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Montparnasse
Inviato

Mi sono sempre chiesto quanto la cultura, in un paese sostanzialmente arretrato e ignorante come il nostro, possa essere un valore aggiunto in ottica seduttiva.

Io mi ritengo un uomo di cultura medio-alta: sono laureato e svolgo un lavoro di tipo intellettuale. Leggo molti libri, guardo film, ascolto musica, sono informato e penso di avere una buona proprietà di linguaggio e scrittura; inoltre ho imparato a utilizzare le mie conoscenze nella vita quotidiana, perché il mero possesso di nozioni è solo sterile erudizione fine a se stessa e non può definirsi cultura.

Nella mia vita ho frequentato in gran parte donne di cultura teoricamente pari alla mia (laureate o quantomeno di formazione universitaria), salvo poi accorgermi con sconcerto che alcune di loro mostravano coefficienti di ignoranza impressionanti. Ho frequentato anche, in misura minore, donne che non avevano una solida base culturale, non certo per snobismo ma perché le occasioni di incontro sono state minori.

Anche prima di conoscere la seduzione, ho sempre cercato di sfruttare la mia cultura per fare buona impressione sulla ragazze che mi piacevano. Lo ritenevo un vantaggio e, pur non leggendo/guardando film/ecc. appositamente per questo motivo, pensavo mi avrebbe aiutato molto.

E quindi, a 20 anni, nella mia ingenuità, pensavo di fare colpo sulle ragazze sfoggiando di fronte a loro il mio sapere, ma ottenevo spesso reazioni piuttosto negative, diverse da quelle che mi aspettavo; infatti non mi ero ancora reso conto che le donne vogliono divertirsi con gli uomini, e non venire indottrinate da loro. Inoltre alcune di loro restavano scocciate dal mio modo di fare, perché lo reputavano troppo saccente e quindi antipatico.

Così ho aggiustato il tiro, cercando di far passare la mia cultura in maniera indiretta, suggerendo invece di affermare, facendo capire invece di dichiarare esplicitamente, e via dicendo. In sostanza cercavo di trasmettere il messaggio che ero una persona piacevole, divertente, con cui si poteva ridere e scherzare e stare bene, e poi anche una persona colta (il che non guastava).

In molti casi le reazioni sono state positive, perché loro apprezzavano questo lato di me; mi sembrava di percepire che forse ne avrebbero anche fatto a meno, ma dato che c’era, e non era fastidioso ma piacevole, lo accettavano di buon grado. In altri casi le reazioni sono state di puro disinteresse, ma comunque non penso di essere mai stato rifiutato per questo motivo.

In base alle mie esperienze posso provare a tracciare un quadro abbastanza realistico di come le donne si pongono nei confronti della cultura.

In genere, le donne più colte si pongono in maniera migliore nei confronti di un uomo colto, in quanto percepiscono un’affinità di interessi; di contro, però, la cultura farà su di loro un’impressione meno forte, in quanto più abituate a frequentare una certa tipologia di uomini sul lavoro o nei circoli sociali. Le donne meno colte, invece, inizialmente sentono una certa distanza con l’uomo che dimostra di avere molta cultura, ma a volte questa distanza si trasforma in ammirazione, in quanto sono abituate a frequentare uomini più ignoranti, e la grande differenza con essi potrebbe sorprenderle positivamente.

Con una certa sorpresa ho però assistito a donne di una certa cultura che andavano con uomini incredibilmente ignoranti e grossolani, quasi come a voler segnare un distacco con il loro naturale ambiente di vita, che forse consideravano troppo rigido e noioso. Infatti uno dei rischi dell’uomo colto è quello di non riuscire a trasformare la propria cultura in un elemento di attrazione e fascino, passando quindi per il secchione di turno. Mentre invece “l’uomo della strada” è spesso molto più disinvolto e spiccio: poche parole e molti fatti (e la decisione è essenziale quando si vuole sedurre una donna). E, in effetti, la cultura in sé non credo sia sufficiente a sedurre una donna, a meno naturalmente di non essere un intellettuale famoso.

Ma qui si ricade nel classico social proof, e forse la situazione è diversa. Per esempio, negli anni 50 l’occhialuto drammaturgo Arthur Miller sedusse e poi sposò l’icona sexy di tante generazioni, Marilyn Monroe, una donna che avrebbe potuto avere praticamente ogni uomo che voleva. A cosa era dovuta, quindi, l’attrazione verso di lui? Probabilmente alla sua fama, al suo successo: cioè al suo social proof. Perché io dubito fortemente che Marilyn abbia letto i lavori di Miller e, rapita da quelle pagine, si sia innamorata di lui. Generalizzando, si potrebbe dire che quando una donna sta con un intellettuale, probabilmente non ha nemmeno letto i suoi libri, ed è l’autorità in materia che lui rappresenta (social proof) ad averla convinta a concedersi.

Quindi, per concludere, direi che a parte pochi fortunatissimi famosi intellettuali, il cui social proof è tale da permettere loro di attrarre le donne (ma in questo caso non è tanto la cultura in sé ad attrarre, quanto piuttosto la fama), gli uomini di cultura medio-alta, ma privi di una conclamata riprova sociale, non possono fare affidamento solo su di essa. Quindi la cultura va sapientemente mescolata ad altri elementi, non nascosta ma nemmeno ostentata, a rischio di passare per dei noiosi sapientoni. Si può fare DHV con le proprie conoscenze culturali, senza però eccedere nell’enfatizzarle, altrimenti la donna che vogliamo conquistare potrebbe pensare di non essere all’altezza di tanta cultura e dirottare il proprio interesse verso un uomo meno sofisticato.

In sostanza, la cultura deve essere un “sottofondo” dei dialoghi e delle conversazioni, un elemento che è tanto più forte quanto più appare nei dettagli, marginalmente, e non si vede. Come esempio, se abbiamo letto un libro che ci è piaciuto molto, sarà meglio inserirlo in una conversazione in modo indiretto, cogliendo lo spunto da altri argomenti e parlando anche delle sensazioni ed emozioni che ci ha lasciato, piuttosto che metterci a raccontare la storia e fare la “recensione” in diretta, con tanto di citazioni dotte da altri libri. In questo modo riusciremo anche a mostrare le nostre passioni e il tutto apparirà più naturale.

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Urza
Inviato (modificato)
Mi sono sempre chiesto quanto la cultura... Come esempio, se abbiamo letto un libro che ci è piaciuto molto, sarà meglio inserirlo in una conversazione in modo indiretto, cogliendo lo spunto da altri argomenti e parlando anche delle sensazioni ed emozioni che ci ha lasciato, piuttosto che metterci a raccontare la storia e fare la “recensione†in diretta, con tanto di citazioni dotte da altri libri. In questo modo riusciremo anche a mostrare le nostre passioni e il tutto apparirà più naturale.

per quale motivo "la cultura" dovrebbe renderti più attraente? alle donne piace il classico tipo con le palle

Modificato da Urza
bourne
Inviato
per quale motivo "la cultura" dovrebbe renderti più attraente? alle donne piace il classico tipo con le palle

sottoscrivo, la cultura è un'ottima cosa se coltivata solo per se stessi; non credo contribuisca ad attrarre. guardatevi in giro: le donne più belle, le hb più carine vanno con uomini che molto spesso hanno una cultura medio bassa, segno che per le donne è un elemento non essenziale e di cui un uomo può anche esser privo se compensa in altro modo. Difficilmente troverai donne affascinanti passeggiare per la "Rive gauche", ma ne troverai a palate in discoteca dove, con la musica assordante, l'utilità della cultura è pari a 0.

Kant84
Inviato

La cultura in se non è un valore seduttivo.

Il tutto, come sempre, sta nella personalità.

La cultura intesa come mero recipiente pieno di nozioni non ha nessun effetto.. direi irrilevante e neutro a 35 anni.. e devastante a 20.

A 20 poichè l'idea generale del secchione appunto, è quella di un emarginato, poco inserito nella società, poco dinamico e anche "senza palle" come dice Urza.

Difatti molte volte lo studio matto e disperato alla Leopardi si palesa come un tentativo di sfuggire ad una realtà dove mal si riesce ad inserirsi, una campana di vetro, un mondo parallelo dove si sublima l'istinto dinamico della vita sociale e anche, "del prendere le donne per i capelli e batterle al muro".

Il tipo da strada a 20 anni fa l'effetto opposto infatti.

Dunque la cultura in sè, in valore assoluto, non ha nessun valore.

Lo acquista quando la sua presenza viene giustificata da una personalità che la usa come valore aggiunto e non sostitutivo di un'istintualità (a 20 anni) più esplosiva che trova sfogo nella real life, ovvero che si immerge nel contesto sociale.

Lo acquista quando l'avere una cultura diventa conseguenza e corollario di un intelligenza, di una curiosità, di una personalità che non si ferma e ha voglia di capire. Dunque di una mente aperta e di un intelletto dinamico.

Lo acquista quando diventa espressione di una passione in settore specifico, nel mio caso, per esempio, psicologia... ma puo essere anche matematica o geografia...

E quando questo plus viene fuori, al momento giusto è sempre un dhv.

ste.riff
Inviato

io credo che la cultura, come dicono coloro che mi hanno preceduto, non sia considerabile come un valore seduttivo...

credo peró che sia un valore "personale" che puó rivelarsi molto utile a lungo termine... dal basso della mia poca esperienza credo che un uomo di cultura sia preferibile/preferito ad un rozzo villico ( :kclose::ROTFL::1713: ) nei casi di storie piú durature...

il tuo post mi é piaciuto ma ti metterei solo in guardia dalla generalizzazione: laureato/a = uomo/donna di cultura o viceversa ;)

NET Iraj 90
Inviato

la cultura in se' come ha detto kant (kant84 asd) non ha potere seduttivo (ricordasi i noti "secchioni")

la cultura ha valore seduttivo quando diventa carisma e sicurezza dell'individuo. Ma per queste qualita' non è necessaria per forza la cultura.

maxcavezzi
Inviato

Non mi piace dirlo ma il 99% delle donne italiane non merita un uomo di cultura.. non gli interessa, preferisce il troglodita tamarro con la macchina assettata al dotto capace di fare colte citazioni, allo stesso modo in cui preferisce chi la maltratta a chi le apre la portiera dell' auto.

puo' essere un valore aggiunto solo se fai trasparire la tua cultura indirettamente (ad es. mostri di aver viaggiato molto e parli in scioltezza di citta' dove lei non è mai stata)... ma in questo caso + che mostrati dotto ti dimostri una persona che ama viaggiare,e questa puo' essere una dota che qualcuna apprezza.

Forse qualche vantaggio la persona colta la avra' durante la relazione, tra persone di buona cultura e media intelligenza ci si trova piu' facilmente e sorgeranno (FORSE) meno problemi.

Ho conosciute diverse ragazze con laurea in mano a pieni voti ignorantissime in cultura generale.. hanno studiato per anni a memoria la loro materia,ma se si esula da quella sono profondamente ignoranti.

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Maudit
Inviato

Ma che dire... Per quanto mi riguarda la cultura mi ha aiutato molto nel campo della seduzione, devo essere sincero. E' uno strumento in più, mooooooolto utile ed efficace.

Per risultare interessanti, intendiamoci, non certo per vomitare addosso all'HB di turno milioni di nozioncelle inutili e noiose.

Per farla sentire "inferiore" sotto un certo profilo.

Ovviamente va stemperata sennò si rischia di scadere nel "nerdismo" della peggio specie...

Comunque sono d'accordo con Max, in giro ci sono certe capre che la metà ne basta, quindi basta poco per farle sentire (da un p.d.v. intellettuale) inferiori a se stessi... :-P

Montparnasse
Inviato

Mi ritrovo abbastanza con l’ultimo post di Maudit, in quanto, come ho scritto nel post iniziale, la mia cultura mi ha aiutato in certe occasioni a risultare più interessante, e quindi certamente mi ha permesso di sedurre con più facilità alcune ragazze, pur se con altre non ha avuto alcun effetto.

Sono d’accordissimo con Kant84 (ottimo post) sul fatto che la cultura in sé non sia un valore seduttivo, ma che debba essere affiancata/unita alla personalità per trasformarla in un punto di forza. Però attenzione a non tagliare i concetti con l’accetta, la cultura per quanto mi riguarda non è assimilabile allo studio matto e disperatissimo alla Leopardi: io non sono mai stato un depresso frustrato come lo era Leopardi, ma via via credo di essere diventato un uomo in grado di “leggere” e affrontare le situazioni di ogni giorno, e questo anche grazie alla cultura che mi sono formato nel corso degli anni.

Tuttavia purtroppo è vero anche quello che dice Maxcavezzi, cioè che molte donne non meritano un uomo di cultura, anche se il 99% mi sembra francamente esagerata come percentuale. Sul fatto invece se le donne siano colte o meno, si apre un altro discorso, sul quale vorrei rilanciare un’ulteriore discussione.

A voi interessa la cultura (intesa in senso ampio) nella ragazze? È una caratteristica che cercate o non vi importa per niente?

Io, sempre di più col passare degli anni, tendo a prediligere aspetti non legati alla mera bellezza. Una donna attraente e anche colta ha il potere di calamitare la mia attenzione, proprio perché per me cultura significa dinamicità, curiosità intellettuale, intelligenza e mi dà l’idea di una persona che mi possa gratificare in pieno. Il problema è che il panorama è decisamente mediocre. Sono davvero rare le donne che abbiano soddisfatto davvero questa mia esigenza. Questo è uno dei motivi per i quali spesso ho perso parte della mia attrazione verso molte, e da qui deriva anche il fatto che negli ultimi tempi ho molta meno voglia di buttarmi alla ricerca di nuove amiche. L’esperienza di molti anni mi insegna che all’avvenenza fisica raramente corrispondono doti “culturali” equivalenti, il che frena non poco il mio impulso alle nuove conoscenze.

Cosa ne pensate?

nonloso
Inviato
A voi interessa la cultura (intesa in senso ampio) nella ragazze? È una caratteristica che cercate o non vi importa per niente?

Sì, mi interessa e anche molto. Ti dico che una delle HB che frequento è molto colta per la sua età e dal punto di vista fisico non è eccezionale, però quando sto con lei parliamo di tutto e lei conosce molte cose, cosa che mi arricchisce e mi attrae più della mera bellezza.

Anche la mia ultima LTR era molto colta e per questo mi attraeva oltre ad essere una bellissima HB.

Quindi la ritengo una caratteristica quasi imprescindibile.

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