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beccacorvo
Inviato

leggendo il libro di franco (tradotto meravigliosamente dai membri di questo forum) stavo leggendo del rischio che corrono gli uomini di diventare zerbini delle donne. Tuttavia mi è sorto il dilemma come da titolo, non si può sempre essere degli stronzi con le donne altrimenti penseranno che di loro non ci frega proprio niente o mi sbaglio? Quindi come individuiamo il limite? esempio pratico, lei ti chiede di tenerle la borsa mentre fa altro: accettare e passare per appendiabiti o essere stronzi dicendole che non siamo un appendi abiti?

ambigramma
Inviato

Il limite è nella tua testa.

(ti senti un signore, o un appendiabiti?)

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capitansomaro
Inviato

se fai una cosa per gli altri, ma non ne hai voglia, allora sei servile; se invece agendo per gli altri, non solo ne hai voglia, ma sei anche contento, allora sei gentile.

poi c'è l'azione interessata, che non ti dà piacere e che non hai voglia di fare, ma è la speranza di un vantaggio futuro che la muove e che la rende "viscida".

poi ci sono i test, più o meno consapevoli, che ognuno fa per capire quanto gli altri saltino nei propri cerchi: è gentile verso gli altri chi non esagera coi cerchi; si tratta gli altri senza rispetto, dando priorità al rapoprto dominante-dominato, chi esagera coi cerchi.

c'è una qui al lavoro da me...ti farei vedere come tratti gli altri. è un caso da studiare. così come sono da studiare quelli che le danno retta.

la gentilezza è una virtù che fiorisce solo fra persone gentili. so che è una banale identità, come dire "un buon caffè è un buon caffè!"....ma due cafoni si insultano, due persone gentili si vengono incontro.

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maxcavezzi
Inviato

è un sottile equilibrio.. la gentilezza serve, la tecnica dello stronzo sempre e comunque è prettamente scolastica.. ovviamente se sei gentile ma hai personalità saprei dire i NO giusti, se non hai personalità finirari nel servilismo, ma + che altro è più una conseguenza della mancanza di personalità

Alan33
Inviato

concordo piu' o meno con tutti, se si tratta di attrarre secondo me conviene sempre la tecnica del push and pull. nel caso specifico quando ti chiede di reggere la borsa dille di no ridendo, poi magari avvicini il braccio come ad invitarla ad appenderla li e lo togli all'ultimo momento, potresti chiederle (sempre palesando che scherzi) del denaro per il servizio. Alla fine poi reggila pure ma, come si suol dire, fagliela pesare :-)

BackToLife
Inviato

capitansomaro mi ha preceduto...

è esattamente come ha detto lui.

rudyxxx89
Inviato

Risposta PRATICA:

Dipende. Sii il più stronzo possibile, rifuggi la gentilezza, soprattutto se siete in gruppo. In questo mondo, essa è vista come una debolezza. Nella vita reale non accade come nei film, che il cattivo è sempre accompagnato da immagini di penombra e musichette inquietanti. Il cattivo, qui da noi, risulta enigmatico, tagliente, scaltro, acuto, misterioso, inafferrabile e sempre (e lo ribadisco) sempre più affascinante del buono. Dico ciò sì con un pizzico di malinconia (perchè qualche volta sarebbe bello lasciarsi andare un po' sperando che la gentilezza sia ripagata con la stessa moneta) ma altresì non nascondendo che aver imparato a fare lo stronzo mi ha ripagato moltissime volte. Aspettati che quando siete in un set misto, se ti mostri poco bastardo rispetto agli altri uomini, le ragazze non ti considereranno più una sfida per loro.

Se siete solo tu e lei puoi (anzi DEVI) mostrarti un minimo gentile. Anche l'Hb più diabolicamente bella preferisce mandarti al diavolo piuttosto che subire una miriade di NEGs e IDD. Se invece siete inseriti in un set multiplo ella avrà tutti i motivi per dimostrare a te (ma soprattutto agli altri) che il suo valore sociale è, se non superiore al tuo, almeno uguale al tuo. In definitiva, sii gentile tra il 10 e il 40% del tempo.

Risposta TEORICA

La mia precedente risposta ha come base il concetto che la differenza tra gentilezza e servilismo sta nel fatto che una stessa azione abbia due significati opposti a seconda di come venga interpretata dalla realtà esterna. (Qui c'è un po' di psicologia in mezzo). In altre parole, non siamo noi a decidere la bontà di un'azione che noi stessi compiamo, ma è il significato che gli altri le danno ad avere il sopravvento. Noi, d'altro canto, siamo quello che gli altri pensano di noi. Dunque perchè un'azione risulti gentile e non servile, deve apparire come una concessione, fatta senza bisogno di un ritorno. Mentre è relativamente facile far apparire qualcosa come una concessione (basta evitare di inflazionare le nostre "buone azioni") assai più difficile è fare a meno di aspettarsi il ritorno. Anche inconsciamente tutti speriamo che ogni azione abbia un effetto uguale e contrario, ce l'ha insegnato la vita. Per come talvolta vedo le cose sarebbe auspicabile raggiungere un equilibrio totale con noi stessi che ci permetta di vivere senza influenza altrui e senza domandarci, a volte anche ossessivamente, cosa gli altri pensano di noi. Questo, certamente, sarebbe non servile.

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