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La diversità prima attrae… e poi allontana…


Montparnasse

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Montparnasse

Questo post nasce da una consapevolezza precisa, maturata negli ultimi tempi riflettendo sulle mie ex LTR e sul modo in cui sono cominciate e finite.

Non ho mai creduto alla teoria secondo la quale i poli opposti si attraggono, perché sono sempre stato convinto che una storia funziona tanto meglio quanto le due persone sono simili e condividono, oltre che la stessa visione della storia, interessi e passioni in comune.

Eppure, analizzando attentamente queste storie, mi sono accorto che non era stata l’affinità a far nascere l’attrazione da parte delle ragazze, ma qualcos’altro. Infatti, dando per scontato un minimo di attrazione fisica, penso di non sbagliarmi di molto affermando che molte volte la donna rimane colpita non tanto dall’affinità di interessi con un uomo, quanto dalla differenza che egli mostra rispetto al contesto sociale in cui lei è abituata a vivere. Un uomo estraneo alle frequentazioni usuali, conosciuto in circostanze particolari, diventa quindi attraente e un potenziale partner sessuale proprio in virtù della sua diversità.

A me è successo più di una volta di non appartenere al contesto sociale delle mie ex. L’attrazione da parte loro era scattata proprio in virtù di qualche elemento caratterizzante della mia personalità (per esempio, il modo in cui le avevo approcciate, o il mio modo di pensare, un po’ fuori dagli schemi), diverso dalle loro abitudini, e semmai la condivisione di interessi in comune, che ci permetteva di stare bene insieme facendo cose che ci piacevano molto, aveva fatto sì che la storia continuasse, diventando una LTR. In sostanza loro avevano trovato in me uno o più elementi che ricercavano e che i ragazzi del loro consueto contesto sociale non erano in grado di dargli. Infatti in coppia andavamo d’accordissimo, proprio perché eravamo simili, condividevamo le stesse idee e interessi, c’era una grande affinità. Le liti erano rare e sempre per sciocchezze e in genere ci riappacificavamo quasi subito.

La mia diversità rispetto al loro contesto sociale tuttavia emergeva, soprattutto quando ci trovavamo insieme a persone della loro cerchia di frequentazioni abituali, nelle quali io venivo inserito: spesso venivo respinto a priori da questi gruppi preformati e, per quanto provassi a integrarmi, sentivo che da parte loro c’era una certa difficoltà ad accettarmi. Vedevo che le mie compagne ne soffrivano (comprensibilmente), ma purtroppo non c’era molto che potessi fare, perché le differenze erano troppe e troppo marcate. Percepivo confusamente che, in qualche modo, loro desiderassero che io fossi come gli altri uomini della loro cerchia, ma ovviamente io non potevo esserlo né diventarlo. Inoltre non capivo per quale motivo io dovessi diventare come quelli, visto che ciò che mi aveva reso attraente ai loro occhi era proprio il fatto di essere diverso.

Così, alla lunga, la diversità, dall’attrazione iniziale, generava un disagio sempre più forte, evidente non solo a me ma anche a loro e ai loro circoli sociali; da qui, per esempio, le pressioni da parte delle amiche per riflettere sulla nostra storia e pensare di lasciarmi (cose realmente accadute) e via dicendo. Tant’è che, per questo motivo (e altri), le storie finivano.

Ci ho messo un po’ per capirlo (anche perché dovevo confrontare episodi lontani nel tempo), ma poi mi è risultato chiaro che il motivo principale per cui l’attrazione era svanita era che non rispondevo più a ciò che loro volevano. La diversità che mi aveva reso attraente ai loro occhi era diventata motivo di fastidio e distacco. Sembra un controsenso, ma va chiarito che una donna cerca sempre di cambiarti un po’, e il non riuscirci evidentemente genera una forma di rigetto nei tuoi confronti.

Poi ho riflettuto ancora, collegando il fatto che le mie ex LTR mi dicevano praticamente la stessa cosa dei loro nuovi fidanzati: “Siamo ai poli opposti ma forse è proprio questo il segreto della riuscita del rapporto”. E io, ovviamente, ancora non capivo. Se con me che ero simile a loro stavano così bene, come potevano stare ugualmente bene con il loro polo opposto?

Ma in realtà non è così difficile da comprendere.

Come ho scritto in altri post, le donne sono fortemente condizionate dal conformismo sociale (e anche noi lo siamo). È naturale, perché il conformismo permea e avvolge le nostre vite da quando veniamo al mondo a quando ce ne andiamo, e influenza tutti i nostri rapporti con la realtà esterna, sul lavoro, nella vita di coppia, nel tempo libero, nelle nostre scelte quotidiane.

Nella vita sentimentale accade così a volte che una donna scelga il proprio compagno non tanto sulla base delle affinità caratteriali, ma sulla base dell’affinità tra lui e il contesto sociale cui lei appartiene. Cioè l’esatto opposto di quello che è accaduto a me. Questo è il motivo per cui spesso una ragazza si fidanza con il miglior amico del cugino, anche se non hanno palesemente nulla in comune: perché fa parte delle sue frequentazioni, se lo trova lì, non deve far altro che adeguarsi alla situazione contingente ed è di certo molto più facile che mettersi in gioco con un estraneo, che poi sarà più difficile cercare di inserire in quel gruppo.

Prima io non capivo perché trascuravo un dettaglio fondamentale, cioè che questi uomini, a differenza di me, erano stati scelti proprio all’interno di un contesto sociale che le mie ex già frequentavano, e ciò permetteva al rapporto di funzionare. Infatti con questi nuovi fidanzati loro uscivano molto di più in gruppo di quanto non facessero quando stavano con me. E questa condizione, confortevole e “sicura”, era così vantaggiosa che da sola bastava a compensare la mancanza di interessi in comune o le frequenti liti dovute a forti differenze caratteriali.

Non so se vi ci ritrovate, ma volevo comunque condividere questa mia presa di coscienza.

Che per portarsi a letto una ragazza che ci piace non c’è storia, il PUA batte l’AFC 10 a 0, e siamo d’accordo. Ma per una LTR, non è detto che sia così. Perché alla lunga (e l’ho provato non una, ma molte volte sulla mia pelle) per la donna il riconoscimento sociale della storia finisce per contare molto, anche a costo di stare con un uomo che condivide poco/nulla dei suoi interessi (se ne ha) e di litigare più spesso di quanto non facesse con un altro.

Questa è, per come la vedo io, la cruda realtà da tenere presente quando iniziamo un rapporto con qualcuna e ci frulla in mente l’idea di far durare la storia abbastanza a lungo.

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^X^

Quello che scrivi è tristissimo, ma ho provato sulla mia pelle quanto sia vero... non posso che condividere senza aggiungere nulla.

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maxcavezzi

se si fa una statistica delle coppie nostre conoscenti nate in circoli sociali e di quelle nate per incontri occasionali.. chi vince???

Per me vincono quelle in circoli sociali in rapporti.. 7/8 volte tanto..

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ambigramma

Thread interessantissimo.

Rientro anch'io tra le folte(?) schiere dei detrattori della teoria degli opposti, anche se più che in termini di affinità caratteriale tendo a ragionare in termini di compatibilità caratteriale (il grado di sovrapposizione tra queste è comunque molto elevato).

In particolare credo che una certa similarità sia fondamentale per quegli aspetti caratteriali che si esplicano in prevalenza all'interno della coppia stessa, e meno importante per quei tratti della personalità legati anche, o soprattutto, a dinamiche sociali.

Mi piace ad esempio pensare che una lei timida e un lui estroverso possano andare molto d'accordo, e forse completarsi a vicenda, ma dubito che una lei dolce-appiccicosa e un lui scostante possano resistere a lungo senza esplodere.

[...]quanto le due persone sono simili e condividono, oltre che la stessa visione della storia,[...]

Aggiungerei anche "lo stesso modo di vivere la storia" (sempre che non fosse già incluso nella tua definizione): idee compatibili sul tradimento, livelli simili di (in)dipendenza dal partner, soglia di gelosia settata su valori non troppo diversi, etc.

Ma sto scivolando verso l'off-topic.

Nella vita sentimentale accade così a volte che una donna scelga il proprio compagno non tanto sulla base delle affinità caratteriali, ma sulla base dell'affinità tra lui e il contesto sociale cui lei appartiene. Cioè l'esatto opposto di quello che è accaduto a me. Questo è il motivo per cui spesso una ragazza si fidanza con il miglior amico del cugino, anche se non hanno palesemente nulla in comune: perché fa parte delle sue frequentazioni, se lo trova lì, non deve far altro che adeguarsi alla situazione contingente ed è di certo molto più facile che mettersi in gioco con un estraneo, che poi sarà più difficile cercare di inserire in quel gruppo.

Se oltre alla pressione sociale ci fossero altre ragioni, magari "logiche"?

- la donna si trova a proprio agio nel proprio contesto sociale poichè le persone che ne fanno parte hanno affinità caratteriali con lei. Se l'"estraneo" non garba alle sue frequentazioni, probabilmente non è adatto a lei.

- le LTR in cui è già presente una base di amicizia consolidata (o di frequentazione assidua) di solito resistono meglio, forse perchè da più tempo si conosce qualcuno, più è più improbabile che questi ci stupisca tirando fuori lati nuovi e inaspettati.

- l'amico del cugino viene percepito come più "sicuro" di un estraneo, per lo stesso motivo per cui non ci si fida degli sconosciuti su internet, ma non ci sono problemi a parlare su messenger con il barista del bar sotto casa dell'amico del fratello.

- le social skills sono tenute in gran conto da una certa percentuale della popolazione femminile. Mancata integrazione nel gruppo = basse social skills (agli occhi di lei).

Modificato da ambigramma
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Montparnasse

^X^ e ambigramma, grazie per la reputation.

Quello che scrivi è tristissimo

Infatti non hai idea di che delusione sia stata rendermi conto che certe mie (ormai) ex erano simili a tante altre...

Per me vincono quelle in circoli sociali in rapporti.. 7/8 volte tanto..

Diciamo anche 10 volte tanto.. :ROTFL:

Se oltre alla pressione sociale ci fossero altre ragioni, magari "logiche"?

- la donna si trova a proprio agio nel proprio contesto sociale poichè le persone che ne fanno parte hanno affinità caratteriali con lei. Se l'"estraneo" non garba alle sue frequentazioni, probabilmente non è adatto a lei.

- le social skills sono tenute in gran conto da una certa percentuale della popolazione femminile. Mancata integrazione nel gruppo = basse social skills (agli occhi di lei).

Sicuramente ci sono anche ragioni logiche, non c'è dubbio.

E' chiaro che la donna si trova a proprio agio nel contesto sociale perché le persone che lo compongono le sono affini. Ma a volte capita (e a me è capitato) che cerchi un uomo che ha poco o nulla a che vedere con questo contesto. Le ragioni possono essere molteplici: voglia di novità, di cambiare, ecc. Oppure perché, sotto sotto, quel contesto sociale gli sta stretto e cerca qualcosa che possa emozionarla di più. O magari semplicemente perché quell'uomo è così attraente che non riesce a resistergli (l'attrazione non è una scelta), pur sapendo che difficilmente riuscirà a integrarlo nel contesto sociale. Infatti poi non ci riesce, e allora è come se uscisse da una sorta di incantesimo, e l'attrazione viene meno.

Quanto alle social skills, è vero ciò che scrivi, ma va anche detto, per quanto riguarda me, che io faccio abbastanza fatica a trovare qualcosa con cui parlare con certe persone, perché certe persone non hanno proprio NULLA da dire. Devo biasimarmi per questo? Penso di no.

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ambigramma
ma va anche detto, per quanto riguarda me, che io faccio abbastanza fatica a trovare qualcosa con cui parlare con certe persone, perché certe persone non hanno proprio NULLA da dire. Devo biasimarmi per questo? Penso di no.

Spero di no, se non altro perchè conosco anch'io fin troppo bene quella sensazione - nel mio caso quasi sempre legata ad un ancora più sgradevole senso di disagio ("che ci faccio a perder tempo qui?").

Quello che trovo veramente inusuale è avere così tanto in comune con la HB e pochissimo o nulla col resto del gruppo...

mi verrebba da pensare che o si tratta di uno dei casi in cui

quel contesto sociale gli sta stretto e cerca qualcosa che possa emozionarla di più.

(ma allora logica vorrebbe che si allontanasse dal gruppo, invece che cercare di integrarvi il partner)

o che il gruppo si sta comportando in modo volutamente innaturale e per nulla spontaneo, come se stesse facendo mobbing verso il nuovo arrivato.

Per curiosità... lei come ti sembrava, in presenza dei suoi amici? Imbarazzata e a disagio? Oppure rilassata e naturale?

Molte persone non riescono ad essere sè stesse nel loro contesto sociale in presenza di un partner esterno... può essere destabilizzante, soprattutto se gli altri lo notano.

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nonloso

Non ho esperienze in merito, quindi ciò che dite per me è verita. Però voglio porre un quesito, noi dovremmo integrarci nell'ambiente dell'HB, ma vale anche il contrario? Cioè se l'HB si integra nel nostro circolo, può andare bene?

Forse mi sono espresso male, ma molto più meccanicamente non potrebbe essere semplicemente una lotta fra i frame, cioè chi riesce ad attirare l'altra metà nel proprio circolo e riesce a farla accettare dal circolo, vince? Anche se è più importante che l'uomo sia accettato dal gruppo della HB, secondo il suo punto di vista.

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Montparnasse
Quello che trovo veramente inusuale è avere così tanto in comune con la HB e pochissimo o nulla col resto del gruppo...

mi verrebba da pensare che o si tratta di uno dei casi in cui

quel contesto sociale gli sta stretto e cerca qualcosa che possa emozionarla di più.

(ma allora logica vorrebbe che si allontanasse dal gruppo, invece che cercare di integrarvi il partner)

o che il gruppo si sta comportando in modo volutamente innaturale e per nulla spontaneo, come se stesse facendo mobbing verso il nuovo arrivato.

Onestamente penso siano molto rare le Hb disposte ad allontanarsi dal gruppo (meglio dire contesto) per un uomo.

Voglio dire, la figura della donna che molla tutto e tutti per il grande amore è roba da film o da romanzo d'appendice, ma nella vita reale la vedo abbastanza improbabile. Credo che ci vorrebbe una grande autocoscienza (o all'inverso una grande incoscienza) per farlo.

Oltretutto io mi ritengo sufficientemente realista da non aver mai preteso questo da nessuna, né lo pretenderei mai.

Quindi trovo logico, in ottica femminile, cercare di integrare il partner all'interno del proprio contesto. Un modo per avere "botte piena e fidanzato ubriaco". Ma il contrasto partner-contesto sociale esiste, credimi. Discende dall'attrazione per ciò che è "diverso", contro ogni buon senso.

Poi mi è capitato anche il "mobbing". Nel senso di amiche (soprattutto) cui non andavo a genio e che facevano campagna promozionale contro di me, o in generale persone che tendevano a emarginarmi. Ma in fondo fa parte della naturale diffidenza/avversione degli esseri umani per chi invade il loro territorio. E' una forma di difesa dello spazio vitale. Quando hai una storia con una ragazza conosciuta dal nulla, cominci ad abituarti anche a questo, e non mi ha mai infastidito troppo. Ero più dispiaciuto di scoprire che le mie Hb si rivelassero affini a persone con cui non avevo nulla da spartire.

Per curiosità... lei come ti sembrava, in presenza dei suoi amici? Imbarazzata e a disagio? Oppure rilassata e naturale?

Molte persone non riescono ad essere sè stesse nel loro contesto sociale in presenza di un partner esterno... può essere destabilizzante, soprattutto se gli altri lo notano.

Loro (non posso che parlare al plurale, perché è capitato più volte) ovviamente erano a disagio. Si sentivano strette tra due ruoli e non sapevano bene come muoversi.

Però voglio porre un quesito, noi dovremmo integrarci nell'ambiente dell'HB, ma vale anche il contrario? Cioè se l'HB si integra nel nostro circolo, può andare bene?

Forse mi sono espresso male, ma molto più meccanicamente non potrebbe essere semplicemente una lotta fra i frame, cioè chi riesce ad attirare l'altra metà nel proprio circolo e riesce a farla accettare dal circolo, vince? Anche se è più importante che l'uomo sia accettato dal gruppo della HB, secondo il suo punto di vista.

Non saprei. Giustamente allarghi il discorso anche alla controparte e diventa più complesso.

Non ho mai vissuto le storie con l'idea che ci sia chi vince e chi perde. Troppo faticoso, e in ultima analisi, secondo me inutile.

Va da sé che due persone non possono bastare a se stesse oltre un certo periodo di tempo, quindi la frequentazione con altri è necessaria. Per quanto mi riguarda non ho mai richiesto l'integrazione come condicio sine qua non. Se ai miei amici non piaceva quella HB, tenevo conto dell'opinione, ma non mi facevo influenzare troppo. Anche perché anni fa scoprii che un mio presunto amico (ora ex amico...) mi parlava male di una certa HB perché voleva bombarsela lui. :ROTFL:

P.S.

Aggiungo che chiaramente, essendomi successa più di una volta questa situazione, ho fatto autocritica chiedendomi se avevo io qualcosa che non andava, e provvedendo col tempo a smussare alcune spigolature del mio carattere, ma non ho ottenuto grandi risultati. Motivo per cui ritengo che sia un fattore più loro che mio.

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ambigramma
Onestamente penso siano molto rare le Hb disposte ad allontanarsi dal gruppo (meglio dire contesto) per un uomo.

Voglio dire, la figura della donna che molla tutto e tutti per il grande amore è roba da film o da romanzo d'appendice, ma nella vita reale la vedo abbastanza improbabile. Credo che ci vorrebbe una grande autocoscienza (o all'inverso una grande incoscienza) per farlo.

Allontanarsi da amicizie consolidate e da un contesto "rassicurante" per un uomo è senz'altro roba da psycho (o da HB eccessivamente LTRcentriche o molto giovani), ma ho conosciuto più di una donna che, trovandosi male nel proprio contesto sociale, ha "sfruttato" la LTR per integrarsi in quello del partner e conoscere nuova gente.

Quindi trovo logico, in ottica femminile, cercare di integrare il partner all'interno del proprio contesto. Un modo per avere "botte piena e fidanzato ubriaco". Ma il contrasto partner-contesto sociale esiste, credimi.

In effetti questo thread mi sta aprendo gli occhi su dinamiche a me pochissimo familiari, ma che paiono tuttavia fin troppo diffuse. :ROTFL:

Modificato da ambigramma
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Montparnasse
Allontanarsi da amicizie consolidate e da un contesto "rassicurante" per un uomo è senz'altro roba da psycho (o da HB eccessivamente LTRcentriche o molto giovani), ma ho conosciuto più di una donna che, trovandosi male nel proprio contesto sociale, ha "sfruttato" la LTR per integrarsi in quello del partner e conoscere nuova gente.

Certo, succede anche questo e l'ho visto succedere.

Ma è il presupposto di partenza a essere diverso.

Nel caso di cui parli tu c'è proprio un problema a monte, cioè la donna si sente a disagio nel suo contesto e cerca un modo per crearsene un altro in cui poi confluire.

Nei casi di cui parlo io, invece, in realtà lei non vive realmente male all'interno di quel contesto. Semplicemente si sente attratta da alcune caratteristiche che un uomo estraneo a esso possiede, attrazione che la porta ad avvicinarsi a lui, mantenendo però saldo il contatto con il contesto di partenza. Se vuoi è una specie di "vacanza" in cui lei sospende temporaneamente ogni forma di valutazione critica (infatti non si rende conto di alcune cose palesemente evidenti), salvo poi riappropriarsene quando razionalizza e si rende conto che lui è diverso da come pensava che fosse (o meglio, da come lui era sempre stato senza che lei riuscisse ad accorgersene).

In effetti questo thread mi sta aprendo gli occhi su dinamiche a me pochissimo familiari, ma che paiono tuttavia fin troppo diffuse. :ROTFL:

Questo è uno degli aspetti positivi di un forum come IS. :p

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