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kino in pubblico


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XAX
Ho letto diversi post e report su IS e FIDST e ci ho ricavato delle idee che ho applicato.

Ho deciso di scrivere qualche breve parola per raccontare come sto studiando io il kino.

Spero che sia utile a chi ancora non sa come muoversi.

Gradireri :D precisazioni, critiche e soprattutto nuove idee.

Quello che scriverò spesso somiglierà a qualcosa letto "qua e la" nei migliori manuali di seduzione: il mio viaggio verso il kino sereno è infatti passato per degli esperimenti "controllati" dove era l'esempio del manuale a dirmi cosa dovevo fare e come dovevo leggere i risultati.

La prima cosa che ho dovuto accettare è che se il kino non mi riusciva in modo naturale allora dovevo fare di tutto per forzare la mia volontà seguendo dei metodi già sperimentati.

Chi ero io prima di scoprire il kino.

Io avevo un grosso timore del contatto fisico. In genere il contatto fisico lo ritenevo come un segno di invadenza non gradito nello spazio dell'altra persona.

Seduto molto vicino ad una HB qualsiasi, mi irrigidivo e tentavo a tutti i costi di non muovemi per non avere l'iniziativa del tocco casuale.

Se per caso dovevo toccarla, ad esempio per un abbraccio ricevuto, non stringevo mai e allentavo la presa come se fossi un manichino.

Quando mi toccavano mi capitava sempre ed involontariamente di sottolineare il gesto con delle quasi impercettibili espressioni facciali o movimenti del corpo. Impercettibili ma perfettamente visibili.

Questo si associava a delle mie posture e grossolanezze (si dice?) nei movimenti ereditate da anni di diseducazione fisica.

Avevo dei movimenti rigidi, nervosi, la schiena curva, la testa bassa, le spalle piegate. Quando ero "fermo" avevo delle posture rigide: braccia incrociate, gambe incrociate, spesso mi poggiavo al muro ecc.

Gli effetti erano comunicare all'HB che io "non volevo essere toccato".

Era vero? Solo a posteriori posso dire di si, perchè io non ero pronto per interpretare e vivere nel modo corretto il gesto.

Ho iniziato a percorrere la strada del kino quando ho letto che per le HB è un modo naturale per comunicare. Fortunatamente avevo da poco inizato a studiare un'arte marziale ed ho avuto l'occasione di capire quanto le mie capacità di movimento erano inadeguate.

Dopo mesi di arti marziali mi sono reso conto che ero migliorato e che non c'era nulla di definitivo nel mio modo di muovermi.

Lo studio del kino è quindi, per me, passato per due idee fondamentali:

1. trasformare l'invasione di campo in gesti di confidenza e comunicazione con le HB

2. impadronirmi dello spazio circostante muovendomi in modo consapevole

Una delle prime kino-mission che ricordo è stata semplicemente di abbracciare le HB quando le salutavo.

Avete presente il gesto di saluto da impedito: corpi distanti, braccia allungate per stringere la mano, viso sporto in avanti e guance che si toccano appena.

La mission era quella di cercare di avvicinarsi il più possibile fin da subito l'HB, cercare di abbracciarla e darle dei baci, anche guancia a guancia, in modo però non imbarazzato.

Sull'abbraccio c'è stato da studiare. Non tutte le HB, infatti, hanno la stessa percezione di condivisone dello spazio. Alcune vogliono comunque mantenere una certa distanza, altre permettono con piacere il contatto fisico.

Il primo step è stato capire "al volo" quanto mi potersi avvicinare.

Come? allo stesso modo in cui si stringe un oggetto. Da bambini abbiamo imparato a calibrare la pressione delle dita in base alla resistenza che oppone l'oggetto senza forzare.

Allo stesso modo ci si propone all'HB avvicinandosi e, senza forzare, ci si spinge il più vicino possibile fino a quando non vi sembra che l'HB inizi a opporre resistenza.

Il secondo step è stato "come abbracciare": mani sulle spalle? mani sugli avambracci? mani intorno alla vita? mani dietro la schiena?

Ovviamente il tipo di abbraccio è per forza condizionato con il grado di confidenza che si ha con l'HB.

Una volta individuato il tipo di abbraccio da usare a secondo del grado di confidenza, realizzare il gesto velocemente e prima che le posizioni reciproche si siano stabilite. Deve sembrare qualcosa che viene deciso "a priori", qualcosa di codificato socialmente alla stregua del "ciao, come stai?".

Se esistate solo un attimo diventa evidente che lo state facendo apposta e lei alza subito le barriere.

Quanto spingerci nell'abbraccio? Capita che lei non sia disposta, per qualsiasi motivo anche indipendente dalla sua volonà, ad accettare l'abbraccio.

Allo stesso modo della vicinanza, si cerca di realizzare il gesto fino ai primi segni di una eventuale forzatura.

Se lei, per qualsiasi motivo, da segni di insofferenza fare assolutamente finta di nulla rilasciando il nostro contatto fisico e continuando a salutarla come se niente fosse.

Per voi l'abbraccio è naturale come dire "ciao".

La volta successiva, se la confidenza reciproca può permetterlo, passare all'abbraccio "successivo".

Conquistare lo step successivo.

Comunicare in questo modo "io e te ci apprezziamo".

Con una HB-amica, conosciuta da pochi mesi e mai abbracciata, sono passato progresivamente in breve tempo dalle mani sulle spalle alle mani intorno alla vita, io che quasi non davo neanche la mano.

Questo si è poi trasformato anche in abbracci non legati al saluto.

Il secondo step, quello più complesso, è stato comunicare con il contatto fisico.

Per fare questo ho dovuto lavorare su due idee.

La prima è come, dove e quando toccare.

La seconda è far percepire questo gesto in modo naturale.

Come, dove, quando.

Per un AFC timido ed insicuro non è mai il modo giusto, il luogo giusto e il momento giusto.

Questo accade perchè il kino viene percepito come qualcosa che è estraneo alla comunicazione in corso e che viene aggiunto come elemento non coerente con il contesto.

La strada da percorrere, invece, è quella che il kino sia contestuale e coerente alla comunicazione in corso, che sia qualcosa che il nostro corpo mette in atto senza passare per la testa, qualcosa che noi per primi non dimostriamo di realizzare per quello scopo, qualcosa che sia tutt'uno con la nostra comunicazione verbale.

Attenzione, il kino noi lo facciamo sempre con la consapevolezza di voler comunicare qualcosa.

Ciò che non dobbiamo fare è dimostrare che stiamo toccando con uno scopo.

Ciò è molto molto difficile da mettere in pratica per l'AFC timido ed insicuro come lo ero io. Il primo trucchetto che ho letto e imparato è stato quello di non guardare mai e per nessun motivo la parte del mio corpo che stava toccando.

Se c'era contatto con le ginocchia, non guardare le ginocchia.

Se toccavo il suo avambraccio, non distogliere per nessun motivo lo sguardo dai suoi occhi.

Ci sono altre cose, ma prima voglio parlare della conquista dello spazio.

Per conquista dello spazio intendo dire la capacità di sentirsi a proprio agio nel punto in cui ci si trova e nella postura che si sta tenendo.

Avete la percezione di quanto siano distanti le persone intorno a voi?

Avete la percezione di come è disposto il vostro corpo?

Avete la percezione di dove potete muovere il vostro corpo?

Vi sentire che volete gesticolare ma non lo fate?

Sentite che gesticolate troppo?

Vi sentite irrigiditi dentro una gabbia invisibile da cui non potete uscire?

Io non avevo alcuna idea di quello che accadeva intorno a me: ero troppo concentrato sulle parole e sui pensieri.

La prima cosa è stata sedersi in modo naturale, senza accavallare le gambe, cercando di stare "largo nel mio spazio" come quando ci si mette nel letto e ci si allarga per stare comodi.

Poi muovere il mio corpo a secondo della comunicazione.

Quando parlavano le persone nel gruppo non muovevo solo gli occhi o la testa, ma giravo anche il busto, portavo le braccia insieme al busto, mi sporgevo verso chi stava parlando.

Ho cercato di non tenere posizioni chiuse: braccia incrociate, mano che tiene un avambraccio, gomito sul tavolo e mano sul mento, ecc.

Ho poi cercato di muovere il mio corpo coerentemente con la comunicazione che stavo mettendo in atto.

Mo come spiego 'sta cosa che ancora non ho ben chiara neanche io? :D :D :D

Semplicemente: il vostro corpo come uno specchio delle idee e dei sentimenti che state comunicando.

Non parlo di una gesticolazione forzata.

Un esempio? Se sto dicendo "... adesso noi potremmo andare ..." su adesso noi muovere leggermente le braccia allargando le mani, su potremmo andare spostare leggermente le spalle in una direzione qualsiasi fuori dal gruppo.

Questo è servito per rendere il kino come qualcosa di non estraneo alla comunicazione.

Se comunico qualcosa di confidenziale e le mie mani, che stavano in uno spazio comune, si avvicinano alle sue, non faccio altro che completare la comunicazione aggiungendo qualcosa di naturale ed addirittura indispensabile.

Indispensabile in quanto la confidenza verbale non può non essere accompagnata da una partecipazione fisica dei due.

Questo è diveso dallo starsene con una posizione distaccata, una postura chiusa e all'improvviso avviare il gesto del toccare le mani.

Ovviamente il kino va calibrato. E' noto che socialmente esistono parti del corpo "libere" e parti del corpo "tabù".

Le prime volte saranno gli avambracci il nostro obiettivo, poi le spalle, poi magari i fianchi, poi le ginocchia e così via.

Altri due trucchi consistono proprio nel posizionarsi vicino all'HB in modo da facilitare il kino e non farlo passare "sotto al radar".

Non ho mai capito questa cosa fino a quando non ho letto come sedersi al tavolo con una HB.

C'è una grossa differenza tra sedersi nel lato opposto a quello dell'HB e sedersi accanto.

Se ne era già parlato con conclusioni diverse. Non esiste il modo giusto in assoluto ma, ai fini dello studio del kino quando ancora non c'è confidenza fisica (e non vedo come poteva esserci tra una HB qualsiasi e un AFC timido ed insicuro come me), sedersi accanto può essere più utile che non sedersi difronte.

Innanzitutto c'è una minore distanza fisica.

Non si è sotto lo sguardo continuo dell'HB.

E' possibile che ci siano dei tocchi casuali e incosapevoli tra le ginocchia e le cosce.

La cosa più importante è che, nel momento in cui la vostra mano si avvicina a lei, non deve passare per sopra il tavolo e sotto ai suoi occhi.

In quel momento il suo "radar" vi ha identificato, ha identificato il gesto e mette in azione dei meccanismi di difesa.

Starle accanto può voler dire non renderla consapevole delle vostre intenzioni e rendere il gesto più naturale possibile.

Partendo da qui si può arricchire la nostra comunicazione con del kino mirato, cercando di toccarla il più possibile ma sempre con uno scopo: comunicare confidenza, comunicare distacco, comunicare complicità ecc.

Credo di aver detto quasi tutto sul metodo che sto seguendo e che mi ha dato un sacco di soddisfazioni.

Mi raccomando, andate per gradi ma non abbiate paura di conquistare il passo successivo.

Chi vuole condividere la sua esperienza?

Chi vuole darmi dei nuovi spunti?

:)

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-eFFe-
Ho deciso di scrivere qualche breve parola per raccontare come sto studiando io il kino.

...

Il secondo step, quello più complesso, è stato comunicare con il contatto fisico.

Per fare questo ho dovuto lavorare su due idee.

La prima è come, dove e quando toccare.

La seconda è far percepire questo gesto in modo naturale.

Come, dove, quando.  

Per un AFC timido ed insicuro non è mai il modo giusto, il luogo giusto e il momento giusto.  

Questo accade perchè il kino viene percepito come qualcosa che è estraneo alla comunicazione in corso e che viene aggiunto come elemento non coerente con il contesto.

La strada da percorrere, invece, è quella che il kino sia contestuale e coerente alla comunicazione in corso, che sia qualcosa che il nostro corpo mette in atto senza passare per la testa, qualcosa che noi per primi non dimostriamo di realizzare per quello scopo, qualcosa che sia tutt'uno con la nostra comunicazione verbale.

Ottimo post XAX :clap:

Mi dai l'occasione per uno spunto:

la civiltà occidentale è molto impostata sull'egocentrismo, sulla salvaguardia del proprio spazio vitale, e pertanto ci ha condizionati fin dalla notte dei tempi a livello conscio ed inconscio... fino a privarci del piacere del contatto fisico, aspetto relegato alla sfera degli affetti o delle relazioni molto confidenziali; pertanto ogni forma di contatto fisico tra sconosciuti viene vista con diffidenza, alla stregua di una vera e propria violazione della privacy.

Tutto ciò in oriente non esiste.

Le civiltà orientali danno più importanza agli aspetti spirituali del vivere, anche sensoriali, più importanza alla collettività come entità superiore all'individuo singolo, più importanza al sacrificio dell'ego a vantaggio della comunità.

Questo si traduce anche in minori barriere individuali, minor diffidenza verso il prossimo, assoluta mancanza di paura o malizia nei confronti del contatto fisico.

E' un dato di fatto che la gente in Cina (ad esempio) ti tocca o sfiora per strada senza chiedere o pretendere scusa (magari poi si scandalizza per uno sternuto fatto in pubblico...); è un altro dato di fatto che l'arte dei massaggi è originaria dell'oriente; è un altro dato di fatto che gran parte delle arti marziali ha una forte componente fisica di contatto e sempre in situazioni di promiscuità (uomini-donne).

Personalmente posso citare lo Judo e l'Aikido, avendoli praticati a lungo: ci si allena insieme, le prese avvicinano i corpi di uomini e donne, vincendo quel pizzico di pudore che solo noi occidentali proviamo...

In Aikido si pratica spesso meditazione e vero e proprio massaggio: sensazioni benefiche, al limite dell'erotico, che per essere pienamente apprezzate devono travalicare i nostri limiti della malizia.

Mi è capitato di praticare e ricevere massaggio (una forma di stretching molto rilassante, fatto a turno in coppia) con gli abituali compagni di allenamento, cioè sia uomini che donne: è importante superare la barriera sessista, non pensare che sia meglio un massaggio con una donna (anche se poi è così :D ) piuttosto che con un uomo... le sensazioni sono ugualmente benefiche.

Tutto questo per dire che la mentalità occidentale attribuisce di fatto un tono malizioso al contatto fisico, cosa che in oriente non sussiste.

ebbene, forse con l'arte del kino dobbiamo recuperare un po' di questa naturalezza nel contatto, aprendo così la strada ad ulteriori futuri contatti...questi sì molto erotici ;D

Ci sono altre cose, ma prima voglio parlare della conquista dello spazio.

Per conquista dello spazio intendo dire la capacità di sentirsi a proprio agio nel punto in cui ci si trova e nella postura che si sta tenendo.

Avete la percezione di quanto siano distanti le persone intorno a voi?

Avete la percezione di come è disposto il vostro corpo?

Avete la percezione di dove potete muovere il vostro corpo?

Vi sentire che volete gesticolare ma non lo fate?

Sentite che gesticolate troppo?

Vi sentite irrigiditi dentro una gabbia invisibile da cui non potete uscire?

Importantissimo anche questo aspetto!

E' fondamentale la percezione del proprio corpo nello spazio: noi dobbiamo inserirci armonicamente nel contesto.

Ritorno anche qui alle arti marziali, Aikido specialmente.

Uno dei libri migliori sull'Aikido (tolto quello del fondatore Morihei Ueshiba), si intitola "Aikido: la Sfera Dinamica"

Ebbene, la sfera dinamica è il nostro spazio, quella regione che ci circonda e ci segue nei movimenti.

Ai fini dell'autodifesa la sfera dinamica corrisponde a quella regione che sta alla nostra distanza di raggiungibilità, in un raggio variabile tra la lunghezza delle braccia e delle gambe: nessun avversario deve invadere la nostra sfera... chi lo fa sarà rimbalzato o proiettato nuovamente fuori mediante opportuni movimenti (tecniche), che hanno tutti in comune la rotazione del nostro corpo a sfruttare l'irruenza dell'attacco, piegandolo a nostro vantaggio.

Rotazione. Corpo. Sfera, quindi...

Concludendo: quanto kino c'è nelle arti marziali, quanto c'è di seduttivo in tutto ciò? Difficile dirlo, ma credo di aver evidenziato molte analogie e questo mi auguro che dia spunto ad ulteriori discussioni :)

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