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Argomentare, essere convincenti: come?


Mr. Change

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capitansomaro

Ho visto entrambi i filmati, la storia è un fatto in sè semplice, ma cmq ben raccontata.

Probabilmente la vera abilità è riuscire a raccontare fatti ed episodi anche banali riuscendo a dare una qualche emozione in chi ascolta, senza perdere l'attenzione del nostro interlocutore

ti sei reso conto che quel fatto semplice ti ha tenuto lì, per nove minuti? sfido chiunque ad inchiodarti per nove minuti di seguito, al massimo dell'attenzione. E' proprio di questo che parlo! ti è sembrato tutto normale, ma in realtà è un fatto eccezionale. nessuno dei tuoi insegnati è riuscito mai a coinvolgerti per nove minuti, parlando magari dei segreti dell'universo, dei misteri della storia o della gigantesca figura di qualche pensatore del passato, temi decisamente più profondi e interessanti di una banale storiella di natale.

Senza il tuo "probabilmente", tutto quel che hai scritto prima è vero!!!!...è uno dei mattoni è la storia, non il contenuto, ma il suo svolgimento. Come si diceva per Matt Demon, fai caso alla costanza degli elementi presenti: c'è una routine, la rottura della routine, la modifica di uno stato emotivo e la reincorporazione.

La tua risposta mi dà lo spunto, di nuovo, per osservare che abbiamo la struttura della storia, quando la sentiamo come tale, sotto il naso, anche se non la sappiamo riconoscere, che è, lo dico in senso buono, proprio il tuo caso.

La "semplice" storia, come dici tu, il "cmq ben raccontata" e niente di più ... se trascuri il fatto che l'hai ascoltata per ben nove minuti. un lungo monologo, senza musica e senza movimento.

per come invece lo intendo io, è un capolavoro, da smontare, smembrare, assaporare, divorare, capire e godere.

(sto pensando anche di scriverne il testo, con la spiegazione in termini di storytelling fra parentesi)

....

(se non ti convinci della bontà del saper raccontare una storia, non avrai mai come ambizione quella di esprimerti bene e quindi, non ha neanche senso parlare di esercizi)

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lorenzo.93

Credo che una storia per essere intrigante, per suscitare l'attenzione di colui che ascolta debba essere piena di dettagli, in questo modo mentre si ascolta è possibile immaginare la situazione raccontata, vorrei un vostro parere!

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Kharma Kid

visto il video.

eccezionale oltre ogni modo, 9 minuti per raccontare il furto di una macchina fotografica da un bagno.

proviamo a fare un po' il punto della situazione capitano, per vedere se ho colto qualcosa, poi tu mi correggerai.

da quel che dici e mi fai notare in effetti, le cose comuni sono agli ottimi story telling:

1 - tante piccoli spezzoni brevi anche con soggetti diversi (vedi damon che passa in ogni piccola routine da lui, al giornalista, a pitt, a clooney)

2 - nei brevi spezzoni, comunque ricchezza di dettagli, sia concreti che emotivi/percettivi.

3 - spezzoni separati da opportune pause.

4 - come mi fai notare, spesso si rompe una routine per introdurre una nuova. (es. quando lui va in bagno, rompe di colpo la routine "narrativa", e inizia a creare un preambolo per un nuovo fatto, descrivendo le sue emozioni, e poi rirecupera la routine).

5 - non ho compreso bene "la modifica di uno stato emotivo e la reincorporazione".

invece riguardo al narratore:

1 - si prende tutta la calma del mondo, e non ha fretta.

2 - è sicuro di quello che dice, e non si preoccupa di controllare se quello che sta dicendo sta interessando l'altro o meno.

3 - nel porsi a chi lo ascolta, nonostante il modo distaccato di raccontare (inteso che non sta a vedere se l'interlocutore approva, o meno, e si prende tutto il tempo del mondo nel raccontare, oltre a non farsi coinvolgere troppo a livello emotivo come variazioni di energia), è convolgente, e spesso coinvolge nel discorso semplicemente con sguardi, e gesti.

4 - ritmo costante (no accellerate, come si ritenesse una parte futile o di poco conto...notare che quando dice che i palazzi sono tutti uguali e ci si perde, si prende lo stesso tempo per esporre ciò, che per esporre il fulcro della storia), e dove ci vuole variazione di tono di voce e volume, oltre che di mimica. (mentr eimitare la voce e i comportamenti altrui, quando si parla di terzi non è un elemento fisso, immagino convenga farlo solo se si è in grado di farlo..o al limite se non si è in grado di farlo, farlo in maniera più soft, rimanendo comunque sempre sulla propria linea)

5 - voglia di raccontare la storia, entusiasmo nel farlo.

6 - secondo me, non so chi la conosce, ma la teoria di Garelli sugli stati di energia, fa molto nello story telling.

detta in breve, una persona sicura di sè e entusiasta della sua vita, riesce a governare le emozioni, facendosi coinvolgere ma senza farsi schiacciare da esse. una persona depressa o insicura, o dovrà restare piatta nelle sue interazioni/azioni, o per il forte sbalzo energetico verrà sopraffatta, fino a perdere il controllo (es. uno racconta una cosa divertente e perde il controllo e inizia a ridacchiare, oppure la differenza tra creare tensione sessuale o sembrare un porco allupato).

7 - secondo me pure la presenza nel momento è fondamentale, ho notato su me stesso, che se ti inizi a far prendere dai pensieri del "ora cosa racconto? ma sto annoiando? etc...) sei finito.

e inoltre è fondamentale per saper ascoltare...se pensi non ascolti realmente... e spesso uno story telling può comunque diventare un dialogo o comunque possono esserci interruzioni o domande.

Modificato da Kharma Kid
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capitansomaro

visto il video.

eccezionale oltre ogni modo, 9 minuti per raccontare il furto di una macchina fotografica da un bagno.

proviamo a fare un po' il punto della situazione capitano, per vedere se ho colto qualcosa, poi tu mi correggerai.

da quel che dici e mi fai notare in effetti, le cose comuni sono agli ottimi story telling:

1 - tante piccoli spezzoni brevi anche con soggetti diversi (vedi damon che passa in ogni piccola routine da lui, al giornalista, a pitt, a clooney)

2 - nei brevi spezzoni, comunque ricchezza di dettagli, sia concreti che emotivi/percettivi.

3 - spezzoni separati da opportune pause.

4 - come mi fai notare, spesso si rompe una routine per introdurre una nuova. (es. quando lui va in bagno, rompe di colpo la routine "narrativa", e inizia a creare un preambolo per un nuovo fatto, descrivendo le sue emozioni, e poi rirecupera la routine).

5 - non ho compreso bene "la modifica di uno stato emotivo e la reincorporazione".

invece riguardo al narratore:

1 - si prende tutta la calma del mondo, e non ha fretta.

2 - è sicuro di quello che dice, e non si preoccupa di controllare se quello che sta dicendo sta interessando l'altro o meno.

3 - nel porsi a chi lo ascolta, nonostante il modo distaccato di raccontare (inteso che non sta a vedere se l'interlocutore approva, o meno, e si prende tutto il tempo del mondo nel raccontare, oltre a non farsi coinvolgere troppo a livello emotivo come variazioni di energia), è convolgente, e spesso coinvolge nel discorso semplicemente con sguardi, e gesti.

4 - ritmo costante (no accellerate, come si ritenesse una parte futile o di poco conto...notare che quando dice che i palazzi sono tutti uguali e ci si perde, si prende lo stesso tempo per esporre ciò, che per esporre il fulcro della storia), e dove ci vuole variazione di tono di voce e volume, oltre che di mimica. (mentr eimitare la voce e i comportamenti altrui, quando si parla di terzi non è un elemento fisso, immagino convenga farlo solo se si è in grado di farlo..o al limite se non si è in grado di farlo, farlo in maniera più soft, rimanendo comunque sempre sulla propria linea)

5 - voglia di raccontare la storia, entusiasmo nel farlo.

6 - secondo me, non so chi la conosce, ma la teoria di Garelli sugli stati di energia, fa molto nello story telling.

detta in breve, una persona sicura di sè e entusiasta della sua vita, riesce a governare le emozioni, facendosi coinvolgere ma senza farsi schiacciare da esse. una persona depressa o insicura, o dovrà restare piatta nelle sue interazioni/azioni, o per il forte sbalzo energetico verrà sopraffatta, fino a perdere il controllo (es. uno racconta una cosa divertente e perde il controllo e inizia a ridacchiare, oppure la differenza tra creare tensione sessuale o sembrare un porco allupato).

7 - secondo me pure la presenza nel momento è fondamentale, ho notato su me stesso, che se ti inizi a far prendere dai pensieri del "ora cosa racconto? ma sto annoiando? etc...) sei finito.

e inoltre è fondamentale per saper ascoltare...se pensi non ascolti realmente... e spesso uno story telling può comunque diventare un dialogo o comunque possono esserci interruzioni o domande.

in quel che hai scritto c'è molto di quel che vorrei scrivere.

chiarisco subito una cosa che hai notato.

una grande storia è tale perchè è raccontanta su più livelli, includendo storie dentro la storie.

la storia del furto al bagno è una storia dentro la storia del furto nella tabaccheria. inoltre, la reincorporazione, il furto nella tabaccheria sembra un dettaglio irrilevante nei confronti della cena di natale a casa della vecchietta, ma poi, paff..alla fine...keitel rende pan per focaccia (stabilendo significati che se ne può parlare per ore) collegando il furto iniziale che ha subìto col furto finale che lui compie..

Quindi, come vedi, negli otto minuti, ci sono storie dentro la storia e un grandioso esempio di reincorporazione. Però questi due aspetti, sono davvero una forma avanzata di storytelling, che rendono le storie ricche, dense e appassionanti. la cosa bella è che si può arrivare, tramite esercizi, a parlare così. diventa una cosa automatica. certo, di keitel ce n'è uno solo al mondo, ma non vuol dire che tutti non si possa migliorare.

la modifica di uno stato emotivo???? cristo, mi vengono i brividi se penso a lui che descrive la foto del bambino col premio in mano come se avesse vinto alla lotteria. mi commuove. si passa dall'avversione per il ladruncolo, all'amore incondizionato per l'innocenza di un bambino. o no? e quando il grigiore della solitudinie in un giorno di festa viene spazzato dalla recita dell'affetto, non si altera lo stato emotivo?

SOTTOLINEO una cosa che hai già scritto: raccontare una storia è uno stato mentale.

La parte chiave nel raccontare una storia è immaginare e visualizzare la storia che si racconta durante il suo svolgimetno. Se stai immaginando la storia vividamente, devi solo descrivere quel che vedi senza dover ricordare le parole o i fatti. Questo è veramente il segreto!!! quanto meno è il mio, ammesso che sia un segreto. io descrivo quel che vedo dentro il cervello.

il PRIMO ESERCIZIO è, per scaldare la mente, molto semplice. tutto quel che si deve fare sta già dentro la testa. Bisogna immaginare una scena che non si è mai vista prima!

NOn bisogna sedersi e pensarci, analizzare un contenuto eppoi recitarlo. L'esercizio deve essere SPONTANEO.

Sarebbe bello se fossimo in quattro cinque e tutto avvenisse in gruppo. Si prenderebbe una persona, gli si chiuderebbero gli occhi, lo si farebbe girare su se stesso qualche volta e poi...BLAMMM... si aprono gli occhi e immediatametne si inzia a descrivere a caso quel che appare nella mente.

L'unica regola è che bisogna parlare un po' più in fretta di come si pensa.

descrivere la scena che si svolge un pezzo alla volta, come appare, come un fotogramma di una pellicola, pieni di entusiasmo, di eccitazione perchè così i pesnieri si gasano.

Non si deve provare ad analizzare il parlato. non si deve provare ad essere bravi. bisogna solo descrivere le cose come saltano nel cervello.

si inzia con cose piccole, sceme,

e poi ne succede un'altra, e poi s ene aggiunge un altra, e poi ancora una.

fra un po' faccio un esempio, anche se scritto non è come aprlato. proverò a scrivere esattamente come parlerei.

ma la parti chiave sono:

1 immaginare la scena

2 metterci entusiasmo ed eccitazione

3 PARLARE AD ALTA VOCE!!!!

il punto 3 è cruciale. stiamo parlando, non scrivendo. non sono fantasie dentro il cervello, ma storie. si tratta di neurologia. si debbono attivare dei circuiti mentali un po' assopiti. bisogna PARLARE, senza pensarci; bisogna farlo, non pensarlo.

Lo faccio sempre coi bambini e ci scompisciamo dalle risate.

(non rileggo neanche: vado)

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capitansomaro

giro giro giro girooooooo......

1 2 3 BLAMMMMMM!!!!!

eccomi, scendo dall'astronave. metto subito piedi su una merda puzzolente. é di vacca, di quelle col ricciolo. sto in svizzera, la terra della cioccolata, dell'erba verde, dei laghi, della neve. mi vengono in mente anche le tette. chissà se è vero. dovrò andare in giro ad indagare. come a bologna, la città delle tre T. torri, tortellini e tette. anche se, quand ci sono stato, ho bevuto il sangiovese e mangiato la piadina. femmine in giuro ne ho viste poche. ho mangiato e quando la panza è piena il mondo è meraviglioso. come qua! in svizzera!!!! adesso mi faccio una partita a pallone, mi dribblo un toro. mi vesto di rosso e scarto come un torero un bel miura minaccioso. mi gaso, tunnel, doppio passo, rabona. prendo il toro e ci palleggio. mi palleggio il toro. ho preso il toro per le palle!!! grande!! e adesso facciamo una partita!...tori e mucche contro umani. chi sta con me si veste di rosso. io voglio il quattro! come a scuola, come in campo, salto, corro, spezzo corna, entro in scivolata. oh?..il premio per chi vince è una stecca di cioccolata lunga un metro. e poi...cacarella per tutti quanti.

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Fraz

Tecnica delle ASSOCIAZIONI MENTALI: roba potente e bisogna esercitarsi per diverse ore da soli, ma dà i suoi risultati. Se volete la posto in un'altra discussione e va seguita passo passo, senza saltare punti.

Credo serva qualcosa di pratico giusto? ;)

Questa è un'ottima tecnica per argomenti... invece per essere convincenti direi il libro "Le armi della persuasione" di Cialdini o simili.

Per comunicare in maniera "emotiva" direi il manuale di Franco, che è molto buono ;)

Modificato da Fraz
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Mr. Change

Fraz, ogni aiuto, specie se pratico, è bene accetto!

Capitan somaro, proverò questo primo esercizio, vediamo che succede

...Imparo, imparo, imparo!

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capitansomaro

Tecnica delle ASSOCIAZIONI MENTALI: roba potente e bisogna esercitarsi per diverse ore da soli, ma dà i suoi risultati. Se volete la posto in un'altra discussione e va seguita passo passo, senza saltare punti.

Credo serva qualcosa di pratico giusto? ;)

Questa è un'ottima tecnica per argomenti... invece per essere convincenti direi il libro "Le armi della persuasione" di Cialdini o simili.

Per comunicare in maniera "emotiva" direi il manuale di Franco, che è molto buono ;)

quella che tu chiami la TECNICA DELLE ASSOCIAZIONI MENTALI è anche il secondo tipo di esericzio, ma è diverso dal primo che dievo di sopra.

nel primo si deve dare continuità al discorso, senza pensarci troppo, descrivendo ogni singolo elemento che appare nel filmato mentale e, senza salti e preoccupazioni sul contenuto di quel che si sta dicendo, passare con fluidità ed entusiasmo da un fotogramma all'altro. basta un minuto, magari tre volte al giorno, per tantissimi giorni di segutio.

Il secondo, stessa posologia del primo, simile al tuo, serve per stimolare la creatività e la fantasia e per affinare una qualità che poi diventa fondamentale: il reincorporare. L'esercizio consiste nel prendere due cose a caso, davvero a caso, e stabilirne un legame, iniziando con la formula "X è come Y perchè....". Non c deve essere un legame razionale e matematico, ma solo logico-linguistico.

Faccio un esempio, fra una coppia scelta a caso ora: mouse e carta.

"Il mouse è come la carta e non può essere altrimenti. se ci pensi, il mouse mangia il formaggio, anzi: ne è goloso. tant'è che le trappole che si mettono per i topi, oltre al veleno, sono a base di formaggio. ma se vai al supermercato per comprare del formaggio per il topo, dov'è che ti confezionano il formaggio? nella CARTA!!!! e se tu lasci un bl pezzo di formaggio incartato sotto il tavolo alla fine ti ritrovi il mouse nella carta."

ora, abbassate il senso crtico. non guardate il significato logico o la qualità di quanto detto. questo esercizio, tre volte al giono su coppie random, serve solo ad allenare la bocca e il cervello a stabilire associazioni mentali. fAtelo mille volte...e poi ne riparliamo!!!

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Fraz

Io potrei postare tutta la tecnica volendo... poi è ovvio che bisogna lavorarci per diversi giorni e soprattutto dopo la quantità di conversazione bisognerà lavorare anche sulla qualità!

Io mi sto esercitando... alla fine posterò tutta la tecnica ;)

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dr.feelgood

Io conoscevo un altro esercizio che potrebbe tornare utile: il gioco delle cinque parole.

E' molto facile e difficile allo stesso tempo, si prendono cinque parole qualsiasi e attorno a queste bisogna costruire una storia ben fatta.

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