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Abitare coi genitori dopo i 35...


Totem

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22 minuti fa, Riple ha scritto:

Quanto hai descritto è uno spaccato di realtà, un figlio che si fa carico della serenità del genitore anziano e malato. E sarai stato sicuramente contento della tua scelta, in base alle alternative disponibili.

Ma capisci anche che si tratta di uno spaccato residuato del passato, quando in famiglia c'erano 4-5 figli come minimo e si divideva l'assistenza tra i figli e le nuore.

Oggi tra figli unici, espatriati, gente senza figli, nuore impegnate su instagram, da oggi ai prossimi 40-50 anni, la situazione sarà tragica, tragica, sottolineo, per gli anziani soli e anche per quelli con figli, a meno che non si faccia carico lo Stato di quello che fino ad ora è stato un compito lasciato alle famiglie, come tanti altri del resto (ad esempio i bambini piccoli accuditi dai nonni con i genitori che lavorano, perchè di asili gratis o a poca spesa neanche l'ombra ).

La società è cambiata, nessuno fa più 4-5 figli, tranne gli africani, se un ragazzo giovane figlio/a unico di oggi, dovrà farsi carico dell'assistenza continuativa in vecchiaia dei genitori,gli stai praticamente bloccando le ali, per qualsiasi sia la sua realizzazione di uomo/donna. Diverso il caso di assistenza per qualche settimana o mese, che può essere in qualche caso gestibile.

Dobbiamo per forza a livello sociale trovare soluzioni alternative, non se ne esce. Le tasse le paghiamo per un carrozzone statale enorme, ma per i servizi utili siamo ancora lontani dai paesi più sviluppati.

 

Infatti non si tiene conto delle modificazioni profonde che ha subito la società rispetto alle famiglie con gli anziani attuali, quindi classe '30,' 40.

Adesso la media dei figli per donne italiane è 1,2. Figli che molto più difficilmente troveranno impiego accanto casa e, se non all'estero, troveranno lavoro nelle grandi città del nord soprattutto. 

Dedicarsi alla completa cura del genitore non autosufficiente significa dedicare parte della vita a quello, abbandonando velleità professionali, familiari, ecc. 

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piratadeicaraibi
50 minuti fa, Riple ha scritto:

Ma capisci anche che si tratta di uno spaccato residuato del passato, quando in famiglia c'erano 4-5 figli come minimo e si divideva l'assistenza tra i figli e le nuore.

Ho esperienza diretta e di famiglie con oltre 4 figli che hanno messo la badante.
Fino al 1960 i nonni erano venerati, guai se non facevi la tua parte, compreso le nuore!.
A mio parere è proprio cambiata la cultura e la società.

50 minuti fa, Riple ha scritto:

(ad esempio i bambini piccoli accuditi dai nonni con i genitori che lavorano, perchè di asili gratis o a poca spesa neanche l'ombra ).

Grande problema. In futuro si andrà in pensione a 70 anni di media, quando l'80% di queste persone non arriverà in buona salute e con una pensione oltre i 1000€.
La generazione di oggi la salvano i nonni che guardano i nipoti perchè ancora giovani (I nonni di oggi in media sono andati in pensione a 55 /60 anni essendo tutti del dopo guerra quando iniziavano a 15-18 anni), con le vecchie pensioni ancora buone (perchè calcolate col vecchio sistema).
Permettono alla coppia di lavorare o al limite gli regalano qualche soldo.
In futuro non ci sarà questa possibilità. Il 70 enne avrà da pensare alla sua salute, non potrà badare ai nipoti. Non potrà aiutare economicamente i figli data la pensione più bassa e l'aumento dei costi della vita. Il sistema crollerà a pezzi se non cambia nulla.
Vedrai tante di quelle corna e separazione tutte per colpa di continui litigi basati su interessi, qualità di vita, etc. Senza trascurare i bambini che nascono praticamente senza genitori e buttati sul divano a giocare con il cellulare, o a vedere De Filippi o la D'urso...e capisci bene che i Bimbiminchia aumenteranno in modo esponenziale a forza di tv trash.

50 minuti fa, Riple ha scritto:

Dobbiamo per forza a livello sociale trovare soluzioni alternative, non se ne esce. Le tasse le paghiamo per un carrozzone statale enorme, ma per i servizi utili siamo ancora lontani dai paesi più sviluppati.

Ci credo poco.

Modificato da piratadeicaraibi
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Rick79

Ma quali servizi, ragazzi di che state parlando... Nel paese più sviluppato della Terra, gli Stati Uniti, se non hai i soldi o fatto le dovute assicurazioni te lo scordi che qualcuno ti guardi quando non sei più autonomo. Ma negli States ancora, per vari motivi sociali e anche fiscali, ci si sposa ancora molto, e presto, e si fanno figli in un numero ancora elevato per i nostri standard. Fateci caso, l'istituto della 'convivenza' non esiste in america se non per rarissime coppie, la norma è sposarsi, magari uno si sposa 4-5 volte nella sua vita, anche a 80 anni, ma ci si sposa.

Altrove lo stato è più presente, come in Italia, ma siamo sicuri siano rose e fiori? Non parlatemi della scandinavia, vi prego, e quanto all'inghilterra, il venerato sistema nazionale di sanità sta implodendo sotto i colpi dei costi sempre maggiori, della scarsità di medici (e infermieri) veramente validi, e dalle prospettive tutt'altro che rosee. Nessuna nazione da questo punto di vista potrà mai garantire dei 'servizi' adeguati alla massa di vecchi che si presenterà, chi arriverà a diventare anziano almeno, dal 2050 in poi. Troppi anziani, e poveri, pochi giovani per mantenerli, a parte gli immigrati che dubito, quando voteranno, inclineranno le politiche pubbliche per sostenere un sistema sanitario assistenziale sempre più costoso per vecchi che non sono nemmeno i loro. E chi guarderà costoro, di cui molti, sono e saranno senza figli e nipoti?

Per noi la situazione è semplicemente spaventosa, meglio non pensarci. Ma se possiamo fare qualcosa per i nostri genitori, per chi si è occupato di noi, e visto che queste ali tarpate io non le vedo, molti qui non hanno relazioni lunghe, o non le vogliono, o comunque non accetterebbero certi diktat femminili, mi chiedo perché no. Per un fatto di carattere? Io penso che il carattere sia in parte genetico e in parte ti si crea per influssi esterni fino all'adolescenza. Poi il carattere è formato, ciò che può migliorarti è l'esperienza. Ma non è detto che alcune esperienze siano necessariamente formative mentre altre non lo sono, i casi sono singolari, credo che meritino rispetto sia le posizioni di chi decide, in accordo con i propri genitori (sempre che li abbia ancora, lo date tutti per scontato ma dopo i 30, e a volte anche prima, non sempre è così) di andarsene altrove a fare fortuna, come si diceva una volta, chi quella fortuna, magari meno incerta, più accomodante, se la cerca rimanendo nella propria casa. Come è stato detto, del resto, i genitori non sono eterni, e prima o poi, se non viene meno prematuramente un figlio, questi si troverà in ogni caso a vivere da solo. 

Ogni situazione è temporanea è stato detto, anche la vita stessa lo è e lo sapete molto bene.

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  • 1 anno dopo...

Non andrò mai via di casa dei miei genitori perché non sono mai riuscito da avere o tenermi un lavoro. Vivo ancora con loro, ho più di 30 anni. Mi pesa ma non ho mai avuto un reddito sufficiente. Sono ormai succube delle loro richieste, mi sembra di avere 15 anni. Non ho una vita ne amici ne nessuno. Purtroppo ormai mi sono rassegnato e non ho più le forze per reagire. Non sarò mai indipendente, difficile che col mercato del lavoro attuale avrò un miglior lavoro a 40 anni, molto probabilmente sarò disoccupato. La mia vita è stata un gigantesco bluff.  

Modificato da Ixx
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  • 2 settimane dopo...
Marmellata
Il 27/3/2012 alle 21:46 , Totem ha scritto:

ciao, è la mia situazione. Le ragioni sono molto profonde, non economiche nè di "comodità" da bamboccione. E' una scelta che sto facendo giorno per giorno e che vivo abbastanza serenamente. Mi mancano tante cose e so di non essere una persona completa senza quel passaggio, ma prendere quella direzione non mi lascerebbe tranquillo per una serie di motivi che, scusate, non vi sto a spiegare.

Di solito spiegavo alle nuove conoscenze femminili, quando si andava sul tema, il perchè e il per come, in modo sincero. Mi sembrava che di fronte alle mie ragioni potessero capire. Mi sono però accorto che non c'è niente da fare, quando sentono che vivi coi tuoi e perchè magari sei reduce da una convivenza o un periodo già di vita in casa da solo, è come se gli scattasse l'interruttore che a seconda dei casi illumina le parole "sfigato", "tipo strano", "mammone", "pappamolla", "pigro", ecc. ecc.

Le posso pure capire in un certo senso, quindi mi sono inventato una palla a prova di bomba che sopperisce sia a quanto sopra sia al fatto che comunque io a casa mia non ce le posso mai portare. Che dite, faccio bene o sbaglio? Se poi una di loro dovesse diventare LTR, beh spiegherei il perchè della balla e credo capirebbe.

Ciao, beh io sono una di quella che istintivamente ti vedrebbe come un mammone...:7_sweat_smile:

però come dici, non si sanno in effetti le situazioni e se tu dici di avere dei reali motivi che ti trattengono ci sta e ci sta anche che questi motivi non vengano giudicati.

Però negli anni ho visto una cosa a cui bisogna portare,parere personale, la massima attenzione: quella di non vivere la propria vita per star dietro a determinate situazioni nella famiglia di origine. Molti rimangono legati al nido non solo nel momento del bisogno (di una presenza in casa,di un aiuto ecc), ma anche oltre il necessario. 

Tante volte ci sono dei meccanismi malsani nelle famiglie percui un figlio non riesce ad andarsene e a fare la sua via.Il problema grosso è che finchè ci si è dentro a sti meccanismi,non li vediamo.

Ecco io spero sempre che uno non sia a casa dopo i 35 incappato in un meccanismo malsano. Spero non sia il tuo caso,la situazione la conosci tu. Valuta ma soprattutto non impedirti di vivere la tua vita per quello che accade in casa. E se ti accorgi che qualcosa in quella situazione ti impedisce di viverti,beh cambia aria, che di vita ce n'è una sola 😉 

siam nati per vivere,seguire la nostra strada e i nostri passi

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PapuPetagna

Se non si vive per conto proprio non si svilupperà mai la propria personalità.

La base è avere un lavoro, chiaro. Poi dipende da cosa uno ha studiato, se conosce un mestiere, ecc..

Posso dire che non conosco nessuno che vorrebbe tanto andare via ma non può permetterselo. Quelli che conosco e che stanno ancora con i genitori piangono la loro disoccupazione ma se gli chiedo cosa vogliono fare nella vita non sanno neanche darmi una risposta.

Modificato da PapuPetagna
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2 minuti fa, PapuPetagna ha scritto:

Se non si vive per conto proprio non si svilupperà mai la propria personalità.

Questa cosa é verissima 

Quando fai esperienza di vivere da solo e non hai nessuno a pochi km che possa raggiungerti in caso di bisogno impari a cavartela. È un'autonomia che puoi raggiungere solo sul campo. E cambi e cresci parecchio

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Roose Bolton

penso che già l'ho scritto nella discussione, non ricordo, ma dipende cosa intendete per vivere con i genitori.

Un conto è vivere nella tua cameretta di bambino con mammà che ti porta il latte al letto, un altro conto è vivere in una villetta bifamiliare o in un palazzo dove tu hai il tuo appartamento e magari i tuoi genitori abitano a fianco o sopra o sotto e li vai a trovare per un caffè o per il pranzo la domenica.

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PapuPetagna
24 minuti fa, Roose Bolton ha scritto:

penso che già l'ho scritto nella discussione, non ricordo, ma dipende cosa intendete per vivere con i genitori.

Un conto è vivere nella tua cameretta di bambino con mammà che ti porta il latte al letto, un altro conto è vivere in una villetta bifamiliare o in un palazzo dove tu hai il tuo appartamento e magari i tuoi genitori abitano a fianco o sopra o sotto e li vai a trovare per un caffè o per il pranzo la domenica.

Dipende anche da come sono i genitori, se ti controllano, se si fanno gli affari loro, ecc..

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Roose Bolton
26 minuti fa, PapuPetagna ha scritto:

Dipende anche da come sono i genitori, se ti controllano, se si fanno gli affari loro, ecc..

eh questo non lo avevo messo in conto.

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