contrario del desiderio e delle botte di dopamina ed orgasmi che ti dà uno sconosciuto, un estraneo. 

E' proprio una condizione antagonista, nella donna. 

O hai legame amicale, tribale, famigliarità, o hai eccitazione e attrazione. 

Se una tipa prova attrazione per te, se fate sesso, se è una tipa che frequenti ma non siete ancora scivolati nella costruzione di legame tribale per cui a scopare vi scappa di ridere, ma nemmeno vi viene lo stimolo, soprattutto a lei... 

Significa che per lei sei uno sconosciuto, sei ancora percepito come extra tribale. 

Se così non fosse non scopereste. 

Allora le persone vanno da una con cui scopano da qualche mese, le raccontano i propri problemi e lei ha la comprensione che ha l'uccellino nel nido quando arriva la mamma col verme in bocca, ferita e insanguinata. 

Non gliene frega un cazzo, che sia ferita, gli interessa solo prendere il verme e non farlo prendere ai fratellini. 

E allora leggono quelle stronzate di manuali per coppie wokissime, in cui dicono che i problemi di coppia son colpa del maschio che non piagnucola e non parla dei suoi problemi e bla bla bla. 

Allora vanno da questa che scopano e si sfogano. 

Che le si secchi o meno, ognuna è un po' diversa ma di norma accade, il fatto è che l'empatia lì è 404. 

Lei sta cercando qualcosa che non è qui. 

Se state scopando è perché tu sei il giusto coloniale, una forza di occupazione. 

Non ti percepisce o non ti percepisce ancora come famiglia. 

Se ti percepisse o ti percepisse già come tale, certo che potreste parlare di problemi e sfogarvi, non scopereste lo stesso, ma in quel caso non perché gliel'hai seccata a parlare di come ti senti, è secca da prima perché siete famiglietta, tribù. 

Ora, per favore, dimentica tutti questi nomi, serotonina, empatia cognitiva, ossitocina e dopamina. 

Ricorda un'immagine. 

La mamma che porta agli uccellini il verme, lei è ferita, per cacciare è stata aggredita da uccellacci più forti, agli uccellini nel nido non importa un cazzo, importa se ha portato un verme o no, e se lo ha portato, che non lo riescano ad avere gli altri. 

Questa immagine non è cruda o dura, è come è. 

Se ti stai vedendo con una ragazza e fate sesso, lei sta facendo date up. 

Non fanno beneficienza, non sta facendo date down. 

Se è date up, lei si aspetta che tu porti un verme - di qualsiasi natura sia quello che riceve e che cerca a livello finanziario, emotivo, sessuale, ecc - e se ti sei ferito per averlo o se stai gettando sangue dal cuore, non gliene frega niente, non è un suo problema e non lo sente, perché lei non passa quello che passi tu. 

Un altro maschio, se ha scopato e se ha esperienza di dolore, ti sente. 

Lei no. 

Lei è contenta se hai un verme, mette il muso o si dà un contegno se non lo hai. 

Ma non è interessata a quello che provi. 

Se poi inizia a diventarlo, è un altro lo sconosciuto che la scopa, extra gruppo, e tu sei diventato famiglia, tribù, intragruppo. 

Non c'è niente di male nell'aprirsi e confidare le proprie preoccupazioni con un'amica o una sorella. 

Non importa se la secca, è già secca perché sei amico, fratello, famiglia. Contatto ICE.

Ricorda solo gli uccellini nel nido che lottano tra loro per il verme che hai in bocca, se lo hai. 

I problemi della caccia ai vermi, li conoscono gli altri che cacciano vermi e che tante volte tornano feriti. 

Se hanno scopato di fresco, ti possono sentire. 

 

 

 

Chiaro il discorso sulla ricerca di empatia, con particolare riferimento ai nostri problemi e le nostre preoccupazioni.

Ma avendo te parlato anche di apertura emotiva, la domanda spontanea è: anche provare empatia, sentire (e/o cercare) connessione, è qualcosa che porta al medesimo risultato?

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^'V'^
36 minuti fa, RiderM ha scritto:

Chiaro il discorso sulla ricerca di empatia, con particolare riferimento ai nostri problemi e le nostre preoccupazioni.

Ma avendo te parlato anche di apertura emotiva, la domanda spontanea è: anche provare empatia, sentire (e/o cercare) connessione, è qualcosa che porta al medesimo risultato?

Intanto dividiamo connessione esterna intersoggettiva con connessione interna intra soggettiva.

Ora parliamo di quella esterna, ma non si regge in piedi se uno è disconnesso internamente. Ossia se ha Eros che tira da una parte e Psiche che tira da un'altra, se ha le componenti logiche e razionali che tirano in modo sconnesso da quelle emotive ed istintuali. 

Parlando di connessione esterna, possiamo rischiare di confondere la wokata tristemente implosa sulle sue stesse confabulazioni pseudoscientifiche del maschio che sta ad "aprirsi", a scaricare drama, a cercare validazione delle sue emozioni in una che ne prova di diverse, con la connessione I Shin den Shin. 

L'I Shin Den Shin è un concetto fondamentale nella cultura e filosofia giapponesi, che si può tradurre letteralmente come "comunicazione cuore a cuore". Questo termine, nonostante possa sembrare astratto e complesso, rappresenta una pratica quotidiana nel modo di comunicare giapponese. L'I Shin Den Shin esprime l'importanza di una connessione profonda e intima tra le persone, che permette la trasmissione di pensieri e sentimenti senza la necessità di parole

Prima di tutto, l'I Shin Den Shin è fortemente collegato alla cultura giapponese del rispetto e dell'armonia sociale. Questo concetto implica un'alta capacità di empatia e comprensione per poter "leggere" le emozioni e i pensieri di un'altra persona. Spesso, in Giappone, ciò è più importante della comunicazione verbale diretta. L'I Shin Den Shin ha un ruolo chiave nella manutenzione dell'armonia sociale, permettendo alle persone di comprendere e rispettare le emozioni e i pensieri altrui senza che questi siano espressi apertamente, verbalizzati. 

L'I Shin Den Shin si esprime inoltre attraverso il linguaggio del corpo. La postura, i gesti, gli sguardi, possono tutti trasmettere messaggi che vanno oltre le parole pronunciate. In molte culture, il linguaggio non verbale gioca un ruolo cruciale nel comunicare sentimenti e intenzioni, ma in Giappone, questo aspetto raggiunge un livello superiore di raffinatezza, dovuto in parte al concetto di I Shin Den Shin.

Questo concetto richiede una sensibilità e una consapevolezza delle emozioni altrui che va oltre l'individuo e le sue percezioni in the box, personali. 

Nonostante l'I Shin Den Shin sia un concetto unico e particolarmente radicato nella cultura giapponese, ha delle applicazioni universali. Ad esempio, le competenze di ascolto attivo, l'empatia e la comprensione del linguaggio non verbale sono fondamentali in ogni forma di comunicazione interpersonale, indipendentemente dalla cultura di origine o dal nome più o meno esotico che si voglia dare al fatto di essere vertebrati mammiferi. 

Percepire e connetterci con gli altri a un livello più profondo risuonando il diapason interno su diverse frequenze emotive, non andrebbe confuso con l'immagine tristemente proposta da alcuni decenni, del maschio che vomita il suo drama infantile addosso ad una a cui non potrebbe interessare di meno. 

Specificato questo, so che la tua domanda è diversa. Ma non vorrei si confondesse l'apertura emotiva a quello che provano le altre persone, con la ricerca di comprensione dalle stesse in quella mendicante elemosina di pietà che molti trascinano avanti sperando in un guizzo di accettazione.

 

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Spoiler

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