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Roberto Benigni a Sanremo 2011: tanto da imparare!


TAuRus

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TAuRus

Il potere dei social network... Pur non guardando la tv e non sapendo nulla del festival, grazie ad un'amica ho scoperto questo monologo di Benigni che voglio proporre a voi...

Credo che ci sia tanto da imparare, basta cogliere i dettagli e capire cosa esattamente imparare.

Il suo modo di raccontare la storia (e le storie) io l'ho scoperto quando ho cominciato a parlare in pubblico. Interpretare, semplificare, tradurre ciò che nei libri di storia è scritto in modo noioso e farlo diventare realistico e visualizzarlo lì, tra te e il pubblico, osservando come nasce questo mondo virtuale, qui, in diretta. E lo si capisce bene quando vedi che gli occhi del pubblico cominciano ad aprirsi dall'interesse (invece di chiudersi dalla noia). Poi i dettagli... Sono importantissimi! Anzi, no, sono proprio TUTTO! E vanno anche trovati, individuati, scoperti... Dettagli che nessuno conosce... Spesso perché si nascondono in quei famosi libri la lettura dei quali può essere un'ottimo sostituto di barbiturici. E vanno letti, anche più di uno sullo stesso argomento. Per poi confrontare e incrociare, in modo analitico e sempre critico. E certamente le emozioni. Non una sola, ma tante e diverse. Un'altalena.

http://www.youtube.com/watch?v=zLs-HEYZpZA

http://www.youtube.com/watch?v=xxMY-laUzFc

http://www.youtube.com/watch?v=ic5juOkkqi4

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festadanzante

Mi è capitato di sentirlo dal vivo... molto da vicino.

Ebbene quell'uomo improvvisa!!!

Sia che parli di un argomento che ha preparato, sia che gli si faccia una domanda a caso, sul momento riesce a inventare una cosa comica e fa lo stesso effetto dei monologhi preparati.

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TAuRus

Mi è capitato di sentirlo dal vivo... molto da vicino.

Ebbene quell'uomo improvvisa!!!

Sia che parli di un argomento che ha preparato, sia che gli si faccia una domanda a caso, sul momento riesce a inventare una cosa comica e fa lo stesso effetto dei monologhi preparati.

ma infatti! non si può essere così veri parlando a memoria... anche la recitazione migliore è quella sentita, vissuta, IMPROVVISATA...

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ma infatti! non si può essere così veri parlando a memoria... anche la recitazione migliore è quella sentita, vissuta, IMPROVVISATA...

Guarda, dell'eloquio di Benigni è fondamentale tenere presente il concetto, da lui stesso esplicitato di "Assenza, più acuta presenza".

Tutti i momenti comici più celebri (dalla scena con la prostituta in "Berlinguer ti voglio bene" alla finestra del "Papocchio", al famoso "Berlusconi!" a "tanto in questi giorni non ci sono mica fatti internazionali di cui parlare") derivano dalla mancanza di uno degli elementi che si pensano fondamentali nella narrativa (la prostituta, la folla alla finestra).

Ti racconto un annedoto su come Benigni prepara(va) gli show.

Quando ero ancora un bambinello Bruno aveva ruoli organizzativi nell'ambito di alcuni festival. Una delle serate aveva come protagonista proprio Benigni. Tralasciando la comicità stessa di Benigni che arriva in un pomeriggio di canicola allo stadio di Forlì vestito con un completo di velluto a coste grosso più grande di un paio di taglie, durante tutto il pomeriggio il comico intervistò i compagni che facevano servizio volontario al festival. Una volta individuato l'elemento di comicità nel sentire comune (in questo caso l'allora sindaco Zaniboni), improntò l'intero spettacolo sulla sua assenza.

Non appena venne annunciato l'inizio dello spettacolo, invece di entrare in scena, Benigni iniziò a sbattere il pugno sul palco e a urlare "Zaniboni!". Risate a non finire.

Da quel momento in avanti, in ogni pausa dell'eloquio, la gente era talmente in attesa di una battuta su Zaniboni che tratteneva a stento le risate.

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Palahniuk88

Taurus, se vuoi leggere una storia che ti emozioni e che tutt'ora il sistema scolastico rifiuta data la sua semplicità e lo stile romanzato leggiti La storia d'Italia di Indro Montanelli. Ti assicuro, una lettura ipnotica e meravigliosa.

Per quanto riguarda Benigni premetto che non mi è particolarmente simpatico. Forse perchè ha un modo di fare sguaiato che ho visto spesso in tanti pagliacci esibizionisti e che sinceramente mi infastidisce , ma sulla sua cultura e sul modo in cui riesce a pizzicare le corde delle emozioni umane quando parla niente da dire, è tutto uno spettacolo lo devo ammettere.

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Scusate l'OT ma giusto per precisare:

Purtroppo anche Indro Montanelli non è affidabilissimo...

Nella prima guerra d'indipendenza del 1848 il Piemonte era in guerra con l'Austria ci fu un episodio in cui durante una battaglia alcuni coraggiosi studenti pisani affrontarono le truppe austriache costringendole alla ritirata, a comandare questi studenti pisani vi era Giuseppe Montanelli, nonno di Indro.

Ebbene questo episodio, raccontato dallo stesso Indro è FALSO.

A sconfiggere gli Austriaci fu un battaglione di soldati napoletani mandati in aiuto al Piemonte dai Borbone, i famigerati studenti pisani scapparono...

Questo fatto è testimoniato non solo dai documenti originali dell'epoca dei Borbone ma anche dai registri austriaci in cui viene documentato accuratamente il fatto.

Gli storici Piemontesi inventarono questa storia perchè non vollero attribuire meriti ai Napolenati per via della rivalità tra il loro regno Sabaudo e quello Borbonico che poi sfocerà nell'unità d'Italia.

Lo storico contemporaneo Arrigo Petacco ha fatto presente la cosa a Indro Montanelli in quale ha risposto: "Eh lo so, ma ora non me la posso mica prendere col mì nonno!"

Direi che si possono ricavare due insegnamenti:

1) la storia la scrivono i vincitori come più gli aggrada

2) anche le persone apparentemente più colte possono dire cazzate.

Riguardo all'intervento di Benigni, ottima la forma e l'esposizione ma sui contenuti storici....anche quì ci sarebbe da discutere, lo stesso Mazzini si disse deluso dal Risorgimento.

Intendiamoci, io considero l'Unità e l'Indipendenza due valori SACROSANTI ma la reltà storica è ben diversa da un certo modo romantico di raccontare le cose, l'errore fu quello di tradire i valori repubblicani proclamati dalla Giovine Italia e di consegnare tutto il potere nelle mani dei Savoia, ovvero promuovendo la monarchia invece della Repubblica come avrebbe dovuto essere.

La chiamarono Unità, ma di fatto proprio in quel periodo nacquero i problemi che ancora oggi dividono, purtroppo, l'Italia.

E fu a causa dei Savoia che si rivelarono amministratori inetti , per non dire proprio ladri, in alcune occasioni, assolutamente insensibili alle problematiche che esistevano in svariate zone del paese.

I Savoia si autoproclamarono liberatori ma basti pensare che ad esempio in Sud Italia non esisteva l'emigrazione, poi arrivarono loro a "liberarli" aumentando le tasse, imponendo la leva militare obbligatoria fino a 40 anni e fucilando chi si ribellava e allora a milioni in pochi anni cominciarono a emigrare nel mondo e la società si sgretolò permettendo ai delinquenti di fare i loro comodi evolvendosi nel tempo in mafiosi mentre i Savoia erano troppo impegnati a contare i soldi delle tasse invece di occuparsene...

Savoia che ricordiamolo, successivamente hanno consegnato l'Italia al fascismo e che anche ai giorni nostri, quando il popolo gli ha consentito di tornare la prima cosa che hanno fatto è stata...chiedere un risarcimento agli Italiani...

L'Unità fu in'dea splendida perchè effettivamente eravamo divisi e facile preda di eserciti stranieri ma nei fatti è stata realizzata molto male facendo come al solito gli interessi di pochi potenti e non del popolo.

Ripeto, avrebbe dovuto essere una Repubblica e non una Monarchia.

Scusate l'OT.

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Palahniuk88

Scusate l'OT ma giusto per precisare:

Purtroppo anche Indro Montanelli non è affidabilissimo...

Direi che si possono ricavare due insegnamenti:

1) la storia la scrivono i vincitori come più gli aggrada

2) anche le persone apparentemente più colte possono dire cazzate.

Mi piace molto il tuo intervento. E' chiaro che la storia nella stragrande maggioranza possa presentare incongruenze o fatti storici sbagliati giacchè è praticamente impossibile scrivere una storia completamente veritiera e priva di faziosità (pensiamo anche agli "eroi" partigiani, quali atrocità hanno commesso sugli sconfitti, ma di cui raramente si parla).

Ho citato Montanelli non come fonte certa della storia, ma perchè il suo modo di raccontare la storia è qualcosa di incredibile a mio avviso, carico di emozioni che difficilmente trovi in un libro scolastico. La parte riguardante Cesare me la sarò letta almeno 20 volte quanto mi prendeva e coinvolgeva.

Poi è chiaro la storia la scrivono i vincitori non i vinti ed è importante conoscere entrambe le facce della medaglia quando la si cerca di capire.

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TAuRus

Ma le cazzate le posson dire tutti:) Badate che non ho parlato di affidabilità storica di Benigni, perché anche lui ne spara qualcuna, ma di INTERPRETAZIONE... E un racconto interpretato quasi mai ha lo scopo di riportare con cura i fatti storici, mentre può essere ottimo per motivare e far arrivare a destinazione un messaggio metaforico, emotivo.

La Storia poi, è un'altra storia;)

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credo sia durato un 40 minuti,ora avrà sbagliato qualcosa di storico ma è un genio della comunicazione.

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