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Cambiare completamente lavoro... E l'esperienza?


soulboy

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alfred

Molti miei conoscenti - e anche qualche amico - lavorano grazie a persone che conoscono (non parlo di lavori da 2 soldi). Non è certo una cosa di cui vantarsi, ma in Italia conta tantissimo.

Basta vedere che in TV lavorano persone che all'inizio della loro carriera lavorativa svolgevano lavori come bancari, avvocati, professori. Poi l'incontro giusto gli ha cambiato a vita, con modalità più convenzionali non ci sarebbero mai riusciti...

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Soulboy, per certi versi la mia storia coincide ESATTAMENTE con la tua, te la narro con la speranza che possa esserti utile.

Anche io mi sono laureato in ingegneria informatica, anche io come te amo la matematica e ho a lungo pensato di prendere la seconda laurea in matematica, ma non l'ho mai fatto.

Anche io ho lavorato per anni come sviluppatore (sia in software house sia in uffici tecnici di aziende metalmeccaniche del settore meccatronico).

Anche io come te ero insofferente alla moderna situazione del programmatore, che è il proletario del nuovo millennio, secondo me. Mi ritenevo uno "sviluppatore con la valigia in mano" perché in media dopo meno di un anno non sopportavo più l'azienda in cui ero e me ne andavo.

Dai, tu sei me: anche io non sopportavo più la vita reclusa, le 8 ore davanti al monitor ad analizzare codice, o quando andava bene a sviluppare sistemini embedded (che in confronto, erano divertenti da fare). Mi mancava la creatività, la socialità, l'arte (alle superiori suonavo, e all'università disegnavo fumetti).

Sono arrivato a maledire la scelta della facoltà, presa d'impulso per seguire un amico quando per tutti e 5 gli anni di liceo ero convintissimo che avrei fatto il dams. Mi sentivo prigioniero del mantello dello sviluppatore, uno straccio logoro e repellente che quando ti si posa addosso, non riesci più a togliere.

Come ne sono uscito?

Allora, per quanto ho potuto, ho cercato di non soffocare le mie passioni. La grafica e la fotografia, seppure in misura minore, facevano sempre parte della mia vita. Sul luogo di lavoro, se per caso capitava di avere bisogno di qualcuno esperto in questi campi, davo sempre il mio contributo, anche senza ricevere neanche un "grazie" in cambio.

Nell'ultima software house in cui ho lavorato, fortunatamente, le mie capacità sono state più valorizzate. Oltre a sviluppare, disegnavo le brochures e i depliant dei prodotti dell'azienda, mi venivano chiesti pareri sull'aspetto estetico delle interfacce, disegnavo gli elementi grafici come le icone e i loghi dei programmi, etc.

Un bel giorno, il titolare mi chiama in ufficio, per dirmi che vista la situazione di crisi, invece di licenziare, aveva deciso di espandersi nel campo della comunicazione visiva. Avrebbe quindi creato una nuova società che si sarebbe occupata solo di quello (niente più sviluppo, se non quello di siti web pubblicitari), e io sarei stato assunto in questa nuova realtà, come lead designer.

Da un giorno all'altro, ero ufficialmente un grafico pubblicitario!

La mia felicità non era destinata a durare: anche se in effetti ormai mi occupavo solo di grafica, il cambio era solo sulla carta. Rimaneva la compagnia dei colleghi nerd, la paga da fame, l'orario da schiavo...

Era comunque una bella esperienza da segnare sul curriculum. Curriculum in cui, ogni volta che lo aggiornavo, davo sempre meno spazio alle esperienze "da nerd" e sempre più a quelle "da creativo".

Grazie anche alla scoperta di Onlyone, e in particolare a Giorgio (Cassim) con cui è nata una splendida collaborazione, mi sentivo finalmente pronto per strapparmi di dosso il mantello dello sviluppatore e riprendere il controllo della mia vita.

Detto fatto: una delle ditte in cui avevo già lavorato come programmatore, che nel frattempo si era ingrandita fino a diventare addirittura partner di una grossa casa motociclistica, mi riassume, questa volta nel reparto Marketing e Comunicazione Visiva.

Adesso quando prendo il caffé con gli ex-ex-colleghi dell'ufficio tecnico, che pur sono ragazzi meravigliosi, penso sempre: "ero uno di loro, e ne sono uscito".

Il prossimo traguardo? Non lavorare più come dipendente e diventare un Creativo che vive della sua Arte. Ho già aperto partita iva come fotografo professionista, e anche se ho ancora bisogno del lavoro d'ufficio per sostentarmi, sto lavorando al massimo per raggiungere il mio sogno.

Se hai qualsiasi domanda, sono qui.

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Amon

Complimenti Fournine !

Io al tuo posto avrei fatto lo stesso, hai un approccio che mi piace.

Bravo.

Io credo che, per quanto bravo possa essere, nel suo percorso abbia contato abbastanza la "fortuna" di essere stato spostato nella nuova società grafica (se non fosse nata, forse sarebbe ancora a sviluppare). Spesso conta anche il caso e, come dicevo, la conoscenza giusta: aspetti di cui non tutti riescono sempre a beneficiare.

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Io credo che, per quanto bravo possa essere, nel suo percorso abbia contato abbastanza la "fortuna" di essere stato spostato nella nuova società grafica (se non fosse nata, forse sarebbe ancora a sviluppare). Spesso conta anche il caso e, come dicevo, la conoscenza giusta: aspetti di cui non tutti riescono sempre a beneficiare.

In realtà in quel periodo stavo comunque facendo colloqui in alcune web agency, in cui avrei sì sviluppato, ma almeno sarebbero state più lontane dal mondo "industriale" (per intenderci, non avrei sviluppato il solito gestionale di m***a per la cantinetta che tutti i programmatori a 700€ al mese fanno per gran parte della carriera). Da lì, avrei pensato al da farsi.

In ogni caso, non lo avevo detto per non sembrare troppo sborone, ma l'idea di fare la seconda società è venuta al mio titolare dopo avermi visto lavorare con la grafica - cosa che fino al mio arrivo non era mai stata fatta in quella ditta.

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Amon

E allora ammetto che avrà contato il tuo talento... il fatto è che non è proprio il periodo - e la nazione - in cui il talento viene premiato (se non in certi casi, più rari).

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el_magico

Stavo facendo una ricerca online per lo stesso motivo e sono rimasto sorpreso di trovare un topic del genere su questo forum che conosco da tempo. Io sono laureando, e tirocinante nel settore IT. Ti capisco benissimo. E' un lavoro triste, sottovalutato (e sottopagato), dove trascorri quasi tutto il tempo ad interagire con una macchina. La cosa più odiosa credo sia talvolta portarsi il lavoro a casa e questo non è il max per la vita sociale. Anche io sto cercando di cambiare settore , vorrei qualcosa che mi potesse far interagire di più con le persone. La situazione economica del Paese non è il massimo ed oggi chi può permettersi i dipendenti tende comunque a sottopagarli. Inoltre ci devi mettere una concorrenza spaventosa per ogni lavoro. La disoccupazione è altissima!!!!

Credo che innanzitutto dovresti individuare quale campo ti gratifica di più, capire se ci sono prospettive future ed eventualmente investire del tempo. Ad oggi, il lavoro più richiesto è quello dell'infermiere, e basta la laurea triennale che però ha frequenza obbligatoria e quindi non potresti lavorare o magari fare un lavoro notturno. Dopo la laurea via di concorsi pubblici. Nel privato è dura, devi elemosinare o avere esperienza e/o amicizie per iniziare. Non hai nessuna idea del settore in cui ti piacerebbe lavorare? Non dirmi qualsiasi cosa XD , ci sarà qualcosa per cui ti senti più portato.

Ti capisco, non sei l'unico . I forum online sono pieni di informatici che cambierebbero (e talvolta cambiano) volentieri lavoro alla prima occasione o che consigliano di non intraprendere tale strada. All'estero gli informatici sono molto ben retribuiti, ma in Italia la politica ha rovinato tale settore, ed in futuro andrà sempre peggio perchè molti disoccupati si stanno buttando nell'IT.

In bocca al lupo

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^X^

Bellissima la testimonianza di Fournine, che ho davvero letto con interesse.

La mia esperienza mi suggerisce che passare da un lavoro tecnico ad un lavoro più crativo è possibile, ma richiede tempi lunghissimi e soprattutto una cambiamento radicale della forma mentis. Il problema è che smettere di ragionare da tecnico mentre si lavora da tecnico non è esattamente facile, ne del tutto consigliabile.

Si può e si deve procedere a piccoli passi, tenendo vivo l'entusiasmo e drizzando le orecchie verso qualsiasi opportunità che ci faccia fare uno spostamento nella giusta direzione. Per un informatico, questo generalmente significa affiancare al normale lavorodi sviluppo, altre attività più a contatto con la gentee soprattutto con i clienti finali. Un ottimo esempio di percorso è sviluppatore-analista di sistema-analista di requisiti-analista di processo-analista di business. Arrivati a fare l'analisi di business, di fatto si è IT solo formalmente e passerete la vostra giornata con i dirigenti delle altre sezioni o con i clienti.

Altrettanto importante è offrirsi volontari in occasione di fiere, presentazioni esterne, viaggi... ovviamente per essere considerati dovete essere SEMPRE presentabili, quindi basta con i pantalonacci con i tasconi e le tshirt dei fumetti della Marvel.

Un errore da evitare è quello di cominciare a disprezzare l'ambiente da cui si proviene appena ce ne si allontana un pelo: ricordate che la vostra capacità di relazionarvi con i tecnici e di essere da loro rispettati sarà il vostro più grande valore aggiunto quando sarete nel lato business.

Buon percorso! Ah ovviamente è tutto testato personalmente con successo.

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Kharma Kid

brutta cosa l'ingegneria...il 95% di noi si prende la laurea in questo campo senza una vera passione, e il risultato è che si finisce a fare una lavoro 5-6/7 gg con 10 ore al giorno, lavorando come un mulo e prendendo meno di quello che cambia le capsule alla macchinetta del caffè in azienda...senza fare carriera, poichè senza passione non si ha la spinta per emergere, informarsi di prorpio, stare i giorni su una cosa per farla perdendo il sonno etc...alla fine uno su 1000 progetta i ponti.

piuttosto che fare sto lavoro, vado a scaricare le cassette al mercato....quindi ti capisco.

ricordo ancora l'anno scorso quando venne al politecnico un ingegnere (un pezzo grosso) per parlarci del futuro lavoro dell'ingegnere chimico, dopo una lunga speiga dal mio punto di vista inquietante, se ne uscì con una battuta:

"eh, che poi mica tutti riescono, c'è anche chi si laurea in ingegneria e poi va a fare l'amministratore di condominio".

risata generale della folla..io in quel momento con un facepalm involontario dato da un colpo di reni di disgusto esistenziale del mio sistema limbico, quasi mi asportavo via gli occhi, ma va bè...una situazione dall'ironia così tragicomica da risultare imbarazzante.

il tipo essendo un pezzo grosso e probabilmente appassionato per essere arrivato dove è arrivato, ci sta che abbia avuto quell'uscita e che non capisca questo punto di vista, ma gli studenti, considerando che 9 su 10 non sono appassionati, e che i più andranno a lavorare come muli 60 ore alla settimana per 1000 euro al mese..bè deridere chi fa l'amministratore di condominio, facendosi la sua giornata tranquilla e prendendosi molto più di loro come stipendio...mi sa tanto metaforicamente di negri nel campo di cotone che deridono lo schiavista perchè a furia di frustarli si stanca il braccio.

comunque tu hai detto di avere una forte passione vera per la matematica (al punto da farti prendere una seconda laurea, nonostante il poco tempo e lo stess di un lavoro fatto controvoglia)...non hai preso in considerazione soul l'ipotesi di continuare e magari tentare di entrare come ricercatore/professore, magari facendo il dottorato in un università estera?

Modificato da Kharma Kid
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PointOf

Io un lavoro sicuro come il vostro me lo terrei stretto...

Poi vabè, se avete il sederino al caldo, siete liberissimi di lanciarvi senza paracadute sulla ricerca di un nuovo impiego in questo periodo STRAPIENO di offerta lavorativa.

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