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Premiamo l'autoStima!


Gianluca-20

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Gianluca-20

Vi da fastidio il climatizzatore del ristorante, volete dirlo al cameriere ma poi pensate che è meglio starsi zitti.

Siete sul bus, state ritornando da scuola, siete stanchi e volete dormire ma il volume della radio è troppo alto, basta dire all' autista di abbassare il volume, voi però preferite restare svegli.

All' aperto, seduti su una panchina, vi godete il tramonto e meditate su tutti i momenti di gloria della vostra vita, arriva un tizio, si siede, accende una sigaretta, siete profondamente irritati dall' odore della sigaretta, continuate a rodervi le budella ma non dite nulla, intanto la sigaretta è già finita.

Tu e lei, ci stai provando, sei eccitato, desideri profondamente abbracciarla, intorno c'è tanta gente, ti spaventi della "gente" anzi in verità ti spaventi di ciò che pensa la "gente", sopprimi questo desiderio, come hai fatto mille altre volte.

Queste sono solo alcune delle tante scenette che ogni giorno ci rendono protagonisti della Distruzione della nostra autostima.

Se abbiamo voglia di fare una cosa dobbiamo farla, NON possiamo sopprimere i nostri desideri e peggio ancora i nostri bisogni a causa delle paure!

Ogni volta che soddisfi un bisogno aumenti la tua autostima. Ecco cosa devi fare: premiare la tua autostima, Come?

Tutte le volte che oltrepassi la paura e soddisfi un bisogno (qualsiasi tipo di bisogno, gli esempi di sopra lasciano spazio all'immaginazione) dai un punto alla tua autostima, quando invece fai prevalere la paura scendi di un punto, stabilisci un traguardo (il mio traguardo è a 100 punti) quando raggiungi quel traguardo premiati; regalati la console che tanto desideri o la bottiglia di vino che tanto vorresti gustare. Un pò come i punti del benzinaio :D

Ricapitolando:

Bisogno soddisfatto +1

Bisogno non soddisfatto -1

Bis. sodd. +1

Bis. sodd. +1

Bis. sodd. +1

Bis. sodd. +1 ...

...

...

...

Tot.+100 punti = Premio

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post davvero interessante, sembra molto utile per autostimolarsi nel vincere le piccole "paure" di tutti i giorni, da testare....

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capitansomaro

la tua tesi è che l'autostima è strettamente collegata al soddisfacimento del desiderio, giusto?

non mi è chiaro come definisci l'autostima, ma credo che possiamo essere d'accordo su qualcosa che indichi la qualità e la quantità del benessere di una persona. va bene così?

allora, seduttore impertinente, prendo un punto per ogni donna che im porto a letto. un punto per la ragazza del mio amico, un punto per la moglie del collega (quanto sono figo), dieci punti per l'amante de mio capo (quando ci vuole, ci vuole), mi porto aletto anche la ragazza di mio cugino (0.5 punti...era una preda facile). il mio punteggio sale. secondo te, la mia autostima dovrebbe salire ed io dovrei mediamente alla fine sentirmi meglio. giusto?

peccato che ho completamente stracciato il tessuto sociale nel quale vivo e, se da una parte ho incrementato il volume di sperma eiaculato, dall'altra ho imbrattato il maglione caldo dell'amicizia delle persone con le quali avevo a che fare, impoverendo, in ultima analisi, il mio benessere totale.

la tua definizione implicita di autostima non mi convince.

mi piacerebbe sentire Frankso sul tema, che so che sta approfondendo....speriamo non troppo, sennò sprofonda nella

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Gianluca-20

la tua tesi è che l'autostima è strettamente collegata al soddisfacimento del desiderio, giusto?

non mi è chiaro come definisci l'autostima, ma credo che possiamo essere d'accordo su qualcosa che indichi la qualità e la quantità del benessere di una persona. va bene così?

allora, seduttore impertinente, prendo un punto per ogni donna che im porto a letto. un punto per la ragazza del mio amico, un punto per la moglie del collega (quanto sono figo), dieci punti per l'amante de mio capo (quando ci vuole, ci vuole), mi porto aletto anche la ragazza di mio cugino (0.5 punti...era una preda facile). il mio punteggio sale. secondo te, la mia autostima dovrebbe salire ed io dovrei mediamente alla fine sentirmi meglio. giusto?

peccato che ho completamente stracciato il tessuto sociale nel quale vivo e, se da una parte ho incrementato il volume di sperma eiaculato, dall'altra ho imbrattato il maglione caldo dell'amicizia delle persone con le quali avevo a che fare, impoverendo, in ultima analisi, il mio benessere totale.

la tua definizione implicita di autostima non mi convince.

mi piacerebbe sentire Frankso sul tema, che so che sta approfondendo....speriamo non troppo, sennò sprofonda nella

Ciao capitansomaro, cosa centra quante ragazze mi porto a letto con l' autostima, perdonami, non ho capito il tuo concetto :)

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RaptorJack

allora, seduttore impertinente, prendo un punto per ogni donna che im porto a letto. un punto per la ragazza del mio amico, un punto per la moglie del collega (quanto sono figo), dieci punti per l'amante de mio capo (quando ci vuole, ci vuole), mi porto aletto anche la ragazza di mio cugino (0.5 punti...era una preda facile). il mio punteggio sale. secondo te, la mia autostima dovrebbe salire ed io dovrei mediamente alla fine sentirmi meglio. giusto?

Più che portare a un incremento di autostima sembra il modo per sprofondare in un abisso di sensi di colpa,credo che gianluca con quanto ha scritto si riferisse solo a piccole situazioni quotidiane in cui è possibile farsi valere ed incrementare,conseguentemente,la propria autostima.Naturalmente prenderti la donna che volevi dovrebbe farti stare meglio,anzi sentire meglio, ma se il prezzo da pagare è un rapporto importante con un'altra persona il gioco non vale la candela. Comunque capitansomaro,complimenti per la rivincita sul capo :appl:

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  • 3 settimane dopo...
JamesRyan

Post di grande spessore, non va presa sotto gamba questa cosa della soppressione dell'autostima, grande Gianluca!!!! :D

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IlConte
si riferisse solo a piccole situazioni quotidiane in cui è possibile farsi valere ed incrementare,conseguentemente,la propria autostima.

Vedo con dispiacere che troppo spesso qui si parla di autostima, alphaness o valore facendo esempi sul "farsi valere" o sullo scontro come se tutte le relazioni sociali si basassero sull'imporre se stesso sugli altri.

L'autostima è la considerazione di se stessi per quello che si è fatto, quello che si fà e per quello che si sa si è capaci di fare e si farà in futuro anche in ambito delle dinamiche sociali.

E' ovvio che chi non ha mai fatto niente di buono e non è riuscito in niente e che si ostina a non fare o fare le cose sbagliate non può avere un'ottima autostima.

Diversamente chi fa, e facendo migliora, ottiene a mio avviso un incremento sostanziale della propria autostima ogni volta. Indipendentemente dal risultati che in ogni caso con l'esperienza non tarderanno a venire assieme ai bisogni soddisfatti.

Che cosa sarebbe successo all'autostima se (e riprendo per paradosso gli esempi del post) l'autista risponde di no o il cameriere ti risponde che non è possibile? Crollo dell'autostima perchè ho chiesto una cosa e non mi è concessa?

Si finirebbe nel buio del patetico ad ogni game andato male o per un numero di telefono o appuntamento rifiutato e non è di certo il modo migliore per affrontare il proprio miglioramento.

Avere il coraggio di fare (e in quel caso domandare) sì, assolutamente. Ma la relazione con i bisogni soddisfatti la vedo lontana anch'io.

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Gianluca-20

Vedo con dispiacere che troppo spesso qui si parla di autostima, alphaness o valore facendo esempi sul "farsi valere" o sullo scontro come se tutte le relazioni sociali si basassero sull'imporre se stesso sugli altri.

L'autostima è la considerazione di se stessi per quello che si è fatto, quello che si fà e per quello che si sa si è capaci di fare e si farà in futuro anche in ambito delle dinamiche sociali.

E' ovvio che chi non ha mai fatto niente di buono e non è riuscito in niente e che si ostina a non fare o fare le cose sbagliate non può avere un'ottima autostima.

Diversamente chi fa, e facendo migliora, ottiene a mio avviso un incremento sostanziale della propria autostima ogni volta. Indipendentemente dal risultati che in ogni caso con l'esperienza non tarderanno a venire assieme ai bisogni soddisfatti.

Che cosa sarebbe successo all'autostima se (e riprendo per paradosso gli esempi del post) l'autista risponde di no o il cameriere ti risponde che non è possibile? Crollo dell'autostima perchè ho chiesto una cosa e non mi è concessa?

Si finirebbe nel buio del patetico ad ogni game andato male o per un numero di telefono o appuntamento rifiutato e non è di certo il modo migliore per affrontare il proprio miglioramento.

Avere il coraggio di fare (e in quel caso domandare) sì, assolutamente. Ma la relazione con i bisogni soddisfatti la vedo lontana anch'io.

Non mi sono spiegato bene.

Con il concetto di premio intendo più un modo per autospronarsi a fare, un modo giocoso per approciarsi alle "piccole" paure di ogni giorno. Una cosa importante che ho dimenticato a scrivere e che giustamente mi avete fatto notare, è che questo concetto ha senso se si applica alle paure quotidiane, leggere e di passaggio e non a fobie, in quel caso avrebbe poco senso.

Se l' autista ti risponde NO, dove sta il problema? Tu intanto in quel momento NON hai dato ascolto alla vocina negativa che ti diceva di lasciar perdere, non bagniamoci prima di piovere.

Grazie di avermelo fatto notare :)

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charlie

Io capisco l'esempio, non si tratta di avere poi in fin dei conti dei riscontri con la realtà, ma è in primo luogo una forma di rispetto ed ascolto di se stessi e della coscienza di MERITARE alcune cose che usualmente siamo soliti negarci (per via della sensazione inconscia di non meritarcele).

Posto il mio piccolo esempio ed esperienza in merito, che mi ha fatto stare bene al momento:

vado a comprare un utensile intercambiabile che uso solitamente per lavoro. Lo provo (costa solo un euro) ma mi sembra che non ruoti bene. Lo faccio presente al commesso e gli dico "hmm.. mi sembra che non vada molto bene questo!" Lui mi fa "no.. è normale così! Poi quando lo usi vedrai che va!"

in altre occasioni gli avrei dato retta, invece non so perchè quel giorno lì gli rispondo:

"scusa.. ma me ne faresti provare un altro?"

lui dubbioso un po' scazzato me ne prende un altro, e davanti a lui gli dimostro che avevo ragione.

"Ah.. avevi ragione.. scusa!"

+ 1, che sarebbe stato lo stesso un + 1 anche se il tipo avesse reagito diversamente.

Il punto è ascoltare e dare voce al nostro amore/rispetto per se stessi.

Senza ribattere avrei perso solo un euro? No, avrei dato un -1 alla mia autostima.

Modificato da charlie
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IlConte
Non mi sono spiegato bene. Con il concetto di premio intendo più un modo per autospronarsi a fare, un modo giocoso per approciarsi alle "piccole" paure di ogni giorno. Una cosa importante che ho dimenticato a scrivere e che giustamente mi avete fatto notare, è che questo concetto ha senso se si applica alle paure quotidiane, leggere e di passaggio e non a fobie, in quel caso avrebbe poco senso. Se l' autista ti risponde NO, dove sta il problema? Tu intanto in quel momento NON hai dato ascolto alla vocina negativa che ti diceva di lasciar perdere, non bagniamoci prima di piovere. Grazie di avermelo fatto notare :)

La questione non è che ti sei spiegato male, ma che hai proposto un modello matematico (per quanto giocoso possa essere) che ha delle relazioni con il concetto astratto di autostima che sono decisamente discutibili.

In primis perchè propone un ragionamento e un'azione orientata al "risultato" che tutti qui dovremmo sapere che è controproducente in questo campo e secondo perchè suggerisce ragionamenti del tipo "farsi valere" e "imporsi", "farsi rispettare" per come è stato esposto e che non c'entrano veramente nulla.

Di qui la mia domanda "se l'autista ti dice di no che succede?". Metti -1? Il tuo modello indicava: bisogno soddisfatto non la domanda o il bisogno espresso, quindi il punteggio avrebbe dovuto essere -1.

Ti capita una giornata in cui chiedi o ti proponi in cose non possibili in quel momento che fai? Ti tormenti manco fosse a lotteria o una partita di fantacalcio?

Non sono mai stato d'accordo con un certo tipo di conteggio o giochi per l'inner game. Si cerca di fare una scienza matematica di cio' che in realtà non puo' che essere interpretata con la psicologia o l'antropologia. Ricordo di chi in passato addirittura mise un file excel con statistiche su le aperture e i game che si facevano in un mese e nell'anno, sempre per fantomaticamente aiutare a motivarsi.

A questo punto l'esempio da te proposto non si distingue tanto da una semplice "Mission" già proposta anche qui sul forum dai trainer e a livello più generale da Style, e altri nei loro programmi. La differenza sta però che in quelle mission l'obiettivo, come credo sia più giusto, era agire (fermare tre persone per strada e chiedere qualsiasi cosa ad es.) e non quello che si portava a casa.

Tutto questo per aiutare a superare "l'ansia da approccio" e non ad incidere sull'autostima che è un concetto decisamente più ampio e che cresce nella visione di insieme migliore che si ha anche superando questo tipo di paure.

Modificato da IlConte
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