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dimenticare il passato


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festadanzante
Inviato

La domanda che sto per farvi riguarda l'autostima in generale.

Mettiamola così per semplificare. Ho avuto una successione di 14 anni di "sfighe rognose".

Quando me ne "dimentico" (è il mio stato normale) il mio umore diciamo è ad un livello normale.

Quando me ne ricordo (è proprio un fatto cosciente) posso tranquillamente toccare livelli di scoraggiamento sotto zero o per dirla seriamente depressione.

Quando avevo alcune di quelle "sfighe rognose" vivevo la cosa come un complesso di inferiorità, letteralmente ogni volta che una persona mi rivolgeva la parola il mio primo pensiero cosciente era "Io ho questo problema e tu no, tu sei migliore di me". All'istante arrossivo in maniera evidente e abbassavo gli occhi. Facevo fatica perciò a sentire le prime parole che mi diceva. Il risultato era che ogni interazione con il prossimo fosse decisamente fantozziana.

Ora io mi sono avvicinato alla community per affrontare questioni decisamente più serie del rapporto con l'altro sesso e le prime cose che ho applicato con successo furono i consigli di Anthony Robbins.

In particolare iniziai a capire i meccanismi che mi portavano ad avere un umore molto basso, i meccanismi che mi portavano ad essere sereno e con un lavoro faticoso (e a tratti maldestro) di reframing ho incominciato a rivalutare e infine "dimenticare" le sfide che hanno caratterizzato metà della mia vita.

Mi chiedo se effettivamente "evitare di pensare", "dimenticare" è una vera soluzione o la strategia dello struzzo. E quindi sotto la superficie a livello inconscio tutti quei sarcazzi continuano a pesare e farmi sentire inferiore a qualunque essere umano mi rivolga la parola, ora come pochi anni fa.

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Heinz77
Inviato

Evitare di pensare è la soluzione che ritengo più utile. Apro una parentesi: questo è il classico periodo (Natale / Capodanno) in cui ogniuno di noi si ritrova a fare un bilancio esistenziale sull'anno che sta per finire e in modo più esteso, sulla propria vita. Questo è il periodo in cui le ombre del passato prendono sempre più forma e il disagio dei propri fallimenti diventa un fastidio quasi insopportabile. Ti ritrovi frustrato a dover sopportare i commenti idioti di certi parenti, ti ritrovi da solo a camminare per lunghi viali illuminati a festa gremiti di coppie. Insomma questo è proprio un periodo in cui siamo costretti a fare i conti con il nostro "Io" e con il nostro "autocontrollo" il frame di solito precipita a livelli bassissimi. Personalmente, se potessi avere un ipotetico black-out celebrale e ritrovarmi con un un vuoto di memoria spazio-temporale relativo ai miei ultimi 17 anni, mi sentirei decisamente meglio. Diciamocelo, se risolvi i tuoi problemi, il duro passato ti ha temprato, se non li risolvi, il duro passato ti ha solo avvilito. E' solo una questione mentale, i benefici li vedi solo quando le cose vanno bene.

Inviato

il passato lo ricordo per trarre consiglio, non lo dimentico e non mi sforzo a dimenticarlo

Inviato (modificato)

La domanda che sto per farvi riguarda l'autostima in generale.

Mettiamola così per semplificare. Ho avuto una successione di 14 anni di "sfighe rognose".

Quando me ne "dimentico" (è il mio stato normale) il mio umore diciamo è ad un livello normale.

Quando me ne ricordo (è proprio un fatto cosciente) posso tranquillamente toccare livelli di scoraggiamento sotto zero o per dirla seriamente depressione.

Quando avevo alcune di quelle "sfighe rognose" vivevo la cosa come un complesso di inferiorità, letteralmente ogni volta che una persona mi rivolgeva la parola il mio primo pensiero cosciente era "Io ho questo problema e tu no, tu sei migliore di me". All'istante arrossivo in maniera evidente e abbassavo gli occhi. Facevo fatica perciò a sentire le prime parole che mi diceva. Il risultato era che ogni interazione con il prossimo fosse decisamente fantozziana.

Ora io mi sono avvicinato alla community per affrontare questioni decisamente più serie del rapporto con l'altro sesso e le prime cose che ho applicato con successo furono i consigli di Anthony Robbins.

In particolare iniziai a capire i meccanismi che mi portavano ad avere un umore molto basso, i meccanismi che mi portavano ad essere sereno e con un lavoro faticoso (e a tratti maldestro) di reframing ho incominciato a rivalutare e infine "dimenticare" le sfide che hanno caratterizzato metà della mia vita.

Mi chiedo se effettivamente "evitare di pensare", "dimenticare" è una vera soluzione o la strategia dello struzzo. E quindi sotto la superficie a livello inconscio tutti quei sarcazzi continuano a pesare e farmi sentire inferiore a qualunque essere umano mi rivolga la parola, ora come pochi anni fa.

Tutti abbiamo avuto i nostri problemi in passato è normale.

Io non credo che semplicemente non pensarci sia una soluzione definitiva. Quello che più sarebbe utile è superare il passato.

Tu dici che hai avuto delle "sfighe rognose", adesso non so a cosa tu possa riferirti e francamente non mi riguarda, ma per andare avanti con serenità devi guardare nel presente realizzando che il passato è passato e tu da allora sei maturato, migliorato, fatto esperienze e HAI CONOSCIUTO LA COMMUNITY! Non c'è modo migliore di migliorare come il contatto con essa. Non farti demoralizzare da questioni ormai superate.

Anche io ho avuto i miei problemi, sfiorando quasi la depressione da ragazzino. Ero terribilmente giù, non avevo mai baciato una ragazza (al contrario dei miei amici), ero ripetutamente preso in giro non sapendo come reagire, ero spesso solo. Un classico NERD, ma andavo malissimo a scuola rischiando persino la bocciatura. Insomma una vita assolutamente insoddisfacente e farti capire avevo SEMPRE lo sguardo basso evitavo l'EC con le altre persone impaurito da non so nemmeno io che cosa.

Evidentemente il cambiamento c'è stato ed ora mi viene solo da ridere a guardare il ragazzino complessato che ero.

Ora, capisco che i tuoi problemi probabilmente non avranno nulla a che fare con quelli che ho avuto io, ma devi accettare il tuo passato come percorso di cambiamento perchè è quello che ti stà facendo fare le "ossa".

Devi arrivare al punto che, se non ridere, sorridere della persona di cui eri prima di tutto questo e godere della persona di cui sei ora.

Ci vuole grinta e forza d'animo in relazione a quanto possano essere gravi i problemi che hai avuto, lo so, ma non c'è NIENTE che tu non possa superare, se solo lo vuoi.

Ora hai tutta la community alle spalle, non sei solo. Siamo con te!

Modificato da igaF
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Inviato

Mi chiedo se effettivamente "evitare di pensare", "dimenticare" è una vera soluzione o la strategia dello struzzo. E quindi sotto la superficie a livello inconscio tutti quei sarcazzi continuano a pesare e farmi sentire inferiore a qualunque essere umano mi rivolga la parola, ora come pochi anni fa.

Il sentirsi inferiore è una situazione pazzesca, ti danneggia tanto + ci pensi. Personalmente penso che le sfighe che caratterizzano la nostra vita una volta analizzate e metabolizzate ci possano soltanto aiutare a ricordare come le abbiamo superate come ci siamo tirati o come ci stiamo lavorando. Bisogna valorizzare il coraggio e la tenacia che abbiamo avuto per non piegarci. Così ci si sente forti.

Personalmente ho ingoiato tanta merda, mi sono sentito spesso in certi periodi un inferiore, una persona fragile, ma sono ancora qui a non mollare il colpo perchè chi ha avuto periodi negativi, o infanzie difficili ne rimane comunque segnato ma spalando merda nuotando verso la luce, bracciata dopo bracciata se ne esce fuori e sai che hai avuto la forza di esserne fuori e che potrai farlo quante volte vuoi.

Noi dentro abbiamo tutto il nostro passato e nelle nostre mani c'è tutto il nostro futuro.

Per personale esperienza il ripensare alla merda o alle sfighe concatenate mi fa soltanto incazzare e deprimere perchè continuo a chiedermi il perchè, ma alla fine chissenfrega si deve solo andare avanti e valorizzarsi per quello che si ha fatto e si sta facendo.--> L'unico metro per giudicare un uomo, quello che sei.

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TAuRus
Inviato

La domanda che sto per farvi riguarda l'autostima in generale.

Mettiamola così per semplificare. Ho avuto una successione di 14 anni di "sfighe rognose".

Quando me ne "dimentico" (è il mio stato normale) il mio umore diciamo è ad un livello normale.

Quando me ne ricordo (è proprio un fatto cosciente) posso tranquillamente toccare livelli di scoraggiamento sotto zero o per dirla seriamente depressione.

Quando avevo alcune di quelle "sfighe rognose" vivevo la cosa come un complesso di inferiorità, letteralmente ogni volta che una persona mi rivolgeva la parola il mio primo pensiero cosciente era "Io ho questo problema e tu no, tu sei migliore di me". All'istante arrossivo in maniera evidente e abbassavo gli occhi. Facevo fatica perciò a sentire le prime parole che mi diceva. Il risultato era che ogni interazione con il prossimo fosse decisamente fantozziana.

Ora io mi sono avvicinato alla community per affrontare questioni decisamente più serie del rapporto con l'altro sesso e le prime cose che ho applicato con successo furono i consigli di Anthony Robbins.

In particolare iniziai a capire i meccanismi che mi portavano ad avere un umore molto basso, i meccanismi che mi portavano ad essere sereno e con un lavoro faticoso (e a tratti maldestro) di reframing ho incominciato a rivalutare e infine "dimenticare" le sfide che hanno caratterizzato metà della mia vita.

Mi chiedo se effettivamente "evitare di pensare", "dimenticare" è una vera soluzione o la strategia dello struzzo. E quindi sotto la superficie a livello inconscio tutti quei sarcazzi continuano a pesare e farmi sentire inferiore a qualunque essere umano mi rivolga la parola, ora come pochi anni fa.

Dimenticare il passato, la storia, come penso già sai, può essere pericoloso:)

Erving Polster scriveva che una volta ad un paziente gli è stato chiesto come vedrebbe la sua vita se fosse completamente sano ma avesse perso del tutto la memoria... All'inizio era entusiasta di poter dimenticare tutte le sue sofferenze, ma quasi subito dopo l'espressione di tristezza è calata sul suo viso. Ha capito che lui è l'unica persona per cui il suo passato rimane in vita. Ed è veramente così.

Tecnicamente puoi rimuovere il tuo passato, ma solo dall'emisfero sinistro:) Spesso proprio grazie a questo meccanismo nascono i grandi dittatori e tiranni.

Quindi, accettare il passato e vivere nel presente (qui ed ora!) diventa un'ottima soluzione.

Trovi tanto materiale in merito, sopratutto nella Gestalt e nel cognitivismo... Se il passato ti crea problemi seri ti consiglio di cercare un terapeuta nella tua zona.

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festadanzante
Inviato (modificato)

Trovi tanto materiale in merito, sopratutto nella Gestalt e nel cognitivismo... Se il passato ti crea problemi seri ti consiglio di cercare un terapeuta nella tua zona.

Quando la tempesta finì mi documentai e scoprii proprio che avevo "re-inventato" per aiutarmi alcune tecniche di terapia cognitivo-comportamentale. Ovviamente da quel momento la strada è stata relativamente in discesa.

Scoprire la natura del problema ha trasformato i sensi di colpa e il sentimento di vergogna in un più blando senso di "ingiustizia".

Un terapeuta mi ha già detto "Non posso dirti di preciso come stavi prima, ora non hai assolutamente niente. Se qualcuno dovesse dirti il contrario vuole truffarti."

Ringrazio tutti delle risposte.

___

Tornando in topic (seduzione).

Mi aiuterò per spiegarmi con la teoria dei 100 punti.

Nel 2005/6 ero molto più tecnico e bravo di adesso nell'outer game e pur non avendo ancora risolto i miei problemi di inner andavo abbastanza avanti.

Non avevo ancora capito e sistemato certe cose.

Siccome uno degli switch di attrazione è proprio la forza interiore, considero il succcesso nella seduzione uno "stress test" dei progressi che ho fatto.

All'epoca alcune donne mi rifiutarono proprio (come nell'elenco) dicendomi

"sei attraente, ambizioso, di piacevole compagnia, puoi far soldi ..." proprio come dire +30, +30, +30 ...

al che io cantavo vittoria fino al punto in cui

"... ma... ho paura per ...".

Si arrivava alla voce "stato interiore" -1000.

Su questi rifiuti ci ho lavorato e ci lavorerò, perchè mi hanno ferito.

Modificato da festadanzante

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