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Mi ha chiesto di uscire e gli ho detto di no...è sparito


Denise1988

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Wyatt99
2 ore fa, Yuber ha scritto:

La verità è che ci sono fior fiori di giovani meridionali che NON possono lasciare il loro paese di origine perché non ci sono opportunità lavorative decenti, peggio ancora è se questi soggetti non hanno nemmeno un istruzione superiore (laurea). Il loro destino, ahimè, è quello di lavorare nella ristorazione con contratti inesistenti o al massimo assunti con contratto di stage che però sono in realtà dei lavori a tempo pieno. 

Non sempre è così.

Uno deve abbandonare perché se lo sente dentro, non certo per il titolo di studio. 
Ne ho conosciuti a bizzeffe di ragazzi che si lamentano del sud, eppure rimangono ancora qui. Lo fanno perché non hanno voglia veramente di cambiare, e anche perché sai cosa lasci e non sai cosa prenderai.

In pochi mi hanno detto: “Rimango qui perché mi piace abitare qui”.

La verità è che non tutti sono pronti e non è una legge che tutti debbano esserlo.

1 ora fa, Yuber ha scritto:

La realtà è più complessa di così.

Appunto. Come puoi sapere il motivo per il quale la ragazza del topic non se ne sia andata? E poi, perché mai se ne sarebbe dovuta andare?

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Kepak

La vera svolta secondo me è comunque poter vivere in posti diversi durante l'anno.

Tipo tot mesi qui, tot mesi lì tot mesi là etc.

Tutte le società hanno pro e contro, tutte.

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OdetoJoy
Il 4/1/2024 at 13:12, Denise1988 ha scritto:

Ciao! Mi piacerebbe avere la vostra opinione, magari da qualche ragazzo riguardo ciò che mi è successo. Frequento un'associazione di volontariato da quasi 5 anni, lì ho conosciuto un ragazzo più grande di me di 5 anni che mi ha sempre attratto parecchio, sia fisicamente che mentalmente, lo chiameremo Mario. Sono sempre stata fidanzata, dovevo sposarmi e per cui non ho mai approfondito. 6 mesi fa mi sono lasciata e con una scusa banale ho preso il numero di Mario da un gruppo Whatsapp in comune e ho iniziato a scrivergli. Ci sentivamo spesso, più volte al giorno, finchè non mi ha chiesto di uscire.

A me è sembrato troppo presto, ok che ci conosciamo da anni, ma uscire già insieme...

Da allora è sparito, sono passati 3 mesi e non lo vedo e non lo sento più, ha abbandonato anche l'associazione per via del lavoro. Come faccio a farmi scrivere? Non ho intenzione di scrivergli io per prima, non ho fatto nulla di male e non credo di aver torto, non voglio nemmeno apparire bisognosa...anche se lui mi manca 🤔 

 

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31 reazioni di risate, credo sia il messaggio più ilàre della storia del forum

Unico abbraccio, da Aivia Demon, eroe

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vol-à-voile
2 ore fa, Gamebred ha scritto:

Fare il cameriere a Londra è davvero questo passo in avanti? Il 90% di quelli che se ne va poi alla fine torna in Italia.

E' un discorso molto complesso e articolato e non sempre rimane sul fatto che uno va fuori per fare il lavoro di cameriere per poi tornare in Italia con un paio di dindini in più.

C'è tanta gente che è andata a Londra per evadere dal paesino di Perpetue, per apprendere la lingua e cercare ulteriori sbocchi, per formarsi e chissà formare altri. 
Fare il cameriere fuori è qualcosa di simbolico, non sempre (oserei dire quasi mai) è un qualcosa di vocativo. 

E' paradossale che prima la gente andava in massa con barconi, ora invece abbiamo le low-cost e nessuno vuole più andare all'estero a fare esperienza. 
E' vero che il Brexit ha fermato tutto ma è anche altresì vero che nessuno osa più andare a farsi le ossa in altri paesi come Francia o Germania proprio perché manca lo spirito di sacrificio che c'era prima.
Paradossalmente, oggi come oggi vedo molto più movimento fra i 30enni che fra i 18enni e la cosa mi sorprende: a 18 anni avevo già all'attivo 5 anni di fila in Inghilterra per farmi le ossa con l'inglese, e il primo anno di università ero già a Cambridge a passarmi l'estate a lavorare in un pub mentre i miei amici erano sul Gargano a limonarsi svedesi e tedesche a Ferragosto.

Ci si è adagiati su uno pseudo-status di benessere che secondo me ha praticamente rimosso quel simbolismo dietro al "fare il cameriere a Londra", non so se mi spiego

Modificato da vol-à-voile
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Celeste

Non ho mai parlato di andare necessariamente altrove. Mia mamma ha rivoluzionato il tenore familiare, dopo i suoi quarant’anni e restando in Sicilia. Ne ho già parlato qui.

Peró io la vedevo, lì, col culo sulla sedia a preparare Fisica 2, facendo gli esercizi la sera mentre noi bambine le rompevamo i coglioni, con un lavoro e una casa da portare avanti (niente aiuti, neanche dal marito, ovvio).

Quindi mi è perfettamente chiaro che i risultati arrivino solo con il sacrificio, e l’impegno, quello vero. 
Che non è di certo il dedicare due ore ad un’attività, così, a caso, quando ti gira e ne hai piacere ed ispirazione, e poi dire “Ci ho provato…ma nulla è arrivato! Che posso farci??!”.

Eh, no.

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Gamebred
44 minuti fa, vol-à-voile ha scritto:

nessuno vuole più andare all'estero a fare esperienza. 

Siamo perfettamente d'accordo allora. Andare all'estero per fare esperienza è una cosa buonissima e consigliatissima. Se proprio volete farmi fare la fatica di ripescare i post in cui lo dico in molti thread, la faccio 😂

 

Però, appunto, per fare esperienza. Non prendiamo fischi per fiaschi. 

 

PS: Perdona la curiosità sulla tua vita personale, ma se a 13 anni eri in Inghilterra... Questo significa che ti ci ha portato la tua famiglia, o sbaglio? 

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vol-à-voile
26 minuti fa, Gamebred ha scritto:

Questo significa che ti ci ha portato la tua famiglia, o sbaglio? 

È una storia lunga, ma te la riassumo in breve: sono considerato vittima dello stato per una questione personale privata, per cui no.. no mi ci ha potuto portare la mia famiglia ma erano delle iniziative a cui mi iscrivevano e partecipavo per non farmi sentire diverso dagli altri, tutto qui 

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kkk4
6 ore fa, Yuber ha scritto:

Il tuo ragionamento è senz'altro corretto, il problema è che stai dando per scontato che la nostra utentessa faccia un lavoro che la tiene a distanza dal gossip e la malata vita sociale del suo paesino.

La verità è che ci sono fior fiori di giovani meridionali che NON possono lasciare il loro paese di origine perché non ci sono opportunità lavorative decenti, peggio ancora è se questi soggetti non hanno nemmeno un istruzione superiore (laurea). Il loro destino, ahimè, è quello di lavorare nella ristorazione con contratti inesistenti o al massimo assunti con contratto di stage che però sono in realtà dei lavori a tempo pieno. 

Sto parlando di 800€ al massimo 1000€ al mese, capisci che con questi presupposti ne diviene impossibile per queste persone allontanarsi dal loro paese di origine e da queste dinamiche .

Inoltre molte persone non riescono a sopportare questo tipo di pressione sociale ed è per questo che si attengono a queste "regole".

Io ribadisco che non me la sento di condannare questa utentessa per suddette ragioni.

Triangolo di Bergamo, Piacenza, Vicenza...lì cercano operatori CNC come matti, idem intorno Bologna.

Formano loro, stipendio intorno i 1600€ durante la formazione, poi ovviamente sale.

Facevo assistenza tecnica su dei prodotti che usavano durante le lavorazioni, i caporeparto venivano quasi piangendo da me, alcuni mi chiedevano se conoscevo qualcuno...vedi te.

 

5 ore fa, giannicarlo ha scritto:

Volere è potere. Basta mandare dei curriculum in riviera se proprio vuoi spostarti e lavorare.

E sicuramente verrebbero pagati più lì che in meridione.

Io per dire sono partito con 200 euro in tasca e la certezza di avere un lavoro in UK, dove mi sono ritrovato alla mercè di un napullo che mi sfruttava. Poi dopo un tot di mesi e aver migliorato il mio inglese mi sono trovato un altro lavoro in una città diversa. 

La verità è che stanno comodi dove stanno e non vogliono spostarsi, sennò una soluzione la troverebbero.

Vero, lo dico da terrone che lavora al nord Italia, principalmente sono stato mosso da

1) scarsità di lavoro al sud

2) voglia di vivere una realtà diversa

3) voglia di provare club e figa del nord

1 ora fa, Celeste ha scritto:

Non ho mai parlato di andare necessariamente altrove. Mia mamma ha rivoluzionato il tenore familiare, dopo i suoi quarant’anni e restando in Sicilia. Ne ho già parlato qui.

Peró io la vedevo, lì, col culo sulla sedia a preparare Fisica 2, facendo gli esercizi la sera mentre noi bambine le rompevamo i coglioni, con un lavoro e una casa da portare avanti (niente aiuti, neanche dal marito, ovvio).

Quindi mi è perfettamente chiaro che i risultati arrivino solo con il sacrificio, e l’impegno, quello vero. 
Che non è di certo il dedicare due ore ad un’attività, così, a caso, quando ti gira e ne hai piacere ed ispirazione, e poi dire “Ci ho provato…ma nulla è arrivato! Che posso farci??!”.

Eh, no.

Nice, respect per tua mamma, sembra che abbiamo origini simili.

E proprio sulla fisica 2, ricordo di averla studiata spesso sull'autobus tragitto uni-lavoro.

Modificato da kkk4
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Yuber
4 ore fa, Celeste ha scritto:

Due parole, da una conoscitrice dei suoi polli.

Non ti lasciare infinocchiare da una certa retorica. Gran parte dei terroni che stanno lì a lagnarsi e menartela lunga, per impietosirti, parlandoti degli 800 euro sputati mensili, con il teatrino del “Vorrei tanto, ma non ho possibilità!! Mannaggia al cielo!!” è gente che guarda caso, tanto per farti un esempio, un libro, non l’ha mai aperto.

Vorrebbe, eh, vorrebbe tanto elevarsi (mamma mia, se lo vuole! La volontà c’è, c’è!!) ma non puó per questo dannato Sud che ha attaccato alle ossa…che, a quanto pare, impedisce perfino la lettura di un romanzo in copertina flessibile a 9 euro, durante gli innumerevoli pomeriggi estivi passati sdraiati sulla “spiaggia libera”.

Una disgrazia, colpa certamente di un destino cinico e baro, che è indicativa di quanto poco senso di responsabilizzazione e obiettività abbiano certi soggetti. E anche voglia di fare, impegnarsi, sbattersi, fallimento dopo fallimento.

Questi lamentosi fanno grande rumore, naturalmente. Gli altri non li senti, perché sono concentrati, a testa china, a provare e riprovare, a ingegnarsi, sputando sangue, per migliorare la loro condizione.

Non farti impietosire dunque da certe manfrine cantilenate dei miei compaesani. 
Sono l’equivalente dei beach boys sulle coste keniote, che ti rifilano storie struggenti e strappalacrime su famiglie da mantenere e situazioni disastrose…e poi se tu, turista coglione, gli allunghi venti euro, corrono a spenderseli in alcolici e giocate alle slot machine.

La voglia, quella vera, quella che ti consuma le meningi, di evolversi, di migliorare, di cambiare, di imparare…molti miei compaesani non sanno neanche dove stia di casa. Grande allenamento dei dotti lacrimali, e poco altro.

 

Scusami tanto eh ma anche il tuo intervento è infarcito di retorica.

Io sono campano, e si, ci sono tanti ragazzi che non si muovono da casa  e non hanno voglia di lavorare  , ma non si possono ignorare quelli che vorrebbero uscire da casa ma non possono farlo perché gli stipendi in genere non lo permettono.

Mi espongo personalmente su questo tema, io mi sono laureato da poco e parlo 3 lingue e finora ho fatto solo due stage non pagati e sto riscontrando delle serie difficoltà a trovare anche solo un lavoro che comprenda un contratto di stage con rimborso spese ad 800 euro al mese, ora mi spieghi come cavolo si fa a costruirsi un futuro con questi presupposti? Io sono sicuro che riuscirò a risolvere questo problema ma non si può, a parer mio, ignorare la condizione pietosa in cui versa il nostro mercato del lavoro, chi non ha un istruzione superiore non ha diritto a vivere una vita dignitosa? O devono fare per forza lavori massacranti e malpagati? Non so ma per me tutto questo è ingiusto, ed è ingiusta anche la posizione di chi dice: " ai miei tempi ho lavorato tantissimo e non venivo pagato ma non mi lamentavo" il fatto che nella vita questi soggetti abbiano mangiato merda non significa che anche tutti gli altri devono accettare questo trattamento.

Se ho capito bene il ragionamento che va per la maggiore in questo thread, chi esce dal suo paesino con soltanto una maglietta e le scarpe nella valigia è un eroe, chi invece pensa che andare in un paese straniero senza ne arte ne parte sia inutile controproducente è soltanto un fannullone o mammone o chissà cosa altro.

Le persone che conosco che vivono e lavorano all'estero fanno una vita non molto dissimile da quella che farebbero qui e anzi, molti ritornano perché seppur guadagnino in media più soldi di quelli che guadagnerebbero qui, la vita è altrettanto cara e i ritmi e gli stili di vita sono differenti senza contare la lingua differente, queste sono solo una parte delle  considerazioni che si devono fare per valutare l'idea di andare a vivere e lavorare all'estero.

Discorso diverso invece è se si vuole fare un'esperienza all'estero, in quel caso anche il cameriere, barista, lavapiatti, magazziniere ecc. sono delle ottime opzioni, ma da qui a dire che oltre la manica o sulle sponde del fiume Reno ci sia la nuova America ce ne passa.

 

 

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