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Imparare a non pensare!


Gianluca-20

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capitansomaro

Secondo me però io e te stiamo facendo confusione un pò sul cosa si intende per non pensare...e sopratutto relativo a quale ambito ambito...

parlavo con gianluca-20

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TheItalianBull

parlavo con gianluca-20

...e io con te wink1.gif

Mi spiego. Se gianluca-20 si riferisce a non pensare per farsi meno pippe mentali quando approccia o quando deve prendere una decisione del tipo "la chiamo o no?" allora la cosa migliore è buttarsi e sbattere in faccia al muro, o vincere...perchè è così che funziona in questo "settore"; se si parla di un senso più ampio allora diciamo che non è proprio il "non pensare", ma qualcosa appunto di più ampio su cui sono state scritte pagine e pagine e certo la questione non è così semplice...

Modificato da TheItalianBull
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Gianluca-20

qualcuno, tempo fa, commentando qualcosa che avevo scritto qui nel forum, mi chiese se avevo letto "il potere dell'adesso". non mi ricordo chi fosse, ma non credo fossi tu, visto che poi la cosa mi incuriosì e lessi proprio quel libro che mi avevano consigliato. non puoi essere tu perchè quel libro parla proprio dell'imparare a non pensare.

E' tosto, mistico, ascetico. in certi passaggi banale e in molti altri ostico. Vale la pena leggerlo, fosse solo perchè è l'unica cosa che mi pare venir fuori dal forum per imparare a non pensare.

Adesso ti faccio una sorpresa.

Non sai da quanto tempo cerco questo libro di Tolle se non sbaglio mi incuriosisce tantissimo, mi piacerebbe leggere anche the new earth, aspetto la sorpresa :)

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Kharma Kid

capitan somaro, con non pensare intendi la cosa nell'accezione buddistica del termine, vero?

cioè vuoto mentale e presenza nella realtà.

io ci sto lavorando, anche se la strada è lunga....ma in breve tempo ho già dato una bella mazzata ai miei pensieri, che mi prendevano ore di vita giornaliera spese a non fare nulla, se non a farmi venire una nevrosi futura psicosi e un'emicrania bestiale.

ci vuole un minimo di sforzo di volontà e impegno inizialmente per continuare a metterlo in pratica (la pratica in sè non è difficile, è un pò come il lavarsi i denti dopo ogni pasto quando sei bimbo, che uno tende a non volerlo fare...non è l'azione in sè a essere faticosa, quanto il mettersi in testa che si deve farlo e il ricordarsi di farlo).

per gianluca, leggiti i 2 libri di giacobbe.

il primo, quello delle seghe mentali, studialo per farti un idea di base di come funziona il tuo cervello, e del cosa succede.

il secondo, quello del buddha in 5 settimane, oltre ad approfondire la teoria (questa volta non più dal punto di vista della psichiatria e neuroscienza, ma più da quello che buddha aveva già scoperto 2500 anni fa anche se coincide), ti da proprio un percorso pratico su cui lavorare (che espone brevemente anche nel primo libro, ma nel secondo è organizzato e fatto meglio, quindi nella pratica usa direttamente questo).

naturalmente trovo un pò una stronzata per occidentali il "5 settimane", perchè noi occidentali vogliamo il tutto e subito...la gente va in thailandia per imparare la thai dai thailandesi, ma i loro lavori non vuole farli e vuole subito fare sacco e pao come potrebbero farlo a casa loro, e i camp thai per gli europei sono organizzati apposta per gli europei anche se poi lì i bimbi calciano come i nostri pro e ci si chiede perchè, la gente si iscrive a yoga, ma non vuole farlo seriamente, vuole perdere un oretta e fare stretching, la gente va in palestra, ma il 90% va per socializzare e fare salotto, anche se poi si lamentano che non ottengono risultati per luglio quando vanno al mare anche se si sono iscritti da BEN 2 mesi...questo è un po' un vizio della società occidentale, che se alla gente non gli prometti il tutto e subito, manco si mette sotto a provare, e alla maggior parte interessa più il risultato che non la gioia della pratica)....qundi avesse scritto diventa un buddha in 5 anni, il libro probabilmente l'avremmo letto io, lui e qualche altro demente.

io onestamente lavoro su ogni fase finchè non è assimilita del tutto...per ora sono ancora alla prima.

il libro di tolle parla di questo?

se sì, una lettura gliela dò.

Modificato da Kharma Kid
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Chuck_

il libro che invece ti consiglio è:

"manuale del training autogeno"di Hoffmann, che non trovi sul mulo, ma in libreria a meno di venti euro. secondo me ha il gusto equilibrio fra informazioni di base, di natura medica, e nozioni pratiche, per applicare il metodo.

Capitano ti ringrazio per questo consiglio, sicuramente uno di questi giorni andrò in libreria a comprare questo libro.

Io ho praticato alla buona il training autogeno per rilassarmi nei periodi incasinati come esami universitari e pressioni varie e devo dire che quasi da subito ho avuto grandi benefici (facevo solo gli esercizi della pesantezza e del calore).

Visto che lo pratichi da 20 anni, volevo sapere che miglioramenti hai avuto, che cambiamenti hai riscontrato ecc... vorrei saperne qualcosa di più, questa cosa mi interessa parecchio :)

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capitansomaro

capitan somaro, con non pensare intendi la cosa nell'accezione buddistica del termine, vero?

cioè vuoto mentale e presenza nella realtà.

io ci sto lavorando, anche se la strada è lunga....ma in breve tempo ho già dato una bella mazzata ai miei pensieri, che mi prendevano ore di vita giornaliera spese a non fare nulla, se non a farmi venire una nevrosi futura psicosi e un'emicrania bestiale.

ci vuole un minimo di sforzo di volontà e impegno inizialmente per continuare a metterlo in pratica (la pratica in sè non è difficile, è un pò come il lavarsi i denti dopo ogni pasto quando sei bimbo, che uno tende a non volerlo fare...non è l'azione in sè a essere faticosa, quanto il mettersi in testa che si deve farlo e il ricordarsi di farlo).

il libro di tolle parla di questo?

se sì, una lettura gliela dò.

Il libro di tolle sì, parla di questo: vuoto mentale e presenza nella realtà. da come sei riuscito in tre parole a farmi capire quel che hai provato, posso dirti che il libro ti darebbe molto.

e lo troverai, come molti altri libri di auto-aiuto, con una veste grafica curata, in mezzo a tante altre proposte che, personalmente, trovo senza senso e davvero commerciali. ma non è il caso di tolle, secondo me. anche se ripete allo sfinimento il concetto e dà delle definizioni un po' sfuggenti, il prezzo da pagare per descrivere esperienze che sono indescrivibili, sono riuscito a capire credo bene cosa lui sostiene e intende e, inoltre, è come dici tu:

non è l'azione in sè a essere faticosa, quanto il mettersi in testa che si deve farlo e il ricordarsi di farlo.

se tu dovessi leggerlo, ti va poi di scambiare un paio di opinioni?

nella mia valigia dei trucchi ho cinque libri: "il potere dell'adesso" è uno dei cinque.

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capitansomaro

Capitano ti ringrazio per questo consiglio, sicuramente uno di questi giorni andrò in libreria a comprare questo libro.

Io ho praticato alla buona il training autogeno per rilassarmi nei periodi incasinati come esami universitari e pressioni varie e devo dire che quasi da subito ho avuto grandi benefici (facevo solo gli esercizi della pesantezza e del calore).

Visto che lo pratichi da 20 anni, volevo sapere che miglioramenti hai avuto, che cambiamenti hai riscontrato ecc... vorrei saperne qualcosa di più, questa cosa mi interessa parecchio :)

ok, parto da lontano.

iniziai quasi due decenni fa. frequentavo un gruppo che per operare al meglio doveva avere del sostegno psicologico. un pomeriggio intero a settimana, una psicologa ci parlava di una serie di argomenti finalizzati a trattare con certi personaggi e a non assorbirne come spugne gli aspetti negativi. concludevamo le sedute col T.A., che lei voleva insegnarci. Delle sei sette persone che eravamo, io ero quello che rispondeva meno bene al TA. sentivo, ma non come gli altri. l'anno dopo cambiammo la psicologa, nuovi metodi, niente TA...e io da solo non continuai a praticarlo...ma l'interesse era stato attivato.

nonostante la resistenza che avevo avuto all'inizio, avevo già intuito le potenzialità del rilassamento sul corpo e sullo stato d'animo, tant'è che, per attenuare i miei eccessivi sbalzi emozionali, quando ancora internet ce l'aveva solo la nasa, mi comprai un po' di libri sul TA e ricominciani da solo, ricordando benissimo gli insegnamenti che già avevo ricevuto. credo che per la motivazione diversa che ho avuto nel mio secondo incontro col TA (ero io che l'avevo cercato, ero io che mi ero mosso, ero io che volevo davvero farlo) ho subito "sentito" molto e, entusiamato dai risultati, ho continuato ad applicarmi intensamente e con costanza. C'è da dire, non per vanteria, ma per confermare un'osservazione che ritroverai in tutte le letture sul tema, che per motivi di sport intenso e di fatica avevo già un ottimo "contatto" col mio corpo; leggo sempre invece delle maggiori difficoltà nel "sentire" da parte di chi non molto in "contatto" col proprio corpo. Ho continuato così e la buona notizia è che, con costanza e perseveranza, è vero che si riesce a "sentirsi" e "rilassarsi" con un solo quarto d'ora. INoltre, una volta che hai "capito" cosa succede, cosa aspettarti e come funziona, potenzi sempre più il meccanismo pensiero rilassante--> corpo rilassato ---> pensiero rilassato; in aggiunta, dopo un po' (la butto là, non sprei davvero quantificare, diciamo dopo un'annetto), puoi anche non sentirne la necessità di farlo per settimane per poi riprendere senza aver perso molto.

un po' di considerazioni, senza un filo che le leghi:

una cosa che ho capito è che se sei teso e lo usi per rilassarti, almeno con me, non dà grossi risultati; se invece sei già sereno di tuo, amplifica moltissimo quello stato d'animo. in sostanza è uno strumento di prevenzione e non di intervento.

ti dico che quando lo faccio ho gli occhi diversi e la gente se ne accorge, ti si vede subito negli occhi che sei rilassato. E' incredibile quante volte mi dicono "oh?..ma che hai fatto?"

a volte è così piacevole che non vorrei uscire da quello stato; altre volte mi sento così bene come se avessi fatto il giro del mondo, che nulla può perturbarmi, e mi rimane un sorriso sulle labbra molto a lungo.

tutt'ora, a volte mi addormento, e anche se dà entusiasmo perchè ci si rende comunuqe conto che qualcosa cambia, è anche vero che qualcosa si sta sbagliando; l'obiettivo non è addormentarsi.

TA e autoipnosi sono fratelli carnali. dopo un po' sono passato all'auto-ipnosi, direi naturalmente, che aggiunge al TA le suggestioni e i proponimenti.

ovviamente mi sono poi interessato di ipnosi perchè, autoipnosi e ipnosi, sono anch'essi fratelli.

mi sembrava di essere arrivato ad un buon grado quando cinque anni fa leggo sotto casa l'annuncio di uno psicologo bioenergetico che teneva un corso di TA, una volta a settimana, per, se non ricordo male, sedici settimane. NOn volevo andarci, l'impegno, la costanza..e poi già sapevo...ma alla prima lezione dimostrativa e gratuita entro...ed era pieno di patata! a parte me e il tipo che teneva il corso, tutte fiche, fichette e ficone. un paradiso. chiarmente mi sono iscritto, ma le donne abbandonarono tutte!!! dopo qualche settimana eravamo rimasto solo io e il tipo. te lo racconto perchè c'è una spiegazione secondo me in questa vicenda. Il TA è altamente erotico. nel senso che con l'immaginazione che galoppa, con le sensazioni che invochi e ricerchi, porta spessissimo al pensiero sessuale (anche qui avrei molti anedotti da aggiungere). io già navigato, ad arte, quando il tipo ci faceva raccontare le esperienze, sapevo già in stile ross jeffries suscitare emozioni che conoscevo e che sapevo trasmettere a parole. ricordo nitidamente l'imbarazzo di una ragazza (fra l'altro bella figa, mai più rivista, maledizione) nel sentirsi "arrapata" con nulla di diverso delle sensazioni e delle emozioni che raccantovao parlando di tutt'altro. credo che la presenza di solo due maschi nel gruppo perturbò quell'equilibrio e alla fine andò come ti ho detto. comunque io dal corso capii alcuni miei errori, che ormai avevo consolidato e che in parte mi porto ancora appresso.

ho già parlato troppo e ci sarebbe moltissimo ancora da dire, ma dopo un po' mi stufo di parlare. e comunque adesso, contravvenendo ad una mia regola, ho parlato di TA con qualcuno. E' una esperienza così personale e senza un vocabolario per esprimerla che non mi va di dare in pasto a chi non ne capisce un cazzo emozioni che se non hai provato puoi solo banalizzare con delle credenze fuori luogo. per lo stesso motivo, dalle sfumature, so riconoscere chi lo pratica da chi non l'ha capito, ma, chissà perchè, si vuole dare un tono.

tu aggiungi pure il "cuore" e il "respiro"...sono micidiali. credo che ognuno poi sia più sensibile con un esercizio piuttosto che un'altro. io me la viaggio col respiro..ahhhh..che bello. personalmente trovai all'inizio difficili il "plesso solare" e la "fronte fresca". ma se avanzi per gradi, come straconsigliato da tutti gli esperti, ti avvicini nell'unico modo in cui puoi imparare: lentamente e senza fretta.

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Chuck_

cut

Ho letto appena adesso la tua risposta, ti ringrazio immensamente per la completezza ed anche il cuore che ci hai messo :) .

Mi hai dato ulteriori stimoli per approfondire il TA, già ne avevo saggiate le potenzialità ma adesso voglio proprio entrare più nel dettaglio.

Comunque ti confermo che è utilissimo per rilassarsi quando si è tesi, almeno nel mio caso.

Ho scoperto il TA in un periodo bruttissimo: avevo esami universitari impegnativi, stress, i miei che ogni volta mi davano contro, con le ragazze nemmeno a parlarne, autostima a zero... insomma stavo da cani e avevo bisogno di qualcosa che mi risollevasse.

Il TA mi ha dato serenità, mi ha tolto gran parte dello stress, riuscivo anche a svuotare la mente così potevo concentrarmi sui problemi da risolvere con calma e lucidità, ho anche migliorato il rapporto con il mio corpo.

Ed è vero, sono emozioni difficili da descrivere e da razionalizzare, ma ho capito il senso delle tue parole: il TA ti cambia, ti fa entrare in maggior sintonia con il corpo e con la mente.

Grazie ancora per avermi raccontato della tua esperienza :drinks:

NB. scusa ma ti voto anche se le tue regole sono contrarie. Secondo me è giusto votare queste risposte e chi risponde agli altri con così grande generosità.

Modificato da Chuck_
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Kharma Kid

Il libro di tolle sì, parla di questo: vuoto mentale e presenza nella realtà. da come sei riuscito in tre parole a farmi capire quel che hai provato, posso dirti che il libro ti darebbe molto.

e lo troverai, come molti altri libri di auto-aiuto, con una veste grafica curata, in mezzo a tante altre proposte che, personalmente, trovo senza senso e davvero commerciali. ma non è il caso di tolle, secondo me. anche se ripete allo sfinimento il concetto e dà delle definizioni un po' sfuggenti, il prezzo da pagare per descrivere esperienze che sono indescrivibili, sono riuscito a capire credo bene cosa lui sostiene e intende e, inoltre, è come dici tu:

non è l'azione in sè a essere faticosa, quanto il mettersi in testa che si deve farlo e il ricordarsi di farlo.

se tu dovessi leggerlo, ti va poi di scambiare un paio di opinioni?

nella mia valigia dei trucchi ho cinque libri: "il potere dell'adesso" è uno dei cinque.

grazie capitano.

allora lo leggo con piacere.

certamente mi va di scambiare opinioni.

comunque sono sempre stato attratto dalle pratiche orientali/esoteriche e praticavo già anche prima alcune cose, come si era forse già capito da alcuni scambi con l'utente splinter , e da quando sono iscritto a IS, come sideeffect ho avuto l'opportunità di ampliare la conoscenza di fonti.

ho provato a leggicchiare qualche introduzione alla PNL ma per quanto probabilmente valida, non mi cattura l'attenzione.

l'unico scritto occidentale che mi piace, forse comune anche alla PNL sono gli esercizi di immaginazione guidata di mckenna, che comunque presente anche in molte pratiche orientali con il nome di visualizzazione.

sul mulo son riuscito anche a reperire un libro sempre sulla pratica meditativa buddista di un famoso esponente vietnamita, ma lo studierò più avanti.

altri libri eccezionali in materia, anche se ho letto poco per ora rispetto alla sua bibliografia complessiva, mentre alcune cose già le conoscevo per corsi che pratico, sono quelli del famoso scrittore thailandese che probabilmente hai presente, M.C.

non ti metto il +1, perchè so che ti farei un dispetto, ma fai conto che l'abbia fatto.

mi pare di aver letto forse in qualche 3d, che in passato anche tu hai avuto un forte disagio interiore in cui mi riconosco molto, e vedere che ne sei uscito alla grande, è un forte incoraggiamento.

sicuramente sei l'utente da cui credo di poter apprendere di più (per i miei interessi) e che un giorno mi piacerebbe conoscere, insieme all'utente splinter.

ciao KK

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capitansomaro

per Chuck....

aggiungo un'altra parte, che era troppo lunga per appenderla alle chiacchiere di prima.

nel tempo ho adattato il TA al mio sport.

La corsa, come sai e come vedi al parco, è una fatica che si fa da soli. puoi andare in compagnia o col walkman, oppure puoi andare da solo. in tutti e due i casi, corri la stessa distanza, ma la presenza a te stesso è completamente differente.

anche andando da solo, puoi cercare di allontanare la fatica con la musica.

Sarai d'accordo sulla mia osservazione che esiste una dimensione di allenamento però in cui non solo devi ricercare la fatica, ma la devi saper sentire per gestire. Insomma, non sempre. Se mi vado a fare una sgambatina, mica fatico; ma quando aumento il carico, mi sono accorto che mi possono succedere due cose.

La prima è ciclare in maniera ossessiva sul pensiero del momento: qualche discorso immaginario, una HB, la bellezza di qualcosa, la rabbia, una idea che mi frulla in testa...e via via che la fatica sale comunque mi si ripulisce tutto dentro per annualalre i pensieri e portarmi alla fatica.

la seconda, quella interessante in ottica TA, è che inizio a concentrarmi, all'inizio con una discreta fatica mentale, sulle sensazioni del corpo e a distenderle, capirle, sentirle, nè più e nè meno come quadno mi rilasso a casa. certo, sono diverse le formule ripetute. quando corro ricerco la distensione, la rilassatezza, l'elasticità e non il calore, la pesantezza o la fronte fresca. di fatto però sento che "entro dentro", che divento la fatica, divento il mio corpo e mi sento le fibre muscolari, il repsiro, il collo le braccia. é incredibilemente eccitante. quando ho preso un bel ritmo, quando comincio a respirare profondo e di diaframma, quando è già un po' che sto sopra la media in termini di fatica, faccio in modo di passare in una spianata, che si apre davanti a me, uscito da un boschetto. una chilometrata in piano, con un ruscelletto a destra e la spianata verde a sinistra. ecco!...lì mi sento la suggestione dentro... sento l'origine primitiva del corpo, lo zoccolo sotto i piedi che schiacciano, il respiro come una massa pesante e densa, la falcata che si apre e si lascia andare. penso ad una mandria che corre, mi sento parte di un tutto e percepisco sensazioni, amplificate dallo sforzo, che il contatto col corpo pulsante mi rende estremamente vivide.

ecco. quel contatto, quella fusione corpo-mente e quel livello di fatica mi è possibile solo se ci arrivo con questo percorso, prima ancora che fisico, mentale.

..il cronometro poi alla fine mi dice che vado come un treno.

puoi, se ti va, raccontare quali sono i tuoi riti per il TA?

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